Cliccando sulle righe orizzontali in alto a sinistra si naviga nel sito. Troviamo Cantelli musicista, commenti sull'attualità e Cantelli politico nella sua autobiografia intitolata: "Per non disperdere il senso dell'impegno politico nella D.C. di Budrio"
LE REGIONALI DI DOMENICA 17 E LUNEDI 18
VOTARE PER CAMBIARE CAMBIARE
Quanto ripetutamente avvenuto in Emilia Romagna in conseguenza di precipitazioni di proporzioni straordinaria intensità,oltre ogni ifine speculativo in atto mette a confronto la portata del sistema idrogeologico del quale la Regione ,col passaggio delle competenza un tempo di spettanza dello Stato, ha la esclusiva responsabilità di garantire la manutenzione partendo da una programmazione della spesa proporzionata alla evoluzione climatica in atto che costituisce ormai l'argomento centrale del confronto politico. per le ripercussioni sul sistema industriale tenuto a rispettare obblighi e scadenze per la riduzione delle emissioni in atmosfera ritenute essere la causa più diretta..
Quanto ripetutamente avvenuto con le esondazione di fiumi,torrenti e canali nette l'intera classe politica inesorabilmente ha rivelato le conseguenze di un utilizzo del suolo ,di una programmazione edilizia che,fra tombature e cementificazione rivela la distanza fra teoria e pratica di forze politiche che del rispetto dell'ambiente hanno fatto un elemento distintivo delle amministrazioni rosse per salvaguardia del territorio.
Mentre a sottolineare questa distanza ho affidato i ricordi della esperienza di complessivi 35 anni di opposizione in Consiglio comunale a Budrio , di cui
riporto l'estratto del verbale di una seduta consiliare in cui è lo stesso sindaco ad ammettere la costituzione di una cordata che col PRG di Budrio si
prefiggeva il conseguimento di profitti di proporzioni inusitate demandando i fatto al successore il compito della sua approvazione.
A impedire che politicamente la questione del corretto utilizzo del territorio si risolva nella dialettica democratica delle accuse e delle risposte verbali in atto fra le forze politiche componenti la maggioranza e quelle dell'opposizione , sono stati gli eventi disastrosi che si sono ripetuti a breve distanza di tempo nei comuni della nostra Regione a porre le forze politiche tutte, senza distinzione di schieramento di fronte all'orgoglio di sfollati e volontari che per rincuorarsi al primo evento hanno reagito cantando “Romagna mia” ma non al trettanto fiduciosi ritrovarsi nel fango a sgombrare cantine, estromettere mobili e automezzi appena acquistati con la certezza del passaggio di categoria degli eventi disastrosi a quella degli ordinari eccezionali a quella degli ordinari .
L'esito della consultazione elettorale di Domenica e lunedì non riguarda solo la valutazione delle condizioni manutentive dei corsi d'acqua di ogni dimensione,sistemi fognari compresi, in funzionne di eventi di proporzioni difficilmente prevedibili , ma la conciliabilità del clima politico definito da lla Schlein e da Landini di Rivoluzione sociale dovuto alla ricongiunzione congiunzione della cinghia di trasmissione della sinistra politica con quella sindacale(dalla quale la CISL ha rivendicato la distanza) col moderatismo di quei cattolici che già faticavano a rappresentare il centro nel centro sinistra-
Quanto avvenuto in questi giorni a Bologna per la manifestazione di Casa Pound a ridosso dell'area in cui si è verificata la strage fascista più grave della rinata democrazia italiana , in una città insignita di medaglia d'oro della Resistenza, ha costituito la ghiotta l'occasione per scaricare sul Governo della Meloni, e su di lei particolarmente, non la responsabilità di aver consentito il diritto di una pubblica manifestazione a una forza dichiaratamente fascista ,ma di non averla prevenuta decretando quello scioglimento di Casa Pound cui mai ha proceduto alcun Governo di Centro Sinistra anche a guida PD. Se la “svista del PD” potrebbe essere ascritta alla solo recente conclusione del Processo che con la condanna all 'ergastolo di Bellini ha completato l'elenco dei il ruolo di mandanti della strage Licio Gelli, Umberto Ortolani, Federico Umberto D’Amato e Mario Tedeschi,tutti deceduti ,non viene certamente meno quel significato di soccorso nero svolto da Casa Pound a un PD in crisi di identità, difficoltà a compattare una alleanza delle sinistre con un Movimento 5 Stelle reso da Conte dichiarato irriconoscibile dal suo stesso fondatore e con una sinistra cattolica al seguito dell'attuale presidenza CEI.
Problemi di identit.à certamente non mancano all'interno dello schieramento di Centrodestra per la presenza di una Lega posizionata alla estrema che ha finito per compromettere l'intelligente politica di vicinanza della Meloni con i leder della Comunità europea a sostegno della Resistenza Ucraina.
Questi i problemi della identità del centrodestra e di un centrosinistra ,per la prima volta sotto accusa ,ravvivano l'attesa dei risultati-
AD FUTURAM MEMORIAM
Avrei voluto concludere questa raccolta di ricordi e considerazioni della mia lunga esperienza politica- amministrativa vissuta particolarmente a Budrio con complessivi trentacinque anni di Consiglio comunale riportando fedelmente miei interventi che ritenevo fedelmente contenuti a verbale delle due sedute svolte al di fuori della sede consiliare municipale per sottolineare l'importanza di quelle da me considerate le occasioni più significative
Consapevole della diversità di autorevolezza della riproduzione di una documentazione ufficiale rispetto ai ricordi di quanto affermato ne riporto i contenuti contando su una memoria che per ragioni di età trova più presenti quelli del lontano passato rispetto a quelli degli avvenimenti più recenti.
Della seduta svoltasi in Pazza Filopanti con all'ordine del giorno gli attentati alle Torri gemelle di New York,al Pentagono in Virginia e quello tentato su Washington , iniziai il mio intervento individuandone l'origine nell'insanabile contrasto arabo israelano derivante dall' assegnazione territoriale a popolo ebraico per la rinascita dello Stato di Israele in una Palestina i cui residenti non hanno mai mancato di la loro opposizione a un vero e proprio esproprio .
Mentre delle azioni terroristiche attuate contro gli Stati Uniti, considerati i principali sostenitori di Israele sul piano militare e politico in sede internazionale al momento della seduta consiliare non era ancora dato conoscere la portata della risposta militare americana non solo a carico degli ideatori, per quanto riguarda Israele denunciai la responsabilità di misure di risposta al terrorismo arabo palestinese impostate a una sorta di interpretazione delle esperienze vissute nei campi di sterminio come autorizzazione alla mortificazione della dignità umana in autentici campi di concentramento del popolo palestinese nei quali l'odio trova la necessaria alimentazione .
Conclusi il mio intervento della considerazione di quanto avvenuto in America come una cinica dichiarazione di guerra contro il quale alcune forze politiche , esprimendo la loro solidarietà al popolo americano per non rivolgersi direttamente Governo degli Stati uniti, in evidente contraddizione rispetto a quell'atteggiamento benedicente delle bombe americane che ci erano piovute sulla testa durante la seconda guerra mondiale e auspicando una composizione del conflitto in Medio Oriente attraverso il reciproco riconoscimento di uno Stato israeliano e di di uno Stato palestinese. Ricordo che queste furono le considerazioni che riscossero l'unico applauso della piazza.
L'altra significativa occasione di svolgimento del Consiglio comunale fuori sede ,fu quella tenuta nell' Auditorium di via Saffi per la presentazione dello Statuto degli studenti medi.
Ricordo che iniziai il mio intervento individuando nel diritto alla pace il diritto fondamentale dal quale discendono tutti gli altri diritti civili, per dire come la pace la avevo assaporata nell'autonomia di movimento rispetto alla libertà “vigilata”dai miei cari in tempo di guerra , respirando l'aria libera dagli odori delle muffe delle cantine e dei rifugi in cui insieme avevamo trovato riparo,guardando il cielo per la prima volta per seguire il volo di un aereo civile che si distingueva per il suo colore argenteo e il rumore dei motori, diverso da quello dagli aerei militari appesantiti dal micidiale carico per richiamare tutti noi al dovere di costruire la pace che parte dalle nostre famiglie.
Rifacendomi al documentario trasmesso dalla televisione alcuni giorni prima, sull'impiego della mano d'opera dei bambini in tenera età nelle miniere della Sicilia, i cosiddetti”carusi” ,la cui vita di stenti spesso si concludeva lontana dalle famiglie che non erano state in grado di poterli mantenere; mi rivolsi ai giovani per considerare insieme il percorso del progresso sociali ottenuto dal concorso delle diverse componenti del confronto democratico che ci ha portato tutti a una condizione ben diversa da quella di quel lontano passato, situazione che vede i giovani d'oggi usufruire del diritto alla scolarità;il diritto ad una formazione il cui ruolo principale non deve essere quello della preparazione al lavoro,dal quale,come molti credono, dipenda la libertà dell'individuo. In proposito ricordai la triste massima scritta all'ingresso dei campi di sterminio nazisti:I<<L LAVORO RENDE LIBERI>> per affermare che la libertà dell'individuo dipende dalla cultura della quale la scuola deve rappresentare un percorso di sensibilizzazione al gusto del sapere.
Dalla a risposta dei giovani al mio intervento colsi il significato di quella possibile saldatura delle diversità generazionali, lasciando ad altri la responsabilità di fare della differenza di età e di esperienza, il motivo di incolmabili distanze e il diritto a un non rinviabile avvicendamento su base generazionale che aveva caratterizzato le ultime iscrizione alla Democrazia Cristiana nella assoluta discontinuità della sua storia per poi disperdere il valore del suo processo storico distribuendosi nell'intero panorama politico nazionale . Soprattutto di quell'occasione consiliare ricordo il commento del carissimo Giulio Cristiani, consigliere di maggioranza che, a seduta conclusa, rivolgendosi a tutti i colleghi presenti, dichiarò il suo apprezzamento del mio discorso.
Probabilmente la mancata verbalizzazione delle ricordate due sedute consiliari è dipeso dalla considerazione che, in un'epoca di sviluppo del sistema telematico contrassegnata dalla fine delle ideologie, la formazione del consenso politico invece si partire dalla base aveva inesorabilmente già invertito la direzione partendo dal vertice per determinarlo in base all'indice di gradimento dei leader nazionali delle rispettive forze politiche.
NELL''INTERPRETAZIONE MODERNISTA DELLA FRATELLANZA
UNA CHIAVE DI LETTURA DEL SISTEMA DI POTERE
EMILIANO ROMAGNOLO
Al capitolo ottavo di “Fratelli Tutti” al n.271 leggiamo:<< Le diverse religioni, a partire dal riconoscimento del valore di ogni persona umana come creatura chiamata ad essere figlio o figlia di Dio, offrono un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società. Il dialogo tra persone di religioni differenti non si fa solamente per diplomazia, cortesia o tolleranza. Come hanno insegnato i Vescovi dell’India, «l’obiettivo del dialogo è stabilire amicizia, pace, armonia e condividere valori ed esperienze morali e spirituali in uno spirito di verità e amore».
L'Enciclica di papa Francesco sostanzialmente non introduce novità dottrinarie ma rafforza , in chi abbia assorbito l'insegnamento della dottrina sociale cattolica, l'indirizzo comportamentale necessario al instaurare comunque rapporti impostati al rispetto dell'altro senza sacrificare al modernismo (che con Enzo Bianchi giunge ad a che sia la fratellanza a creare le identità) il processo storico degli orientamenti degli interlocutori l'identità per favorire scelte politiche difficilmente giustificabili se non annullando le diversità dei riferimenti culturali,Per quanto riguarda la parte cattolica, il riconoscimento della la “distruzione della sacra famiglia” considerata da Marx come origine della proprietà privata nella strana alleanza con un liberalismo che ha trasformato in diritti naturali gli eccessi dei comportamenti umani
Spetta pertanto a chi intenda correggere le inammissibili disuguaglianze sociali dipendenti dall'attuale sistema di mercato per via riformista, impostato alla sollecitazione dei desideri di un irrefrenabile consumismo, intraprendere le iniziative politiche necessarie avendo presente i risultati ottenuti dai regimi autoritari post-rivoluzionari per non ricaderne negli stessi errori dimostrando la volontà di riconoscere dell'attuale sistema economico quella sorta di terzo livello ”masso-tecnocratico in grado di avvalersi del sostegno elettorale delle forze politiche “progressiste” fingendo di non riconoscerne l'alleanza con i poteri capaci di determinare i risultati dei concorsi delle figure apicali dei gangli vitali delle istituzioni pubbliche del territorio e le gare di appalto per l'acquisizione di beni e di servizi della pubblica amministrazioni.
La convergenza del neo-modernismo in quel giardino di chiaro riferimento massonico, nel quale ha finito per trovarsi a suo agio il nostro cardinal Zuppi, del quale ho trattato in uno dei miei precedenti interventi, portato ad esempio di organizzazione sociale improntata al perseguimento del bene comune per l'intreccio delle radici delle piante in esso collocate, non po' non indurre chi abbia mantenuto detta indipendenza a constatare come, dalla eliminazione dei processi che determinarono fenomeni storici quali fascismo e il nazismo e lo stravolgimento del diritto di famiglia stabilito nella Costituzione per non considerarli funghi spontaneamente cresciuti nel sottobosco del giardino massonico di Voltaire.
Come comprendere la nascita e lo sviluppo del fascismo togliendo dal contesto storico l'estremismo di stampo bolscevico alla dei partiti aderenti alla internazionale di Mosca ,in Italia alleati nel patto di unità di azione anche dopo lo scioglimento del Comintern e, venendo ai giorni nostri, come comprendere le vere ragioni della riduzione alla sfera degli orientamenti personali soggetti a privacy i valori cristiani della famiglia se non risalendo a quelle correnti di pensiero marxista e liberale di cui ho accennato , la cui radicalità sta dissestando la solidità di istituzioni quali quella familiare ?
Alla vigilia della competizione elettorale per la elezione del governatore dell'Emilia Romagna che nell'attivismo del Cardinale Zuppi vede la chiara propensione del Magistero locale per la riconferma della maggioranza uscente mi rivolgo a chi si popone alternativa ad essa per ricordare quanto dissi a Guazzaloca dopo la sconfitta subita alla sua presentazione per un secondo mandato : <<sei stato sconfitto da quel sistema che ritenevi che avresti potuto migliorare senza andarne a verificare gli oliati meccanismi>> . Come non riconoscere nell'accoglimento della proposta di Casini, fatta sua dalla maggioranza di sinistra tornata saldamente a Palazzo D'Accursio ,della istituzione di un premio titolato a Guazzaloca, la cui vittoria alle comunali di Bologna aveva riempito la cronaca dei giornali di tutto il mondo, l'assorbimento di quell'area di poteri in grado di fare del più giovane parlamentare italiano la più longeva dimostrazione della sua permanenza nella realtà locale?
Quel sistema al quale dai banchi dell'opposizione comunale a Budrio ci siamo opposti come alternativa per complessivi 35 anni , sistema del quale il sindaco Celli,da me provocato, in Consiglio comunale affermò :<< Vorrei aggiungere a proposito del P.R.G, che stavolta non ricorrerò, come qualcuno ha detto in commissione, a disquisizioni filosofiche per nascondere la realtà: la realtà dei fatti a Budrio è che qualcuno, non tutti i soggetti attuatori, ha pensato che formando intrecci societari di vario genere, si potesse condizionare l’Amministrazione di Budrio ed il suo Consiglio comunale fino al punto da poter cogliere, sul piano degli interventi urbanistici un’occasione di profitti inusitati. Non so perché tutto questo si sia pensato a Budrio nel giro di questi anni, ma mi sembra evidente che questo tentativo ci sia stato: probabilmente il Consiglio comunale e l’ultima commissione hanno in qualche modo contribuito a sventarlo, ma si può dire che per la prima volta(?!) in provincia di Bologna si è cercato di portare in porto un tentativo di condizionamento sul piano urbanistico da cui i privati avrebbero ricavato una quantità di risorse che altrove mai si è verificato>>. Purtroppo la risposta a tale domanda era contenuta in quel “tutti a tavola” che vede il maggiore esponente di un Magistero, inequivocabilmente schierato a sinistra , seduto a mezzogiorno nelle mense dei poveri dei quali sostiene la lotta contro la esclusione sociale , la sera a convito di un associazionismo delle eccellenze in grado di comporre cordate per la stesura dei piani regolatori e variazioni della destinazione d'uso, e vede il presule pro tempore detentore dell'enorme patrimonio mobiliare ed immobiliare dell'Istituto per il Sostentamento del Clero, presente di diritto in una di quelle fondazioni bancarie definite “I signori delle città, dove a Bologna stranamente sono confluiti molti degli autorevoli ex esponenti dei partiti della prima repubblica.
Dove la volontà e l'indipendenza necessarie per proporsi alle prossime regionali , alternativa al sistema consociativo emiliano romagnolo?
Budrio 20 sett.2024
CONOSCEREMO A SETTEMBRE LE PROPOSTE SCATURITE DAI TAVOLI DELLA CINQUANTESIMA SETTIMANA SOCIALE DI TRIESTE
Ho ritenuto più che opportuno riportare i comunicati stampa degli organizzatori del Convegno di Trieste per consentire principalmente ai cattolici disseminati nell'intero panorama politico nazionale ,iscritti ai diversi partiti o semplicemente lettori dei quotidiani e spettatori dei telegiornali, perché ci si renda conto dello spessore dell'ampiezza della mobilitazione e dello spessore degli argomenti dibattuti alla settimana sociale di Trieste per considerare alcuni essenziali aspetti di fondo:
- quali i criteri selettivi impiegati da santa romana Chiesa per la designazione dei delegati a un convegno che per ampiezza territoriale e contenuti dei temi affrontati ben pochi altri soggetti politici sarebbero in grado di allestire,
-quale possa essere la risposta del sistema politico per esercitare nei confronti degli organizzatori del Convegno, la cui documentazione conclusiva verrà distribuita il settembre prossimo , lo stesso diritto di coinvolgimento col quali essi intendono partecipare alla definizione delle riforme proposte dalla attuale maggioranza politica che guida il Paese.
Con l'articolo “ I cattolici fra obbedienza e autentica partecipazione” precedentemente pubblicato ho richiamato l' attenzione dei lettori a considerare quanto diverse siano le condizioni dei laici impegnati nelle molteplici forme di volontariato e in quanto tale radicati nel territorio con la propria persona, la propria attività economica e,naturalmente , con la propria famiglia , rispetto alle condizioni di un clero tenuto al rispetto del voto di obbedienza che , da un momento all'altro , per decisioni insindacabili dei propri superiori si trovi destinato ad altro territorio e ad altro incarico.
Dalla mia esperienza pubblicata in questo sito, infatti è possibile constatare quali incredibili ripercussioni sull'associazionismo cattolico sul piano locale abbiano avuto decisioni della gerarchia religiosa, che avrebbero dovuto comportare solo obbedienza, per comprendere gli effetti ben più sconvolgente del cambiamento della dottrina sociale, nata con Leone XIII nella prima fase organizzativa della ideologia socialista , con l'avvento al pontificato di papa Francesco per la sovrapposizione della Teologia del popolo quale branca della Teologia della Liberazione di riferimento marxista e matrice latino-americana .
Sempre dalla successione degli articoli pubblicati è possibile comprendere quanto arduo sia stato il passaggio dall'appoggio della Chiesa alla nascita del PPI di don Sturzo e, successivamente, alla Democrazia Cristiana nel confronto decisivo del 18 aprile 1948 col fronte popolare del PCI e del PSI, per comprendere quanto dolorose possano essere state le ferite causate dal fuoco amico sui cattolici impegnati nella Democrazia cristiana proveniente dagli stessi ambienti nei quali,maturata l'azione formativa nell'Azione Cattolica, era stata sollecitato l'impegno politico in detto partito. Ferite particolarmente dolorose nella battaglia referendaria caldeggiata dal Magistero ecclesiale , e proseguite lungo la contestazione postconciliare a conferma della differenza del numero dei battezzati rispetto a opzioni politiche coerenti con quelli che ancora sono definiti valori non negoziabili. Per arrivare, ai giorni nostri , alla riduzione alla sfera privata delle convinzioni religiose per evitare che questioni di spessore quali divorzio, aborto, ed ora eutanasia, possano interferire sulla convergenza delle sinistre laiche e cattoliche possibilmente in uno stesso soggetto partitico,il PD. Posizione che a mio modesto avviso , per l'assunzione diretta, sempre più evidente, della rappresentanza politica dei cattolici da parte arte del Magistero ha finito collocare la sinistra cattolica alla sinistra del PD ,scelta moderata che la Schlein sta cercando di correggere spostando la partecipazione dal partito alla piazza.
Dalle mie considerazioni è possibile cogliere la critica da me particolarmente rivolta alla pluralità dei partiti che si contendono con la più diretta discendenza dalla linea degasperiana della Dermocrazia Cristiana l'utilizzo elettorale dello scudo crociato di non aver occupato lo spazio politico del centrismo cattolico per svolgere un ruolo di servizio al culto dei loro leader contribuendo ad ingrossare quella parte maggioritaria degli iscritti nelle liste elettorali che ,non sentendosi rappresentata, finisce per disertare le urne.
Come corresponsabile della disaffezione dall'impegno politico ritengo sia la presenza di quello che continuo a definire “terzo livello masso-tecnocratico”in grado di intervenire sulla programmazione urbanistica del territorio, nella attribuzione delle cattedre universitarie,nelle fondazioni bancarie, nei primariati ospedalieri, sugli incarichi alla direzioni di enti e istituzioni,sullo svolgimento di concorsi e gare di appalto,riducendo i partiti al ruolo di copertura democratica di un gioco che democratico non è. Una verità quella da me denunciata della quale, in questa fase, non ci è dato conoscere quanto coincida con le analisi e le proposte scaturite nello svolgimento della cinquantesima edizione delle settimane sociali dei cattolici svoltasi a Trieste, sul tema<< Andare al cuore della democrazia>> aperta dal discorso del presidente della CEI card,Zuppi seguito dall'intervento del Presidente della Repubblica Mattarella. Il primo per dirci sostanzialmente che bisogna cercare soluzioni comunitarie, le sole che possono perseguire i livelli di uguaglianza e giustizia sociale in una realtà che, per il cambiamento di paradigma della Chiesa, e per la dichiarata estraneità sembra voler riportarci all'anno zero di una democrazia che ha bisogno di una radicale manutenzione,il secondo per ricordare il percorso costituzionale che ha collocato l'Italia nel sistema liberal democratico ,il nostro l'europeismo e la scelta atlantica per la difesa del nostro Paese. .
Particolarmente significativo per me è stato cogliere dalle diverse espressioni facciali del cardinale Zuppi nei diversi passaggi del discorso del Presidente Mattarella,un intervento magistrale col quale il Presidente ci ha condotto lungo detto percorso quasi a rinnovare ai presenti di ogni ordine e grado l'invito che De Gasperi rivolse alla sinistra interna, rappresentata da Dossetti, di smetterla con la fronda per mettersi tutti alla stanga di un sistema che ha condotto all'attuale livello di sviluppo per correggerne gli errori e le insufficienze e ridurre la forbice delle attuali disuguaglianze sociali.
La casuale concomitanza della conclusione della cinquantesima Settimana sociale con la celebrazione del secondo turno delle elezioni legislative in Francia, convocate da Macròn per scongiurare il rischio del conseguimento della maggioranza assoluta della estrema destra della Le Pen, obbiettivo centrato con la più alta partecipazione dei francesi dal 1983, costituisca per tutti un ulteriore motivo a cogliere con favore l'invito alla partecipazione democratica ripetutamente rivolto dal Papa.
8 Luglio 2024
SULL'ANTIFASCISMO
L'acredine con la quale il PD della Schlein e 5 Stelle di Conte richiamano l'opinione pubblica alla vigilanza antifascista rivelatore del livore per le fortune elettorali altrui mi induce a ricordare le motivazioni per le quali il PCI con l' autorevole intervento del partigiano Walter Audisio votò contro la legge Scelba , motivazioni che molti non conoscono:in base all’articolo 4, sarebbe punibile di apologia al fascismo non solo chi “fa propaganda per la costituzione” di una qualunque organizzazione che risponda alle caratteristiche indicate nell’articolo 1 della legge, ma anche chi “pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche”. In questo caso le pene vengono raddoppiate se “il fatto riguarda idee o metodi razzisti”. Mentre con l’articolo 5 si andrebbe a punire “chiunque, partecipando a pubbliche riunioni, compie manifestazioni usuali del disciolto partito fascista ovvero di organizzazioni naziste”.
Questo il dispositivo della legge per il cui ventaglio di comportamenti il PCI temeva essa venisse applicata anche alle manifestazioni dell'estremismo di sinistra -
Mentre lasciamo a dibattito alla base di F.d.I che secondo Lavarini avrebbe un 35% di nostalgici del MSI, per quanto riguarda l'antifascismo di chi grida in parlamento e nelle piazze ritengo opportuno richiamarmi al pensiero di Gaetano Salvemini che si definiva un socialista democratico gradualista del tutto estraneo <<al sistema totalitario che i comunisti impianterebbero in Italia>> e dalle pagine de “il Ponte” scriveva di non potersi sentire comunista per le stesse ragioni per le quali non era stato fascista. Il radicale Francesco Saverio Nitti, d'altro canto, metteva in luce il fatto che nazismo, fascismo e comunismo condividevano l'identificazione del partito unico con lo stato e il culto messianico del capo. Teodori riprende, a questo proposito, la tesi di Silvio Barella, secondo il quale la colpa di tutte le persone di sinistra dal 1933 in avanti è stata quella di aver voluto essere antifascisti senza essere antitotalitari.
Dopo il 1989, le diverse denominazioni che il Pci assunse, fino a diventare l’attuale PD e le ambiguità delle scelte politiche dimostrano come il rifiuto di seguire la via socialdemocratica abbia gravato profondamente in quella parte della sinistra che solo la forza degli eventi ha reso di fatto postcomunista.
Per la completezza dell'analisi politica il termine postcomunista non può riguardare quella sinistra cattolica che dietro il pericolo del dissesto ecologico intravvede la opportunità di cambiamento del sistema produttivo per dar vita ad un nuovo ordine economico di orientamento catto-comunista.
Infatti fra le caratteristiche di DemoS,la creatura politica della Sant'Egidio troviamo antifascista ,non anche anticomunista,contrariamente all'antifascismo e anticomunismo della Democrazia Cristiana a dimostrazione che si può essere DemoS e cristiani, senza essere democristiani.
8 Giugno 2024
ANDARE AL CUORE DELLA DEMOCRAZIA
Questo il tema scelto degli organizzatori della Cinquantesima Settimana sociale dei cattolici in Italia svolta a Trieste da mercoledì 3 a domenica 7 luglio.
La scelta di Trieste, crocevia europeo, città di confine e (tormentato) approdo finale dei migranti che arrivano dalla rotta balcanica, non solo non è casuale ma è uno stimolo in più ma di creare uno spartito unico da suonare insieme. a riflettere sui problemi della partecipazione democratica che riguardano non solo l’Italia ma anche molti paesi europei.Casuale invece è la concomitanza con il secondo turno delle elezioni francesi convocate da Macron in risposta al risultato selle recenti elezioni legislative che assegnavano la maggioranza relativa alla Le Pen con il 33%Nelle “Piazze della democrazia”, ogni pomeriggio nel centro storico della città, erano presenti circa 50 relatori e testimoni chiamati a confrontarsi su un ampio ventaglio di temi: dalla cittadinanza attiva all’inclusione nello sport, dal carcere alla democrazia digitale, dal futuro dell’Europa alle comunità energetiche rinnovabili.Nei “Villaggi delle buone pratiche” aperti oltre cento stand di imprese, cooperative sociali ed enti di terzo settore, università, comunità energetiche rinnovabili, associazioni culturali e di promozione sociale.A queste si aggiungevano le tavole rotonde tematiche, organizzate da associazioni ecclesiali, sindacati, reti. Tra queste Ucid, Ucsi, Slow Food, Confartigianato, Unione giuristi cattolici, Forum delle associazioni familiari, Cisl, Focsi, Asvis, Meic, Argomenti 2000, Giuristi cattolici.
Questa la dichiarazione rilassciata per gli organizzatori da mons.Renna :
Si è trattato di “una semina di ascolto e confronto”, della necessità di “raccogliere primizie di frutti che verranno”. I cattolici giunti nella città adriatica “hanno messo in luce il desiderio di esserci e di contribuire a costruire democrazia”. Dopo aver citato i discorsi tenuti dal Presidente della Repubblica Mattarella e dal presidente dei vescovi card. Zuppi, mons,Renna ha invitato gli inviati dalle reti di informazione a rileggere i testi dei relatori che “hanno indicato la strada di una manutenzione della democrazia cui siamo chiamati come cattolici”.
“Vogliamo portare a casa questa esperienza – afferma mons. Renna a proposito della consapevolezza – nella convinzione che i cattolici, nei vari ambiti, sentono l’importanza di ripensare la dimensione comunitaria, partecipando alla vita sociale e democratica, in Italia come in Europa”. Questo anche nella prospettiva di “far nasce e accompagnare vocazioni alla vita politica, e che questa non resti estranea alla vita cristiana”.
A settembre sarà reso noto ciò che è emerso dalle Piazze della Democrazia in termini di contenuti abbiamo intenzione di promuovere, nei prossimi mesi, tempi e momenti di confronto tra esponenti di vari schieramenti politici con l’obiettivo di favorire il dialogo tra le forze politiche su temi e argomenti che stanno a cuore a tutti. Le comunità cristiane sono sempre state – ha aggiunto Renna – luoghi, piattaforme dove ci si è impegnati per la vita degli altri. Ciò che è mancato per tanto tempo è stata la formazione, al senso civico, al bene generare il bene comune. Abbiamo voluto animare un pensiero che divenisse poi cultura. Sappiamo che sono tanti i cattolici che non votano, speriamo che questa settimana abbia una ricaduta che permetta un’inversione di tendenza”.
7 giugno 2024
LE CONDIZIONI DI SALUTE DELL'ITALIA
<<Lo stato di salute del Paese desta particolare preoccupazione. È sempre più difficile uscire dall'abisso dell'indigenza. Si rafforzano le povertà croniche e quelle intermittenti, relative ai nuclei famliari che oscillano tra il 'dentro' e il 'fuori' dalla condizione di bisogno>>. Questo è quanto afferma il cardinale Matteo Zuppi, presidente della Cei, nella sua introduzione ai lavori della 79/a Assemblea generale dei vescovi italiani ."Si rafforza inoltre il divario generazionale: i giovani sono sempre più esposti a difficoltà economiche e aumenta il vuoto creato da coloro che tendono ad allontanarsi dalla partecipazione politica e dal volontariato", aggiunge. Nulla da lui trapela di quanto è stato detto per affrontare la crisi vocazionale, della diminuzione dei matrimoni religiosi, della partecipazione dei fedeli ai riti religiosi emerse dai dati statistici pubblicate da esponenti autorevoli dell'associazionismo cattolici. Dati che comportano risposte di ben altra dimensione della promozione di comunità energetiche deliberate alla settimana sociale di Taranto , delle molteplici iniziative in campo sociale modello Comunità di Sant'Egidio quando , come afferma il Dicastero per la dottrina della fede nella presentazione della più recente dichiarazione , la missione della Chiesa, è << di carattere religioso e non sociale o politico>>. Affermazione che, nel contesto attuale, suona come un larvato richiamo alla riflessione sulla china imboccata con la diretta assunzione della rappresentanza politica dei cattolici da parte dell'attuale Magistero per attuare una autentica svolta politica della quale la notizia dell'udienza di papa Francesco alle ACLI nell'ottantesimo della fondazione ha il senso del riconoscimento della continuità della appartenenza di detta associazione alla Chiesa da PaoloVI ritenuto interrotto dopo la svolta socialista di Vallombrosa dicui ho già avuto modo di ricordare le conseguenze della scissione del MCL e del movimento cooperativo del sen.Giovanni Bersani. Per arrivare, ai giorni nostri, alla candidatura come indipendente nella lista PD dell'ex direttore di Avvenire Tarquinio , ricorda quella nel PCI di Raniero La Valle, ma assume particolare rilievo in quanto lui portatore della proposta di scioglimento della Nato a rifiuto del al generale riarmo conseguente gli attuali scenari di guerra in Europa ,in Asia e in Medio Oriente.
Fra i molteplici segnali del ruolo politico e della scelta di campo dell'attuale presidente della CEI la iniziativa editoriale <<NON ARRENDIAMOCI>> che come richiamo vede in copertina i nomi altisonanti del card. Zuppi e di Walter Veltroni cogliere dall'intreccio delle radici delle diverse piante di un giardino, rappresentazione massonica cara a Voltaire, coglie l'esempio di un corale impegno ad una serena crescita sociale, intervistati da Edoardo Camurri le cui citazioni di illustri personalità del passato confermano la comune appartenenza massonica, quando entrambi gli autori non mancano l'occasione per rivendicare la loro partecipazione, pur con abiti diversi, al movimento di contestazione al quale dobbiamo le conquiste del superamento delle distinzioni di genere ,di paternità e maternità ,quella ”distruzione della sacra famiglia” perseguita da Engels in quanto cardine del sistema economico da distruggere.
Una comune scelta di campo a sinistra di entrambi gli intervistati in cui la volontà di ridurre le disuguaglianze e le distanze sociali è destinata a rimanere una illusione delle inammissibili distanze sociali ove non venga affrontato il problema di quel terzo livello di potere dove in ben collaudati tavoli di compensazione continuino a riunirsi i qualificati rappresentati di categorie che in pubblico recitano la loro parte contro il sistema economico del quale sono invece fra gli artefici . Quel sistema che in effetti ha consentito che Bologna ,nel passato, venisse considerata capitale del comunismo occidentale con il contributo determinante del pluralismo politico economico e sociale del sistema liberal-democratico purché capocordata fosse la cooperazione rossa con la quale, condividerei i grandi affari, pubblici o privati quali ,ad esempio le grandi proprietà terriere finite all'asta.
Particolarmente con l'avvento del pontificato di papa Francesco e il cambiamento delle coordinate della dottrina sociale in senso pauperista la responsabilità delle ingiustizie e distanze sociali è interamente attribuita al sistema di libero mercato , per perseguire apertamente, quella gestione “comunitaria” del sistema economico che contraddistinse il cristianesimo in cui chi possedeva proprietà le vendeva e il ricavato sopperiva alle necessità sociali e individuali , per la cui realizzazione pratica troviamo l'ampia pubblicistica di Toni Negri, già condannato per essere uno dei teorici delle B.R, recentemente scomparso.
Volenti o nolenti lo scenario politico deve pertanto essere considerato per quello che é senza escludere nessuno degli attori, religiosi o laici che siano, per una verifica di dove sia riconoscibile quell'area di centro rappresentativa degli ideali ricostruttivi dalla Democrazia Cristiana sia presente nell'area di centrodestra in quelle forze che espongono ancora lo scudo crociato e nei moderati che rivendicano la loro discendenza da detta esperienza da parte di quell'elettorato che con Forza Italia aderisce al Partito Popolare Europeo ;quel centro che nella coalizione con Fratelli d'Italia e la Lega risulta offuscato dalla competizione della Meloni e di Salvini per la presidenza della coalizione e del Consiglio con inammissibili attacchi di quest'ultimo al Presidente della Repubblica colpevole di aver confermato fedeltà all'Unione Europea e ai conseguenti impegni assunti dall'Italia fino a chiederne le dimissioni .
Come pure si rende necessaria una profonda verifica da parte di quei cattolici che si ritengono pure eredi dell'esperienza democratica cristiana di come possano sentirsi rappresentati da una segreteria politica della CEI che il persegue un radicale cambiamento del sistema produttivo e dei gusti della gente senza indicare i poteri necessari ad attuarlo “senza incorrere negli errori infantili” della prima fase di una necessaria rivoluzione , guardandosi bene dal riconoscere quel terzo livello masso-tecnocratico di cui l'elezione a senatore vita del bolognese Casini costituisce la più autorevole testimonianza Come pure chiedersi quanto sia compatibile la cultura cristiana con quella progressista della passionaria Schlein.
Come considerare di centro le posizioni di Calenda e Renzi che comunque non hanno detto e fatto abbastanza per uscire dal calderone della sinistra laica e cattolica e dal potere del sistema masso-tecnocratico che evidentemente nessuno ha il coraggio di affrontare ?
Per quanto riguarda il Magistero attuale della Chiesa ai democristiani autentici non rimane che prendere atto del suo allineamento alle posizioni di Dossetti che si dichiarò non esserlo mai stato pur avendo ricoperto il ruolo di vicesegretario nazionale del partito del quale non aveva condiviso la linea degasperiana delle alleanze democratiche per la collocazione nel sistema economico e di difesa occidentale per chiederci se l'esperienza democratica cristiana abbia fatto parte del processo storico del Movimento cattolico italiano o sia da considerarsi una indesiderata parentesi nel percorso verso una ineluttabile edizione catto-comunista dopo la fallimentare esperienza a guida sovietica finita sotto il muro di Berlino; chiederci se la attuale crisi vocazionale dipenda dall'affermazione del consumismo del sistema di libero mercato e quali ne siano le concause, quale il ruolo della contestazione sessantottina orientata all'indirizzo marxista della scuola filosofica di Francoforte sulla “sacra famiglia” da Engels individuata cardine della concezione cristiana della vita e della proprietà privata per poter percorrere la strada di un progressismo libero da limiti etici e morali.
7 giugno 2024
“Chi ha tempo non aspetti tempo!” é un proverbio di origine popolare che vuole ricordare quanto sia importante evitare di sprecare tempo perché il tempo è prezioso. Più prezioso per me che che in questi giorni ho compiuto 84 anni, e avverto la sproporzione delle mie forze rispetto alla quantità delle cose che ancora vorrei poter dire e fare e del tempo disponibile per trasmetterle attraverso gli strumenti telematici di facebook e il sito web al quale affido le considerazioni di vecchio democristiano.
Mi avvalgo di detti strumenti preoccupato della superficialità e dello spessore di una politica ormai commisurata alla personalità dei leader inadeguata ad affrontare una questioni di portata epocale quale,ad esempio , è il fenomeno migratorio, per dichiararmi in disaccordo sia con chi,come Salvini, della difesa dei sacri confini della Patria da una sorta di nuova invasione barbarica trae lo spazio di un nuovo nazionalismo,sia con chi di una accoglienza sfrenata fa l'alibi dell'agognata alleanza della sinistra cattolica con quella marxista .
Dai contenuti dei miei interventi vorrei emergesse il senso di un ripetuto richiamo all'intera area cattolica nella constatazione della sua progressiva irrilevanza, dopo la fine della esperienza democratica cristiana, per l'accrescersi del numero delle forze politiche che ne rivendicano la discendenza, e per l'assestamento dell'attuale Magistero sulle posizioni della sinistra cattolica che ne ha dichiarato la discontinuità della storia incuranti, le componenti cattoliche tutte , distribuite come sono nell'intero panorama politico, di favorire la strategia del “pensiero unico” .
I cattolici fra obbedienza e autentica partecipazione
In altro capitolo ho richiamato alla memoria il mio reclutamento alla Democrazia cristiana in un particolare momento della Comunità locale in cui la reazione allo spostamento ad altra sede di un parroco benemerito aveva determinato dimissioni oltre che dall'intero associazionismo cattolico, dal partito alla cui organizzazione lui aveva fortemente contribuito sensibilizzando il presidente dell'azione cattolica uomini all'assunzione della carica di segretario .Il racconto della mia esperienza politica parte da allora per portare il lettore ,lungo la nutrita successione degli articoli pubblicati in questo sito, alla ben più ampia e profonda ripercussione della sovrapposizione della Teologia popolare alla Dottrina Sociale della Chiesa, alla quale aveva fatto riferimento l'impegno cattolico nei Comitati Civici e nella Democrazia Cristiana interclassista e solidarista, per l'assunzione diretta della rappresentanza politica dei cattolici da parte dell'attuale Magistero sulla posizione della minoritaria sinistra cattolica di orientamento dossettiano.
La rivista dell'Ordine gesuita Civiltà cattolica” che giustifica l'attuale percorso della Chiesa ci dice:
<<.........Speriamo che lo Spirito Santo ci illumini affinché ogni nostro passo ci porti a «mettere vino nuovo in otri nuovi» (Mt 9,17)......
La Chiesa ha sempre bisogno di iniziare nuovi cammini, perché ha sempre la necessità di vagliare la sua adesione a Cristo e di rinnovare con umiltà il suo essere «serva» del Signore. In questa logica di conversione, ognuna delle cinque Conferenze ha segnato una tappa di ripartenza, un inizio apriva la strada a nuovi inizi>>.
Esempio più calzante delle ripercussioni del cambiamento della impostazione politica del Magistero attuale rispetto alla linea dottrinale precedente sia la vicenda che condusse alla scissione delle ACLI con la creazione dell'MCL quando sotto la Presidenza di Livio Labor poi di Emilio Gabaglio con il Congresso di Torino del 1969 e con il Convegno di Vallombrosa del 1970;detta associazione cattolica intraprese la via socialista che tra i vari contenuti proponeva il ripudio del capitalismo, la lotta tra classi sociali ed una interpretazione in chiave marxista dei Vangeli.
Una scelta di percorso, quella tracciata a Vallombrosa dalle ACLI in aperto conflitto rispetto con la dottrina sociale della Chiesa cattolica, iniziata con la Rerum Novarum di Leone XIII proprio per la condanna del socialismo, che condusse al ritiro degli assistenti ecclesiastici alle ACLI parte dei Vescovi della Cei , e alla sconfessione delle ACLI quale associazione cattolica da parte di Paolo VI con il riconoscimento del MCL, l'associazione nata dalla scissione, con l'indirizzo di benedicente saluto ai suoi dirigenti presenti all'Angelus di Piazza San Pietro . Una scissione che non solo investì la dimensione religiosa , ma comportò il cambiamento della intestazione ACLI delle cooperative delle quali i soci non avevano condiviso i nuovi indirizzi politici.
Una distinzione di riferimenti ideali che in tempi precedenti aveva portato alla scissione del Sindacato con la creazione della CISL.
Vero è che da quei tempi molta acqua è passata sotto , sopra , e al di fuori degli alvei originari della nostra bella ed accogliente regione, dove dal canto di Bandiera Rossa dei tempi della dura contrapposizione di classe si è passati a quello di “Romagna mia”più consona al solidale impegno a sanare gli effetti delle catastrofi naturali, causate dalle trasgressioni ed inadempienze sulle cui responsabilità politiche di governo non era certamente opportuno indagare al momento dell'emergenza -
Le ragioni del potere
Con la riforma regionale nuove leve di consenso si sono aggiunte al clientelismo esercitato nell'amministrazione locale del patrimonio edilizio , nella stesura e attuazione dei piani regolatori, coi cambiamenti di destinazione d'uso, le licenze edilizie e commerciali, con il rilascio delle certificazioni delle caratteristiche attestanti i requisiti di accesso ai contributi regionali,la gestione delle acque , l' abbandono della centuriazione romana ecc.ecc.
Al capitolo 4 di questo sito rispondo al quesito se a Budrio esista un sistema di potere,domanda alla quale diedi una risposta riportando l'estratto da un verbale di seduta del Consiglio comunale del quale mi piace sottolineare quel “perché proprio a Budrio”, che il Sindaco Celli , da me sollecitato ,con la formulazione del Piano regolatore si fosse costituita una sorta di cordata che si proponeva di conseguire utili di proporzioni inusitate. Un piano regolatore discutibilissimo,secondo l'opposizione, per la scelta della zona Creti il cui livelli di terreno per evitare allagamenti avrebbe richiesto un bacino di laminazione delle acque, le modalità di acquisizione dell'area della Fondazione Zucchelli con l'apposizione della pietra tombale sulla linea ferroviaria Bologna- Massolombarda ,l'urbanizzazione della zona adiacente a Villa Loup in in via Cantarana,l' intervento edilizio delle aree di servizio del”Magazzino del grano” che ne ha reso problematico l'impiego.
La risposta alla domanda che si poneva il sindaco Celli, che avrebbe passato al successore l'onere di realizzare l'intero intervento urbanistico, sta nella evidente presenza di una regia in grado di mettere in cordata le diverse espressioni del potere non solo economico.
Di un sistema di potere che con la presidenza Manzoli ho visto all'opera all'Istituto e Officine Rizzoli con la partecipazione a un concorso promosso dall'Ente del consigliere d'amministrazione dimissionario che,naturalmente, l'avrebbe vinto, concorso del quale,al contrario dei colleghi delle altre forze politiche, non ne votai la graduatoria. Col risultato di vedere sparire gran parte di quegli amici che con me avevano condiviso la battaglia per il riconoscimento degli Istituti Rizzoli ad Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico e delle Officine quella di Istituto Nazionale di protesi.
Particolarmente significativa la scomparsa di quegli amici dipendenti delle Officine che con l'assicurazione del mantenimento del posto di lavoro degli oltre settecento dipendenti da parte di un “tavolo di concertazione” al quale erano sedute con le rappresentanze sindacali i rappresentanti della Provincia,dei Comuni di Budrio e di Bologna, con il trasferimento della sede originaria di via Santissima Annunziata a Budrio in ragione di un fantomatico polo protesico, hanno visto il progressivo licenziamento della maggioranza delle maestranze e la conversione dell'area industriale della sede originaria in area residenziale, per la realizzazione di una preordinata speculazione edilizia.
Comportamento, quello degli “amici” del Rizzoli che non si differenzia da quello dei degli ex dirigenti della D.C e degli altri partiti che alla fine della prima repubblica superando le selettive procedure di ammissione previste per i nuovi soci ,hanno ritenuto di continuare a gratificare la comunità locale con la assunzione della dirigenza della banca e della fondazione bancaria alla cui presidenza avremmo visto approdare quell'amico divenuto primario al Rizzoli partecipando al concorso dell'Ente del quale era consigliere dimissionario.
Dall' esperienza di 35 anni di Consiglio Comunale a Budrio , 13 agli Istituti e Officine, a trentennale presenza nel Comitato Provinciale di Bologna , sono indotto a ritenere sussista una sorta di terzo livello che vede partecipi personalità delle più diverse appartenenze politiche e religiose in grado di influire sulle decisioni delle Istituzioni.
Quel terzo livello che anche ai tempi della più accesa contrapposizione politica e di classe , ha svolto un ruolo di tavolo di concertazione nel quale si definiscono cattedre, incarichi dirigenziali negli Enti Pubblici, gestione del territorio,del quale ho sempre denunciato il ruolo di copertura democratica riservato ai partiti. Dimostrazione della presenza di detto sistema di potere è la ripetuta candidatura ed elezione Casini al primo collegio senatoriale uninominale di Bologna da parte di un PD ancora alla ricerca di una identità politica.
La situazione politica attuale
Mentre sto concludendo questo mio nuovo intervento che costituisce la sintesi di quelli pubblicati precedentemente la televisione sta trasmettendo i risultati delle elezioni regionali della Sardegna:
-vince Alessandra Todde con il 45,4%- il candidato di centrodestra Paolo
Truzzu-
,Il centrosinistra ha ottenuto 290.31%,mentre il centrodetra 333.050, che equivale al 48,8%.Il voto disgiunto, quindi, ha molto penalizzato il candidato presidente Paolo Truzzu (FdI), che con 327.695 voti ha raggiunto il45%.
Con oltre 53 mila voti,il M5s si ferma al 7,8%, come secondo partito della coalizione del Campo largo di centrosinistra che ha puntato tutto sull’imprenditrice Alessandra Todde e alla quale il premio di maggioranza assegna 36 seggi(il suo incluso) nel nuovo Consiglio regionale. Segue l'Alleanza Verdi Sinistra col 4,7% e quasi 32 mila voti. Progressisti di Massimo Zedda, ex sindaco di Cagliari e già candidato presidente nel 2019, chiudono con il 3% dei voti. Idem per Sinistra futura, così come Orizzonte comune, mentre la civica Uniti per Alessandra Todde raggiunge la soglia del 4%. Hanno premiato candidature forti e radicamento sul territorio. Altre liste più piccole hanno totalizzato meno dell'1%: Demos 0,7%, Fortza Paris0,9%, mentre la lista Partito socialista-Sardi in Europa raggiunge l'1,7%.
E' la prima volta che il Movimento 5 stelle guida una Regione, e la prima volta dal 2015 che il centrodestra viene sconfitto in una Regione che governava. Oggi è il giorno dell'esultanza per le opposizioni, con Elly Schlein che ha parlato di uno "squillo di tromba che fa bene a tutta la compagnia dei progressisti", mentre nella maggioranza partono le analisi della sconfitta.
A smorzare gli entusiasmi dei vincenti arrivano i risultati dell'Abruzzo:
Ma non sono i soli a dover fare i conti con gli equilibri interni: se a caldo è il tempo di ragionare per coalizioni (54,7% centrodestra contro 45,3% centrosinistra), E in questo senso la fotografia del voto abruzzese è molto inteeressante La vittoria è di Fratelli d’Italia che supera il 24 per cento (seppur in calo di tre-quattro punti rispetto ai sondaggi nazionali), ma fa un buon risultato anche Fi, superando il 13 per cento. Sta peggio invece il Carroccio che, dal 28% di cinque anni fa, precipita al 7,6%, superato di molto anche dagli azzurri. Sul fronte opposto i dem sono secondo partito con oltre il 20%, in crescita rispetto alla scorsa tornata, mentre il M5s fa un tonfo e scende sotto il 7 per cento (contro ben il 20 di cinque anni fa). Infine Azione sta sopra il 4 e Avs appena sotto (3,63%). Tutti dati che saranno decisivi per gli equilibri interni. E non solo quelli regionali.
Per individuare la presenza delle 28 forme associative che rivendicano una diretta discendenza dalla esperienza democratica cristiana bisognerebbe poter risalire ai nominativi dei singoli candidati e dai voti da essi conseguiti oresenti in entrambi gli schieramenti.
Nella coalizione di sinistra merita una particolare menzione la presenza alle elezioni sarde di Demos, la forza politica fondata dalla Sant'Egidio, a Budrio sostenuta dall'attuale Presidente della Cei Cardinale Zuppi,al quale ,oltre la devozione del ministero religioso va riconosciuto il ruolo di segretario politico dello schieramento a sinistra del Magistero della Chiesa Cattolica.
Dopo la compartecipazione a iniziative editoriali con esponenti della sinistra nella continuità di comuni esperienze della contestazione giovanile, la individuazione del giardino massonico di Voltaire quale esempio di solidarietà concludente , gli indirizzi di saluto al Congresso Nazionale della CGIL e al convegno della corrente PD di Bonaccini, credo sia venuto il momento di una presa d'atto della attiva partecipazione politica dell'attuale Magistero .
Lungo la china del relativismo dove si intersecano i fattori della crisi politica e religiosa ritengo sia venuto il momento di affrontare le forzature storiche che con cinica disinvoltura hanno portato alla raffigurazione di Moro con l'Unità in tasca nel monumento eretto a Maglie e l'altra che attribuisce a De Gasperi la affermazione di una DC che marcia verso sinistra sulla quale intervenne Sturzo che sul Giornale d'Italia il 13 giugno 1958 :<<De Gasperi usò l’infelice frase essere la DC un partito di centro che marcia verso sinistra; infelice e contraddittoria, perché se la marcia verso sinistra è compiuta, la DC cesserebbe di essere partito di centro… Nessuno deve attribuire il dono dell’infallibilità nel trovare uno slogan; quello della ‘marcia’ fu uno slogan sbagliato”
Come ritengo sia venuto il momento di fare chiarezza sulle prospettive di una filosofia della prassi che partendo dai comportamenti individuali intacca gli istituti essenziali della famiglia e della assistenza medica, di una teologia del popolo propone un diverso ordine economico rispetto a quello attuale improntato al libero mercato e al consumismo cui si imputa la situazione di scarto in cui versano le fasce più deboli dell'organizzazione sociale invocando il cambiamento della la tipologia dei prodotti e dei gusti della gente ipotizzando la riscoperta delle forme di aggregazione comunitaria autoritaria in atto agli albori del cristianesimo che per la regressione rispetto ai livelli economici della maggioranza dei cittadini, non potrebbero non comportare l'avvento di forme autoritarie di governo teoricamente di ispirazione cristiana, praticamente di gestione marxista.
Tutti ricordiamo le attese dell'attuale pontificato che ,nell'arresto del sistema produttivo della prima fase dell'epidemia Covid intravvedeva l'occasione dell'avvio del radicale auspicato cambiamento senza indicare con quali poteri e mezzi economici potesse essere attuato.
Una questione quella di un nuovo assetto economico che ,nella attuale condizione di bilancio dello Stato, da una parte vede l'attuale maggioranza di governo ,impegnata al rilancio economico e dell'occupazione, dibattersi con i limiti di bilancio ai quali è richiamata a livelli di controllo europeo fatta oggetto di bersaglio delle critiche di una opposizione che cavalca la necessità di maggiori stanziamenti per affrontare le situazioni di criticità del sistema sanitario ,la reintroduzione del reddito di cittadinanza,dell'aumento dei salari pur sapendo che in un sistema liberaldemocratico non è riconosciuto al potere politico se non intervenendo con la leva fiscale per dividersi al suo stesso interno al momento della indicazione del capitolo delle spese militari a favore dell'Ucraina data Conte alla richiesta di dove reperire le risorse necessarie.
Politica internazionale
Mentre sto scrivendo, i media trasmettono notizie delle difficoltà dell'esercito ucraino a respingere l'invasore per la carenza di armi e munizioni causa il mancato stanziamento degli aiuti promessi da Biden e non approvati dall'ala repubblicana in maggioranza in uno dei due rami del parlamento americano per le posizioni isolazioniste di Trump nei confronti dell'Europa e della Nato, posizioni che rendono necessario l'incremento delle spese militari dei Paesi dell'Unione europea a sostegno della Resistenza ucraina e per la loro stessa sicurezza difronte alla concreta minaccia di ulteriori obbiettivi dell'espansionismo russo in Europa.
Questa è la posizione dell'Italia dell'Europa e degli Stati Uniti della Amministrazione Biden ,in netto contrasto con il ripetuto richiamo del Papa a cessare la produzione degli armamenti per uscire da un conflitto che non ne rappresenta la causa, ma gli effetti, giungendo ad auspicare l'alzata della bandiera bianca da parte di Zelensky per la apertura di una trattativa di pace nella quale l'Ucraina avrebbe la forza contrattuale della parte perdente;questo il contenuto della recente intervista rilasciata da Papa Francesco alla stampa svizzera per le cui reazioni é dovuto intervenire il Segretario di Stato Parolin:<<La prima condizione per la pace in Ucraina è mettere fine all’aggressione>>.
Sul versante mediorientale diviene sempre più intollerabile la sproporzione della reazione israeliana alla aggressione palestinese per il coinvolgimento delle popolazioni in un conflitto del quale non si vede altra soluzione della giusta creazione di uno Stato palestinese ,soluzione che purtroppo vede la opposizione delle parti belligeranti. la attribuzione l''Italia del comando delle forze navali mobilitate a proteggere la navigazione commerciali dalle ritorsioni del terrorismo di sostegno a Amas è rivelatore della considerazione per le missioni militari internazionali di cui gode il nostro Paese.
Per affrontare problematiche quali le conseguenze sul sistema produttivo dell'abbandono dei combustibili fossili e la minaccia di degenerazione dei conflitti in atto in un conflitto nucleare di dimensioni mondiali si impone una partecipazione politica consapevole dell'importanza del confronto fra una concezione riformista di orientamento liberal democratico in grado di inserire nel progresso economico le fasce più deboli attualmente da esso esclusi , e le suggestioni di una alternativa dirigistica autoritaria resa possibile con l'incontro della sinistra cattolica orientata alla teologia del popolo con la sinistra storica che ha comportato la retrocessione dei valori della vita e della famiglia rispetto alle ragioni di una aprioristica scelta di campo a sinistra. Dal contenuto dei miei interventi è possibile cogliere senso di un ripetuto richiamo all'attuale Magistero a rivendicare la identità spirituale della Chiesa fortemente compromessa da una progressiva conversione in Onlus per far fronte alle conseguenze sociali di un progressismo senza confini etici aperto alle proposte legislative più radicali, senza indicare le soluzioni alternative al sistema liberal democratico del quale auspica il superamento in quanto responsabile della creazione delle inaccettabili distanze sociali senza riconoscere in esso la fonte delle risorse finanziarie della sua forte patrimonializzazione e degli interventi delle molteplici organizzazioni benefiche ispirate al solidarismo cattolico.
13/03/2024
Budrio, 7 novembre 2023
PER RIOCCUPARE LO SPAZIO POLITICO COPERTO DALLA DEMOCRAZIA CRISTIANA NON BASTA LA RIAGGREGAZIONE DEI PARTITI CHE NE RIVENDICANO LA DISCENDENZA
Per la iscrizione alla DC,a mio modesto avviso , non basta la riassegnazione del suo codice fiscale . La stessa molteplicità delle formazioni politiche che si richiamano alla passata esperienza imporrebbe un manifesto rivelatore della identità del partito nella realtà attuale e di quella presenza politica che fino ad ora non è andata oltre la pubblicazione del suo statuto e degli interventi di singoli esponenti su piattaforme telematiche. Una " balena bianca" arenata in prossimità di scadenze elettorali locali, nazionali e internazionali non corrisponderebbe alla necessità del Paese di una iniziativa in grado rappresentare la dimensione di centro che fu della D.C:quello spazio ora rappresentato più dalla defezione dal voto che dai consensi espressi nelle diverse occasioni elettorali dove i singoli partiti di riferimento democratico cristiano non hanno conseguito risultati in grado di superare , anche con la sommatoria di quelli singolarmente ottenuti , le soglie richieste delle normative vigenti per l'esercizio della rappresentanza politica.
Per liberare la "balena bianca" è richiesta soprattutto la volontà e l'autonomia in grado di riconoscere nell'attuale Magistero, in particolare nella presidenza Cei,l'assunzione della rappresentanza effettiva di quella sinistra cattolica confluita nel PD e in DemoS , certamente più interessata alla paralisi dei possibili competitori che a una credibile presenza cattolica di riferimento degasperiano.
Budrio, 4 novembre 2023
LA CEI E LA STRATEGIA DELLA COMPONENTE CATTOLICA PER L'ALLERANZA DELLE SINISTRE ITALIANE
Avvenire del 17 marzo u.s pubblicando la notizia dell'intervento del cardinale Zuppi, presidente della Cei – al Congresso della CGIL di Rimini ne riporta i principali contenuti:
ACCOGLIENZA DEI MIGRANTI
<<L'utilizzo della paura è un oggettivo problema da affrontare>>andando oltre la logica dell'emergenza: «Se restiamo nell'emergenza è terribile, non diamo risposte sicure, all'altezza». Si tratta di lavorare per costruire «sistemi di legalità, si sia all'altezza dell'umanesimo».«La prima cosa - ha ribadito - è salvare le vite e non creare labirinti che complicano tanto. creare sistemi di prima accoglienza. In quanti stanno nel limbo, attendendo documenti? Questo tante volte vuole dire lavoro nero. Bisogna invece scegliere con chiarezza guardando al futuro seriamente, creando meccanismi sicuri perché c'è un legame tra precariato e caporalato».
Zuppi ha sferzato la politica invitandola «a costruire percorsi. La solidarietà è un sistema che sconfigge le cause della disuguaglianza. La politica deve trovare risposte. Anche la Chiesa deve spingere perché ci sia una politica capace di mettere al centro le persone. Dobbiamo essere tutti un po' meno corporativi». Inoltre bisogna combattere contro le disuguaglianze per «aiutare tutti a guardare insieme al futuro».
Il presidente della Cei ha ricordato che non si tratta di fare «aggiustamenti. Il futuro richiede una grande alleanza. Se c'è una sperequazione enorme, questo crea disaffezione, tensione. Il sindacato ha tanta storia. Insieme costruiamo un futuro dove la solidarietà diventi pratica comune».
PACE
E a proposito della guerra in Ucraina, il cardinale ha ribadito come sia importante «evitare che parlare di pace significhi fare vincere qualcuno: questo è sbagliato e anche un po' colpevole. Dobbiamo darci gli strumenti per la pace». «Ci vuole la convinzione - ha aggiunto Zuppi - che la pace viene solo con il dialogo, che fa vincere l'unica pace. Dobbiamo fare di tutto, non dobbiamo darci pace per la pace».
«Non possiamo abituarci alle guerre e alla guerra che per noi è il terribile conflitto in Ucraina - ha concluso -. C'è la legittima difesa, ma deve esserci anche l'impegno fortissimo per far vincere l'unica cosa che permette di salvare la vita. L'Onu lo ha detto con chiarezza, con una importante risoluzione. Partiamo da quella e dal grande appello di papa Francesco di ottobre, a Putin perché accettasse il cessate per il fuoco e a Zelensky perché in nome della pace accettasse le proposte giuste. Bisogna far vincere la pace e la giustizia».
Il quotidiano cattolico Avvenire il 29 ottobre u.s riporta l'intervista allo stesso cardinale Zuppi nella duplice veste di presidente della CEI e arcivescovo di Bologna che aderendo all'invito ddi Bonaccini interviene per video collegamento al raduno di”Energia popolare” la corrente interna al PD che fa capo allo stesso presidente della Regione Emilia Romagna.
Sotto il titolo
ZUPPI:L'EUROPA E'UN DESTINO COMUNE-NON POSSIAMO DISSIPARE 75 ANNI DI PACE ne leggiamo i passaggi più significativi e la pure interessante premessa<<So che questa cosa del mio intervento a questo evento ha dato adito a un sacco di speculazioni. Ma si tratta solo di un'occasione per<<ragionare insieme,discutere, a guardare avanti>> su un tema a cui tiene “l'Europa di Domani”<<e sono contento di poter dare, per quel che posso, il mio contributo<<spiega.
EUROPA
<<I nazionalismi e i sovranismi dividono, illudono di trovare una soluzione da soli. La grandezza di quelli che ci hanno regalato l'Europa e di quanti l'hanno portata avanti pur con tutti i limiti e i problemi, ci consegna invece una realtà diversa che però deve crescere, non può restare sé stessa, deve accettare nuove sfide, guardare avanti e vincere l'euroscetticismo. Al contrario dobbiamo ringraziare l'Europa che ci aiuta ad avere un contenitore capace di mettere insieme realtà diverse, nazioni diverse,tradizioni diverse<<.Un <<Europa in cui c'è tanto umanesimo cristiano, tante storie, tante visioni che si uniscono.>>...A proposito di visione, il cardinal Zuppi ricorda David Sassoli<<a cui dobbiamo tanto. Il suo ricordo ci sollecita a non essere in qualche nodo euroscettici, quando pensiamo di guardare i problemi di casa nostra senza unirli a quelli di questa bellissima casa comune. Occorre<<un'Europa diversa, migliore. Ma <<senza l'unione i singoli Paesi si di fronte a difficoltà insormontabili, e non dobbiamo mai confondere indipendenza e sovranità, e cedere della prima aiuta a difendere la seconda>>...<<Gli Stati nazionali europei non sono in grado da soli di fronteggiare le sfide della globalizzazione, della guerra da soli>>.
.Ricorda l'immagine che papa Francesco usa spesso, per descrivere l'Europa.il <<saper guardare insieme l'Alto e la realtà concreta. La via maestra è il patrimonio culturale dell'Europa, che è nato, cito lui, dall'incontro fra Gerusalemme,Atene e Roma. L'incontro fra la fede in Dio di Israele,la lezione filosofica dei greci, il pensiero giuridico di Roma.
E sui<<nodi fondamentali, come l'accoglienza, la lotta ala razzismo, la riduzione dell'esclusione sociale<< deve soccorrere questa tensione a occuparci delle cose concrete con l'occhio che guarda in alto.<<papa Francesco usa l'immagine della scuola di Atene di Platone e Aristotele, con il primo che punta il dito verso l'alto, verso il mondo degli dei. Verso il cielo, il secondo ha le mani avanti, verso la Terra e le realtà concrete. Un Europa che non perde la sua anima<<sa rispondere alle tante sfide che ha davanti>>.
LA GUERRA IN UCRAINA E IL CONFLITTO IN TERRA SANTA
Costituiscono una grande sfida per scegliere le risposte adeguate.
Zuppi descrive papa Francesco come un <<uomo figlio dell'Europa che si unisce all'America Latina. Suo zio-ricorda- combatté la prima guerra mondiale<<Ed è questo sogno di un'Europa che unisce cielo e terra che vi affido. Sogno un 'Europa che valorizza le persone malate e anziane perché non diventino improduttivi oggetto di scarto. Un'Europa in cui essere migrante non è un delitto, bensì invito a un maggiore impegno,Un'Europa della bellezza, della cultura e di una vita semplice, non basata sul consumismo,Un'Europa delle famiglie, che promuove la nascita dei figli. Europa il cui il suo impegno per i diritti umani non diventi un'utopia,.Su questo, conclude Zuppi, abbiamo tutti una grande responsabilità>>.
…...................................................
Alla tentazione di commentare ogni passaggio degli interventi del Presidente della CEI arcivescovo della Diocesi di Bologna al Congresso Nazionale della CGIL nazionale tenutosi a Rimini e al raduno di “Energia popolare”la corrente interna del PD che fa capo a Bonaccini tenutosi a Firenze, preferisco riportare il mio pensiero sulla crisi in atto della Chiesa cattolica espresso nel confronto facebook .
Presidente della Repubblica, in un intervento sull'Osservatore Romano-febbraio 2013- dichiarò"È stato impossibile - se non per piccole cerchie di nostalgici sul piano teoretico e di accaniti estremisti sul piano politico - sfuggire alla certificazione storica del fallimento dei sistemi economici e sociali d'impronta comunista”.
La mia risposta facebook al commento al mancato segno della croce del Papa nel suo omaggio alla salma :
“Il vero problema emerso nella Camera Ardente non è quello che il il Papa per rispettare la volontà dell'illustre scomparso non ha fatto il segno di quella Croce che comunque lui indossava sull'abito religioso perché Napolitano secondo quanto detto dal card. Ravasi ,il Presidente emerito non era distante dalla concezione di una dimensione ultraterrena del mondo che avrebbe potuto vederlo degnamente collocato in quel “cortile dei gentili" che nel tempio di Gerusalemme separava chi era di religione ebraica dagli altri visitatori. Il problema di fondo emerso dallo svolgimento della cerimonia nell'Aula parlamentare , rimane quello di un Napolitano che avendo dichiarato fallimentare l'utopia politica che per un autentico progresso presupponeva il superamento delle credenze religiose , per causa di forza maggiore, non avrebbe completato il suo percorso di dialogo coi suoi interlocutori altamente qualificati , mentre chi chi è intervenuto in abito religioso alla cerimonia laica , più o meno consapevolmente sta percorrendo l'itinerario verso nuove esperienze di quel socialismo reale che lo stesso Napolitano ha collocato fra gli errori del suo passato”.
Il Papa ha perfettamente ragione nel dire che chi soffre non non accetta più continuo rinvio delle soluzioni necessarie ad uscire da povertà e disuguaglianze trasmesse per successione erediitaria. Quale il il modello di società in grado di cambiare sistema produttivo e i gusti della gente per per attuare i nuovi stili di vita sollecitati nella convinzione dell'inadeguatezza dell'attuale libertà di mercato se non nuove liberticide esperienze di socialismo reale?
RISCOPERTA DEL SENSO DELL'IMPEGNO CATTOLICO DI FRONTE ALLE INELUDIBILI EMERGENZE E ALLA SCELTA DELLE ALLEANZE PER IL RINNOVO DEL PARLAMENO EUROPEO
Il risultato delle elezioni politiche successive all'esperienza del governo Draghi che hanno sancito il successo della destra dell'attuale Presidente del Consiglio , i riflessi dalla dipartita di Berlusconi moderatore delle diverse fasi della esperienza politica dello schieramento di centrodestra oltre a rimettere in discussione la fisionomia dell'attuale coalizione di governo, mettono in discussione quella delle alleanze nel Parlamento europeo ormai alla vigilia della campagna elettorale per il rinnovo.
Per quanto riguarda il nostro partito, all'impegno della sua dirigenza per il riconoscimento della sua ininterrotta esistenza per via giudiziaria non ha corrisposto il livello politico necessario a difenderne la fisionomia nella contesa dell'area di centro di partiti sorti dalla diaspora cattolica che non hanno saputo andare oltre il ruolo di supporto alle ambizioni personali dei loro leader o, nel caso del PD, alla continua ricerca di una identità smarrita nel sofferto percorso revisionista.
Nell'attuale quadro politico si rende pertanto sempre più necessaria una rinnovata iniziativa politica dei cattolici consapevoli dell'essenzialità del senso della loro testimonianza per impedire che le emergenze nazionali e internazionali diventino l'alibi di strategie che prescindano dal rispetto dei fondamentali valori della vita,della famiglia , della libertà dell'indipendenza e solidarietà dei popoli sanciti dalla nostra Costituzione.
…................................
Per rinnovata iniziativa dei cattolici è bene chiarire subito che la nostra proposta non è quella di un partito che, ottenuto il riconoscimento legale della sua esistenza avrebbe dovuto riprendere il percorso politico forte dei meriti riconosciuti alla Democrazia Cristiana da vecchi e nuovi concorrenti tutti in competizione per appropriarsi dello spazio politico finalmente reso disponibile durante la sua assenza, ma è la proposta di una “Nuova Camaldoli”(dal cui convegno uscirono i contenuti dell'apporto cattolico alla Costituzione), di un corale impegno per corrispondere all'ineludibile dovere di dare risposte autentiche e non strumentali alle ineludibili emergenze.
Perché il problema che si pone è rivolto alla platea di quanti si riconoscono componente “cristiana”nella vita sociale ,uomini e donne liberi dalle dimensioni di organizzazioni che nel tempo in gran misura hanno modificato la loro identità per intercettare “i segni dei tempi, accantonando il senso ad esse dato dai loro promotori al fine di contribuire alla edificazione del bene comune.
La identificazione di aree politiche in destra e sinistra votate alla conservazione o al progresso determinate da processi storici più o meno impegnati alla soluzione dei problemi delle masse di diseredati abbandonati al loro destino di sottosviluppo spesso determinato per nascita ha finito per privilegiare alleanze politiche per le quali la presenza della cultura cattolica ,vedi per il marxismo, a lungo è stata considerata frenante i movimenti rivoluzionari considerati motori della storia .
E' per l'ansia di essere compresi per la stessa presenza di iniziative di solidarietà nei confronti degli strati sociali bisogni di ogni tipo di intervento sociale , a lungo anticipatrici dell'intervento dello Stato, ha finito per ridurre al livello di convinzioni private le caratteristiche del cristianesimo essenziali allo sviluppo naturale della società
Per laici e religiosi cattolici si tratta pertanto di riscoprire il senso del loro impegno dalle incrostazioni del potere nel tempo che non hanno risparmiato nessuno, senza confondere la missione degli uni e degli altri ,per considerare insieme le conseguenze di una realtà non più distinta in credenti e atei nella discussione della vita e della morte di Cristo affermata da Nietzche ,ma su una società che contando sulla evoluzione tecnica e scientifica sta sancendo l'inutilità della presenza di Dio.
Un esame da compiere tutti insieme per considerare un evoluzionismo che superando il confronto fra credenti ed agnostici nel Cortile dei Gentili,indica l'intreccio delle radici delle piante del giardino massonico di Voltaire quale esempio del suo sviluppo armonico ,per giungere a esprimere il nostalgico ricordo di laici e religiosi dei movimenti di contestazione ispirati ,con Marcuse, alla scuola filosofica di Francoforte ancora presenti per la trasformazione delle trasgressioni dei valori naturali. in indiscutibili diritti soggettivi. Saprà la sinistra cattolica svincolarsi dalle strategie rivoluzionarie ispiratrici di una ampia produzione letteraria nonostante il fallimento dei regimi socialisti realizzati sul piano teorico e pratico della gestione del potere?
A fornici una autorevole testimonianza della legittima presenza di un pensiero cattolico alternativa al percorso culturale seguito da Zuppi e Veltroni nel libro di cui ho parlato nell'articolo precedentemente pubblicato interviene “ La libertà che cambia”, scritto a quattro mani da monsignor Rino Fisichella, pro-prefetto del Dicastero per l’evangelizzazione, e Ferdinando Adornato, ex deputato e fondatore di “liberal”, che sostanzialmente si posiziona sulla linea liberaldemocratica della D.C di De Gasperi che impedì all'Italia vecchie e nuove avventure autoritarie.
Fisichella interviene per denunciare la perdita di una identità oscurata e dissolta dalla “società liquida nella quale viviamo , la rottura con un passato che genera crisi e causa letture parziali della storia,come quelle proposte dal populismo mentre abbiamo bisogno dell'impegno a non far venir meno le nostre proprie radici,la nostra identità, la nostra cultura. Di fronte alla frammentarietà di visione che lui contesta per una prospettiva dell'unità del sapere e in tale orizzonte di pensiero,il dovere è quello di non eludere la condizione di crisi in cui ci troviamo.Di fronte alla domanda se la crisi dell'Occidente sia vera o falsa, egli ritiene,sopra ogni altra cosa che il fondamento dell'Occidente sia appunto la ricerca della verità.
Adornato premettendo che l'Occidente nasce dalla rottura di un'idea metafisica del divino e dalle conseguenze del divino sugli esseri umani individua detta verità nella “centralità della persona”:<<Forse lo abbiamo dimenticato,ma la libertà è davvero garantita solo da una società costruita su questa verità: sul primato della persona.Non su quella dello Stato,Non su quello della Razza,non su quello della Classe. Tutte mitologie , queste ultime, che si fermeranno nel corso del tempo,negando proprio che il centro della storia sia l'essere umano......Abbiamo certo sconfitto i totalitarismi,ma nel sottofondo della nostra coscienza abbiamo accettato il loro”valoricidio”;Abbiamo smarrito la nostra identità persino vergognandoci di averla avuta. Pensiamo ad esempio ,al movimento “postmoderno”. Fior di intellettuali hanno fatto a gara per dimostrare che non bisogna credere più in niente .La dichiarata fine delle ideologie non impedisce la permanenza della divisione della realtà in conservatori e progressisti: conservatore chi accetta i concetti di Bene e di Male tramandati dalle Tavole della Legge che egli giudica tutt'ora corrispondenti all'ordine naturale della vita, mentre progressista in omaggio al pensiero post-moderno è chi non riconosce più come attuale qualsiasi scontro di verità,considera il mondo al di là del bene e del male>>.
Alla lunga e circostanziata esposizione da parte di Adornato degli elementi attualmente ritenuti necessari e sufficienti a individuarne la appartenenza all'una e all' altra delle due categorie Fisichella dichiara di non riconoscersi completamente nell'una o nell'altra quando in esse sono presenti anche caratteristiche in contrasto con la sua formazione religiosa. Questa il taglio dell'opera dei di due autorevoli intellettuali ricca di un respiro di libertà di analisi e di denuncia che aiuta gli attenti lettori a riscoprire il senso dell'impegno politico cristiano offuscato dalle attuali aprioristiche scelte di campo.
IL (ni ) DEL GOVERNO DI CENTRODESTRA NON E' UNA SOLUZIONE
Il 28 dicembre il consiglio dei ministri ha approvato un nuovo decreto che regola il lavoro delle organizzazioni umanitarie che compiono soccorsi in mare, in continuità con il cosiddetto decreto sicurezza bis, varato dal governo Conte nel 2019.
Secondo il decreto le navi devono fare ciò che in parte fanno già ed è stabilito dalle diverse norme internazionali che concernono il diritto del mare: comunicare tempestivamente alle autorità ogni soccorso effettuato, coordinarsi con loro nella richiesta di un porto di sbarco, avere tutte le autorizzazioni e gli equipaggiamenti previsti per il soccorso.
Per chi è ritenuto non in linea con la legge sono previste multe fino a 50mila euro (per il comandante e per l’armatore) e sanzioni che prevedono la confisca della nave per due mesi. Contro il fermo amministrativo della nave “è ammesso ricorso, entro sessanta giorni dalla notificazione del verbale di contestazione, al prefetto che provvede nei successivi venti giorni”.
Se polemiche che stanno montando con una Schelein all'attacco del Governo per quanto si sta verificando con il blocco di navi per l'approdo in porti non autorizzati e per la destinazione in altri più lontani dal loro intervento di soccorso,in parte è offuscato dalle preoccupate reazioni di protesta dei sindaci si trovano a dover creare nuove strutture di accoglienza a fronte di quelle delle quali è stata esaurita la capacità ricettiva,questo rende ancora più necessaria una vera e propria politica dell'accoglienza che vada oltre l'allestimento in Italia di nuovi centri per il trattamento più umano dei profughi che sostanzialmente non cambiano il loro stato di rifugiati.
Una necessità che al di sopra di chi considera il fenomeno migratorio come automaticamente collegato al dovere dell'accoglienza prescindendo dalle condizioni economica della nazione di approdo per una effettiva integrazione,cui è legata la stessa della persona, non può essere il banco di una polemica opposizione alla continua ricerca di una propria identità e nemmeno in una posizione quale quella di un centrodestra che per le sue condizioni interne non riesce ad andare oltre quel (nì) all'accoglienza che contraddice le speculazioni elettorali promettevano la assoluta chiusura del fenomeno allo sbando e,ora, la credibilità di quel “piano Mattei” che stando al numero dei migranti accolti dal goveno della nuova maggioranza , non è certamente la soluzione dell'emergenza.
Come non si vedono prospettive a una politica di incremento delle nascite che giustifichi una custodia dei confini per la purezza della stirpe italica minacciata da quella che viene ancora considerata una delle tante invasioni barbariche cui si deve l'attuale nostro miscuglio di DNA e rassicurante le preoccupazioni dei Ministri economici e della dirigenza dell'INPS che nell'indice di denatalità vedono la compromissione di ogni possibilità di autentica riforma del Paese.
A richiamarci a un maggior equilibrio nelle decisioni riguardanti la sovranità e la concezione della composizione nazionale del Paese, oltre a un Magistero ecclesiastico che della emergenza migratoria fa l'elemento necessario e sufficiente per giustificare il suo schieramento politico prescindendo dall'attacco ai valori essenziali della vita e della famiglia , è la sempre più eterogenea formazione delle squadre nazionali in competizione nello sport plastica rappresentazione del superamento di un anacronistico nazionalsovranismo.
NON SI CONFONDA L'IMPEGNO CATTOLICO ALL'IDEAZIONE DEL CODICE DI CAMALDOLI CON LA PARTECIPAZIONE ALLA STESURA DEL PIANO B PRESENTATO AL MEETING DI RIMINI
LA PARTECIPAZIONE AL CODICE DI CAMALDOLI
Leggo dalla edizione del Codice pubblicata in occasione del 70° anniversario:
Nel giugno del 1941 suscitano grande emozione le iniziative per la celebrazione del cinquantesimo dell'Enciclica Rerum Novarum quando il pontefice Pio XII in radiomessaggio riprende i capisaldi dei temi tracciati da Leone XIII sull'uso dei beni materiali, sul lavoro e sulla famiglia<<I beni, da Dio creati per tutti gli uomini debbono aggluire equamente a tutti secondo i principi della giustizia e della carità....Ogni uomo,quale vivente dotato di ragione, ha dalla natura il diritto fondamentale di usare tutti i beni della terra, pur essendo lasciato alla volontà umana e terra e alle forme giuridiche dei popoli di regolarne l'attuazione...Il tema della proprietà dei beni divenne centrale nel dibattito di quel momento, anche perché si trattava di gettare nuove e più solide basi che mettessero da parte le ideologie totalitarie del fascismo e del comunismo sovietico e la visione dello Stato assoluto come unico responsabile dello sviluppo e del benessere....
..All'inizio del 1942, la “ Sezione Laureati” dell'Azione Cattolica approfondisce il tema<<Per una coscienza sociale>> e nell'estate successiva affronta il tema <<Valore dell'azione>>.....
<<Nel luglio 1943, nei giorni dal 8 al 24,a poche ora della caduta di Mussolini,un gruppo di professionisti e intellettuali cattolici si ritrovò nel Monastero di Camaldoli con l'obbiettivo di raccogliere le idee comuni per un documento>>sociale>> che, nella sostanza dei fatti,sarebbe diventato un vero nem proprio documento<<politico>> di importanza ben superiore alle stesse, pur elevate aspettative dei partecipanti. Il luogo era considerato sicuro perché da anni si svolgevano le Settimane sociali promosse dall'Azione Cattolica. ...Il tempismo non fu per caso, perché la Chiesa era ben informata dei movimenti in atto intorno al Re,agli alti vertici dello Stato e alle forze politiche che ,alla fine del 1942, ancora clandestine, avevano preso a incontrarsi per discutere e prepararsi il futuro...>>
Il Codice quindi assume la sua concretezza soprattutto per la dedizione alla sua stesura di Sergio Peronetto, una personalità di assoluta originalità e rilievo le cui scelte di studio universitarie e personali erano<< incoraggiate dalla sapienza e la straordinaria maieutica di Montini>> improntate a << un approccio congiuntamente pratico e riflessivo>>.
E' allo stesso card.Montini che si deve pure far risalire un ruolo ben più ampio della nascita della Sezione Laureati dell'Azione Cattolica,il rilancio dell'Istituto cattolivo di Azione Sociale.
Dalla breve sintesi contenuta nella pubblicazione leggiamo”Il Codice è più vicino alle idee liberali di John Locke e John Stuart Mill,considerate la base logica delle rivoluzioni del Settecento e dell'Ottocento.Il Codice ha quindi una duplice radice filosofica sempre presente nella cultura dei cattolici in politica,quella liberaldemocratica e quella socialdemocratica , affermatesi con alterne vicende ed estremismi verso l'una o verso l'altra delle due filosofie dello Stato che accettano il fondamento della sovranità popolare.....Se alla democrazia si attribuisce l'idea che la libertà è bene supremo, che la proprietà privata è un diritto deol cittadino e che è un dovere contribuire alle spese dello Stato ci troviamo difronte alla liberaldemocrazia; se la libertà individuale trova un forte limite nella partecipazione alla vita sociale, la proprietà dei mezzi di produzione è condizionata al perseguimento del bene comune e lo Stato ha il dovere di includere benessere sociale le parti deboli della società, ci troviamo di fronte alla socialdemocrazia>>.
IL 26 luglio 1943,giorno successivo alle”dimissioni” di Mussolini,venne clandestinamente pubblicato l'opuscolo “Idee ricostruttive della Democrazia Cristiana ”, a firma Demofilo,lo pseudonimo scelto da Alcide De Gasperi, alla cui elaborazione aveva con lui aveva preso parte una cerchia di cattolici non presenti al convegno di Camaldoli.
Dal libro rievocativo dell'impegno alla stesura del Codice apprendiamo: <<L'elaborazione e la pubblicazione del Codice avvicinava ora, in modo decisivo, il vertice della Chiesa alla posizione e al programma politico di Alcide De Gasperi, Questa élite professionale pensante si era assunta la responsabilità di dichiarare esplicita adesione alla democrazia politica,offrendo così un contributo determinante alla nuova pagina della vita della nazione.>>
INTERAZIONE AL PIANO B
LO SPARTITO SENZA PARTITO
Una intera pagina di Avvenire parla del piano B come di un progetto politico,di una scelta doverosa che si prefigge di riscrivere il vocabolario economico, sociale e politico del Paese.....Perché <<Magatti estrae dal cilindro della storia dei cattolici un<<potrei dire che è la nuova Camaldoli politica ...lo strumento è un sito internet che chiede al lettore di contribuire alla formulazione di un vocabolario...Si parte da dodici parole corredate da una prima descrizione:<<Origine, Europa,Beni comuni,Abitare, ,Educazione,Lavoro, Investimenti, Innovazione,Contribuzione e Giustizia>>.....Chiunque potrà contribuire e ci saranno anche momenti di discussione-....>>
Giancarlo Magatti presenta l'iniziativa :<<nasce perché c'è bisogno di un piano B in quanto c'è scontento sul piano A, cioè su quello che c'è, non parlo solo della politica , ma della sanità, dell'economia....Siamo arrivati alla fine di un ciclo e non si riesce ad aprirne un altro ….la scommessa dei promotori, che provengono da diverse organizzazioni di area cattolica ,è che esista già una nuova teoria economica, che sia <<là fuori>> e che si debba solo fare emergere, darle voce, per poi consegnarla alla politica....>>
Giancarla Giaccardi sociologa ed esperta di comunicazione ha spiegato che si tratta soprattutto di <<vincere la memoria simbolica di questo tempo:attualmente le parole sono usate per sterminare gli avversari e noi vogliamo recuperare invece una dimensione simbolica che rimette insieme, dia concretezza ai legami>>.
....Carla Collicelli sociologa parla di <<Azione del basso>> e di passare <<dall'individuo al nodo>>.
…..Paolo Venturi direttore dell'Aicon,Centro studi Università di Bologna spiega come si debba insegnare agli italiani ad affrontare l'incertezza di una crisi con l'innovazione sociale.Nel progetto vi è un grosso contributo di Ecvonomy of Francesco rappresentata ieri da Giampaolo Riolo e Chiara Subrizi economista.
….Marco Bentivogli,coordinatore nazionale di base Italia ha spiegato che se passiamo da una crisi all'altra è perché il piano A è vecchio.
....Alessandro Rosina demografo dell'università cattolica ha inquadrato l'urgenza di questa azione politica:<<Crollano le nascite e i giovani se ne vanno dal Paese. C'è un crollo della partecipazione:gli italiani non possono limitarsi a votare o ad esprimere la loro insoddisfazione sui social <<Il sito del piano B offre una nuova mappa che potrà crescere solo attraverso questa partecipazione....Leonardo Becchetti:<<Vogliamo far emergere con l'interazione quelle realtà significative che possono dare un significato nuovo alle parole>>.
Il problema che immediatamente si pone ad un attento lettore è quello dello spazio riservato all'interazione per la stesura del Piano B per dare un nuovo significato alle parole per la sua identificazione quando la scelta stessa del palco del Meeting mette a confronto la condizione di clandestinità dei promotori del Codice di Camaldoli con quella degli attuali promotori di un opera in un regime di assoluta libertà di espressione e disponibilità di mezzi di comunicazione, avvalorando l'ipotesi del gradimento a monte da parte di un Magistero che inequivocabilmente ,con l'attuale ruolo della presidenza della Cei, ha assunto la rappresentanza politica diretta dei cattolici italiani.
Quali le cause del ritiro del progetto politico del prof. Zamagni “Insieme” che auspicava la convergenza cattolica in una iniziativa partitica per la difesa dei valori cristiani e il senso della successiva presentazione di Demos promossa dalla Sant'Egidio se non il suo deciso schieramento a sinistra, fra le cui caratteristiche chiaramente compare “ antifascista” e non anche anticomununista per non disturbare la già complicata esistenza del PD con lo schieramento al centro di una nuova formazione di cattolici?
Nessuna pretesa di chi scrive, della trattazione e dell'accoglimento degli argomenti nell'ordine e nelle modalità della loro elencazione da me proposti,ma la lunga esperienza personale mi induce a constatare quanto la formazione acquisita nell'associazionismo cattolico,in un'epoca di imperante relativismo come l'attuale, non basti a definire la propria e la altrui identità politica specialmente quando l'iscrizione dei giovani ai partiti, come avvenuto per la Democrazia Cristiana e per il PD, sia stata accompagnata dalla affermazione di discontinuità della loro storia , per tradursi in frazionismo , mancanza di rispetto ,oltre che per le sedi , per quanti in esse li hanno preceduti per la testimonianza di valori condivisi ritenuti essenziali al bene comune.
Prima di parlare di comunità educante ,proposta contenuta fra i vocaboli già indicati alla nostra attenzione, sarebbe bene che ognuna delle parti interessate a definire un progetto politico per l'impegno dei cattolici facesse une esame di coscienza delle ripercussioni sulla società attuale del generale sbandamento provocato da una contestazione giovanile dai precisi riferimenti filosofici marxisti coi quali purtroppo,parlando di necessario rinnovamento generazionale, la Chiesa ha preferito evitare il confronto sostituendo progressivamente la sociologia alla teologia per assumere il ruolo di ONG fortemente patrimonializzata per la custodia museale delle opere d'arte e il soccorso delle povertà nell'intero territorio nazionale.
La mia esperienza politica mi induce a proporre la trattazione anche dei seguenti vocaboli :
Accoglienza,Ambiente, Categorie e classi sociali,Creazione, Crescita, Despecificazione(perdita della comune identità nel percorso revisionista),Discontinuità,Diritti naturali e soggettivi , Educazione, Economia,Fascismo,Fraternità,Genere,Giovanilismo,Giustizia sociale Guerra Ideologie e identità politica,Impresa,Iniziativa privata, Istruzione, Internazionalismo, Liberaldemocrazia,Legalità, Libertà e sistemi economici, Mondializzazione , Movimenti politici, Nazionalismo-sovranismo, Prevenzione per la tutela e sicurezza del territorio, Partito, Pluralismo,Processo storico,Profitto,Progresso,Religioni, Relativismo, Ricerca e sviluppo tecnologico,Riformismo ,Rivoluzione, Scuola,Sistema fiscale e tributario, Socialdemocrazia ,Comunismo e socialismo reale,Solidarietà, Stato centrale e autonomie locali, Uguaglianza,Valori non negoziabili.
La presenza fra i promotori dell'iniziativa di Megatti e della Gacciardi ci riporta al loro precedente impegno alla pubblicazione del libro<<Nella fine è l'inizio>> avvenuta nella fase precedente la scoperta e la somministrazione del vaccino anti Covid sostanzialmente allineato alla posizione di papa Francesco che nel disastroso evento individuava l'occasione di cambiare sistema produttivo e i gusti della gente condizionata dalle pulsioni di un irrefrenabile consumismo .
Il piano B dovrebbe delineare il percorso verso un sistema alternativo a quello del piano A nel quale ci troviamo ritenuto assolutamente inadeguato a intervenire per correggere le inammissibili disuguaglianze sociali, una sorta di terza via rispetto al nostro sistema liberaldemocratico e a quelli autoritari succeduti ai fallimentari regimi comunisti. Motivo per chi ritenga ancora essenziale l'impegno politico dei cattolici di verificare la effettiva possibilità di partecipare a un comune percorso in grado di coniugare giustizia sociale e libertà risparmiando al Paese avventure autoritarie possibili anteponendo l' aggettivo cattolico alle esperienze di un passato che , anche dopo la fine dell'URSS, continua a pesare sulla pace e la libertà dell'Europa e del mondo.
Sull'iniziativa di Renzi
DOVE E QUALE CENTRO ?
Io sono fra coloro che alle ultime elezioni politiche votarono Terzo Polo delusi del centro dello schieramento di centrodestra che stava assumendo una fisionomia politica diversa per la perdiita della leadership di un Berlusconi ormai giunto al capolinea di una carriera esaltante quanto accidentata ormai inidoneo a partecipare alla gara in atto fra Meloni e Salvini per la sua successione, tanto meno per essere di riferimento dei voti dell'area un tempo democratica cristiana ora contesa dalle forze politiche sopravvissute alle vicende giudiziarie di Tangentopoli.
Attraverso i mie precedenti interventi non ho mancato l'occasione per dichiarare quanto deludente sia stata la presenza delle forze politiche che nel tempo hanno rivelato la funzione esclusiva di supporto della carriera dei loro leader incapaci di rivelare qualità che andassero oltre andare oltre la loro esperienza di portaborse di quelli autentici.
A confermare questo giudizio basti l'esempio non esaltante di un Casini pronto a tutto per rimanere in Parlamento, prima alla Camera poi al Senato, tranne che a rappresentare il senso della presenza del Movimento cattolico nella storia politica nazionale,difensore di quella identità che lui stesso aveva rivendicato per respingere al mittente la proposta di dar vita al “Popolo delle Libertà” unendo Forza Italia, Alleanza Nazionale e l'Unione di Centro di cui lui era il Presidente. Una scelta che ha reso patetico il suo passaggio nelle sedi del PD ,fregiato della sciarpa rosso blù del Bologna enblema della squadra del cuore,quasi un lascia passare per ottenere il voto degli antichi avversari. Come patetico appare il mio impegno di vecchio democristiano che continua a voler difendere un passato politico degno di essere ricordato nonostante la rivendicata discontinuità di alcune componenti associative religiose e di altre di ordine economico dalla storia della Democrazia Cristiana pure essendosi con essa resi beneficiari delle riforme del sistema economico( col piano verde ,la trasformazione da Paese agricolo a industriale,il piano dell'edilizia agevolata per l'acquisizione della abitazione) e nonostante le amnesie di quell'Autorità religiosa che della scomparsa della Democrazia dalla scena politica ha fatto l'occasione per assumere direttamente la rappresentanza dell'intero movimento cattolico sulle posizioni di quella sinistra alla quale De Gasperi dovette rivolgere l'invito a “mettersi alla stanga” ,per le continue intemperanze.
A mio modesto avviso, l'eco di quel richiamo rivolto a tutti da Mattarella in visita con il Presidente della Cei Matteo Zuppi all'eremo di Camaldoli per la celebrazione dell'80° anniversario del convegno dal quale nacque il Codice che da esso prese il nome, rischierebbe di cadere nel vuoto se,almeno non venissero misurate le distanze da quel Piano B presentato nel palcoscenico mediatico del Meeting di Rimini come una sorta di nuova edizione, per un rinnovato impegno dei cattolici,ovunque siano politicamente accasati, per affrontare le emergenze di uno sviluppo economico non rispettoso della persona e dell'ambiente.
La prima considerazione è che la redazione del Codice di Codice venne assunta da appartenenti all'associazionismo cattolico erano che dell'eremo avevano fatto la scelta del convegno per tutelare la clandestinità dell'iniziativa in un Paese ancora in guerra e che la loro identità si avvaleva del riconoscimento dell' Autorità religiosa rappresentata dal ruolo di Assistente spirituale esercitato del cardinale Montini nell'associazionismo degli universitari e nei laureati cattolici.
Altra considerazione è che tale opera, frutto di detto impegno , costituì la fonte delle proposte dell'area cattolica nella stesura della nostra costituzione, venne preceduta nella pubblicazione dalle “I ricostruttive” della Democrazia Cristiana il giorno successivo alla caduta del fascismo, cioè il 26 luglio 1943 e che entrambi i documenti, pur nella diversità di posizioni all'interno del mondo cattolico,costituirono le fondamenta ideali del laicato cattolico, mentre rispetto ad allora,la rappresentanza politica è esercitata direttamente dalla Autorità religiosa, ,particolarmente attraverso l'attuale presidenza della Cei.
Con il dovuto rispetto, volenti o nolenti è con detta realtà chi quanti intendono rappresentare l'area cattolica che non si riconosce nel processo storico della componente di sinistra si dovrebbe confrontare quando, come sta avvenendo col piano B, quell'associazionismo che ad essa fa riferimento, fa di esso una proposta che di fatto ha escluso dalla fase propositiva quell'area liberaldemocratica di cui De Gasperi fu fra i principali animatori lasciando ,ad onor del vero, lo spazio per intervenire per via telematica per una integrazione del vocabolario iniziato.
E' questa residuale dimensione politica che dovrebbe risvegliare dal torpore le attuali componenti di centro che si contendono la rappresentanza dei cattolici di detta area, paga delle percentuali da prefisso telefonico che le rende partecipi alleanze politiche di entrambi gli schieramenti e in grado di soddisfare le piccole e grandi ambizioni personali dei loro aderenti, accedendo ai tavoli di compensazione situati nelle logge e nei salotti dove si decidono carriere e progetti.
L'annuncio di Renzi leader di Italia Viva di candidarsi alle prossime Europee. Incoraggiato dalla riduzione della percentuale dei consensi elettorali necessari dal 4 al 3% commentato da Calenda di Azione "L'idea di Renzi era evidentemente un'altra dall'inizio" purtroppo oltre a suggellare il divorzio dei due esponenti politici mette una pietra tombale sulle speranze di chi aveva salutato la loro unione nel Terzo polo come una possibile alternativa alle coalizioni di centrodestra e di centrosinistra.
Le modalità dell'annuncio di Renzi , un'intervista al Corriere della sera della sua candidatura alle Europee nel collegio di Milano, con il brand “Il Centro” , purtroppo conferma che il avversario di un personaggio di indubbio livello dialettico sia lui stesso, responsabile di aver determinato la sua caduta usando l'autorità della Presidenza del Consiglio e le indubbie capacità comunicative tanto da preoccupare sostenitori ed avversari sull'uso delle riforme costituzionali sottoposte al vaglio referendario .
Ed ora,come allora, è sempre lui a rendersi responsabile di aver bruciato l'occasione delle prossime elezioni europee di giocare la carta della ricostituzione de “il Centro” senza rivolgesi all'intera area per strumentalizzarla ad esclusivo supporto della sua candidatura ,saltando tutti i passaggi intermedi necessari a svelare la vera natura delle forze politiche che ne contendono la rappresentanza.
5 Settembre 2023
Budrio, 13 agosto 2023
METTERSI TUTTI ALLA STANGA
Questo l'invito fatto ,in occasione della cerimonia della consegna del ventaglio, dal Presidente Mattarella non solo al Parlamento ma all'intera classe politica per attuare gli interventi necessari e urgenti conseguenti i disastri climatici e la realizzazione di quelli del PNRR da completare secondo gli accordi con L'Europa.
Una esortazione, quella di Mattarella che lui stesso ha dichiarato di mutuare da De Gasperi per richiamare tutti alla difesa del bene comune della dignità del Paese al di sopra delle normali distinzioni e contrapposizioni del confronto politico.
Un riferimento storico, quello del Presidente della Repubblica che segue di pochi giorni la celebrazione dell'80° anniversario della redazione del Codice di Camaldoli, l' iniziativa politica dei militanti dell'associazionismo che alimentò il contributo dell'area cattolica alla stesura dei principi fondamentali della Costituzione Italiana e le linee fondamentali dell'impegno nella Democrazia Cristiana della maggioranza dei cattolici italiani alla rinascita del Paese dall'avventura fascista.
Il fatto che a rinverdire il significato della manifestazione celebrativa del Codice di Camaldoli oltre al importante intervento Presidente della Repubblica vi sia stato quello del Cardinal Zuppi, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana e il momento storico che ci vede esposti agli eventi climatici e alle conseguenze dei una possibile terza guerra iniziata con l'invasione russa dell'Ucraina,non può non riportare chi di detto impegno cattolico ,al di sopra dell'età, si ritiene continuatore, a considerare quanto ancora i principi e i valori di riferimento siano essenziali a una politica di contenuti che vada oltre le deludenti dispute del confronto di partiti personali per affondare le sue radici sulle questioni che rischiano di rimanere ancora a lungo irrisolte;in quella che giustamente papa Francesco definisce non un epoca di cambiamento ma un cambiamento d'epoca .
Le mie considerazioni, purtroppo sono conseguenti oltre che all'esortazione all'impegno politico cattolico, alla lettura si una pluralità di pubblicazioni e di interventi di personalità del mondo cattolico, religioso e laico;anche di quella <<Non arrendiamoci>> di Zuppi e Veltroni che ,come ho già avuto modo di scrivere nel prevedente articolo, come esempio di impegno alla crescita complessiva ci hanno condotto, con Voltaire, in un giardino in cui la vita degli uni e degli altri dipende fall'intreccio delle radici che trasferiscono da ogni singolo vegetale ad altri le sostanze che gli derivano dalla maggiore esposizione al sole, rappresentazione accattivante ma estremamente lontana dall'umana realtà dove la varietà di intelligenze , di livelli di cultura , di gusti personali spesso sono le condizioni della sopraffazione dell'uno sull'altro.
Se la scelta interclassista e solidarista della Democrazia Cristiana ispirata alla dottrina sociale della Chiesa consapevole delle esperienze di un progressismo di impronta marxista, e la politica delle alleanze democratiche costituì la piattaforma per l'inserimento dell'Italia nel sistema economico e militare occidentale, quali i percorsi alternativi al riformismo dell'attuale sistema liberaldemocratico ove esso non sia più ritenuto idoneo al raggiungimento dei una maggiore giustizia sociale ? Quali i modelli auroritari alternativi alle fallimentari esperienze del socialismo di impronta sovietica, e dei suoi derivati russo e cinese in cui inserire la proposta di legge avanzata dalle sinistre italiane di PD e del Movimento 5 Stelle per la introduzione del minimo salariale di 9 euri orari che esorbita dal sistema liberaldemocratico che riconosce alla contrattazione fra le rappresentanze sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro la determinazione delle condizioni di lavoro dipendente?
Per quanto riguarda i cattolici, la recente celebrazione dell'80° anniversario del Codice di Camaldoli avrebbe dovuto rappresentare non la occasione di nostalgiche rievocazioni, ma l'invito all'apertura di un nuovo percorso dei “liberi e forti” portatori di una cultura della quale ,in ambienti religiosi e laici, troppo si avverte la attuale mancanza.
A chi ,se non allo stesso papa Francesco che rispondendo a un intervistatore lungo viaggio di ritorno in aereo si pose la domanda di chi abbia la capacità convocatoria sarebbe riconosciuta la autorevolezza per riunire tutte le componenti di una diaspora che non ha dimostrato di andare oltre le ambizioni di potere dei porta borse dei leader della Democrazia Cristiana ,degli orfani di Berlusconi che li accolse al seguito, il ruolo dei dispersi nelle fila di un PD alla continua ricerca di identità?
Questa volenti o nolenti è comunque la attuale situazione italiana dalla cui approfondita verifica non potrebbero non emergere le responsabilità di ogni singola componente politica e religiosa, comprese quelle quelle di quanti continuano ad auspicare rivoluzioni più o meno dolci omettendo un doveroso esame di coscienza di quanto rimasto di quella contestazione giovanile degli anni 60-70 da loro ricordata con la stessa orgogliosa nostalgia dei reduci della gloriosa guerra 15-18 , sintetizzato da autorevoli partecipi e cantori del movimento in: << sesso , droga e rock and roll>>*
Gabriele Cantelli
*Il primo uso della frase così come la conosciamo risale al 1969, sulle pagine del magazine LIFE, che in riferimento ai movimenti di contestazione giovanile dell'epoca scriveva: "La controcultura ha i suoi sacramenti nel sesso, nella droga e nel rock". L'espressione è decollata però nel 1977, quando il musicista britannico Ian Dury ha pubblicato il brano dall'omonimo titolo, ad oggi il suo singolo più famoso. Da allora, numerose variazioni sono state usate per nomi di film, show televisivi, libri, album e ovviamente altre canzoni rock.
In migliaia a Roma ai funerali della scrittrice sarda tra letture dei suoi libri, partigiani, “Bella ciao”, pop e il canto della sua terra: “No potho reposare, non posso riposare”
l feretro, appena arrivato, è stato accolto da un lunghissimo applauso, diventato un'ovazione. In chiesa i figli d'anima di Murgia e grandi amiche e colleghe come Chiara Valerio, Chiara Tagliaferri, Teresa Ciabatti. Ci sono anche Roberto Saviano, Paolo Repetto, Elly Schlein, Sandro Veronesi e Lella Costa. Un'ammiratrice espone lo striscione God save the queer, la scritta che Michela Murgia aveva sull'abito di nozze. Tra gli omaggi floreali una composizione verde con il mirto e la corona di Roma Capitale.
il funerale di Michela Murgia, un caledoidoscopico intrecciarsi di politica e passione, di fede e laicità, di ironia e di dolore, tra le canzoni dell’Azione cattolica, gli scrosci di applausi, Bella ciao, il Vangelo, i brani di Accabadora, il suo romanzo più bello, letti da uno dei suoi quattro “figli d’anima”, Alessandro Giammei.,
“Figli d’anima”, definizione lanciata nel romanzo “Accabadora” nel 2009, della sua “Queer family”, quel nido d’amore senza legami di sangue “in cui le relazioni contano più dei ruoli” e dove i rapporti “superano la performance dei titoli legali e limitano le dinamiche di possesso”. I quattro ragazzi hanno condiviso la vita con Murgia per vent’anni, incluso il più giovane, Raphael. Con la madre di quest’ultimo, Claudia, la scrittrice sarda ha costruito una famiglia omogenitoriale fondata sull’affetto e la cura. Una famiglia queer completata dal marito Lorenzo Terenzi (sposato lo scorso 15 luglio “in articulo mortis”), attore e regista conosciuto nel 2017 grazie a uno spettacolo teatrale in cui Murgia era la protagonista.
Per Michela Murgia “Famiglia queer ”significava Libertà, in tutte le sue accezioni: di espressione, nei rapporti interpersonali, nei ruoli, sessuale e nella sfera familiare.
Le parole del card,.Zuppi lette durate la composita cerimonia funebre nella Chiesa degli artisti confermano il ruolo politico della attuale presidenza Cei :
"Si preoccupava per gli altri in un momento così difficile per lei. Anche quando non eravamo d'accordo, Michela con la sua ricerca appassionata ci aiutava a trovare i veri motivi per non essere scontati e supponenti".
La trasformazione della presidenza della Cei in segreteria politica per l'attuale Magistero appare la scelta più consona in un'epoca di imperante relativismo della quale le polivalenti esequie della illustre scomparsa sono la più evidente espressione della confusione di sacro e profano.
Budrio 8 giugno 2023
DAL LIBRO “NON ARRENDIAMOCI”- EDITORE RIZZOLI” UN IMPORTANTE CONTRIBUTO DI QUALIFICATI ESPONENTI DELLA SINISTRA LAICA E CATTOLICA ALL'ALLEANZA DI CENTROSINISTRA E UNA CHIAVE DI LETTURA DEI RIFERIMENTI CULTURALI DEL CONFRONTO .
Ad accresce la curiosità di comprendere il significato di un proposito che presuppone una comune analisi e comuni obbiettivi di autorevoli esponenti di due settori, quello religioso e quello politico
-mons. Matteo Maria Zuppi giunto al vertice della Conferenza episcopale dopo esperienze sacerdotali che ne hanno visto la ascesa nei diversi livelli della gerarchia sacerdotale, compreso il ruolo di assistente ecclesiastico generale della Comunità di Sant'Egidio,-Walter Veltroni apprezzato pubblicista e regista dopo una lunga esperienza politica che lo ha visto Sindaco di Roma, direttore de l'Unità e segretario del PD.
Importante è conoscere l'età di entrambi nati nel 1955, che ha visto la loro amicizia iniziare e accrescersi nel periodo della contestazione giovanile che ha segnato oltre alla storia del nostro Paese formazione di Mons. Zuppi nel Mps della Sant'Egidio e di Veltroni nel PCI, i cui interventi, per il livello di entrambi, acquisiscono il valore di un contributo al manifesto politico dell'alleanza di centrosinistra del prossimo futuro.
A regolare il dialogo fra i due protagonisti del confronto è Edoardo Camurri ,apprezzato conduttore di importanti programmi televisivi e autore di libri- nato nel 1975
….................................
Ho ritenuto di riportare in calce al mio commento la parte iniziale di una pubblicazione la cui lettura ritengo essenziale a chi voglia comprendere le prospettive dell'incontro della sinistra cattolica con quella laica sulla base della trattazione dei temi dell'egoismo , della paura, dell'indifferenza, della tristezza della guerra dei confini della morte.
Se la affermazione della fraternità ribadita da entrambi gli interlocutori spiana il terreno dell'interessante confronto, la diversità dei riferimenti culturali po' condurre l'attento lettore alla distinzione della fraternità dalla fratellanza .
A indurmi a questa distinzione è la costatazione che la quasi totalità dei personaggi dei quali, dal coordinatore, viene ricordato il pensiero lungo periodo storico cui si spazia il dialogo dalla Rivoluzione francese ai giorni nostri, risultino affiliati alla massoneria. Compreso Stefano Mancuso citato da Veltroni.
Importante la affermazione da parte di monsignor Zuppi del ruolo politico che la Chiesa ha deciso di svolgere direttamente facendo tesoro,nella prospettiva della legalizzazione del fine vita della sconfitta dell'intransigenza nelle battaglie conto il divorzio e contro l'aborto ,;<<IL punto è di evitare di ridurre tutta la questione a una contrapposizione ideologica che non fa bene mai a nessuno …..Una esasperazione di condanna da parte cattolica ha impedito ad esempio la ricerca di spazi dove provare ad aiutare tante donne che magari, con una protezione, con un aiuto, con una sicurezza, sarebbero state invece messe nella condizione di portare avanti la loro maternità>>.Questa sostanzialmente la risposta alla posizione di Veltroni<<Forse è venuto il momento di affrontare il tema non in termini di eutanasia, ma in termini di assunzione di responsabilità di fronte alla sofferenza e al dolore nel momento, conclusivo della propria esistenza>>. Un addolcimento delle definizione di interruzione della gravidanza al posto di aborto e di momento conclusivo della propria esistenza al posto di eutanasia. Un cambiamento che potremmo inquadrare nella terza delle quattro priorità enunciate da papa Francesco nella Evangeli Gaudium ,quella che colloca l'unità al di sopra del conflitto per avviare uno dei processi di incontro previsti dalla Evangeli gaudium ( la superiorità dell'unità sopra il conflitto :accettare di - avendo lo stesso mons. Zuppi citato il quarto parlando nel precedente capitolo dedicato all'indifferenza, per spiegare che il tempo è superiore allo spazio perché,ha detto il Papa, lo spazio può occupare solo il presente, mentre il tempo oltre il presente occupa anche il passato e il futuro. In sostanza l'avvio di un tale processo legislativo del riconoscimento del diritto a porre fine alla propria esistenza eviterebbe quella accettazione della privatizzazione della fede su un argomento sensibile che rappresenterebbe una eccezione alla circolarità dell'apporto delle diverse culture alla rigogliosità del giardino, raffigurazione “botanica” della società che può aiutarci a comprendere le origini del pensiero unico.
Importante alla analisi la visione dell'insieme delle priorità elencate da papa Bergoglio 1 )la superiorità del tutto sulle parti (essendo più della mera somma delle parti) nella visione poliedrica degli apporti culturali, 2)la superiorità della realtà sull’idea- perché la seconda è in funzione della prima senza essere superata da essa-Bisogna passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa,3) la superiorità dell’unità sopra il conflitto-accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento con un nuovo processo-4)superiorità del tempo sullo spazio .
Dall'autorevolezza degli interlocutori e dal momento in cui è avvenuto il dialogo è possibile cogliere il senso della conferma della priorità delle ragioni dell'incontro storico della sinistra cattolica con quella di derivazione marxista sulle ragioni della fibrillazione in atto nel PD per la prevalenza della Schlein nel confronto con Bonaccini candidato ufficiale alla segreteria di quel partito. Fibrillazione certamente accresciuta dal risultato con lei ottenuto alle recenti elezioni amministrative.
In merito alla chiave di lettura della presenza della cultura massonica nell'impostazione del confronto in esame, sono a dichiarare di non avere alcuna posizione preconcetta nei confronti di esponenti massonici ad alcuni dei quali sono stato legato da rapporti di amicizia e di riconoscenza. Mia infatti fu la proposta della dedica della strada che conduceva alla scuola media Quirico Filopanti alla prof.ssa Camilla Partengo che aveva proseguito la benemerita iniziativa condivisa col prof Arturo Reghini, dopo la morte dell'insigne matematico, gran maestro della massoneria sepolto nel Cimitero di Pieve di Budrio cui si devono le più autorevoli pubblicazioni riguardanti la branca pitagorica di detta associazione.
Quello che non accetto della massoneria è che la appartenenza diventi condicio sine qua non della investitura a cattedre universitarie, primariati ospedalieri, dirigenza di Istituzioni pubbliche e private nel più clamoroso silenzio di un pluralismo di facciata rivelatore della stessa indifferenza della società alla conversione di parte qualificata della classe politica della Prima Repubblica al settore finanziario -si dice per la fine delle ideologie- quasi le fondazioni bancarie fossero di buco nero in cui, a fine percorso, spariscono le stelle.
Stranamente questo è il panorama visto dall'alto degli Istituti Rizzoli, al cui riconoscimento di di Istituzione a carattere scientifico avevo contribuito nella veste di unico consigliere di parte democristiana, divenuto una sorta di a osservatorio e punto di riferimento del sistema masso-tecnocratico della intera città, che vuole la riduzione della politica al ruolo di mera copertura democratica della servilismo degli ultimi ai primi della scala sociale.
Questa è la chiave di lettura di una realtà perdurante nel tempo nonostante le evidenti contraddizioni di un PD che , denunciando le profonde disuguaglianze, pensa di superare il destino cinico e baro cambiando segretario del partito senza toccare il sistema di potere del quale lui, a Bologna , è il principale garante.
COLTIVARE IL NOSTRO GIARDINO
Questo il titolo della della introduzione di CAMURRI che per sottolineare la distinzione degli ambiti religioso e laico ritene appropriato il ricordo del terremoto che ,nella ricorrenza di Ognissanti del 1755 rase al suolo Lisbona sterminando anche i numerosi fedeli che stavano partecipando alle funzioni religiose e lo fa per dire che il luttuoso evento<< rappresentò la fine di molte cose:della fiducia in un Dio brandito come Ente supremo ordinatore del Cosmo, ma anche della fiducia che il mondo potesse essere raddrizzato grazie alla promozione della ragione umana a ruolo di portavoce di una natura sadica>>.
Il ricordo di ciò che avvenne a Lisbona, consente al narratore di ricordare un personaggio di un libro di Voltaire, ad esso ispirato, chiamato Candide per dire :per quanto i cantori delle ideologie crollate a Lisbona passano tutto il tempo a tentare di conquistarne lo spirito lo fanno perché è lo spirito che loro manca. Sono predatori e hanno sete>>,
E dinnanzi a tutto questo Candide ascolta la ragione di tutti;è gentile ma poi, a un certo punto se ne va a spasso. E' una ginestra:alla fine vuole solo vivere e far nascere qualcosa di cui prendersi cura. E non gli importa più di tanto se per farlo deve stare sulla lava o sulle macerie.<<Bisogna coltivare il nostro giardino>>, sono queste le ultime parole di Candide ed è da queste parole che inizia che speriamo un po' gli assomigli.
….<<Le vicende particolari di Candide sono il mondo, ciò che attraversa la sua coscienza ed è ciò che attraversa tutta la sua epoca:interno ed esterno, particolare e universale, mio e tuo, vengono separati soltanto da chi pretende di governarli e di sfruttarli. Il giardino è invece sempre il luogo della prossimità, della connessione tra i viventi. Ed è per questo che il dialogo che state per leggere è iniziato parlando di amicizia>>-
Capitolo I NON ARRENDIAMOCI ALL'EGOISMO
…..Se domandiamo alla natura <<Quali sono i più adatti:coloro che sono continuamente in lotta tra loro, o coloro che si aiutano l'un l'altro?>>vediamo che i più adatti sono, senza dubbio, gli animali che hanno acquisito abitudini e solidarietà ( Petrr Kropotkin)
Veltroni
Matteo e io siamo anici dagli anni Settanta...era ed è una persona accogliente......,,Non si trattava infatti soltanto di accogliere le persone, ma anche le idee: quella diversità vitale che è la chiave dell'esistenza e che , come credo che emergerà nel corso di questo dialogo, rappresenta la possibilità di ogni manifestazione e di ogni futuro possibile. A un certo punto, ovviamente, e come spesso accade nei rapporti tra i vivi le nostre strade si sono leggermente separate nel senso che lui ha deciso di indossare l'abito che indossa, mentre io ho fatto un'altra scelta.
A cinquantanni di distanza … non penso che quelle scelte abbiano compromesso il giardino comunque nel quale siamo cresciuti Matteo e io insieme a tanti della nostra generazione: per noi la vita era era la condivisione di tutto: dei fenomeni culturali e di costume ma per molti era sentirsi figli del proprio tempo....Storia e persone erano intrecciate come un glicine...Di fronte ai terremoti non volevamo stare da soli, volevamo confrontarci per capire...Il colpo di Stato in Cile,il nostro primo 11 settembre..jan Palach,i Kennedy, Luther King-... Mi è capitato di ripensare alla febbre di quei giorni, la stessa con cui vivevamo il destino del popolo vietnamita, e la confronto con la distanza, direi la freddezza ,con la quale l'opinione pubblica vive la tragedia che vivono le ragazze iraniane o quella delle vittime della guerra in Ucraina. Noi forse, a volte ingenui a volte no, non sapevamo neanche dove fosse El Salvador, ove fossero i tanti luoghi in nome dei quali combattevamo, però i ragazzi sbattuti nello stadio di Santiago erano nostri fratelli e li sentivamo come tali. Adesso le ragazze massacrate in Iran vivono invece la solitudine della libertà, la loro battaglia si connette con grande difficoltà con la sensibilità e con ciò che colpisce l'opinione pubblica.....perchjè viviamo sotto una sorta di cappa ,una narcotizzazione dei sentimenti, una minore fiducia in quella pratica della accoglienza che evocavo.
Zuppi
..E' chiaro che l'amicizia con Walter non si fonda soltanto sulla sua durata. Conta anche molto l'aver vissuto insieme un'ansia, un'aspirazione, un utopia. Noi eravamo quelli che con tutte le diversità e con tutti i grandi confronti che si possono immaginare, coltivavano il desiderio di cambiare il mondo, volevamo sentire la nostra vita spesa per qualcosa...ero uno dei giovani di sant'Egidio, sono stato nel Csp, nel Comitato di solidarietà popolare, <<Comunità>>..,,
La nostra generazione aveva una sicurezza che era data dallo slancio, dalla passione, dall'entusiasmo, dall'idea un po' millenaristica secondo la quale stavamo vivendo tutti un momento decisivo. Il mondo doveva cambiare da un momento all'altro .La conseguenza era la volontà di non rimanere esclusi dalla storia. Ora sembra che non siamo più in grado di accorgerci di che capita, della sua importanza. per esempio tutto ciò che rappresenta il Pnrr :in termini di opportunità è senz'altro decisivo, ma viene percepito come un elemento contingente e relativo.
Tornando invece alla nostra generazione, tutto sembra relativo. Alla fine resta solo quello che riguarda me. L'altro lato della verità è che stavamo vivendo un momento drammatico. A offuscare le menti e quindi l'amicizia-circolava un forte approccio ideologico alla vita, un orientamento che poi ha portato molti a fare scelte dissennate, incredibili, oggettivamente impensabili: usare la violenza pensando così di difendere l'idealità......
L'ideologia ha paura della cultura. L'ideale invece la cerca, se ne nutre e non ha paura del confronto e della diversità.
Con Walter mi sentivo unito in questi ideali, cioè un'appartenenza chiarissima all'accoglienza, al confronto, a quell'umanesimo che è sempre un grande deterrente contro le scorciatoie e le semplificazioni e quindi la violenza.
E' molto importante tenere presente questa differenza tra ideale e ideologia. L'ideologia produce una lettura iperpolitica dei qualunque cosa; tutto viene ridotto a tattica, a piccole convenienze e spesso volgarità-
CAMURRI :L'amicizia precede sempre le ragioni dell'amicizia-
Shopenauer<<Gli spiriti affini si riconoscono e si salutano già da lontano....ed è in questo senso che assomiglia a un giardino. Il giardino infatti è più grande della somma di tutti gli esseri viventi e non più viventi vi abitano. E noi dobbiamo coltivare il nostro giardino:E' un giardino personale che, come sottintendeva lo stesso Voltaire, coincide anche con il mondo intero. Credo che spesso, nel corso di questa conversazione, vedremo come i due aspetti, quello privato e u pubblico, siano in stretto rapporto tra loro.
Veltroni
Il giardino è <<il luogo ove si coltiva lo stare insieme e in cui,in questa cura continua ,nascono piante diverse capaci di creare nuovi paesaggi e quindi orizzonti di senso possibili con l'immagine che invece oggi è più diffusa: quella che s'incarna nello slogan<<Non nel mio giardino>>......<<se coltivo l'egolatria do spazio al grande demone di questo tempo, se invece apro il giardino, mi schiudo a considerare che la felicità, l'armonia, il punto di rugiada, la serenità raggiungibile, sia data dal sistema di relazioni con gli altri, dalla possibilità di integrare, quindi di vivere più vite rispetto alla mia..E' questa la svelta essenziale, una scelta sia politica che individuale.......proprio nel giardino che Matteo Zuppi e io frequentavamo, abbiamo assistito a questo passaggio. Abbiamo vissuto il tempo migliore della storia italiana dal dopoguerra ...la trasformazione da paese agricolo in industriale,la scolarizzazione di massa, le grandi suggestioni politiche e ideali, il Concilio Vaticano II,il disgelo poi , a un certo punto, nel nostro giardino, hanno cominciato ad arrivare delle<<xyelle>>Una è stata la droga......Attraverso la morte di queste persone, noi infatti capimmo che quella ricerca generazionale e ideale di senso e di prospettiva, che avevamo scelto, non poteva appagare del tutto il bisogno di relazione e di motivazione ancora più profondi.....La seconda è stata il terrorismo,,,La distinzione che ha fatto Matteo Zuppi tra ideale e ideologia è l'essenza del nostro dialogo, del giardino che stiamo iniziando a esplorare.....Le ideologie sono sistemi chiusi, impermeabili, recinti entro i quali si deve stare ,pena l'espulsione e le persecuzioni. Tra ideologie e sistemi autoritari infatti il confine è spesso invisibile. Credo che il vero problema della società occidentale dopo il 1989, si quello di aver gettato via, insieme, ideologie e ideali. E senza i secondi, le prime tornano a emergere, con il loro fascino di sistemi rassicuranti, specie in tempi di crisi e di caos.
CAMURRI:E proprio perché questa differenza sarà l'essenza di questo dialogo, forse è necessario approfondirla ulteriormente.
Zuppi
Pensa a quanto è successo a Aldo Moro. Erano anni in cui tanti faticavano a ritrovare in se stessi e negli altri la consapevolezza della propria umanità. Dialogare , cercare di capire l'altro sembrava compromettersi, essere deboli, addirittura infedeli. La militanza era tutto, Il privato era quasi da giustificare. Esisteva anche una sorta di coinvolgimento temporale ,tutto andava fatto oggi, era vietato fermarsi. Non si provava pietà. E quando fu rapito Moro furono in molti ad applaudire.
Erano tutti fiancheggiatori? Ovviamente no, ma si trattava di un'intossicazione che proprio l'assassinio di Moro contribuì a svelare. Che cosa ci ha fatto perdere tutto questo? Molte vite, ovviamente,e poi la bellezza delle idee, la complessità, e anche il desiderio di cambiare le cose. Arrivò il <<riflusso>>,la totale vittoria della dimensione privata, l'idea solo la somma delle felicità individuali potesse portare a una felicità collettiva.
I massimalismi sono sempre pericolosi perché deformano qualcosa di straordinariamente importante e bello. L'ideologia tradisce l'idea, la offende e ci rende tutti deboli e stupidi.
Perché quando le idee scompaiono, non crediamo più in niente, e quando non crediamo più in niente, crediamo a tutto. E' molto pericoloso.
Veltroni
Il terrorismo è stato il nostro Vietnam. Ho visto miei amici cadere per effetto di questa follia. Penso ai tanti che sono stati uccisi sulla base di questo principio: io sono la verità assoluta, non hai diritto di vivere. Da sindaco di Roma ho cercato di intitolare alcune strade ai ragazzi di destra e di sinistra che erano stati uccisi secondo questa logica.......
E allora se se di tutta questa memoria non facciamo tesoro per capire che senza la libertà siamo tutti più esposti alla violenza......continueremo a non comprendere quale 'è stata la vera sfida che il terrorismo ci ha posto...E proprio a questo proposito, per continuare con la metafora del giardino, e per ricordare le vittime cui abbiamo accennato, mi viene in mente una cosa bellissima che ha scritto Stefano Mancuso quando ha descritto come funziona l'alimentazione degli alberi più fragili che, collocati in un zona di oscurità in un bosco, faticano a prendere la luce Mancuso spiega che chi rischia dii morire riceve vita e luce dagli altri alberi che sono in grado di trasmettergliela attraverso il sistema delle radici e della rete fungina che tiene in vita e connessione il bosco. Ci sono infatti dei momenti in cui noi umani recidiamo quelle radici perché temiamo di perdere qualcosa e preferiamo isolarci; finendo per ignorare che così moriamo anche noi.
CAMURRI...Ed è qui che si realizza il passaggio dall'amicizia intesa come fatto privato alla fraternità intesa come principio politico? Mi colpisce che fra le tre parole chiave della Rivoluzione francese-Libertà, Uguaglianza, fraternità- quest'ultima sia quella che crea sempre più imbarazzo, rossori, difficoltà: Eppure è abbastanza chiaro che la fraternità sia la sintesi di libertà e uguaglianza, si può essere infatti liberi senza essere uguali(in una società fortemente competitiva e capitalistica),si può essere uguali senza essere liberi(in una società fortemente pianificata come quella realizzata da molti regimi comunisti) libertà e uguaglianza possono coesistere solo se c'è fraternità.
Zuppi:Da questo punto di vista la pandemia ci ha dimostrato proprio questa direzione: ha rappresentato un cambio di paradigma perché ci ha fatto capire, anzi ne abbiamo fatto esperienza tutti, che soltanto insieme ci si può salvare. La linfa della fraternità è questa, una sorta di circolarità, una rete continua che alimenta e cura il giardino e che permette a ciascuno di completare se stesso completando gli altri, senso agli altri.......E' se ci pensiamo, esattamente l'opposto della logica egolatrica di cui parlava Walter prima, in cui invece si dà da sempre una misura continua, un calcolo, in cui l'obbiettivo è una logica della convenienza, una circolarità composta da tanti punti singoli che si illudono di vivere al di fuori della propria figura, alienati da ogni schema, da ogni sistema complesso. E' una situazione che in termini evangelici, potremmo riassumere con l'idea che l'amore per se stessi è diventato l'antagonista dell'amore per il prossimo e che l'amore per il prossimo è diventato l'antagonista per l'amore per se stessi. E' questa la circolarità terribile che dobbiamo rompere.
Veltroni
Questo antagonismo che rende impossibile la fraternità è la vera questione del nostro tempo ed è estremamente intrecciata-siamo in un giardino ed ogni cosa è collegata- a quanto stavamo dicendo sull'egolatria Faccio un esempio prendendo a modello la crisi demografica.......Quello che voglio dire è che anche questi dati numerici ci impongono di ripensare il concetto di fratellanza. La domanda retorica che sto per porre è ovviamente discutibile e unicamente funzionale al discorso, ma, nello stesso tempo, ha un'immediatezza difficilmente eludibile, perché mai io avrei aver bisogno di te come fratello e sorella se poi non voglio neanche mettere al mondo un figlio?....Ho l'impressione che le risposte possibili rivelino un cambiamento antropologico non trascurabile presente nelle nostre società. E' ciò che ancora Stefano Mancuso, nei suoi studi sulle piante, riprendendo i ragionamenti di un grande scienziato anarchico e darwiniano, Petr . Kropotkin, definisce <<mutuo sostegno>> mutuo appoggio; la vera chiave dell'evoluzione è infatti la solidarietà tra i viventi, non la lotta per la supremazia dove vince il più forte e il più debole soccombe.
E così, quell'espressione molto bella che Matteo usa,<<società circolare>>assume importanza e significato in ogni aspetto vita. Anche nelle cose più semplici e quotidiane, perché la società circolare è la società nella quale il giardino è vivo, un luogo nel quale ci scambiamo qualcosa....Esiste un modello di società altro da quello circolare?.....Se ci pensiamo,e qui ritorniamo a Kropotkin, la dimensione più comunitaria è la dimensione della natura, la natura ha un equilibrio che è fondato sullo scambio a tutti i livelli,E chi è il principale nemico della natura? L'egolatria di cui parlavamo: L'egolatria di chi ha interessi economici, O anche l'egolatria dei dittatori. E chi sono i nemici dell'ambiente? Il Capitalismo e le dittature. Ed ecco che in questo caso emerge con forza la differenza tra la generazione di Matteo e mia rispetto a quella attuale,a differenza tra speranza e paura.
Zuppi
Il problema è che le speranze si sono privatizzate e sono diventate passioni tristi, cioè passioni che ci deprimono e che anestetizzano il desiderio di gioia. E se le speranze si spengono la paura si accende.
Capitolo 2 -Non arrendiamoci alla paura; Capitolo 3-Non arrendiamoci all'indifferenza; Capitolo 4 -Non arrendiamoci alla tristezza;Capitolo 5 –-Non arrendiamoci alla guerra; Capitolo 6 - Non arrendiamoci ai confini Capitolo 6- Non arrendiamoci alla morte-
IL RUOLO DEL MAGISTERO E QUELLO DEI LAICI
DALL'OMELIA DEL CARDINAL RATZINGER NELLA “MISSA PRO ELIGENDO PONTIFICE:
“Quanti venti di dottrina abbiamo conosciuto in questi ultimi decenni, quante correnti ideologiche, quante mode del pensiero... La piccola barca del pensiero di molti cristiani è stata non di rado agitata da queste onde - gettata da un estremo all’altro: dal marxismo al liberalismo, fino al libertinismo; dal collettivismo all’individualismo radicale; dall’ateismo ad un vago misticismo religioso; dall’agnosticismo al sincretismo e così via. Ogni giorno nascono nuove sette e si realizza quanto dice San Paolo sull’inganno degli uomini, sull’astuzia che tende a trarre nell’errore (cf Ef 4, 14). Avere una fede chiara, secondo il Credo della Chiesa, viene spesso etichettato come fondamentalismo. Mentre il relativismo, cioè il lasciarsi portare “qua e là da qualsiasi vento di dottrina”, appare come l’unico atteggiamento all’altezza dei tempi odierni. Si va costituendo una dittatura del relativismo che non riconosce nulla come definitivo e che lascia come ultima misura solo il proprio io e le sue voglie”
…...........................................
DALL'<<INTRODUZIONE ALLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA>> padre Sorge gesuita a pag.137 rivolto agli atei devoti dice:<<Nel contesto della “religione civile” si comprendono meglio i rischi che comporta la prassi, instauratasi in Italia dopo la scomparsa della DC e la fine dell’unità politica dei cattolici, per cui la gerarchia tende a gestire in proprio i rapporti con il Governo, intervenendo talvolta su aspetti legislativi di problemi che prima erano lasciati-come è giusto- alla mediazione dei politici. Certo nessuno può impedire ai vescovi di rivolgersi anche ai responsabili del bene comune , in particolare quando sono in discussione esigenze etiche anche fondamentali, come quelle riguardanti la persona , la vita, la famiglia. E’ un loro dovere che rientra nella missione della chiesa di illuminare e formare le coscienze sul piano etico e religioso. Tuttavia i pastori non devono sostituirsi ai laici ai quali spetta la responsabilità di compiere le necessarie mediazioni dai principi alla prassi politica. “Dai sacerdoti- dice il Concilio Vaticano II- i laici si aspettino luce e forza spirituale. Non pensino però che i loro pastori siano sempre esperti a tal punto che ogni nuovo problema che sorge, anche a quelli gravi, essi possano aver pronta una soluzione concreta o che proprio a questo lo chiami la loro missione :assumano invece essi, piuttosto, la propria responsabilità, alla luce della sapienza cristiana e facendo attenzione rispettosa alla dottrina del magistero”: Più recentemente la Congregazione per la dottrina della fede conferma: “ Non è compito della Chiesa formulare soluzioni concrete , e meno ancora soluzioni uniche-per questo temporali che Dio ha lasciato al libero responsabile giudizio di ciascuno, anche se è suo diritto e dovere pronunciare giudizi morali su realtà temporali quando ciò sia richiesto dalla fede e dalla legge morale”.
<<E’ importante quindi, per quanto concerne il magistero, evitare, anche nel tono e la forma, di dare l’impressione che esso voglia “dettare leggi allo Stato” o attentare alla sua laicità. Ciò servirebbe solo ad accreditare ulteriormente l’idea di “una religione civile”: Nello stesso tempo, per quanto concerne lo Stato, occorre ribadire che autonomia dalla sfera religiosa non significa affatto autonomia dalla sfera morale, come invece propongono le teorie etiche procedurali , sostenendo una (solo apparente) neutralità del diritto. Perciò, non ha senso ed è fuorviante definire “confessionale” la difesa da parte della chiesa di esigenze etiche , che concordano poi coi principi laici su cui si fonda la democrazia: il rispetto della persona, la libertà, la solidarietà , l’uguaglianza di diritti, la giustizia e la pace. In altre parole, la politica è laica , laici sono i valori a cui essa si ispira, laiche le finalità a cui tende. Pertanto, laiche anche saranno le scelte che i cattolici sono chiamati a compiere in politica insieme a tutti gli uomini di buona volontà e in coerenza con la loro ispirazione religiosa>>.
Nel paragrafo 7 “Una nuova ‘inculturazione’ della fede” padre Sorge afferma: << l’evangelizzazione,, come avvenne nei primi tempi del cristianesimo- si compie anche oggi passando attraverso i due momenti che integrano ogni processo di ‘inculturazione’. Essi sono espressi con efficacia dal motto paolino:<<Farsi tutto a tutti, per portare tutti a Cristo>> cfr. I Cor.9,19-23). Si tratta cioè di condividere, traducendo la luce del Vangelo in tutte le situazioni e in tutte le culture, per assumere quanto di buono e di vero c’è in ciascuna di esse e trasformarle dall’interno, aprendole a Dio.
Questa fu la via attraverso cui passò ieri la prima evangelizzazione presso i popoli pagani, che ancora non conoscevano Cristo; questo è il cammino che oggi la chiesa propone per rievangelizzare la società neopagana dei nostri giorni, che rifiuta Cristo dopo averlo conosciuto.
Il primo momento sta, dunque, nello sforzo di rendere comprensibile e vivo il vangelo agli uomini di una data cultura , traducendolo efficacemente nelle forme, nel linguaggio, nei simboli di essa: senza di ciò la parola di Dio resterebbe umanamente lontana e incomprensibile.
Il secondo momento(strettamente complementare al primo e altrettanto essenziale) sta invece nello sforzo di rinnovare dall’interno la cultura in cui il vangelo è annunziato, per aprirla a una visione plenaria dell’uomo , della vita e della storia. Infatti l’evangelizzazione <<nulla sottrae al bene temporale di qualsiasi popolo, ma al contrario favorisce e accoglie tutte le risorse , le ricchezze, le consuetudini dei popoli, nella misura in cui sono buone , e accogliendole le purifica le consolida, le eleva>> (Lumen gentium).
Pertanto << non si tratta di un puro adattamento esteriore-chiarisce Giovanni Paolo II- poiché l’inculturazione significa l’intima trasformazione degli autentici valori culturali mediante l’integrazione nel cristianesimo e il radicamento del cristianesimo nelle varie culture. E’ dunque un processo profondo e globale che investe sia il messaggio cristiano, sia la riflessione e la prassi della Chiesa. Insomma, l’inculturazione non è un accomodamento a una mentalità e a costumi mutevoli, nel senso che- per renderlo accettabile- il Vangelo vada ridotto solo ad alcuni suoi aspetti o annacquato!. L’inculturazione non è sinonimo di eclettismo o di sincretismo, quasi si tratti di mettere insieme elementi eterogenei presi alcuni dalla fede cristiana, altri dalle diverse credenze religiose o concezioni naturali. Neppure la ricerca di una minima verità comune (una specie di minimo comun divisore) per accontentarsi di questa , rinunciando all’annuncio integrale di tutta la verità. L’inculturazione invece è un processo aperto che, muovendo dagli elementi positivi (e contestando quelli negativi) di una data cultura , la faccia evolvere verso l’accettazione sempre più piena della verità, quale risplende in Cristo. Tutto giova anche alla chiesa. Infatti :<< da parte sua, con l’inculturazione , la chiesa diventa segno più comprensibile di ciò che è , e strumento più atto della missione,….Si arricchisce di espressioni e valori nei vari settori della vita cristiana…..esprime ancor meglio il mistero di Cristo…….>>.
Nei moderni areopaghi, << tutti i credenti in Cristo debbono sentire , come parte integrante della loro fede , la sollecitudine apostolica di trasmettere ad altri la gioia e la luce>>. Perciò, conclude Giovanni Paolo II<<sento venuto il momento di impegnare tutte le forze ecclesiali per la nuova evangelizzazione…Nessun credente in Cristo, nessuna istituzione della chiesa può sottrarsi a questo dovere supremo>>.
25 Aprile 1945-25 Aprile 2023
Le ragioni della celebrazione della “Festa della Liberazione ” dell'Italia dalla dittatura fascista e dall'occupazione nazista trovano la conferma nella convinta fattiva partecipazione al sistema di alleanze che attualmente fornisce il sostegno politico e militare alla Resistenza dell'Ucraina all'invasione di una Russia di Putin che sta rivendicando la sua egemonia sui vecchi alleati esercitata ai tempi dell'Unione sovietica inducendo all'adesione alla Nato anche della la Svezia e della Finlandia da sempre neutrali.
Questo è il senso dell'antifascismo dei valori e dei principi contenuti nella Carta costituzionale nata dalla Resistenza italiana , altra cosa rispetto ai metodi e agli obbiettivi della parallela guerra civile che della guerra fece una tragica opportunità politica.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------
In merito alle polemiche sulle dichiarazioni del Presidente del Senato La Russa sulla mancanza dell'antifascismo nella Costituzione Italiana e sugli aiuti militari dell'Italia nella NATO alla Resistenza Ucraina ritengo opportuno rinfrescare la memoria degli interlocutori nell'attuale dibattito politico-
:
1 Gennaio 1948: Entra in vigore la Costituzione promulgata dal Capo provvisorio dello Stato entro cinque giorni dalla sua approvazione da parte dell'Assemblea Costituente che con la XII disposizione transitoria e finale vieta la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma del disciolto partito fascista .In deroga all'art.48 sono stabilite con legge, per non oltre un quinquennio da tale data,limitazioni temporanee al diritto di voto e alla eleggibilità per i capi responsabili del regime fascista.
Autorevole dottrina sottolinea che la sua collocazione tra le disposizioni transitorie é sorretta da ragioni di mera opportunità e rappresenta un dato puramente formale. Il secondo comma dell'art.48 contenente limitazioni temporanee dell'elettorato attivo e passivo per i gerarchi fascisti ha invece carattere transitorio. La legge 20 giugno 1952 n,6458(cosiddetta Legge Scelba) interviene in materia di apologia del fascismo sanzionando<< chiunque fa propaganda per la costituzione di una associazione, di un movimento o un gruppo avente le caratteristiche e perseguente le finalità di riorganizzazione del disciolto partito fascista e <<chiunque pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti e metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche>>. Sul piano giurisprudenziale la legge non è stata ritenuta applicabile a movimenti o esponenti neofascisti che tuttavia accettino la dialettica democratica , come il Movimento Sociale Italiano e la maggioranza dei suoi eredi politici.
Nel dibattito che precedette l’approvazione del dispositivo fu decisivo fu l’intervento del segretario del Pci Palmiro Togliatti, che convinse gli altri padri costituenti – personalità come Dossetti, Moro, Calamandrei, Basso e leader come De Gasperi e Nenni – a non esagerare nei divieti. Togliatti chiese di «non formulare un articolo che possa fornire pretesto a misure antidemocratiche, prestandosi ad interpretazioni diverse». Spiegando: «Se in Italia nascesse domani movimento nuovo, anarchico, lo si dovrebbe combattere sul terreno della competizione politica democratica, convincendo gli aderenti al movimento della falsità delle loro idee, ma non si potrà negargli il diritto di esistere e di svilupparsi, solo perché si rifiutano alcuni dei loro principî». E propose di circoscrivere il divieto ad una fattispecie molto precisa: la ricostituzione del partito fascista, ma quello che «prese corpo in Italia dal 1919 fino al 25 luglio 1943»..
Le dichiarazioni del Presidente del Senato sulla assenza dell'antifascismo nella Costituzione italiana rese a pochi giorni di distanza dalla celebrazione del 25 aprile sono pertanto ingiustificate.
L'antifascismo ispirato ai valori che animarono la Resistenza contenuto nella Carta Costituzionale è altra cosa rispetto ai metodi e agli obbiettivi politici della parallela guerra civile.
18 Aprile 1948
Nell'acceso confronto elettorale prevale la coalizione a giuda democratica cristiana sul “Fronte progressista” PCI-PSI.
Proprio il 1948 fu l’anno in cui l’Unione Sovietica di Stalin aveva mostrato i denti all’Europa: in febbraio aveva mosso il colpo di Stato comunista a Praga, in giugno aveva proseguito con il blocco di Berlino, rendendo necessario un ponte aereo per rifornire la città. L’Italia guardava poi con preoccupazione alla insoluta questione di Trieste, che aveva portato alla creazione di un Territorio libero con due zone distinte, una delle quali assegnata alla Jugoslavia del generale Tito, che già dava segni di squilibrio. In questo clima, nel marzo 1948 Francia, Gran Bretagna, Olanda, Belgio e Lussemburgo avevano dato vita all’Unione europea occidentale (UEO), finalizzata alla creazione di un piano di sicurezza militare su scala regionale – di natura difensiva – e cooperazione politica.
11 marzo 1949, il Consiglio dei ministri si pronunciava «in senso unanime per l’accessione in via di massima al Patto atlantico». Si trattava di un patto militare di natura difensiva, in cui i Paesi membri s’impegnavano alla mutua assistenza in caso di attacco, nonché alla condivisione di strutture militari, sviluppi tecnologici e un disegno di sicurezza tutt’altro che pacifico. Erano le prime intense scintille della Guerra Fredda e dell'equilibrio del terrore.
La fase finale dell'URSS -Gli accordi di Minsk
La fase finale del collasso dell'Unione Sovietica ebbe luogo con il referendum in Ucraina del 1º dicembre 1991, in cui il 90% dei votanti optò per l'indipendenza. I leader delle tre repubbliche slave (Russia, Ucraina e Bielorussia) concordarono di incontrarsi per una discussione sulle possibili forme di relazione.
La Comunità degli Stati Indipendenti nacque formalmente l'8 dicembre 1991 con la firma dell'Accordo di Belaveža, sottoscritto dai Capi di Stato di Bielorussia, Russia e Ucraina in una dacia nella foresta di Białowieża (circa 50 chilometri a nord di Brėst). L'accordo entrò formalmente in vigore il 12 dicembre successivo, in seguito alla ratifica dei tre Stati. L'annuncio dell'accordo, a cui furono invitati anche le altre repubbliche nate dalla dissoluzione dell'Unione Sovietica, sancì di fatto la fine stessa dell'URSS.
Il 12 dicembre 1991 fu completata la secessione della Russia dall'Unione. Il 15 dicembre 1991 morì Vasilij Grigor'evič Zajcev: la notizia ebbe un forte impatto simbolico e viene considerato un altro segno della fine di un'epoca.
Il 21 dicembre 1991 i leader di Armenia, Azerbaigian, Kazakistan, Kirghizistan, Moldavia, Turkmenistan, Tagikistan e Uzbekistan annunciarono la loro adesione alla CSI tramite la firma dei protocolli di Alma-Ata, con i quali furono inoltre stabiliti i principi fondativi della Comunità. L'ultimo Stato ex-sovietico ad aderire alla CSI fu la Georgia, il 3 dicembre 1993.
l 25 dicembre 1991, alle ore 18, Gorbačëv si dimise da presidente dell'Unione Sovietica e dichiarò abolito l'ufficio, inoltre conferì tutti i poteri e l'archivio presidenziale sovietico al presidente della Russia Boris El'cin. Alle 18:35 la bandiera sovietica sopra il Cremlino fu ammainata e sostituita con il tricolore russo.
.
Nel gennaio del 1993 fu approvato lo Statuto della Comunità degli Stati Indipendenti, in base al quale fu formalizzato il requisito minimo per essere considerato "Stato membro" (ossia, in base all'articolo 7, aver ratificato lo Statuto stesso). Il primo Stato a ratificarlo fu la Russia il 20 luglio 1993, a cui seguirono altri nove Paesi firmatari (l'ultimo fu il Kazakistan il 20 luglio 1994). Ucraina e Turkmenistan furono gli unici due Stati a non aver mai ratificato lo Statuto: il primo contestò la scelta compiuta ad Almaty di riconoscere alla sola Russia lo status di "Stato successore" dell'URSS (in particolare all'interno dell'ONU e nella detenzione e controllo dell'arsenale nucleare) il secondo rivendicando il proprio status di neutralità. Ad entrambi fu riconosciuto lo status di "Stato associato", rispettivamente nel 1993 e nel 2005.
Nel febbraio del 2006 la Georgia annunciò il ritiro del proprio rappresentante dal Consiglio dei Ministri della difesa della CSI, poiché «la Georgia ha intrapreso un cammino di integrazione nella NATO e non può prendere parte a due strutture militari simultaneamente»[]. Nell'agosto del 2009, anche a seguito del conflitto in Ossezia del Sud, la Georgia si ritirò completamente dalla Comunità.
Nel 2014, in seguito alla crisi della Crimea ed al conflitto nell'Ucraina orientale, il Parlamento ucraino ha discusso vari disegni di legge per il ritiro dalla CSI, senza mai però formalizzare il ritiro completo. Nel 2015 è stato annunciato il ritiro del rappresentante permanente dell'Ucraina, ma è stato confermato che la partecipazione sarebbe stata decisa di volta in volta, «in base all'argomento» Il ritiro ufficiale dell'Ucraina è infine giunto il 19 maggio 2018[
Al contrario, in Asia centrale i cinque ex Stati sovietici (Kazakhstan, Kirghizistan, Tajikistan, Turkmenistan e Uzbekistan) dove Mosca tradizionalmente gode di grande influenza politica ed economica, erano rimasti nell’orbita del Cremlino; eppure, «quando, il 2 e il 24 marzo 2022, l’Assemblea generale dell’Onu ha messo ai voti le risoluzioni che condannavano l’“operazione militare speciale” russa, nessuno dei cinque si è schierato con Mosca: hanno votato per astenersi o non hanno votato affatto»
14 Marzo 2023
ROMA -CUTRO - ANDATA E RITORNO PER MURARE IL MARE
Mentre mi accingo a scrivere la TV annuncia lo svolgimento del Consiglio dei Ministri appositamente convocato da Giorgia Meloni nell'aula consiliare del comune di Cutro con all'ordine del giorno le misure che il Governo intende adottare ,spero, per impedire tragedie quale quella del recente naufragio avvenuto a poche centinaia di metri dalla spiaggia calabra.
Giusta questa decisione della scelta della sede della riunione,per investire l'organo esecutivo del Parlamento della atmosfera nella quale si sono ritrovati i cittadini di Cutro e le istituzioni preposte ai primi soccorsi ai naufraghi dell'immane tragedi perché l'intero consesso si senta investito del dovere di proporre soluzioni in sintonia con le coscienze di chi si è trovato improvvisamente ad intervenire per avvenimenti annunciati che stanno facendo del Mediterraneo il più capiente cimitero d'Europa.
Una questione, quella dei flussi migratori,così definiti per la loro continuità,non certamente per svalutare l'umanità che li compone, che la svalutazione la hanno ricevuto dalla inconcludenza di chi ,come me, troppe volte ha sostenuto che le loro motivazioni vanno affrontate assistendo i Paesi di origine in un doveroso sviluppo economico volto a superarle e con una politica di regolamentazione dell'esodo in funzione di un'inclusione che impedisca il fenomeno di una accoglienza che tale non è in quanto mette gli accolti fra gli irregolari in attesa di occupazione, di rimpatrio, di reclusione per reati eventualmente commessi nel nostro territorio nazionale, lasciando al Paese più vicino, il nostro, l'obbligo giuridico e morale di fornire il porto più sicuro.
E' così che la vicinanza geografica ai Paesi dell'esodo ,secondo gli accordi di Dublino., rende l'Italia giuridicamente e moralmente obbligata a fornire il porto sicuro con le implicazioni che ne susseguono, che invece di risolvere il problema , costituiscono non solo le conseguenze per la circolazione di persone allo sbando nel territorio nazionale, ma la fonte di arricchimento del malaffare al quale è di fatto consentita la speculazione economica del traffico dividendo i partiti fra sostenitori dell'accoglienza a tutti i costi(prescindendo dalle condizioni di gestione del problema migratorio) e chi si dichiara comunque contro per speculare elettoralmente sull'accrescimento di un pericolo che tale non sarebbe ove i “flussi”venissero programmati all'origine.
E' cosi che per l'inconcludenza dei rapporti politici con gli Stati che svolgono il ruolo di punti d'imbarco di profughi da zone di guerra e prive di garanzie democratiche,li miscelano con profughi da aree depresse per motivi di climatici ammassandoli in veri e propri campi di concentramento, dai quali vengono lasciati defluire ,non si sa con quale accordo col malaffare,dopo aver intascato i finanziamenti dall'Italia per un contenimento che essi svolgono sottomettendoli a condizioni inaccettabili.
Non certamente meno contraddittoria questa rispetto a quella di chi ,con tutti i mezzi possibili( ritardi alle concessioni di autorizzazione allo sbarco compresi) contrasta il fenomeno della migrazione allo sbando invocando una legislazione europea per la ripartizione dei rifugiati e nel contempo nell'Assemblea europea è alleato ai paesi che su tale legislazione fanno mancare l'unanimità richiesta per la sua approvazione.
La convocazione del Consiglio dei Ministri a Cutro deve pertanto rappresentare l'occasione dell'elaborazione di una proposta politica di sostegno a una iniziativa parlamentare, a livello italiano ed europeo, che faccia dell'accoglienza programmata nel territorio dell'Unione la fine della speculazione politica ed economica di un fenomeno che invece dovrebbe sopperire la necessità di abbassare il tasso di invecchiamento delle nazioni economicamente più progredite riconoscendo nel contempo la cittadinanza italiana a chi, nato nel nostro territorio, ne abbia frequentato la scuola dell'obbligo.
Purtroppo tutto questo è rimasto un sogno. Dalla riunione non è uscita alcuna svolta politica del centrodestra sull'accoglienza dei migranti. Solo l'inasprimento delle pene degli scafisti responsabili delle stragi in mare mentre i flussi dei migranti saranno commisurati alle necessità di forza lavoro del nostro Paese e non anche dalle ragioni dell'umana solidarietà. Mentre termino questo articolo la TV sta informandoci che negli ultimi quattro giorni sono arrivati tremila migranti e che Lampedusa,attrezzata per quattrocento è al collasso. Quanto si sta verificando conferma la inadeguatezza delle misure adottate dall'attuale governo certamente ideologicamente e tecnicamente più attrezzato alla chiusura che all'accoglienza nel ruolo di frontiera europea
PERCHE' HA VINTO LA SCHLEIN LA SFIDA PER LA SEGRETERIA DEL PD
La lettura dei libri di Bonaccini e della Schlein , a mio modesto avviso, rendono l'idea della dimensione politica del confronto che si è concluso a favore della vincente. Da <<IL PAESE CHE VOGLIAMO>>di Bonaccini che inorgoglisce chiunque emiliano-romagnolo lo legga per la elencazione delle eccellenze da lui elencate, in parte da lui inaugurate durante il primo e nel corso dell'attuale mandato anche se l'enfasi degli aspetti positivi di ogni singola opera può coprire quegli of Human aspetti pratici che solo i singoli utenti dei servizi e i loro gli addetti di ogni ordine e grado sono in grado di confermare nella loro interezza, vedi ad esempio i tempi di attesa delle visite specialistiche e dei ricoveri o il mantenimento del livello qualitativo delle Case della Salute declassate dal ruolo ospedaliero,o quello realmente svolto dalle Case di cura private che ospitano interventi ospedalieri perché economicamente più vantaggiosi di quelli svolti nelle sale operatorie degli Enti di appartenenza. Come non sentirsi entusiasti del Tecnopolo di Bologna,del distretto ceramico di Sassuolo,della Big Data and Artificial Intelligence for Human Devolepement dalla cui legge è nata l'IFAB,International Foundation Big Data and Artyificial intelligence for Human Developement che comprende CNR,ENEA,INAF.INFNNF, Cineca,CMCC e importanti imprese internazionali.E' un organismo di altissimo livello, come dimostra la composizione dell' international Schientific Board, presieduto dal prof Floridi.Con lui ci sono.... e giù i nomi di altrettanti scienziati di valore italiani e stranieri......
Motor Valley con Ferrari,,Maserati,Lamborghini,Dallara,Ducati,HaasFI,Magneti Marelli,Pagani e Toro Rosso,Con queste imprese abbiamo fatto nascere MUNIER, la Motorvehicle Uninersity of Emilia Romagna altre fuori d'Itralia come la Silicon Valley alla quale siamo collegati par la partecipazione di nostri ragazzi.....
In cinque anni quasi 60 imprese, tra cui grandi gruppi internazionali hanno scelto di puntare sull'Emilia Romagna....Abbiamo puntato sugli ITS,Istituti Tecnici superiori il solo segmento formativo post diploma non universitario previsto dall'ordinamento educativo italiano....Negli ultimi mesi Dario di Vico sul <<Corriere della Sera>> ha più volte sottolineato come la Regione Emilia Romagna stia attuando una politica industriale......Maurizio Marchesini,fondatore del gruppo con sede a Pianoro,parla di Packaging Valley Emiliano romagnola e lo dice benissimo:<<Quando c'è da fare concorrenza alla Germania,noi in Emilia Romagna siamo una sola azienda>>Si riferisce a eccellenze come l'Ima di AlbertoVacchi e la Coesia di Isabella Seragnoli gruppi leader delle macchine per imballaggi sulla carte concorrenti nella filiera fatta di tecnologia e formazione processi e prodotti in costante evoluzione...Prosegue Bonaccini<<Ma in Emilia Romagna non siamo su Marte e non bastiamo a noi stessi. Né gli emiliani romagnoli sono antropologicamente migliori del lesto degli italiani:Il cambiamento di cui stiamo parlando serve all'Italia:Una politica industriale seria,che colga appieno le opportunità straordinarie che le risorse europee ci offrono in questo momento,è tanto indispensabile quanto urgente:Le scelte che qui atiamo facendo non sono replicabili,ma migliorabili a scala naziopnale. Il tempo è adesso>>.
Ho riportato fedelmente punti salienti di quanto detto del comparto industriale per rendere un idea abbastanza precisa dello stile enfatico che il Presidente Bonaccini candidato alla segreteria del PD ha usato visitando tutti gli altri settori di eccellenza quali l'agenda digitale con la strategia della Data Valley Bene comune per realizzare una regione digitale e inclusiva, la riviera romagnola, beni culturali e artistici disseminate nei musei dei cento castelli di borghi città rese più vivibili prer la presenza dei servizio sociali indispensabili quali i nidi per l'infanzia alla quale deve essere estesa la conoscenza della lingua inglese in tutta la rete pubblica e convenzionata.
La società che dobbiamo costruire, dice Bonaccini, si fonda sulle conoscenze e le competenze delle persone. Non di pochi predestinati, ma di tutti. E, prosegue,saranno sempre più le conoscenze e i saperi a determinare inclusione ed esclusione sociale. La conoscenza sta diventando ogni giorno di più il primo diritto di cittadinanza per ciascun individuo. Cita in proposito la Costituzione :<<E' compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale,che,limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese>>.
Il libro di Bonaccini ,( I Edizione luglio 2021) si conclude ritornando al settore sanitario per riaffermare la necessità di superare il vincolo attuale del numero chiuso del corso di medicina cambiando completamente rotta con un progetto di società che coinvolga tutti,come fu nel 1978, quando il sistema sanitario nazionale nacque con la legge n.833 del 23 dicembre.Pubblico e universalistico. <<E' questo l'imperativo che ci impone la pandemia, con il suo carico di sofferenza e loi sforzo collettivo per combatterlo .Con il suo carico di speranza...Perché serve uno sforzo collettivo, capace di andare al di là delle legittime divisioni di parte in molte scelte, siano esse politiche o geografiche:Perché prima che emiliani romagnolo mi sento italiano>>.
-----------------------------------------------
Il libro di Elly Schlein titolato <<La nostra parte - Per la giustizia sociale e ambientale insieme>>(I Edizione febbraio 2022) si apre con<<Non torneremo alla normalità perché la normalità era il problema >>.Questa la scritta proiettata su un edificio di Santiago del Cile dal collettivo Delight Lab a sostegno delle mobilitazioni sociali,poi rimbalzata,essa dice, da una parte all'altra del mondo,fino ai muri di Hong Kong-<<La pandemia da Covid-19 che ha travolto la gran parte del pianeta è partita come una emergenza sanitaria ,ma si è immediatamente trasformata anche in emergenza economica e sociale,intrecciandosi a quella climatica che già da tempo minaccia il pianeta e l'umanità. Ha sfidato il concetto di confine, mostrandone tutta la volatilità quando in iun primo momento i Paesi hanno pensato di salvarsi isolando quelli colpiti, salvo scoprire poco dopo di aver già contratto il medesimo virus>>.
Fin dalle prime pagine del libro la Schlein rende l'idea della diversa dimensione della sua visione politica rispetto a quella del presidente Bonaccini che la nominò vice suscitando il più vivo risentimento di quella componente cattolica rappresentata da Zamagni che ha denunciato la esclusione dalla Giunta regionale nonostante l'aperto sostegno dato alla sua coalizione dalla stesso Conferenza Regionale dell'Emilia Romagna.
<<Quale mondo ne verrà fuori dipende da noi. Noi come persone che lo abitano, come cittadin-,come attivist-.come rappresentanti impegnati in politica fuori e dentro le istituzioni. Dipende dalle scelte che faremo. Non ne usciremo automaticamente migliori, se non cambieremo fin dalle fondamenta il modello di sviluppo insostenibile che genera diseguaglianze e sfruttamento, consumando e devastando il pianeta. Quel che serve è una vera e propria svolta per ripartire su basi nuove e diverse,. Puntando non alla normalità di prima , ma a correggere le gravi storture , provando a trarre alcuni amari insegnamenti da quel che è accaduto e con il coraggio di cambiare il modello per migliorare , insieme, la qualità della vita delle persone e del pianeta , che sono inscindibilmente connesse. Serve una visione all'altezza delle sfide che i tempi ci impongono, che punti alla giustizia sociale e ambientale , contrastando ogni diseguaglianza, accompagnando la transizione ecologica ormai irrimandabile e restituendo dignità e qualità al lavoro>>.
Di quanto riportato del suo pensiero mi corre l'obbligo di giustificare il trattino- col quale ho sostituito il carattere che la mia tastiera non comprende, col quale lungo tutto il testo evita di distinguere l' insopportabile e inammissibile discrimine del maschile e femminile.
Senza alcuna intenzione di evitare l'acquisto del libro della Schlein che ci consente di conoscere la la sua ascendenza familiare e la dimensione di un attivismo che da partecipe di organismi studenteschi la ha condotta alla partecipazione alla campagna elettorale del Partito democratico americano a sostegno dell'elezione di Obama lungo un rapporto conflittuale col PD , ritengo sufficiente quanto contenuto nel paragrafo riguardante la inscindibilità della giustizia sociale da quella ambientale, con una descrizione del prosciugamento del lago Ciad e le lotte fra agricoltori e allevatori per accaparrarsi i pochi lembi di terra ancora produttiva che ci porta a considerare le prospettive delle attuali condizioni dei nostri fiumi e dei nostri laghi per le attuali condizio0ni climatiche.,
Quel che accade al lago Ciad, ella dice sembra lontano ma ha molto a che fare con noi.....<<non si può lottare efficacemente contro le diseguaglianze se non asi affronta al contempo l'emergenza climatica , che ne è insieme concausa ed effetto E,viceversa non si può attuare una vera transizione ecologica senza accompagnare in essa tutta la società , a partire da chi lavora e dalle fasce più fragili e più esposte , per non lasciare indietro nessuno.............Servono tre cose fondamentali;una chiara volontà politica da parte dei governi ,risorse adeguate, e le capacità di costruire processi partecipati e inclusivi,che coinvolgano anche le parti sociali e la società. Anche fuori dalle istituzioni, nel dibattito culturale e politico che attraversa la società che avanza questa nuova consapevolezza sull'inscindibilità del contrasto alle diseguaglianze e della transizione ecologica; Intreccia tanta parte del pensiero accademico, filosofico, politico, e anche religioso, come appare nell'enciclica Laudato s', in cui papa Francesco sviluppa il concetto di ecologia integrale>>.
Al capitolo <<L'intersezionalità>>la Schlein dopo aver ricordato la sua partecipazione alle manifestazioni di solidarietà ai migranti e alle ONG di soccorso,ai rappresentanti del Friday a Trento ,alla Women's march on London in cui ha visto marciare insieme movimenti femministi ,ecologisti,queer, sindacali e antirazzisti conclude che per sfidare il modello di sviluppo che produce e alimenta le diseguaglianze e al contempo sfrutta in modo insostenibile il pianeta, compromettendone l'equilibrio e minacciandone il futuro, bisogna fare esattamente ciò che si vede in quelle piazze: unire le lotte>>.
Perché<<La transizione ecologica ,lo dice il nome, è un processo complesso, che non si fa dall'oggi al domani e che non sarà indolore, perché riguarda tutti i settori dell'economia e modifica profondamente i modelli di sviluppo, di produzione e di consumo .Implica la conversiojnhe di settori produttivi particolarmente impattanti verso prodotti e processi sostenibili e per questo deve essere accompagnata da politiche coerenti e risorse adeguate,affinché nessuno sia lasciato indietro ,specie chi lavora .Il che comporta formare e professionalizzare lavoratrici e lavoratori....Come ogni transizione epocale,anche quella ecologica non sarà semplice e le resistenze non mancheranno. Le forze della conservazione stanno già dicendo che dopo la drammatica crisi aperta dalla pandemia mondiale non è il momento di cambiare , ma di far ripartire l'economia:E invece è il contrario .Sarebbe un errore fatale non cogliere l'occasione di questa ricostruzione necessaria per cambiare il modello di sviluppo,ritrovare l'equilibrio con la Terra e ridurre le enormi diseguaglianze sociali,territoriali,di genere e generazionali che già prima del virus affliggevano il pianeta.....La deliberata scelta di non guidare la rivoluzione digitale con adeguate politiche ridistributive ha fatto sì che pure l'innovazione tecnologica, l'intelligenza artificiale e gli algoritmi accelerassero la polarizzazione delle ricchezze del sapere e del potere...Le diseguaglianze non sono nient'altro che il prezzo da pagare secondo il cinismo del modello neoliberista che si è imposto negli ultimi decenni, nell'illusione mai abbandonata di una crescita senza limiti che , prima o poi,si sarebbe redistribuita da sola ,riducendo automaticamente i divari e sanando le fratture.
Naturalmente fra le diseguaglianze ci sono quelle che dalla sfruttamento capitalistico delle risorse dei Paesi del sottosviluppo hanno condotto ai flussi migratori dei quale ho trovato particolarmente interessante il confronto delle posizione delle forze politiche a livello europeo e nazionali nel percorso che ha condotto alla situazione attuale
Lungo il suo discorso fra le lotte per i diritti delle donne alla parità di genere da perseguire fin dal livello scolastico ,naturalmente la autrice non dimentica quelli all'aborto e alla determinazione del fine vita per quanti di essi non possono ancora usufruire
PERCHE' OCCORRE UN GENERALE RISVEGLIO DEL MONDO CATTOLICO
Quanto emerge dal confronto delle posizioni espresse dai due contendenti la segreteria nazionale del PD dal cui arco temprale sono escluse le ripercussioni della guerra di invasione russa dell'Ucraina sull'economia mondiale avvenuta dopo la loro pubblicazione a mio modesto avviso c'è quanto basta per comprendere la ragione della affermazione della sfidante ,vice presidente, su Bonaccini presidente della Regione Emilia Romagna, avendo essa intercettato il livello culturale della maggioranza del popolo della sinistra laica e cattolica. Un risultato sconvolgente il risultato della consultazione degli iscritti allo stesso partito prevalentemente appartenenti al sistema delle pubbliche amministrazioni e partecipe dei rapporto pubblioco-privato dai quali il comune elettorato si sente escluso.
Importante è stata la intercettazione della sinistra cattolica partecipe di quelle forme associative un tempo collaterali alla Democrazia Cristiana dalle quali provenne su di essa il”fuoco amico” ora presenti nel movimento delle “sardine” che ha base nei circoli parrocchiali.
Un panorama , quello al quale si rivolge la Schlein ben diverso da quello regionale “enfatizzato” da Bonaccini del quale passa in rivista tutte le eccellenze dei diversi settori, da quello sanitario, scolastico di ogni ordine e grado, economico,artistico, sportivo,di cui rivendica il coordinamento e il sostegno per l'affermazione anche a livello internazionale di una realtà politica ed economica coesa votata a costanti futuri successi..
Al confronto con un Bonaccini circoscritto alla sua dimensione regionale,la Schlein si fa forte di ogni sua esperienza politica per portare anche la dimensione regionale a quella internazionale, europea ed americana per la sua stessa storia familiare.
Preoccupante è la affinità del pensiero politico della Schlein sulla necessità di una transizione di sistema produttivo in funzione delle prospettive climatiche del pianeta che della crisi pandemica avrebbe dovuto cogliere l'occasione di un radicale cambiamento dei consumi in funzione di una eguaglianza sociale col pensiero dell'attuale Magistero della Chiesa cattolica, cambiamento che troverebbe contrarie le forze della conservazione preoccupate del mantenimento dei loro privilegi dimentichi, entrambi, della generale preoccupazione ,lavoratori in testa, del mantenimento del posto di lavoro.
Anche se la Schlein afferma che il cambiamento non può essere improvviso quanto sconcerta è la sua sostanziale condivisione della concezione dell'attuale pontefice che persegue gli stessi intentyi di eguaglianza confidando in una rivoluzione culturale che per la sua radicalità implica una rivoluzione sociale della quale conosciamo con i riferimenti culturali, i disastri delle esperienze di socialismo reale con la sola differenza di vederne partecipe proprio quella componente religiosa che in Italia ad essa si contrappose per non esserne vittima.
Tutto quanto detto ci riporta ai punti di partenza :da una parte un sistema economico in grado di produrre ricchezza ma bisognoso di sostanziali correzioni da conseguirsi attraverso un riformismo del quale siano partecipi tutte le forze sociali,dall'altra una soluzione massimalista che delle crisi coglie l'occasione di un cambiamento radicale difficilmente salterebbe la fase rivoluzionaria, definita fase infantile dalla cultura comunista, .per la assunzione del potere da parte degli oppressi dall'attuale sistema economico.
Per quanto mi riguarda ,per non ripetere quanto precedentemente scritto in proposito richiamo gli interventi precedenti per riaffermare la necessità di un risveglio di coloro che non condividono il sovranismo e il populismo lontani dal solidarismo cristiano e le prospettive rivoluzionarie di una sinistra cattolica che per non creare ostacoli con valori non negoziabili,ha finito per confondere la teologia del popolo nella filosofia della prassi .
L'aspetto più strano dell'attuale situazione è che le prospettive a confronto costituiscano una sorta di ginnastica democratica a copertura di quel terzo livello, quello masso-tecnocrtatico in grado di determinare le posizioni di potere attraverso la distribuzione delle cattedre universitarie, le carriere dirigenziali, le nomine nei gangli vitali dello Stato in tutte le sue ramificazioni che non è finito con la commissione di inchiesta sulla P2 . Ma la Schlein e Boccaccini che non possono non conoscere i livelli che compongono un vero e proprio sistema di potere, di questo non parlano.
27 febbraio 2023
CON LA VITTORIA DEI FUORI SEDE IL POPOLO DELLE SINISTRE HA SOVVERITO IL RISULTATO DELLA CONSULTAZIONER DEGLI ISCRITTI AL PD
La vittoria di Elly Schlein alle primarie per l'elezione del segretario del PD come risposta alla domanda identitaria proveniente dall'astensionismo della maggioranza del potenziale elettorato della sinistra laica e cattolica ,ma soprattutto la sconfitta di Bonaccini acquisisce una dimensione politica che supera certamente quella di un normale confronto fra candidati di uno stesso partito come le dichiarazioni collaborative dello sconfitto presidente della Regione Emilia Romagna di cui la Schlein è membro di giunta da lui prescelta..
In effetti lungo l'intera campagna elettorale si sono confrontate concezioni ben diverse .E' lo stesso Casini, che del sistema Bologna se ne intende, ad intervenire in detto confronto esprimendo la sua preferenza per Bonaccini rispetto alla concorrente Ely Schlein.Dice Casini dal suo libro autobiografico:
<<Conosco entrambi e ne vedo aspetti positivi e negativi dice Casini.<<L'Emilia Romagna ha dato amministratori di grandissima qualità al Nostro Paese. Stefano è uno di questi, pacato, pragmatico, rispettoso di tutti, ha avuto la capacità di resistere all'ondata della destra del primo Salvini e lo ha fatto grazie a un consenso crescente maturato nel mondo imprenditoriale, sindacale, associativo. Il suo è veramente il meglio del riformismo emiliano e di questi tempi, non mi sembra una qualità da banalizzare. ….Elly è spigliata e nuova: con lei certamente il PD solcherebbe strade inedite e probabilmente potrebbe infondere un rinnovato entusiasmo a una base demotivata. Dovrebbe impegnarsi molto però a scongiurare una sorta di deriva radicale di massa che allontani il nucleo degli elettori tradizionali più moderati e a compensare questa perdita con nuovi approdi>>.
La sostanza emersa dalla consultazione del 26 febbraio è che l'elettorato di sinistra fra le due posizioni difficilmente conciliabili ha scelto quella portata avanti da una candidata antitetica a quella “rassicurante” di Bonaccini espressione di un sistema masso-tecnocratico eterodiretto che il popolo delle sinistre scegliendo lei ha chiaramente respinto.
Questo risultato non può non essere motivo di attenta riflessione da parte di tutte le altre forze dell'arco politico per affrontare il problema delle diserzioni dal voto particolarmente di quell'area centrale un tempo rappresentato dalla Democrazia Cristiana divenuta oggetto di contesa di entrambi i principali schieramenti col solo risultato della perdita della identità di partiti al seguito di più o meno improvvisati leader comunque al di fuori del senso storico dell'impegno politico cattolico.
Quanto vale per i partiti vale anche per il Magistero della Chiesa cattolica che assumendo la diretta rappresentanza politica di una Istituzione in crisi(vedi “ La Chiesa brucia” di Andrea Riccardi) non può non valutare coi risultati ottenuti alle recenti regionali le prospettive dell'impegno rivoluzionario di Elly Schlein.
Budrio, 19 febbraio 2023
LA PERDITA DEL SENSO DELL'IMPEGNO POLITICO
IL PERCHE' DI URNE SEMIVUOTE
Mentre gli esponenti dei partiti del Centrodestra commentando i risultati conseguiti dai rispettivi partiti attribuiscono il loro effetto sul consolidamento di una maggioranza di governo destinata a durare l'intera legislatura, e sul versante del centrosinistra si rivendica al PD il ruolo di primo partito di opposizione nella competizione con 5Stelle,il dato più rilevante della tornata elettorale rimane quello delle astensioni dal voto aggirantesi 60%,
Percentuale questa che oltre i partiti, non può non coinvolgere nella analisi tutte quelle forme associative alle quali solitamente veniva riconosciuto un ruolo di orientamento politico di quel consenso che ha finito per essere negato per la insufficiente motivazioni ad esercitare il diritto dovere di recarsi a votare
Nella valutazione del suo risultato lo schieramento di centrodestra coglie anche il giudizio positivo dell'operato del Governo in politica nazionale ed internazionale, sostenuto da una tifoseria passata dalla tutela dei sacri confini della Patria dalle invasioni “barbariche” e della indipendenza dei vincoli europei alla giusta accoglienza dei flussi migratori da concordarsi a livello europeo e al più stretto rispetto dei vincoli di bilancio,a una sorta di affidabilità internazionale dell'attuale governo che anche le più recenti dichiarazioni di Berlusconi sulle origini della invasione ucraina e il distinguo di Salvini sulla ulteriore fornitura di armi alla Resistenza di quel Paese retrocedono l'Italia dal gruppo di testa della Comunità Europea.
Per quanto riguarda il versante di centrosinistra non può essere sottovalutato il fatto che, contrariamente alle tornate elettorali precedenti che lo vedevano più motivato al voto, in quella attuale lo abbia investito quell'assenteismo solitamente attribuibile allo schieramento di centrodestra.
Particolarmente degna di riflessione è la percentuale del 67% dell'astensione dal voto a Roma e il risultato di Demos,emanazione politica della Sant'Egidio (1,2 %), sulla cui fisionomia si è assestata la Chiesa cattolica il cui Magistero della fine della Dermocrazia Cristiana ha colto l'occasione per la assunzione diretta della rappresentanza politica del mondo cattolico.
Per non ripetere quanto del mio pensiero di “vecchio democristiano” espresso i precedenti articoli rintracciabili risalendo il percorso che ha condotto al presente articolo per riaffermare, anche alla luce dei risultati elettorali del Lazio e della Lombardia il fallimento della strategia della sinistra cattolica nell'incontro con la sinistra marxista.
“C'ERA UNA VOLTA LA POLITICA Parla l'ultimo democristiano”.Questo il suggestivo titolo del libro autobiografico del personaggio politico che vanta tutti i record di permanenza parlamentare con una carriera iniziata da giovanissimo deputato della Democrazia Cristiana ora approdata gruppo parlamentare del PD.
Un'opera che non poteva mancare alla mia biblioteca fornita particolarmente dei libri coi quali ho cercato di confrontare le mie opinioni, con quelle provenienti dagli stessi ambienti nei quali è maturata la mia formazione religiosa ed è stato sollecitato un coerente impegno politico. Ma di questo ho ampiamente trattato nel capitolo 5 del sito facebook www.gabrielecantelli.it titolato <<Il fuoco amico>>, al quale ho ho ritenuto opportuno affidare le mie memorie per non disperdere il senso dell'impegno politico di parte cattolica nella DC di Budrio .
Dispersione non dovuta ,come molti credono, alla scomparsa della Democrazia Cristiana dalla scena politica per via giudiziaria ma per la prevalenza postconciliare della sinistra cattolica di riferimento dossettiano, sempre minoritaria nel confronto con linea interclassista di impronta degasperiana, che aveva condotto l'Italia nello schieramento economico e militare nel mondo occidentale .
Concordo con Casini del quale fui partecipe della costituzione del CCD sulla valutazione che il partito azienda di Berlusconi non potesse guidare la rivoluzione liberale prendendo il posto dei partiti della Prima Repubblica ma ad onor del vero non posso non rilevare la strumentalità del suo rifiuto della richiesta di costituire con Forza Italia e Alleanza Nazionale il Partito delle Libertà sua rivendicando al nostro partito la continuità della linea degasperiana alla sua volontà di mantenere il suo ruolo nel sistema prescindendo da quanto si stava determinando nel mondo cattolico di cui descrive la evoluzione con il distacco dello storico, non certamente come parte in causa.
Forse la diserzione dal voto dipende dalla diffusa consapevolezza della perdita di senso dell'impegno politico in una realtà in cui i partiti svolgno il compito di accreditamento della solidità del regime democratico ma ma lo sviluppo urbanistico ,le carriere dirigenziali , le candidature elettorali da sostenere, dipendono da tavoli di concertazione, camere di compensazione, salotti bene, logge massoniche,sacrestie che anticipano le deliberazioni degli Organi Istituzionali. ,
Come Casini partendo dalla Democrazia Cristiana di Bologna ,acceduto giovanissimo al Parlamento con le costosissime campagne elettorali della Prima Repubblica,per essere rieletto al Parlamento avendo potuto sul sostegno del PD con le ultime elezioni politiche sia entrato a far parte del gruppo parlamentare di quel partito , ce lo dice suo libro autobiografico dal quale si evince come lui abbia potuto passare attraverso le diverse epoche della repubblica con la sua abilità di galleggiamento prescindendo dal senso dell'impegno politico di quanti ,militando nel suo stesso partito, come in campo avverso, hanno pagato il prezzo di autentiche testimonianze di fede.
Pertanto è con questa sua esatta dimensione di uomo del sistema Bologna che Casini permette entrare nella competizione per la elezione del nuovo segretario PD esprimendo la sua preferenza per Bonaccini rispetto alla concorrente Ely Schlein.Dice Casini:
<<Conosco entrambi e ne vedo aspetti positivi e negativi dice Casini.<<L'Emilia Romagna ha dato amministratori di grandissima qualità al Nostro Pase. Stefano è uno di questi, pacato, pragmatico, rispettoso di tutti, ha avuto la capacità di resistere all'ondata della destra del primo Salvini e lo ha fatto grazie a un consenso crescente maturato nel mondo imprenditoriale, sindacale, associativo. Il suo è veramente il meglio del riformismo emiliano e di questi tempi, non mi sembra una qualità da banalizzare. ….Ely è spigliata e nuova:con lei certamente il PD solcherebbe strade inedite e probabilmente potrebbe infondere un rinnovato entusiasmo a una base demotivata. Dovrebbe impegnarsi molto però a scongiurare una sorta di deriva radicale di massa che allontani il nucleo degli elettori tradizionali più moderati e a compensare questa perdita con nuovi approdi>>.
Ho riportato alcuni dei passaggi più significativi di Casini non per esprimere un rabbioso sommario giudizio sul cambiamento di fronte di Casini come taluni hanno fatto dandogli del traditore avendo lui cambiato fronte, ma per richiamare tutti, religiosi e laici, a superare il livello delle tifoserie che caratterizzano non i partiti ,ridotti a stupido seguito dei loro leader. per considerare il processo storico che ci ha condotti alla situazione attuale per affrontare una realtà nella quale , come a Campobello di Mazara ,circondata di ovattate omertà.
Per quanto riguarda particolarmente i cattolici, richiamarli a considerare il cambiamento di percorso di un Magistero che ne sollecita l'impegno politico avendo esso stesso deciso di svolgere direttamente il ruolo di rappresentanza politica individuando nella smania di profitto della civiltà dei consumi le responsabilità di inammissibili povertà e distanze sociali senza indicare una alternativa che non sia quella di un collettivismo impedente ogni iniziativa privata.
Dagli articoli che compongono il mio sito facebook pertanto vorrei non venisse tratto il sommario giudizio di nostalgiche memorie di un pesante passato, ma il richiamo a quanti qualificati cattolici sono disattenti alle evoluzioni di un Magistero ecclesiale che ritiene di risolvere fra i tanti problemi della società attuale anche quello della mancanza di vocazioni cambiando sistema economico ,di affrontare le vecchie e nuove povertà svolgendo il ruolo di ospedale da campo ,senza individuare nella mancanza della Fede, della quale essa è custode ed evangelizzatrice,una delle cause fondamentali del loro manifestarsi nelle persone e nell'ambiente,per assumere sempre più la fisionomia di Onlus e di custode museale delle opere d'arte esposte in contenitori nati come luoghi di liturgie purtroppo sempre meno frequentate.
Dice Casini:<<Bologna ha sempre vissuto nella Prima Repubblica una sorta di doppia appartrenenza:Comune,Provincia e Regione,identificatesi in queli anni con il potere delle cooperative rosse,strettamente controllate dal Pci prima e dal Pds poi. Banche, Camere di commercio e Fiera,espressioni derivate del potere centrale e, in generale in realtà produttive ,industriali,commercianti e artigiani connesse alla DC che in Emilia Romagna, svolgeva un ruolo coerente di opposizione. Una sorta di spartizione di aree di influenza che non escludeva momenti di collaborazione utili per realizzare iniziative di sviluppo della città..... La DC appariva come il partito del potere,sordo alle esigenze di rinnovamento, incapace di uscire dalle stanze ovattate della nomenclatura>>.......
<<Ma nella mia realtà,Bologna ,la nomenclatura vera era quella della sinistra, che controllava strettamente le Regioni rosse in un nodo inestricabile di connivenza tra potere politico, cooperative rosse e sindacati,Io vedevo quel potere lì e sentivo quanto fosse importante potere esprimere una testimonianza politica senza sacrificare mai il valore della libertà>>....
E' in detta realtà che lui maturò la decisione di sostenere la nomina a tale carica di Giorgio Guazzaloca, presidente ASCOM impedendo la conferma di Giancarlo Lenzi( uno dei leader della corrente della DC), determinò ul cambiamento di area della di lui famiglia , la elezione nelle liste del Pci della di lui moglie Giulia Castoldi al Senato e, successivamente, di quella della di lui figlia Maria Donata alla provincia di cui sarebbe divenuta assessore e successivamente parlamentare PD alla Camera dei deputati.
Mi ha colpito la sincerità dell’on.Vitali (PCI) che rivelò la mediazione tentata dall’on.Casini verso il PCI perché Giorgio Guazzaloca rimanesse alla Presidenza della Camera di Commercio: in quel caso lo schieramento di opposizioni in consiglio comunale a Bologna avrebbe presentato una candidatura a sindaco certamente meno prestigiosa. Lo schieramento a guida PCI ,ha detto Vitali, era talmente sicuro di mantenere la maggioranza che fece eleggere Sangalli contando sul nuovo meccanismo di nomina che era in grado di controllare.
Fu così che Guazzaloca, a fine mandato di presidenza della Camera di Commercio, avanzò la sua candidatura a sindaco di Bologna. Venne eletto col particolare sostegno di un elettorato trasversale ai diversi schieramenti politici quale quello della base associativa della associazione da lui presieduta che al motto<<migliorare il sistema>> collocava i partiti in un ruolo distanziato. Ma non con Casini e la sua ristretta cerchia di fidati collaboratori-.
Guazzaloca si portò a Palazzo D’Accursio il Direttore dell’associazione nel ruolo di Capo di Gabinetto del Sindaco, e la segretaria della presidenza della sua associazione; Gianluca Gallettii venne nominato assessore al Bilancio e Cristina Marri segretaria provinciale CCD capogruppo consiliare,il segretario di Casini divenne il Direttore ASCOM , un funzionario ASCOM venne nominato dirigente CCD senza essere mai stato iscritto al partito.
La sottovalutazione dello schieramento del sistema che Guazzaloca aveva sostenuto di voler solo migliorare alla tornata elettorale successiva lo portò alla sconfitta. Ma per lui, chiusa una porta si apriva un portone: la nomina nella Autority alla concorrenza ,poi , con le dimissioni dell’Avv.Roversi Monaco ,quella nel Consiglio di amministrazione di Medio Banca-Per il Capo di Gabinetto del sindaco intervenne la nomina a consulente per gli Enti Locali della Camera dei Deputati della quale Casini era presidente.
Per Galletti il Consiglio Regionale, dopo la non elezione alla Camera, la nomina a Sottosegretario e quella di Ministro; per il fido Gianluigi Magri , dimesso dal Senato per la riconta di voti, la nomina a Sottosegretario alle Finanze , poi all’Autority dell’informazione.
Come per Casini il PD , le Fondazioni bancarie sono l'approdo dei politici del sistema del quale Sgarbi, competitore al Collegio unico del senato di Bologna, non ha rappresentato l'alternativa.
A quanto detto si potrebbe obbiettare che comunque a Bologna la gente va ancora a votare. Ma per quanto ancora?
4 gennaio 2023
CONTINUERA' IL CONFRONTO DELLE DIVERSE IMPOSTAZIONI TEOLOGICHE OLTRE LA SCOMPARSA DI PAPA BENEDETTO XVI
LA SACRALITA' DELLA MISSIONE DELLA CHIESA
La rinuncia del card. Ratzinger al pontificato, che per la prima volta nella storia della Chiesa ha visto accanto al successore papa Francesco la figura del papa emerito ,ha comunque messo a confronto le rispettive impostazioni teologiche : quella di Benedetto XVI , supportata dalla cultura umanistica classica europea pone la conversione individuale quale premessa di una azione volta a una maggiore giustizia sociale e quella del successore espressione della cultura latino-americana che del cambiamento dell'attuale ordine sociale fa la condizione essenziale della conversione individuale e del superamento della stessa crisi vocazionale che sta attraversando la Chiesa.
Da una parte quindi abbiamo un umanesimo cristiano il cui riferimento dei conquistadores non ha impedito la tragica esperienza del mercato degli schiavi e dello sfruttamento delle ricchezze dei Paesi colonizzati, dall'altra abbiamo un umanesimo orientato a una una teologia popolare le cui infiltrazione delle dottrine rivoluzionarie ,che hanno caratterizzato le esperienze fallimentari del dirigismo economico comunista , sono state più volte oggetto dell'attenzione del Dicastero per la Dottrina della fede a lungo presieduto dal card Ratzinger durante pontificato di Giovanni PaoloII .
La questione che rimane aperta sul tavolo del confronto delle due impostazioni rimane quella della missione salvifica della Chiesa Cattolica che della conversione individuale fa presupposto di un uno sviluppo o impostato alla giustizia sociale e alla tutela dell'ambiente senza imboccare il percorso inverso,quello all'inseguimento della moltitudine che sulla scia relativista del materialismo delle più diverse provenienze ha finito per trasformare una istituzione religiosa in un' ONLUS fortemente capitalizzata per interventi diretti di ordine politico e sindacale e indiretti attraverso la Sant'Egidio , di trasformare i luoghi di culto in contenitori museali delle opere d'arte ad essa affidati a documentazione di una religiosità in progressiva via di estinzione.
La affluenza alla Basilica di San Pietro in omaggio alla salma ivi esposa e alle successive esequie del papa emerito,superiore ad ogni previsione, non può non costituire motivo di riflessione sulla dimensione spirituale di un pontificato interrotto per la consapevolezza di papa Benedetto XVI della inadeguatezza delle ue forze fisiche dovuta all'età per affrontare i problemi della Chiesa ma non della lucidità del suo pensiero affidato all'ampia pubblicistica che ne testimonia la continuità dell'impegno spirituale fino alla sua compianta dipartita.
Budrio, 28 dicembre 2022
IL SISTEMA MASSOTECNOCRATICO
Papa Francesco rivolgendosi a Corpo diplomatico ricevuto in Vaticano il 10 gennaio gennaio 2022 ha sottolineato con forza: “Si va elaborando un pensiero unico costretto a rinnegare la storia, o peggio ancora a riscriverla in base a categorie contemporanee, mentre ogni situazione storica va interpretata secondo l’ermeneutica dell’epoca”. Sono parole che arrivano al culmine di una denuncia netta del fatto che le agende delle organizzazioni multilaterali, sempre più spesso, sono “dettate da un pensiero che rinnega i fondamentali naturali dell’umanità e le radici culturali che costituiscono l’identità di molti popoli”. È l’attacco alla colonizzazione ideologica che “non lascia spazio alle libertà di espressione e che oggi assume sempre più la forma di quella cancella culture che invade tanti ambiti e istituzioni pubbliche”.
Oltre la condivisione del pensiero di papa Francesco ritengo doveroso riconoscere la presenza di strategie in grado di diffondere tale tipo di pensiero funzionale alla affermazione di un sistema di potere per il quale il pluralismo culturale è da ritenersi di ostacolo.
Lungo una ricerca compiuta in tal senso , mi ha colpito la affermazione di un religioso italiano rilasciata a una rivista francese <<un gran maestro del Grande Oriente d’Italia, negli anni sessanta, diceva che la massoneria avrebbe vinto la partita il giorno in cui tutti avrebbero pensato come i massoni, e cioè quando i valori della massoneria sarebbero diventati il modo di pensare del mondo intero......Oggi, anche quelli che si oppongono a parole alla massoneria, cosa che sono pochi a fare, molto spesso senza saperlo, condividono gli stessi princípi della setta. Essi non si rendono neanche conto di approvare e diffondere nei fatti le idee della massoneria. E’ il segno migliore della vittoria dei fratelli tre puntini”.
Senza volermi addentrare in questioni teologiche del casto preoccupante panorama aperto dall'intera intervista mi limito alle esperienze personali nell'ambito della pubblica amministrazione che mi hanno portato a definire masso-tecnocratico il sistema di potere in grado di condizionare, dall'esterno le scelte del potere politico. A comprovarne l'esistenza basti il contenuto del verbale del Consiglio comunale di Budrio del 27 novembre 2000 ,all’oggetto n.3: “Modifica relazione previsionale e programmatica e del Bilancio Pluriennale 2002-Approvazione variazioni di Bilancio” il Sindaco allora in carica rilasciò la seguente dichiarazione: “ Vorrei aggiungere a proposito del Prg, che stavolta non ricorrerò, come qualcuno ha detto in commissione, a disquisizioni filosofiche per nascondere la realtà: la realtà dei fatti a Budrio è che qualcuno, non tutti i soggetti attuatori, ha pensato che formando intrecci societari di vario genere, si potesse condizionare l’Amministrazione di Budrio ed il suo Consiglio comunale fino al punto da poter cogliere, sul piano degli interventi urbanistici, un’occasione di profitti inusitati. Non so perché tutto questo si sia pensato a Budrio nel giro di questi anni, ma mi sembra evidente che questo tentativo ci sia stato: probabilmente il Consiglio comunale e l’ultima commissione hanno in qualche modo contribuito a sventarlo, ma si può dire che per la prima volta in provincia di Bologna si è cercato di portare in porto un tentativo di condizionamento sul piano urbanistico da cui i privati avrebbero ricavato una quantità di risorse che altrove mai si è verificato.
Questo tentativo lo si è cercato di raggiungere attraverso cordate di vario genere e questa è una cause delle difficoltà incontrate che però si stanno superando relativamente all’attuazione del Prg, Prg senz’altro complesso dal punto di vista della maneggevolezza la quale però è stata fatta diminuire da una volontà speculativa inusitata che qui a Budrio ha cercato di fare le sue prove di realizzazione e di forza. Coloro che hanno partecipato alla commissione consiliare hanno visto anche gli esiti propositivi di tutto questo. Ciò è quanto desideravo dire visto che il Consigliere Cantelli mi ha portato su questo terreno, ciò è quanto ho detto al di fuori di fumisterie di vario genere; il dato duro è che noi, come Consiglio comunale stiamo in questo momento confrontandoci con una volontà speculativa assai forte, che mette in ultimo ordine quel tanto di interesse pubblico che il Prg cercava in qualche modo di portare avanti. Qui c’è stata una specie di prova di forza l’abbiamo accettata con serenità, perché almeno per quanto mi riguarda, non possiamo accettare che il super interesse privato diventi totalmente preponderante rispetto all’interesse pubblico”.
Naturalmente il nostro Gruppo consiliare, per la gravità di tali dichiarazioni che confermavano le notizie in nostro possesso chiese l’inserimento all’ordine del giorno dei lavori consiliari dell’argomento: ”Prg- interesse privato ed interesse pubblico” ma nessun elemento addotto dal Sindaco e dalla sua Maggioranza in quella sede e in tutte le occasioni successive di discussione consigliare di delibere riguardanti il Prg, é stato da noi ritenuto sufficiente a modificare la nostra costante opposizione a linee di programmazione urbanistica a nostro avviso insostenibili sul piano tecnico e politico in quanto viziate all’origine.Il Sindaco Celli comunque bloccò di fatto la attuazione del PRG lasciando al successore Castelli il compito di sbloccarlo.
Per quanto riguarda la potenza del fenomeno più apertamente massonico mi riferisco alla esperienza di consigliere agli Istituti e Officine Rizzoli dove grande fu il contributo del personale delle Officine che forniva assistenza protesica il senatore Rampa relatore della Legge di Riforma Sanitaria nella veste presidente della Commissione parlamentare, cui si deve l'emendamento da lui introdotto per il riconoscimento degli Istituti di ricovero ne cura a carattere scientifico , di quelli esistenti che altrimenti sarebbero stati uniformati ai presidi delle USL-.ai quali si poterono aggiungere gli Istituti Rizzoli , ma non le Officine che ne erano parte del patrimonio.
Importante in proposito fu la conferenza di produzione indetta dal Presidente di allora Colliva nel quale alla posizione elaborata in base ai dati forniti dalla Direzione Sanitaria degli istituti e delle Officine sostenni la tesi del riconoscimento dell'intera realtà del Rizzoli come Istituto di Ricovero e cura a carattere scientifico e delle Officine come Istituto nazionale di protesi,per queste ultime forti della presenza di filiali nel territorio nazionale. I due consiglieri socialisti e il liberale sostennero la proposta da me formulata mentre Il presidente PCI sostenne la posizione contraria del suo partito .
Con il riconoscimento dell'Istituto venne costituito il nuovo Consiglio di amministrazione del quale assunse la presidenza il Prof.Manzoli accreditato DC come pure un'altro medico che con me entrò a farne parte,due PCI,un socialista, un liberale e un socialdemocratico. Io pure entrai a far parte, insieme ai rappresentanti degli altri partiti del consiglio delle Officine. Successivamente allo scorporo delle officine , per la cessione delle azioni venne istituito un tavolo di concertazione formato dai detentori del pacchetto azionario , gli Istituti Rizzoli , il Comune e la Provincia di Bologna che con le rappresentanze sindacali assunsero solenni impegni per la garanzia del posto di lavoro degli oltre settecento dipendenti della sede centrale e del e numerose filiali. Ma col trasferimento del pacchetto azionario al privato acquirente e della sede a Budrio l'unica prospettiva realizzata fu la speculazione edilizia conseguente la trasformazione dell'area industriale di via Santissima Annunziata a Bologna in area residenziale. Per ironia della sorte,pur non facendo parte del consiglio dei Consigli del Rizzoli e delle Officine, come consigliere comunale di opposizione mi trovai a denunciare l'amaro destino delle Officine nella discussione del loro trasferimento a Budrio .
Fu quella la la sera in cui una rappresentanza dei lavoratori della CGIL , con il dirigente sindacale in testa , venne a distribuire i suoi volantini di protesta. Dopo la mia rottura con il presidente prof.Manzoli, dei dipendenti del complesso Rizzoli che con me avevano rapporti di stretta amicizia e collaborazione non ne avevo più visto che l'unico di loro venuto ad abitare a Budrio.
Eppure frequenti erano state le occasioni di incontro con loro anche a casa mia . Fu proprio in uno di detti incontri che venni informato che un primario degli Istituti ,senza smarcare dal servizio andava a giocare a tennis ai Giardini Margherita. Fu così che accertata la presenza del suo cartellino marcato in entrata, fattolo cercare dalla direzione sanitaria e no essendo stato rintracciato, lo portai al posto di polizia interno agli Istituti perché provvedessero in merito. Il primario ,vicino all'età pensionabile, diede le dimissioni e il suo posto venne messo a concorso così fra i partecipanti il mio collega democristiano, , rassegnate le dimissioni da consigliere, partecipò e e vinse il concorso del quale io però non votai la graduatoria mentre tutti gli altri consiglieri la votarono nonostante li avessi avvisati della mia decisione. Per il “vincente” il primariato al Rizzoli fu l'inizio del suo percorso ascensionale nelle istituzioni cittadine. Quando il segretario della DC di allora mi chiese se ci tenessi a rimanere consigliere al Rizzoli io dissi di no. La mia rottura con Manzoli,che aveva in cuor suo la scelta della direzione del Ministero della sanità,segnò a fine della amicizia con tutti coloro che avevano fatto la scelta del potere. Di quel potere fa di ogni Istituzione un trampolino di lancio e di ogni amicizia una conoscenza strumentale al perseguimento degli obbiettivi che i confratelli debbono raggiungere. Queste son le caratteristiche del sistema masso-tecnocratico in cuoi ogni componente sociale laica e religiosa si trova a svolgere più o meno coscientemente il ruolo se non di parte integrante di mera copertura democratica.
19 dicembre 2022
Ansa 19 dicembre 11:40
…..........................
Dall'ANSA delle 11,40 del 19 dicembre:
Il segretario generale si è rivolto al Santo padre "perché, seguendo il suo insegnamento, quello che ha detto e in particolare avendo letto attentamente le sue encicliche Laudato sì e Fratelli tutti, abbiamo trovato una grande consonanza sui problemi, sulle preoccupazioni che oggi travagliano l'umanità e il mondo". "La sua costante ricerca del dialogo tra diversi, l'invito alla fratellanza e del prendersi cura degli altri sono la condizione per realizzare, qui ed ora, quella rivoluzione culturale e quella trasformazione sociale di cui anche noi avvertiamo il bisogno per dare un futuro al nostro pianeta", afferma il leader sindacale.
"Bravo quel ragazzo!", ha risposto Bergoglio, dopo l'indirizzo di saluto del segretario davanti ai 5000 riuniti nella sala, perché secondo il pontefice "Il lavoro costruisce la società, esso è un'esperienza primaria di cittadinanza, in cui trova forma una comunità di destino, frutto dell'impegno e dei talenti di ciascuno. Tale comunità è molto di più della somma delle diverse professionalità, perché ognuno si riconosce nella relazione con gli altri e per gli altri. E così, nella trama ordinaria delle connessioni tra le persone e i progetti economici e politici, si dà vita giorno per giorno al tessuto della "democrazia". "È un tessuto che non si confeziona a tavolino in qualche palazzo, ma con operosità creativa nelle fabbriche, nelle officine, nelle aziende agricole, commerciali, artigianali, nei cantieri, nelle pubbliche amministrazioni, nelle scuole, negli uffici, e così via", ha aggiunto..........
…....................................................
CONVERSIONE DELLA CGIL O RICONVERSIONE DELLA FUNZIONE DELLA CHIESA CATTOLICA DA ISTITUZIONE RELIGIOSA IN ORGANIZZAZIONE POLITICA ?
L'udienza della CGIL disgiunta dalle altre Organizzazioni sindacali , evento storico di grande rilevanza ,conferma il processo in atto nella Chiesa cattolica per l'ampliamento dell'impegno del volontariato di assistenza sociale principalmente svolto dalla Sant'Egidio in impegno politico per il raggiungimento di un nuovo ordine economico.
Questo il significato dell'incontro in sala Nervi del papa con la CGIL che rappresenta la maggiore associazione sindacale dei lavoratori italiani di tradizione marxista che conferma il protagonismo politico dell'attuale Magistero sulla posizione della sinistra cattolica che , nella concezione di Dossetti a Bologna ebbe la sua più autorevole espressione, della conclusione della esperienza della Democrazia Cristiana , colse l'occasione per realizzare l'incontro con la sinistra marxista.
Dal resoconto dell'o storico incontro parrebbe essere stato compiuto un passo ulteriore della strategia dell'incontro che privilegia la dimensione temporale della Chiesa rispetto alla funzione
spirituale , dimensione alla quale d'altronde si è strettamente attenuto il conferimento della cittadinanza bolognese al cardinale Zuppi. Attuale presidente della CEI.
IL CARDINALE GIACOMO BIFFI E LA TEOLOGIA DI DOSSETTI
Alla fine di ottobre del 1991 Dossetti mi ha cortesemente portato da leggere il discorso che gli avevo commissionato per il centenario della nascita di Lercaro. “Lo esamini, lo modifichi, aggiunga, tolga con libertà”, mi ha detto. Ed era certamente sincero: in quel momento parlava l’uomo di Dio e il presbitero fedele.
Purtroppo, qualcosa che non andava ho effettivamente trovato. Ed era l’idea, presentata da Dossetti con favore, che, come Gesù è il Salvatore dei cristiani, così la Torah, la legge mosaica, è anche attualmente la strada alla salvezza per gli ebrei. L’asserzione era mutuata da un autore tedesco contemporaneo, ed era cara a Dossetti probabilmente perché ne intravedeva l’utilità ai fini del dialogo ebraico-cristiano.
Ma come primo responsabile dell’ortodossia nella mia Chiesa, non avrei mai potuto accettare che si mettesse in dubbio la verità rivelata che Gesù Cristo è l’unico Salvatore di tutti. […]
“Don Giuseppe, – gli dissi – ma non ha mai letto le pagine di san Paolo e la narrazione degli Atti degli Apostoli? Non le pare che nella prima comunità cristiana il problema fosse addirittura quello contrario? In quei giorni era indubbio e pacifico che Gesù fosse il Redentore degli ebrei; si discuteva caso mai se anche i gentili potessero essere pienamente raggiunti dalla sua azione salvifica”.
Basterebbe tra l’altro – mi dicevo tra me – non dimenticare una piccola frase della lettera ai Romani, là dove dice che il Vangelo di Cristo “è potenza di Dio per la salvezza di chiunque crede, del giudeo prima e poi del greco” (cfr. Rm 1, 16).
Dossetti non era solito rinunciare a nessuno dei suoi convincimenti. Qui alla fine cedette davanti alla mia avvertenza che, nel caso, l’avrei interrotto e pubblicamente contraddetto; e accondiscese a pronunciare questa sola espressione: “Non pare che sia conforme al pensiero di san Paolo dire che la strada della salvezza per i cristiani è Cristo, e per gli ebrei è la Legge mosaica”. Non c’era più niente di errato in questa frase, e non ho mosso obiezioni, anche se ciò che avrei preferito sarebbe stato di non accennare nemmeno a un parere teologicamente tanto aberrante.
Questo “incidente” mi ha fatto molto riflettere e l’ho giudicato sùbito di un’estrema gravità, pur se non ne ho parlato allora con nessuno. Ogni alterazione della cristologia fatalmente compromette tutta la prospettiva nella “sacra doctrina”. In un uomo di fede e di sincera vita religiosa, come don Dossetti, era verosimile che l’abbaglio fosse conseguenza di una ambigua e inesatta impostazione metodologica generale.
DUE TRAGUARDI,UNA SOLA TENSIONE
“C’era in Dossetti il monaco nel politico, e il politico nel monaco”. Questa breve espressione, enunciata dal professor Achille Ardigò che gli è stato per diverso tempo vicino e ha collaborato con lui, coglie con rapida sintesi una personalità singolare e complessa.
Chi ne ha studiato la lunga e multiforme vicenda non può non riconoscere la validità e la pertinenza di tali parole. […] La coesistenza, se non l’identificazione dei due traguardi – quello “politico” e quello “teologico” –, inseguiti da lui simultaneamente e col medesimo impegno, è all’origine di qualche incresciosa confusione metodologica. Dossetti proponeva le sue intuizioni politiche con la stessa intransigenza del teologo che deve difendere le verità divine; ed elaborava le sue prospettive teologiche mirando a finalità “politiche”, sia pure di “politica ecclesiastica”.
E qui c’è anche il limite intrinseco del suo pensiero e del suo insegnamento. Perché la teologia autentica è essenzialmente contemplazione gratuita e ammirata del disegno concepito dal Padre prima di tutti i secoli per la nostra salvezza e per il nostro vero bene; e solo in quel disegno si trovano e vanno esplorate le luci e gli impulsi che potranno davvero giovare alla Sposa del Signore Gesù, che è pellegrina nella storia............
da Giacomo Biffi, “Memorie”, seconda edizione, pp. 485-493
COME CI SI ALLONTANA DA CRISTO SENZA ACCORGERSENE
“Solidarietà, pace, natura, dialogo possono diventare nel non cristiano le occasioni concrete di un approccio iniziale e informale a Cristo e al suo mistero. Ma se nella sua attenzione essi si assolutizzano, fino a svellersi del tutto dalla loro oggettiva radice o, peggio, fino a contrapporsi all’annuncio del fatto salvifico, allora diventano istigazioni all’idolatria e a ostacoli sulla strada della salvezza. Allo stesso modo,nel cristiano, questi stessi valori, solidarietà, pace, natura, dialogo-possono offrire preziosi impulsi all’inveramento di una totale appassionata vicinanza a Gesù signore dell’universo e della storia; è il caso per esempio di San Francesco di Assisi. Ma se il cristiano per amore di apertura al mondo e di buon vicinato con tutti ,quasi senza avvedersene stempera sostanzialmente il fatto salvifico nella esaltazione e nel conseguimento di questi traguardi secondari, allora egli si preclude la connessione personale col Figlio di Dio crocifisso e risorto, consuma a poco a poco il peccato di apostasia, si ritrova alla fine dalla parte dell’Anticristo”.
Giacomo Biffi sull'Anticristo dalla profezia di Soloviev
18 novembre 2022
“ ESTERNO NOTTE”
Questo il titolo dell'opera cinematografica di Marco Bellocchio presentata recentemente a Cannes il cui senso è affidato alla critica di esperti di ogni particolare componente sociale della ricostruzione storica. .Trattandosi della ricostruzione di un'epoca definita la più buia della storia della nostra repubblica, oltre la aderenza interpretativa dei personaggi in essa coinvolti, le diverse sfumature e psicologie che ne offrono le diverse connotazioni , l'impegno di Bellocchio soprattutto va rapportata al pubblico cui esso è rivolto specialmente fatto di giovani in quanto per ovvi motivi i sopravvissuti alla vicenda conclusasi con il sacrificio di Aldo Moro non possono avvalersi della testimonianza diretta di chi ne furono partecipi dirette e non le comparse di una “fiction”.
Sacrificio o assassinio? Questo è il dilemma di fronte alla quale lo spettatore viene sapientemente condotto dell'epoca conclusa con la fine dello statista, di cui si finge la resurrezione solo per consentirgli di esprimere al suo partito, la Democrazia Cristiana, tutto il suo risentito disprezzo per non aver aderito alla pretesa delle BR di una trattativa dello Stato con le BR di che lo avrebbe salvato da morte certa facendo di lui il capro espiatorio del sistema politico ed economico dei cui la intera classe politica era corresponsabile.
Mentre lasciamo allo spettatore il giudizio sul buon gusto del doppio epilogo di una vicenda che segnò profondamente la vita di chi aveva le responsabilità istituzionali di cambiarne la conclusione, e a chi avendo vissuto quell'epoca, è tenuto a ricomporre nella propria mente avvenimenti pubblicati dagli organi di informazione con i diversi frammenti di verità appresi nei rapporti privati coi protagonisti dell'epoca ,la questione che si pone è che nessuno di essi è in grado di testimoniare il ruolo avuto in essa essendo mancati ai vivi per ragioni di età.
Non Andreotti accresciuto nel ruolo di “Belzebù” della politica italiana essendogli riconosciuta dalla vedova Moro una posizione dominante capacità decisionale della DC, non Zaccagnini imputato di esserne misero succube, non Cossiga cui è ricordato il suo gesto nelle dimissioni dal Ministero degli Interni che aveva mancato alla necessaria sicurezza di Aldo Moro, che avrebbe superato la fase depressiva nel ruolo di Presidente della Repubblica per assumere quello picconatore contro il suo partito.
Senza nulla togliere all'autore dell'opera cinematografica del suo intento di rivolgersi con la rievocazione dei fatti alla coscienza di ogni spettatore ,come vecchio democristiano non posso non mettere in relazione l'opera informativa di Bellocchio con quella informativa che ebbero i processi mediaticamente trasmessi che videro la Democrazia Cristiana sul banco degli imputati alla mercé del pubblico ministero i cui scopi andavano ben l'oltre l'occasione del confronto con le capacità oratorie e culturali della difesa in quanto l'obbiettivo di allora pare lo stesso di oggi il sistema politico del quale alla Democrazia Cristiana depositaria della maggioranza relativa dei consensi elettorali , venne riconosciuta la forza politica più responsabile del sistema corruttivo di allora..
A quella responsabilità circostanziata dai processi mediatici di”mani pulite”, la pregevole opera di Bellocchio aggiunge quella della classe dirigente democristiana di aver assistito impavida alla emissione e alla esecuzione della sentenza nei confronti del suo Presidente per non aver voluto riconoscersi responsabile delle imputazioni per le quali solo Moro avrebbe dovuto pagare.
“Cui prodest “ la contestualizzazione degli avvenimenti di quella unanimemente definita l'epoca più bui della storia della repubblica italiana, i 53 giorni che separarono il sacrificio di Aldo Moro da quello della sua scorta con i comportamenti dei quali vengono imputate le responsabilità personali dei singoli attori senza un loro collegamento con quello delle Istituzioni repubblicane, delle diverse forze politiche e sociali in rappresentanza dell'opinione pubblica?
Era opinione pubblica quella espressa ,il giorno successivo al rapimento di Aldo Moro dalla sfilata sotto le finestre dalla nostra sede di via San Gervasio a Bologna allo slogan:<<Non c'è partito , non c'è ideologia, tutti uniti per la democrazia>>?
Alla manifestazione tenuta in piazza Maggiore il giorno successivo alla morte del grande statista democristiano, all'esordio dell'oratore ufficiale: amici, compagni, lavoratori-hanno assassinato l'onorevole Moro!>> una popolana di mezza età, dalla prima fila del crescentone non poté contenere la sua commozione se non con un<<i àn fàt bàn, i avèvan da cupèr ànc tot qui ch'i an sàmper dè al vàud>>.
Senza voler attribuire al caso la esclusiva che vuole la madre degli ignoranti sempre incinta, credo che in quella frase sia racchiuso il vero senso dello spartiacque fra l' assassinio e la sentenza di morte per il cui confine prevalsero le ragioni dello Stato su quelle delle Brigate Rosse che dalla trattativa avrebbero voluto la loro legittimazione politica.
Alla fine della terza puntata della ripartizione di cinque ore e mezza dell'intero film ,la RAI ha trasmesso un documentario sulla vita di Nilde Jotti esempio di militante politica del suo partito, unanimemente riconosciuta come corretta ed intelligente rappresentante delle istituzioni ,particolarmente come prima presidente della Camera dei deputati.
Ritenendo si sia trattato di una coincidenza non voluta in quanto il sistema corruttivo imputato alla Democrazia Cristiana e ai suoi alleati ha dimostrato di saper sopravvivere senza distinzione di schieramento credo che spetti ad ognuno, senza distinzione di appartenenza, dare con la propria partecipazione attiva, rendere giustizia al sacrificio di Aldo Moro .Particolarmente interessati ad una sincera analisi anche sulla fine della Democrazia Cristiana dovrebbero sentirsi quanti ,religiosi e laici, ritennero la fine della Democrazia Cristiana un evento liberatorio da un ostacolo sul percorso dell'incontro delle sinistre dai più diversi riferimenti ideali per ritrovarsi tutti,chi più chi meno, alla conquista dello spazio politico di centro che fu del partito di De Gasperi.
Nell'analisi delle cause e delle conseguenze della fine dell'unità politica dei cattolici non può certamente dichiararsi estranea la Chiesa cattolica che della fine dell'esperienza democristiana fece la ragione di un diretto impegno politico ritirando qualsiasi ipotetica delega a terzi per la difesa dei valori un tempo dichiarati non negoziabili. Con quali risultati ?
26 ottobre 2022
Albero Girotti
A proposito di morti in mare, non devi rivolgerti a Salvini, ma a Bergoglio!
La fede ce l'ho messa tutta dicendo che quello di Giorgia Meloni è un bel discorso, completo in quanto riguarda l'intera legislatura. Il problema si colloca tutto nelle misure che il nuovo Governo dovrà che adottare che dovranno essere commisurate oltre oltre che alla volontà politica alle disponibilità di bilancio legate alla politica fiscale. Le distanze politiche si presenteranno principalmente passando dalle parole ai fatti. Magari la colpa dei morti in mare fosse del Papa, come vuole sostenere Girotti, e non dalla miseria dalla quale i poveri vogliono uscire per la legge dei vasi comunicanti quando essi, attraverso i mezzi di informazione ,vedono la differenza di tenore di vita dei popoli sviluppati rispetto alle loro ed affamati affrontano spesso viaggi della speranza che durano anni, quando non muoiono prima. Per quando riguarda noi italiani, si tratta di affrontare il problema del calo demografico e della non disponibilità di forze lavoro a svolgere lavori per i quali si lamenta la mancanza di mano d'opera. Qui sì che si può chiamare in causa papa Bergoglio quando con le encicliche denuncia le conseguenze del sistema economico sull'ambiente senza individuare il tipo di economia alternativa se non denunciando quella del profitto basato sul consumismo e dalle leggi di mercato fuori controllo politico mentre , dall'associazionismo cattolico, che per le benemerite iniziative caritative continuano a pervenire le disponibilità dell'attuale sistema economico, provengono speranzosi generici richiami a una rivoluzione culturale che, stando all'esempio di quella di Mao , possiamo immaginare da chi e come verrebbe gestita. Tutto quanto detto, a mio modesto avviso ,dovrebbe riportare il mondo cattolico al quale anch'io mi onoro di appartenere, ad affrontare l'irrisolto problema della scelta fra sistema liberal democratico e sistemi autoritari le cui esperienze di socialismo reale sono state tutte fallimentari. La stessa attuale economia comunista cinese si mantiene contando sulle economie di mercato del mondo occidentale, non certamente sulle potenzialità economiche del regime oligarchico russo. Quello che tutti dovremmo fare è militare in partiti partecipativi e non in festevoli organizzazioni per il culto dei leader per affrontare gli urgenti problemi che permangono per la incapacità di uscire dai limiti delle attuali rappresentazioni democratiche. Ma fare politica attiva indipendente costa tempo e danaro e , purtroppo non tutti gli amici ed avversari da me conosciuti durante la loro esperienza hanno sempre dimostrato di volerne pagare pagare il prezzo
Gabriele Cantelli, il discorso si fa troppo lungo, mi limito a confermare che troppe sono le responsabilità di Bergoglio nelle tristi vicende contemporanee, non esclusa la situazione dell'Ucraina, visto il sostegno da lui dato ai depravati guerrafondai USA.
leggo nel commento di Cantelli: "riportare il mondo cattolico al quale anch'io mi onoro di appartenere, ad affrontare l'irrisolto problema della scelta fra sistema liberaldemocratico e sistemi autoritari le cui esperienze di socialismo reale sono state tutte fallimentari." Ma è proprio quello il problema, la scelta non deve essere fra il modello liberaldemocratico (o consumistico) e il modello autoritario. Occorre trovare un modello che sia la terza via, dove le persone siano considerate come persone, non come soggetti/oggetti del consumismo
sulla ricerca di una alternati al sistema di mercato attualmente fuori controllo e quello super controllato dei sistemi a socialismo reale ci debba essere una scelta alternativa che contrasti la cultura dello scarto senza perseguire quella strana soluzione catto-comunista di cui evidenti sono le operazioni di corteggiamento in atto,
MOLTO OLTRE LA NOVITA' DI GENERE
GIORGIA MELONI PRIMA DONNA ALLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO
Col giuramento del nuovo governo e il passaggio della campanella da Draghi a Giorgia Meloni si è compiuto il percorso al quale tutti Italia ,chi più chi meno direttamente , abbiamo contribuito.
Come avrai potuto constatare visitando il mio sito, se ne hai avuto tempo e voglia, il mio impegno politico , coerentemente con la formazione religiosa nell'Azione Cattolica dei tempi epici nelle nostre zone in cui si respirava l'atmosfera del concreto pericolo comunista, con lo stesso spirito è continuato successivamente alla fine operativa della Democrazia Cristiana riscontrando la assoluta chiusura culturale di matrice post conciliare che dell'attuale pontificato ha fatto un un punto di attracco di quel modernismo che nel passato aveva trovato le ragioni della dura opposizione nelle encicliche dei predecessori Pio X e Leone XIII .
Chi ha proseguito un percorso nel quale chiare e a lungo sono state le coordinate religiose e culturali che hanno accompagnato i protagonisti della ricostruzione del Paese dal disastro conseguente la seconda guerra mondiale, ha vissuto il progressivo svuotamento del senso della presenza del nostro partito nel nostro Paese non solo nelle ragioni di appiattimento nel potere ma per una concezione di una religione non rivelata se non dal divino che è nell'uomo.
Un capovolgimento che con la auspicata fine della presenza politica del centro democratico cristiano ha favorito il successo di partiti che non avendo fatto parte dell'arco costituzionale del 1946 sul piano politico hanno rafforzato la tesi della Democrazia Cristiana accidente storico sul confronto delle due principali forze a confronto nella guerra civile europea,quella fascista e quella comunista, trovando una strana affinità , sul piano religioso, con la posizione della sinistra cattolica che nell'interclassismo della Democrazia Cristiana di De Gasperi aveva trovato l'ostacolo principale sul percorso al “naturale”incontro con la sinistra marxista.
Per gli accadimenti di questi giorni che hanno decretato la fine della parabola “berlusconiana”per motivi di salute , ritengo sia venuto il momento di uscire dalle dimensioni organizzative che ci siamo creati post D.C per contribuire ad un aperto confronto che non preservi alcun ambito del mondo cattolico per una verifica delle prospettive dell'attuale scenario politico che,con o senza la fiamma nel simbolo, incontestabilmente vede il successo di Giorgia Meloni con Fratelli d'Italia diretta discendente del M.S.I
In questo nuovo scenario politico è assolutamente prevedibile il potenziamento del ruolo di quelle realtà culturali ed economiche in cui è avvertibile la convergenza del potere religioso con con gli altri poteri politici ed economici che non si riconoscono o non hanno bisogno di riconoscersi nella attuale maggioranza di governo, poteri e dimensioni che passano indifferentemente dalle sacrestie alle logge,dai pranzi delle organizzazioni caritative in soccorso delle vittime della esclusione sociale alle cene di quell'associazionismo dove l'ammissione avviene sulla base dei successi personali per una pastorale coerente con l'insegnamento della pagina evangelica della cena a casa di Zaccheo.
In questo quadro ,a mio modesto avviso, è venuto il momento di chiederci se e come sia ancora necessaria una nostra iniziativa di orientamento democratico cristiano aderente al PPE alternativa alla concezione rivoluzionaria dell'attuale pontificato e al al Terzo Polo contendente al PD ,anche a livello europeo , il ruolo di partito socialdemocratico.
Certamente è questo il momento di allargare gli orizzonti oltre i timori di un cambiamento di epoca in politica interna, per impedire che un risorgente nazionalismo ,che mal sopporta i limiti di gestione dei bilanci dei singoli stati dell'Unione europea e le conseguenze delle misure economiche e militari adottate per ritorsione all'invasione dell'Ucraina, distolga il sistema democratico dalla necessaria attenzione alle concrete minacce di un ridestato imperialismo russo di Putin e cinese di Xi Jinping cresciuti nell'esperienza liberticida dei sistemi comunisti.
23/10/2022
Gabriele Cantelli
UN DISCORSO BELLO E COMPLETO
Alle forze che compongono la maggioranza il nuovo governo e al contributo critico di quelle di opposizione compete il compite dare concretezza ai buoni propositi enunciati. per un cambiamento dal cui stile da cui dipende la credibilità della inequivocabile assunzione di distanza culturale dal fascismo sul cui possibile ritorno è stata impostata la campagna elettorale di quella sinistra ideologicamente responsabile,per la sua parte politica, dei drammi del comunismo del XX secolo. Per non rientrare nella accusa di sovranismo nazionale di derivazione coloniale l'annuncio di un piano Mattei per l'aiuto ai Paesi dai quali provengono i flussi migratori dalle aree del sottosviluppo non può non essere concordato e gestito a livello europeo , come la distinzione dai profughi dalle aree di guerra essenziale condizione di discrimine per la doverosa accoglienza non può essere stabilita in alto mare dalla Marina Militare prescindendo da tutte le norme di soccorso internazionale. Altrimenti con quello che per completezza vuole essere il progetto di un vero e proprio cambiamento di epoca ci riporterà alla chiusura dei porti prescindendo dal numero dei morti in mare, tanto cara a Salvini che su essa giocò la fortuna elettorale che forse spera di poter ricostituire . Per quanto riguarda la politica estera sulla questione Ucraina da Giorgia Meloni è stata confermata la linea del governo Draghi,linea che avendo ricevuto dai banchi dall'opposizione di Fratelli d'Italia una adesione più convinta che dalle altre forze del centrodestra rende particolarmente attese le dichiarazioni di voto dei capi gruppo della Lega e di Forza Italia .
Budrio, 28 settembre 2022
LA VITTORIA DI GIORGIA MELONI
Il giudizio complessivo della sfida centrodestra-centrosinistra si conclude con la vittoria di Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni su l PD di Enrico Letta e chi ,come me, votando il Terzo Polo ha inteso sottrarsi alla competizione fra Salvini e Meloni nel centrodestra, ha mancato l'obiettivo di raggiungere almeno il 10% ritenuto determinante per la formazione della maggioranza di governo alternativa a quella conseguita contando sull'attuale sistema elettorale.
Questo è il quadro uscito dalla consultazione di ieri che proprio per l'inequivocabile risultato richiede, a mio modesto avviso una profonda meditazione sulle ragioni per le quali, nell'area populista parte dell'elettorato ha scelto il Movimento 5 Stelle invece che Di Maio, la Meloni invece di Salvini in quanto ritenuti maggiormente interpreti delle sofferenze della crisi economica conseguente la pandemia e delle ripercussioni delle sanzioni sulla lievitazione di prezzi energetici, sulle materie prime e sui generi alimentari rispetto al governo dei responsabili a guida Draghi.
Per quanto mi riguarda non ho nulla da correggere rispetto al percorso espresso nel mio sito www.gabrielecantelli.it che mi ha portato ad aderire all'iniziativa di Calenda e Renzi pur non appartenenti alla mia area di centro di riferimento PPE.
Una posizione decisamente Europeista e Atlantista che mi ha visto certamente più vicino a quanti in politica internazionale hanno sostenuto senza se e senza ma la resistenza del popolo ucraino differenziandosi dalle giustificazioni di Berlusconi sulle ragioni dell'invasione della Russia di Putin e dalla solidarietà di Fratelli d'Italia e della Lega ai Paesi che si oppongono a risoluzioni sull'approvvigionamento energetico che richiedono l'unanimità del Parlamento Europeo .
Si tratta di una situazione complessa quella che debbono affrontare i delusi del risultato senza la semplificazione e la superficialità abituale nel PD che la vorrà lenire il dolore della sconfitta con la sostituzione del Segretario Letta come ha fatto per i predecessori, casomai con un Bonaccini vincente che, per chi conosca la realtà emiliano-romagnola , non rappresenta la volontà della base bolognese ma quel sistema bolognese che nemmeno il centrodestra ha mai voluto affrontare perché tutti i partiti, chi più, chi meno, ne sono partecipi, risparmiando i santuari del potere economico e finanziario, quel sistema che nemmeno Guazzaloca volle toccare adottando il motto” migliorare il sistema” perché è lo stesso che ha appena garantito ,anche se per stretta misura, la vittoria di Casini su uno Sgarbi” stranamente più moderato del solito.
Ognuno pertanto si assuma le proprie responsabilità, di area laica o cattolica esso sia, per distinguere le ragioni del potere da quelle delle autentiche testimonianze di coloro che lo hanno contrastato facendo la guerra mentre ad altri livelli si dividevano ,da buoni fratelli, le rispettive aree di influenza.; chiedendoci casomai il perché la Democrazia Cristiana sia stata considerata dai vertici della sinistra cattolica un incidente storico sul percorso verso l'indilazionabile incontro con la sinistra marxista per poi vedere entrambe le componenti convergere nel ruolo di base di un sistema masso-tecnocratico eterodiretto.
La mia critica non preserva certamente le restanti componenti della diaspora democristiana, quell'area di centro frantumata nelle più diverse sigle che hanno ritenuto di appoggiare Forza Italia o la lista dei moderati ,preoccupati più della propria visibilità che di quanto si sta determinando in campo politico e in campo religioso come conseguenza della perdita di comuni ideali, come non preserva chi ha sostenuto, come me, l'iniziativa del Terzo Polo.
Quanto si verificherà di qui alla costituzione del nuovi Governo possa costituire l'occasione di un confronto non di reduci schiavi del proprio passato ma di attivisti per la progettualità e la difesa del bene comune dagli obbiettivi di un progressismo radicale senza limiti etici e morali attraverso la costruzione di una nuova area liberal democratica di centro .
Gabriele Cantelli
22 settembre 2022
DRAGHI ALL'ONU
Mentre si attendeva il discorso di Putin il presidente Draghi ,insignito del riconoscimento di miglior premier di livello internazionale ha effettuato il suo intervento all'Assemblea dell'Onu: Stare con Kiev, ha sottolineato il premier nel suo intervento, era l'unica scelta possibile. E ora che sul campo l'esercito ucraino ha conquistato un "vantaggio strategico importante", anche se l'esito resta "imprevedibile", non bisogna desistere dalla ricerca delle condizioni per la pace. E di intese, come quella sul grano, che portino a una "demilitarizzazione" dell'area di Zaporizhzhia, per scongiurare una "catastrofe nucleare". L'avanzata di Kiev, ha rivendicato il premier, è stata possibile "anche grazie alla nostra assistenza militare". D'altronde una invasione "pianificata per mesi e su più fronti" non si può fermare "solo a parole". Ma va contrastata con il sostegno economico, umanitario e militare all'Ucraina e con le sanzioni che hanno avuto "un effetto dirompente sulla macchina bellica russa", ha fiaccato l'azione di Mosca, che "con un'economia più debole" farà più fatica a "reagire alle sconfitte che si accumulano sul campo di battaglia".
Questo il discorso tenuto da Mosca dal presidente Putin :
Non è un bluff”.La minaccia nucleare di Putin.
Il discorso del presidente alla nazione ”Mobilitazione parziale della Russia: Il monito all'Europa e agli Stati Uniti sull'uso dell'arsenale atomico. Il ministro della difesa Shoigu. Siamo in guerra contro tutto l'Occidente
L'ANNUNCIO DI UN PUTIN MORALMENTE SCONFITTO
L'annuncio dato da Putin rivela la sua disperazione per lo sconvolgimento dei suoi piani di annessione dell intero Paese invaso per la resistenza del popolo ucraino sostenuto dall'occidente. Rivela soprattutto la confusione di un uomo moralmente già sconfitto pronto a ricorrere alla potenza nucleare per modificare il corso della storia della Russia che lui ha condotto in guerra parlando di operazione speciale. Quanto si sta delineando rafforza la necessità di compattezza delle alleanze interne ed internazionali nel riconoscimento dei ruoli dell'aggressore e dell'aggredito per il perseguimento di una soluzione diplomatica che Putin sta rendendo sempre più difficile.
Anche alla luce di questi avvenimenti ritengo coerente la scelta di voto pubblicata in questo sito il 3 settembre 2022
21 settembre 2022
PD la verso la nomina di senatore a vita
LA CONFERMA DI CASINI
AL COLLEGIO UNINOMINALE DEL SENATO
DI BOLOGNA
Svegliati Bologna ,difendi il tuo passato
da chi non lo ha vissuto o lo ha dimenticato
dalla attual pretesa di Renzi ,Letta, Casini
di cancellar la storia di guelfi e ghibellini,
prime espressioni di una società plurale,
per far della Quaresima un brutto carnevale .
Risveglia in noi tutti l’antica tradizione
d’impegno popolare , la partecipazione
necessaria per vincere l’insano tentativo
di trasformare te, officina dell’Ulivo,
in scuola interdisciplinare di masso- tecnocrazia
per il superamento della democrazia .
Naturale è stato che nel piano progressista
Bologna ,già capitale dell’occidente comunista,
per confermato impegno del grande capitale
divenisse il centro dell'avvio sperimentale
della più remota conduzione dall’esterno
di partiti, enti , Istituzioni di governo.
Non più emolumenti e gettoni di presenza
perché a governare basterà la scienza
di un ridotto numero di illustri “ indipendenti”
(per titoli accademici privi di concorrenti)
illuminata espressione di una spenta società
che guida dall’esterno la propria libertà.
Gabriele Cantelli
Budrio, 3 settembre 2022
A CHI IL MIO VOTO DI CENTRO
La presentazione di DemoS emanazione della Comunità di Sant'Egidio alle recenti amministrative, da parte cioè di una associazione cattolica volta all'assistenza degli ultimi a trovare percorsi di pace nel mondo e la dichiarazione del suo antifascismo e non anche dell'anticomunismo per giustificare la sua decisa scelta di campo a sinistra mi ha portato a evidenziare nel sito al quale ho affidato le mie esperienze di democratico cristiano, sotto il titolo:<< Perchè si può essere Demos e cristiani e non essere democristiani>>, la profonda differenza del nuovo soggetto politico (che non vedo presente alle politiche) rispetto a quello che fu il partito del centrismo degasperiano, la D.C dichiaratamente interclassista, solidarista, anticomunista per le stesse ragioni del suo antifascismo, chiaramente perché il catto-comunismo rientra nella rivoluzione culturale invocata da qualificati settori della sinistra cattolica .
A questa differenza di valutazione della libertà in una prospettiva di destra o di sinistra col mio sito www.gabrielecantelli.it richiamo l’ attenzione dei lettori, osservazione che ritengo importante in questa tornata elettorale che vede la preoccupazione della presenza della fiamma tricolore del M.S.I nel simbolo di Fratelli d'Italia mentre assolutamente indisturbato passa il simbolo falce e martello nel DNA dei propri compagni di cordata.
Degna di particolare nota é la conferma di un posto dell'uninominale del Senato a Bologna da parte di un PD a un Casini pronto a tutto pur di ritornare in Parlamento.
A comprovare il mio ripetuto invito alle componenti cattoliche dei diversi schieramenti a un diverso spessore del confronto politico rimangono i temi trattati nel mio sopra indicato fra i quali l' impegno alla accoglienza dei flussi dei profughi nel quadro di uno sviluppo economico necessario a garantirne la integrazione sociale necessaria a superare la crisi di natalità nazionale ,questione oggetto di baratto con la permanenza della sinistra cattolica in una alleanza progressista dominata dalla cultura radicale per lo scardinamento della famiglia tradizionale e l'inquadramento del suicidio assistito fra i diritti civili .
Una posizione quella espressa sull'accoglienza che chiaramente contrasta con la strumentalizzazione del fenomeno migratorio propagandato dalla Lega di Salvini come una invasione fuori controllo, e come un pericolo per la sovranità nazionale da scongiurare con l'opposizione allo jus soli , con una formazione culturale allargata all'intera durata della scuola dell'obbligo da impedire secondo la Meloni con il blocco navale ritenuto assolutamente illegittimo dalla normativa internazionale.
Altra questione indefettibile particolarmente a livello di Comunità, quella del superamento dell'unanimismo nelle votazioni assembleari che stanno bloccandola possibilità di trattative comunitarie sui prezzi delle forniture energetiche ,la costituzione di un esercito europeo , la ripartizione dei flussi migratori.
Se nella politica internazionale il rafforzamento della Nato con l'incremento delle spese militari dei singoli membri costituisce un chiaro segnale di fermezza alle tentazioni espansive della Russia di Putin, i tentennamenti di Salvini e di Berlusconi non fanno che pregiudicarne la affidabilità già messa a dura prova dalla divisione fra chi era parte della maggioranza di Governo e chi all'opposizione prima di rendersi complici di 5 Stelle nella bravata di farlo cadere.
In questo quadro non me la sento di partecipare anche indirettamente col mio voto di centro alla sfida fra Salvini e la Meloni per la Presidenza del Consiglio in quanto auspico che dalle prossime elezioni politiche scaturisca una maggioranza che confermi gli impegni assunti dal governo Draghi senza che ne vengano rimesse in discussione le decisioni già assunte in politica interna e internazionale .
In attesa che i diversi spezzoni del centro cattolico vogliano dimostrare la sensibilità religiosa , il livello culturale e la volontà di riunirsi per discutere le avventurose prospettive perseguite da una sinistra cattolica alla deriva di un progressismo senza limiti etici e morali, ritengo il voto al terzo polo coerente con la mia analisi della attuale situazione politica .
Gabriele Cantelli
Budrio, 12 luglio 2022
POSSIBILI COLPI DI SOLE SULLE FORZE DI GOVERNO
Il governo è a rischio per le 9 condizioni poste da Conte al presidente Draghi per la permanenza di 5 Stelle nella maggioranza, provvedimenti che comunque incidono sul Bilancio dello Stato prescindendo dalla discussione delle possibilità di un loro accoglimento.
Più sbrigativo il precedente richiamo pervenuto da Salvini al Governo per una maggiore sensibilità verso le sofferenze di famiglie ed imprese: col suo stile decisionista rivolto al popolo il leader della Lega si è spinto a dire che se il Governo ha trovato le risorse per gli aiuti militari all'Ucraina e l'incremento della spesa per la Difesa, vi è pure la disponibilità per far fronte alle prioritarie esigenze degli italiani.
A sentirsi autorizzata a interpretare la voce degli italiani insoddisfatti dalle attuali misure del governo a fronte delle conseguenze della pandemia e della ricaduta delle sanzioni conseguenti l'aggressione russa all'Ucraina è una Giorgia Meloni incoraggiata dagli indici di gradimento sondaggi che la vedono in pool position oltre che per la rappresentanza della coalizione di centrodestra, per la presidenza del Consiglio ove, alle prossime elezioni politiche, l'alleanza ottenesse la maggioranza dei voti degli Italiani.
Anche per il raggiungimento di questo obbiettivo, la leader di Fratelli d'Italia insiste a evidenziare lo squilibrio di una coalizione in cui alcune componenti (Lega e F.I) fanno parte della maggioranza mentre lei con la sua è all'opposizione
Questa è la situazione di fronte alla quale, Presidente della Repubblica e Presidente del Consiglio auspicano un confronto costruttivo di tutte le forze politiche, specialmente da quelle che fan parte della maggioranza nel quale prevalga la consapevolezza delle conseguenze di una crisi di governo che non avrebbe altra alternativa della campagna elettorale.
E' di fronte a questa prospettiva che sono in corso grande manovre per la ricostituzione di un centro in grado di sottrarsi agli obblighi di coalizione in cui F.I, incapace da sempre di andare oltre le dimensioni patrimoniali di un leader in fase calante, è surclassato dai risultati elettorali di Fratelli D'Italia e della Lega.
Ad appesantire il quadro politico sono intervenute le proposte di legge dl PD sullo jus soli e la liberalizzazione della cannabis che secondo la Lega non fanno parte degli accordi di governo e non presentano le caratteristiche dell'urgenza.
Per quanto mi riguarda mentre considero pericolosa la distinzione fra droghe leggere e droghe pesanti in quanto le prime rappresentano spesso la fase di passaggio alle seconde, ritengo assolutamente ingiusta la opposizione della Lega e di Fratelli d'Italia al riconoscimento della cittadinanza ai nati nel nostro Paese e con un livello di scolarizzazione di almeno 5 anni. Con gli indici di denatalità che ci ritroviamo non sarebbe male che le destre nazionalista e sovranista accantonassero preclusioni che richiamano alla mente un passato da dimenticare. Mi riferisco particolarmente alla esclusione dai pubblici concorsi per il mancato riconoscimento della nazionalità ai tanti nati e scolarizzati in Italia che ne avrebbero il diritto.
Mentre è auspicabile che il confronto delle forze di maggioranza con il presidente Draghi sappia individuare una via d'uscita alla crisi politica in atto, di particolare interesse, a mio modesto avviso, è la mobilitazione in atto per la costituzione di una forza di centro che sappia ritrovare le sue origini culturali nell'esperienza della politica europeista e delle coalizioni democratiche di impronta degasperiana sottraendosi alle strategie pauperiste dell''incontro delle sinistre laiche e cattoliche e alle pretese si un nazionalismo e di un sovranismo che contrastano con la concezione di un'accoglienza finalizzata all'integrazione programmata funzionale all'ulteriore sviluppo economico di un Paese consapevole della necessaria compensazione degli attuali indici di denatalità.
Gabriele Cantelli
Una possibile chiave di lettura dell'attuale crisi religiosa e politica
Le interazioni dell'una nell'altra
PERCHE' CI MANCA LA DEMOCRAZIA CRISTIANA
Andrea Riccardi col suo pregevole libro ”La Chiesa brucia? Crisi e futuro del Cristianesimo” ci accompagna ,con dati statistici che riguardano le diverse realtà nazionali, lungo il percorso di una crisi che,tranne alcune significative eccezioni, coinvolge religiosi e laici soffermandosi pure sulle esperienze dei cattolici organizzati in politica.
Dal libro leggiamo: <<:Lo storico Giuseppe Alberigo, consigliere del cardinal Lercaro,le definiva <<mostro teologico>>.Un certo progressismo cattolico ha contestato le scelte moderate di questi partiti.La gestione del potere in Italia ha logorato l'immagine e la realtà della DC, fino agli scandali di Tangentopoli negli anni Novanta>>.
<<La Chiesa dopo il Vaticano II non è sensibile all'idea della Democrazia Cristiana. Non avverte il pericolo del nazional-cattolicesimo, che considera un resto del passato......Insomma in varie regioni del mondo la chiesa lavora per la democrazia , non attraverso una classe dirigente cattolica, ma spesso tramite i suoi stessi esponenti gerarchici. Vale la pena ricordare le riflessioni critiche di Giuseppe Dossetti sulla Democrazia Cristiana …..In un'intervista ad Alberto Melloni, Dossetti nel 1994 valutò il fallimento di dell'utopia di uno stato”cristiano” che la DC avrebbe potuto realizzare in Italia nel dopoguerra: “si è potuto dire che quest'unica occasione dell'unico Stato in cui i cattolici erano al potere, e davvero sono stati effettivamente al potere ,lo Stato cattolico “realizzato” per così dire, in analogia col comunismo realizzato-è crollato nell'impreparazione, nel disordine ,nella disonestà. Ritornare alle sue origini a che serve? A mostrare un'utopia solo come utopia e in quanto utopia.. ”IL giudizio di Dossetti, centrato sull'Italia ,si allarga all'orizzonte europeo a partire dalla <<circostanza in cui i cattolici sono stati al governo. Perduta quest'occasione non ce ne sarà una seconda. Non ci sarà una generazione di cattolici al potere;una seconda generazione ,una seconda chance non ci sarà. Sicuramente no..La democrazia cristiana reale non ha più senso. Una volta,,in tutto l'orizzonte sidereo, si né presentata un'occasione che non si presenterà più>>.
Probabilmente delle valutazioni di Dossetti, divenuto monaco di Monte Sole , non facevano parte i ricordi della sua partecipazione, per obbedienza al card.Lercaro,alle amministrative del 1956 a Bologna dove il suo pauperismo venne irriso nel confronto col classismo del PCI e la presentazione della sua lista alternativa venne bollata dallo stesso Togliatti nel comizio terminale della campagna elettorale in piazza Maggiore a Bologna come l'espressione del tradimento della Resistenza alla quale il politico reggiano aveva partecipato fino a rivestire la carica di Presidente del CLN di Reggio Emilia e, naturalmente, le ragioni per le quali alla sua iniziativa mancò l'appoggio dei partiti alleati di governo della Democrazia Cristiana nazionale.
A rendere l'idea della utopia di Dossetti è Galloni dalla DC passato ai Cristiano-sociali:<<Vedeva i sovietici come eretici cristiani ». “ Quello della politica DC è un universo nel quale Dossetti ha lasciato profonda traccia anche se fu presto sconfitto per colpa di un suo approccio assai poco adatto ai tempi: 70 anni fa chiedeva distribuzione in un periodo in cui non c’era molto da distribuire ed era anticonsumista, cosa fondamentale nel suo ascetico pensiero, quando c’era una gran voglia inappagata di consumare. L’anticonsumismo era bene esemplificato, scriveva la sua rivista Cronache sociali, dalla Russia sovietica, dedita a un grande progetto umanista con i comunisti visti come «eretici cristiani», ma dove – si deve aggiungeva – non c’era molto da consumare, e da lungo tempo peraltro”.
Perché quanto fin qui argomentato non basti a confermare di me la fisionomia di un vecchio che parla di un partito estinto come i reduci parlano della guerra vinta o persa che sia stata per tutta la vita, io insisto nel condurre il mio gentile lettore alla situazione attuale per evidenziare le ragioni per le quali l'attuale Magistero della Chiesa ha dichiarato conclusa la esperienza della Democrazia Cristiana,cioè l'allineamento di fatto della Chiesa sulle posizioni della sinistra dossettiana che ha considerato la sua estinzione un evento liberatorio del naturale percorso per l'incontro con la sinistra marxista prescindendo dalle ragioni della sconfitta del pauperismo al confronto col classismo del PCI nelle elezioni del 1956 a Bologna e dalla difficile coabitazione delle diverse anime della sinistra nell'unico contenitore PD.
Il lancio a livello nazionale della formazione politica DemoS quale emanazione della Sant'Egidio di Riccardi dopo aver assistito alla accensione e spegnimento in ambienti cattolici del movimento delle Sardine e di “Insieme”(il partito che Zamagni intendeva presentare alle amministrative di Bologna come risposta alla esclusione di una presenza cattolica nella Giunta regionale da parte di un Bonaccini gratificato dell'appoggio cattolico alle regionali), mi porta a sostenere la posizione che il Magistero della Chiesa meglio farebbe ad uscire dall'appiattimento sulle posizioni della sinistra cattolica per rivolgersi alle comunità nella loro interezza.
Le drammaticità dei flussi migratori e della situazione climatica ,a mio modesto avviso non avrebbero dovuto essere utilizzata a giustificazione di una scelta di campo a sinistra dei fedelissimi dell'interpretazione del Concilio Vaticano II in senso pauperista ,ma partendo da assemblee, le più ampie possibili per esaminare il contenuto delle encicliche dell'attuale pontificato per individuare i rimedi alle inammissibili disuguaglianze sociali e al cambiamento climatico che sta conducendo al disastro ambientale, senza cioè fare di questa tragica prospettiva l'alibi per il cambiamento di un sistema economico del quale anche la sola sospensione per la pandemia ha arrecato danni faticosamente rimarginabili.
La radicalità delle posizioni espresse dall'attuale pontefice che denuncia il sistema economico del profitto , il consumismo quale motore del sistema produttivo auspicando il cambiamento dei prodotti e dei gusti della gente senza ipotizzare il sistema “democratico” in grado di realizzarlo,ci conduce a prefigurare il rischio di un formicaio (catto-comunista) in cui ognuno esaurisce nel lavoro il motivo stesso della propria esistenza.
In una pagina del volume Tre riformatori: Lutero,Cartesio, Rousseau Maritain afferma<<Una cosa assolutamente essenziale al cristianesimo è la soprannaturalità della grazia. Togliete questa soprannaturalità della grazia e il cristianesimo si corrompe. Che cosa troviamo all’origine del disordine moderno? Una naturalizzazione del cristianesimo. E’ chiaro che il Vangelo reso puramente naturale e quindi assolutamente corrotto) diviene un fermento di rivoluzione di straordinaria virulenza….Come è accaduto per esempio col comunismo. Ma qui è forse opportuno, sulla scia di questi riferimenti di Maritain, allargare lo sguardo ai nostri giorni e puntare l’attenzione su fenomeni politici indubbiamente marginali se confrontati con l’immensa tragedia del comunismo, come quello che nel nostro Paese è costituito dagli atei devoti tanto spesso corteggiati anche da ecclesiastici di rango. Gli atei devoti sono portatori della più chiara forma di naturalizzazione del Cristianesimo. Dice, in fondo l’ateo devoto al cristiano: ti rifiuto per quello che sei, in quello che in te c’è di più importante, rifiuto la tua fede; ti uso per quello che mi servi. E cosa replica il cristiano? Manca la fede oppure manca l’intelligenza del tempo? O mancano l’una e l’altra?>>.
Contrariamente a quanto in un primo momento potrebbe apparire un nostalgico richiamo all'unità politica dei cattolici che fu essenziale alla ricostruzione postbellica del Paese ,il percorso del mio ragionamento conduce alla conclusione di quanto la comune professione di fede non attenui le distanze sociali degli stessi partecipanti alla liturgia nella quale ci si scambia un segno di pace.
Lo stesso Don Milani, parlando delle sue “esperienze pastorali” descrive la realtà in cui esercitò la sua missione i cui dati statistici da lui rilevati si spingono oltre che alla frequenza alle messe domenicali , alla classificazione per categorie sociali dei partecipanti , le cui ragioni delle diversità di condizioni economiche avevano portato lui, delle origini familiari nella ricca borghesia,ad iscriversi al PCI incurante del richiamo dei suoi superiori in un'epoca in cui la professione religiosa , a lungo fece parte dei dati della schedatura della quale si avvalsero i rappresentanti di lista dei diversi partiti , con poche unità di errore rispetto ai risultati elettorali.
Fu quello il periodo delle ideologie e dei partiti che ne erano gli autorevoli custodi che se impostati alla partecipazione degli iscritti e a una gestione trasparente delle informazioni dell'attività amministrativa delle istituzioni candidavano consiglieri ,proponevano presidenti(Provincia e Regione) ,sindaci e giunte ,che avevano usufruito del loro ruolo formativo attraverso la discussione delle scelte per lo sviluppo del territorio..
Rispetto ad allora tutto è cambiato. Con la proclamazione fine delle ideologie ,stranamente coincidente con la caduta del Muro di Berlino e il cambiamento della denominazione del PCI. i partiti sono divenuti copertura democratica di poteri che oltre a determinare la programmazione del territorio possono giungere ad esprimere quei “candidati della società civile” che andranno a ricoprire le cariche pubbliche al posto di quelle maturate all'interno dei partiti. Al Sindaco eletto al primo o al secondo turno spetta la nomina degli assessori, e la designazione dei dirigenti dei diversi settori amministrativi ,la scelta dei Segretari e dei direttori generali .Ai dirigenti di settore spettano i poteri di gestione dei concorsi e degli appalti pubblici prima spettanti alle assemblee elettive chiamate a discutere gli argomenti (delibere, bilanci,ecc) sottoposti alla loro approvazione mentre a carico dei singoli consiglieri rimangono le conseguenze penali delle votazioni nelle quali si è espresso parere favorevole o ci si è astenuti senza dichiararne le motivazioni.
Questa è succintamente la dimensione dell'impegno pubblico dalla quale emerge l'incoscienza di chi ritenga la preparazione religiosa e il titolo di studio e la attività economica svolta caratteristiche sufficienti a ricoprire ogni carica elettiva senza comprendere la dimensione dell'impegno civico per il quale dovrà per lo meno avere l'umiltà di acquisire le nozioni di conoscenza necessarie a evitare le conseguenze della impreparazione personale.
Nel caso della DC di Budrio,il Gruppo consiliare e il Comitato comunale (nel quale erano rappresentate le Sezioni locali)venivano coinvolte nella informazione dei fatti e delle delibere all'ordine del Giorno del Consiglio Comunale per la determinazione delle posizioni da esprimere nell'aula consiliare .Questo era il metodo attraverso il quale i più anziani trasmettevano le conoscenze necessarie ai più giovani che apprendevano anche i meccanismi dell'organizzazione amministrativa comunale ,le dimensioni dei ruoli consiliari articolati nelle diverse commissioni istruttorie delle delibere riguardanti i diversi settori della sua articolazione.
Da questa linea di condotta cultura politica e religiosa contribuirono a condurre un'opposizione consiliare libera da condizionamenti di cordate di interessi trasversali agli schieramenti.
Gabriele Cantelli
LA CHIESA CATTOLICA FRA CONVERSIONE E RICONVERSIONE
Quale il percorso recentemente seguito per giungere alle proposte << Costruire comunità energetiche, promuovere finanza e consumi responsabili, valorizzare l'impegno dei giovani e buone pratiche produttive>> contenute nei documenti conclusivi della 49/a Settimana sociale di Taranto? Con quale preparazioni culturale ,stando alle dichiarazioni di mons. Sorrentino: “Abbiamo convenuto che il cambiamento non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra conversione negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità” per non trasformare gli incontri di comunità in brutte e litigiose assemblee di condominio dei quali oltretutto non è indicato il soggetto investito del potere di stabilire l'ordine del giorno e firmare l'avviso di convocazione?”.
Quali le possibilità, nell'attuale ordinamento legislativo , di dar risposte al Manifesto dell' ''Alleanza", una rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano il principio di sussidiarietà per modificare l'attuale sistema di rapporti attivi e passivi con le pubbliche amministrazioni?. E' una semplice coincidenza la approvazione da parte della Regione Emilia Romagna di una legge sulle Comunità Energetiche?
Se il gentile lettore ne avrà il tempo e la pazienza, dall'allegato al documento votato dal Convegno tarantino (precedentemente pubblicato) potrà cogliere la il senso di una sorta di ampliamento del”oggetto sociale”della Chiesa .
Un'impressione la mia che purtroppo trova riscontro ,oltre che nella preoccupante esposizione dei dati della crisi della Chiesa del libro di Riccardi, ne “Il suicidio dell'occidente -Perché è sbagliato processare la nostra storia e cancellare i nostri valori” in cui il laico Rampini dedica un capitolo a “Il nuovo paganesimo:l'ambientalismo come religione” .
Dice l'autore:<<l vuoto di credenze , di valori e di riti viene riempito dal nuovo paganesimo che è l'ambientalismo...Per la sua natura religiosa ,è logico che l'ambientalismo radicale adotti toni apocalittici, annunci la fine del mondo, esiga pentimento, sacrificio, espiazione:sono tutti gli ingredienti di un movimento fideistico, magico e per nulla razionale, che fa presa su emozioni profonde..... ..>>
<<Papa Francesco ha cercato il dialogo con i neopagani:la sua Laudato SI' ha tentato di usare l'ambientalismo di San Francesco applicandolo alla società moderna , per costruire un ponte con la sensibilità delle giovani generazioni. E' stato un gesto impegnativo, ma privo di risultati,I militanti dell'ambientalismo non si sono convertiti in massa al cattolicesimo. Le chiese rimangono semivuote
la domenica , soprattutto di giovani......papa Francesco nonostante sia sudamericano paga il fatto che il cristianesimo e irrimediabilmente associato con la storia dell'Occidente, una storia che i
neopagani rigettano in blocco>>.
Diversamente dalla via seguita da Rampini, non mi addentro nella discussione degli scienziati pro e di quelli contro la tesi percorso votato al disastro ambientale.
Ma colgo l'occasione per constatare la distanza, per profondità di analisi, delle cause della crisi ambientale dovuta alla economia dello scarto , dalla profondità di indagine delle cause della crisi in cui versa la Chiesa quasi la seconda dipenda dalla prima con un sostanziale stravolgimento del pensiero dossettiano che vedeva la riforma della Chiesa come condizione essenziale alla riforma della società italiana.
Gabriele Cantelli
PERCHE' ESSERE DEMOS E CRISTIANI
NON SIGNIFICA ESSERE DEMOCRISTIANI
.Dal dizionario dell'elettore democratico leggiamo:
DEMOCRAZIA CRISTIANA:<<E' il partito che realizza sul piano politico,l'unità dei cattolici impegnati a dare al Paese un regime di democrazia integrale,nella solidarietà delle classi(solidarismo) e nel perseguimento di un ordine sociale che la totale espansione della persona umana ..
Un partito nazionale-La D.C viene da lontano. Non è un fenomeno transitorio nella vita politica italiana sorto(come pretendono i liberali) quasi a supplire provvisoriamente altre forze:La D.C è un partito che ha profonde radici nella società italiana , di cui interpreta le più vere istanze , facilitandone il perseguimento degli indirizzi storici:Essa rappresenta la felice sintesi delle tensioni che,al primo fiorire delle concezioni democratiche , hanno caratterizzato e giustificato la presenza nella vita pubblica del Paese dei vari movimenti di rinnovamento all' insegna della legalità:da quello degli<<intransigenti>>a quello Neo-Guelfo a quello Contadino,alle diverse espressioni assunte nel tempo dai cattolici democratici,fino al popolarismo di Don Sturzo....
E' un partito democratico-Perché crede ed opera per la difesa e integrale accettazione del metodo della libertà. Essa sostiene che l'affermazione e lo sviluppo degli stessi supremi ideali da cui trae ispirazione avvengano in profondità solo se fermentano in un clima di vera libertà:Perciò la D.C opera per l'immissione del popolo nella vita dello Stato, chiamandone alla corresponsabilità ceti sempre più larghi. Ed è in questa caratteristica democratica che si radica il suo antitotalitarismo.
E'anticomunista e antifascista – Perchè nella sua azione di difesa della libertà la D.C lotta co intransigenza contro tutte le forme soffocatrici dei totalitarismi di ogni colore. Perciò la D.C riconosce la massiccia dimensione mondiale della minaccia comunista ,eversiva e disumana come appare dalle stesse rivelazioni di Kruscev (per l'URSS ) cui possiamo aggiungere tutte le esperienze del comunismo attualmente al potere nel mondo.
Alla sensibilità democratica della D.C ,d'altra parte non sfugge l'esistenza di altrettanto pericolose tentazioni interne alla vita democratica che,mirando alla costituzione di fronti anticomunisti,sollecitano l'adozione di forme autoritarie che precipiterebbero il Paese negli orrori commessi dal fascismo,con il solo risultato di cementare attorno al PCI vecchie nuove solidarietà.
E' solidarista – Perché non si chiude in una angusta visione classista ma tende invece al superamento delle classi e della valorizzazione di tutte per fini di giustizia sociale e di libertà. Ciò non significa che la D.C sia per una meccanica mediazione di contrapposti interessi sociali:essa è per la preminenza dell'uomo in quanto tale sulla sua funzione e collocazione sociale , convinta che nessun gruppo o classe può possedere interamente dentro di sé, o in modo esclusivo, i valori e i mezzi destinati a realizzare la giustizia nella comunità.
E' popolare- Proprio per la concezione solidaristica e personalistica della sua dottrina. La natura popolare della D.C, il suo respiro superiore alle strette visioni classiste o settoriali, dà una particolare ampiezza ed estensione al suo carattere di partito popolare.
E' un partito di cattolici-,non partito cattolico.<<Il cattolicesimo è religione, è universalità;il partito è divisione :Solo nel nome nostro possiamo combattere sul medesimo terreno degli altri partiti>>.
DemoS
Senza politica non si può sperare in un mondo migliore .“Le nostre radici”, dice il manifesto del
partito, “affondano nel cattolicesimo democatico e progressista e nella cultura laica, civica, solidale e anti-fascista”. Mario Giro, giù vice ministro agli Esteri e presidente dell'Assemblea, ha voluto mettere l’accento sul contributo di Demos, in questa difficile situazione globale, a cercare tutte le possibili vie per la pace.
Solidale” è l’aggettivo della loro idea di democrazia, ma va aggiunto ad esso un altro attributo: “sociale”. Perché l’altra grande sfida di questa nuova formazione, in cui molti esponenti vengono dal mondo della comunità di Sant’Egidio, è riconnettere il mondo del volontariato e dell’impegno nella società con le decisioni di Comuni, Regioni e del Parlamento italiano, come di quello europeo.
CONFRONTANDO D.C E DemoS
La prima osservazione è data dal confronto del solidarismo della D.C per il perseguimento dello sviluppo sociale attraverso la collaborazione delle diverse categorie, che definisce una profondità di scopo diversa dalla definizione di solidale come caratteristica del partito di cui il dizionario fornisce questo significato:<<Consapevole dei rischi derivanti dai processi di globalizzazione e impegnato nella difesa degli interessi economici e sociali dei paesi in via di sviluppo e nella tutela dei diritti umani>>.
Dalla presentazione dell'iniziativa comunque chiara risulta la differenza fra la dimensione di un partito pluralista e partito espressione di un settore, pur importante della società quale è il volontariato cattolico .L'aggiunta di sociale a solidale risulta rafforzativo del significato della finalità dell'iniziativa. Sull'affermazione antifascista contenuta nell'oggetto sociale penso non abbia bisogno di ulteriori commenti rispetto alla definizione che il citato dizionario fornisce dell'antifascismo:<<atteggiamento politico e morale di ripulsa e rifiuto del fascismo. Sull'antifascismo sono sorti spesso equivoci che è doveroso dissipare con estrema energia e chiarezza. I comunisti ci richiamano spesso all'unità antifascista per facilitare la loro tattica <<frontista><, in nome degli ideali della Resistenza o di una politica progressista. La Democrazia Cristiana si è sempre rifiutata ad una impostazione del genere. L'antifascismo è una componente essenziale della sua dottrina e della sua azione politica , nel senso che esso è una conseguenza logica della sua decisa condanna del totalitarismo. Ma si badi bene , di ogni totalitarismo.....>>
A distanza di tanti anni dalla pubblicazione del dizionario cui ho fatto riferimento ,sento il dovere di aggiungere alla condanna di ogni forma di totalitarismo, quella del catto-comunismo che, a mio modesto avviso potrebbe essere una esperienza devastante per la dimensione materiale e spirituale della persona di cui pretenderebbe di modificare gusti e stili di vita. Questo comunque è il significato della mancanza di “ anticomunista” dalle caratteristiche del partito che sostanzialmente si colloca a sinistra del partito di Letta.
Gabriele Cantelli
UN CENTRODESTRA RIDOTTO A CARTELLO ELETTORALE
La continuità della presenza del centro democratico cristiano nello schieramento del centrodestra purtroppo non è andata oltre le ambizioni personali dei promotori di una pluralità di liste contendenti l'utilizzo del simbolo scudo crociato,presenza insufficiente a ereditare il consenso elettorale della maggioranza dei cattolici italiani e a prevalere nel confronto con le altre forze politiche dello stesso schieramento , in particolare con la capacità comunicativa e organizzativa del fondatore di F.I .
La presenza dei cattolici in entrambi gli schieramenti non ha impedito la classificazione fra i diritti soggettivi la possibilità del suicidio assistito e dell'adozione di figli da parte di coppie dello stesso sesso potendo contare ,il fronte progressista, sulla scelta di campo di un Magistero ecclesiale che dell'obbligo morale dell'accoglienza degli incontrollabili flussi migratori dal Mediterraneo(contrastata da Salvini) ha colto l'occasione dell'aperta propensione a sinistra.
Difficile, di parte cattolica, non prendere le distanza da un Salvini che della sua ostentazione , durante pubbliche manifestazioni ,di simboli cattolici ha fatto la ragione della difesa dei confini nazionali da una possibile invasione islamica , che dell'autonomia nazionale dai vincoli di bilancio europei ha fatto la ragione di allineamento sulle posizioni insofferenza antieuropea di Orban e filo brexit di Trump , dell'ammirazione per il decisionismo autocratico di Putin ha fatto sfoggio sulla Piazza Rossa di Mosca indossando la maglietta con la riproduzione della sua l'effigie per rientrare ,insieme a Berlusconi , nella realtà dell'invasione russa dell'Ucraina, della l'accoglienza dei profughi e degli aiuti militari alla Resistenza ucraina stabiliti con decreto del Governo approvato dalla stragrande maggioranza del Parlamento. Ad accrescere la distanza delle componenti il centrodestra è intervenuta l'ultima trovata di Salvini di dichiararsi in procinto di un viaggio a Mosca da Putin in missione di pace a dimostrazione di quanta considerazione egli abbia per i ruoli istituzionali del Governo che ha votato .
La conclusione dell'incontro degli esponenti delle forze della coalizione di centrodestra tenutosi recentemente ad Arcore ,stando alle dichiarazioni di Giorgia Meloni, apparsa sempre più contrariata dalla distanza delle posizioni di chi è dentro e chi e fuori dal governo , sta riducendo la coalizione di centrodestra a uno strano cartello elettorale,per la diversità di posizioni in politica interna ed internazionale.
Gabriele Cantelli
LE ELEZIONI A BUDRIO
La principale conseguenza di una politica appiattita sulla personalità dei leader è stata la fine del ruolo dei partiti per la spalmatura nell'intero territorio nazionale del risultato del gradimento dei protagonisti del confronto politico con lievi differenze fra un comune e comune e per la affermazione della convinzione che a ciascun candidato basti la propria dimensione individuale a sostenere qualsiasi ruolo istituzionale prescindendo dalla dalla preparazione necessaria a non dipendere completamente dal sindaco nella votazione degli argomenti da lui posti all'ordine del giorno consiliare dando per scontata la distinzione del bene comune dall'interesse privato.
Per quanto mi riguarda sono profondamente convinto ci voglia ben altra dimensione della politica e autonomia intellettuale per non fare del bene comune e della tutela dell'ambiente pure affermazioni di principio con riferimento alle realtà distanti senza porsi il problema dell'autonomia delle scelte amministrative dalla presenza nella propria di quelle cordate di affari e di interessi in grado di condizionarne la programmazione del proprio territorio comunale.
Senza affrontare questo particolare aspetto si rimane nell'ordinaria amministrazione: la coalizione passata in minoranza accusa la gestione successiva di non aver fatto nulla di nuovo e quello vincente di non averlo fatto per aver dovuto mettere in ordine il disordine dei conti lasciato dai predecessori mentre ai consigli di circoscrizione è affidato il ruolo di sostegno politico a un sistema che ha fortemente penalizzato lo sviluppo frazionale.
Io non votai l'amico Mazzanti dopo aver da lui appreso dello stadio avanzato del percorso della sua candidatura e averne rilevato ii criteri seguiti per la formazione della sua lista e della sua Giunta , criteri che evidentemente non hanno completamente funzionato vista la dissociazione , a fine mandato, dell'assessore Via, certamente più più vicino alla estrema sinistra , che si presenta con una lista e una candidatura alternativa.
Evidente la distribuzione di candidati di Fratelli d'Italia della stessa area nella lista del sindaco uscente mentre gli altri di Forza Italia e della Lega sono in una lista a parte con un altro candidato sindaco residente a Molinella per convergere tutti su Mazzanti col voto disgiunto o al secondo turno.
La lista Mazzanti concepita alla Cà ed Metusco ,punto di convergenza di strategie interessate alla scomparsa della presenza democristiana dalla storia locale(leggi Budrio fra le due guerre), non ha avuto e non avrà il mio voto; d'altra parte ,ne lui né i candidati delle due lista di centrodestra , la coalizione che mi ha visto presente per due mandati consiliari (sui sette complessivamente svolti), hanno ritenuto di informarmi delle motivazioni programmatiche e della strategia della presentazione in due liste . Certamente perché ho denunciato la mancanza del ruolo di centro nel centrodestra venuto sempre meno lungo la parabola discendente di Berlusconi , ho affermato il mio convinto appoggio alla linea tenuta dal Presidente della Repubblica per il superamento della crisi politica aperta da Salvini, ho criticato la strategia attuata dalle forze di centrodestra per il rinnovo della prima carica dello Stato e ,senza se e senza ma, ho sostenuto e sostengo la linea del presidente Draghi, votata dal Parlamento italiano a stragrande maggioranza mentre Berlusconi e Salvini sono afflitti da amnesie e ripensamenti.
Maggiore considerazione della mia esperienza maturata sempre dai banchi di un'opposizione attenta quanto corretta, mi è stata riservata dalla candidata sindaco e da Maurizio Cesari che per “apriti Budrio” hanno ritenuto di farmi visita per informarmi della loro iniziativa . Debora Badiali comunque dovrà chiarire il senso dello slogan<<Apriti Budrio>> rispetto all'obbiettivo di riportare Budrio nella tradizione storica “rossa”,('obbiettivo che leggo dalla presentazione delle liste per via telematica di Zoe Pederzini), quale il centro per definire di centrosinistra la coalizione che la sostiene , a guida PD, in coerenza con l'appoggio al governo Draghi in politica interna ed internazionale.
Gabriele Cantelli
9 aprile 2022
LE PERSONE PASSANO-GLI IDEALI RESTANO
La notizia della scomparsa di Maria Romana De Gasperi della quale è ricordato il ruolo di presidente della “Fondazione Alcide De Gasperi” istituita per ricordare il ruolo del grande statista del quale fu stretta collaboratrice, costituisce l'occasione di alcune riflessioni sulla situazione politica italiana che ora vede la assenza della Democrazia Cristiana ,il partito del quale egli fu promotore, che lo vide fra i protagonisti dell'impegno politico dei cattolici a livello nazionale e mondiale.
La età avanzata mi consente il privilegio di ricordare di aver partecipato alla manifestazione indetta dal Cardinale Biffi ,tenuta nell'aula absidale della Chiesa di Santa Lucia in via Castiglione a Bologna del cinquantenario dal 18 aprile 1948 , del confronto decisivo della coalizione delle forze democratiche guidate dalla Democrazia sostenuta apertamente dai Comitati Civici col Fronte Popolare a guida PCI, al cui tavolo di presidenza,accanto al presule e ai suoi coadiutori Maria Romana De Gasperi tenne la prolusione commemorativa.
Motivo di orgoglio , il mio, di aver partecipato alla manifestazione celebrativa della vittoria , di cui consegnai la medaglia ricordo all'amico Arnaldo che ad essa aveva attivamente contribuito o motivo di riflessione su una evoluzione dottrinale e politica sempre più distante dalle idee ricostruttive che furono della Democrazia Cristiana di De Gasperi ?
Alternativa alla dura contrapposizione dei modelli di organizzazione economica, quello riformista del sistema liberal democratico del sistema occidentale e quello collettivista di riferimento sovietico teoricamente sostenuta dai comunisti locali, contando sul dirigismo degli enti locali si è nel tempo consolidata una forma consociativa dei poteri pubblici e privati assicurativa degli interessi di cordate trasversali ai diversi schieramenti aventi come capofila le centrali cooperative ; ruolo progressivamente attenuato nella fase terminale del potere dei principali partiti della prima repubblica e la conseguente conversione del volontariato in campo politico di gran parte della loro dirigenza in volontariato nel settore finanziario per la guida di Istituti bancari e delle relative fondazioni.
Un problema, quello della promozione di un nuovo sistema economico ,tornato alla ribalta con l'impostazione del pontificato di papa Francesco,culturalmente orientato alla teologia popolare dell'America Latina , allineato nelle richieste di cambiamento ai movimenti popolari di tutto il mondo dai più diversi orientamenti ideali, alla cui radicalità , religiosi e i laici non sembrano interessati; sfuggendo gli uni e gli altri al confronto con i contenuti delle lettere encicliche dell'attuale pontificato volti a garantire la piena occupazione e la maggiore uguaglianza sociale cambiando il sistema produttivo in campo agricolo ed industriale( impostato alla logica consumista), cambiando i tipi di prodotto richiesti dalla ostentazione delle diverse capacità di spesa i dipendenti stili di vita.
Quale allora il modello di società sostitutivo di quella che il cardinal Biffi definì sazia e disperata, la cui programmazione del territorio risente fortemente dei poteri esterni alle aule istituzionali , di fratellanze dalle origini e finalità diverse da quelle di riferimento evangelico ,che della Chiesa riconoscono il ruolo di custode museale delle maggiori opere d'arte e ONLUS di assistenza umanitaria di ispirazione cattolica ,detentrice di un consistente patrimonio mobiliare ed immobiliare, per confinare la primaria dimensione religiosa alla sfera dei dati sensibili delle credenze personali ?
Questi sostanzialmente i motivi per i quali auspichiamo uno spessore della presenza culturale cattolica che vada oltre l'auspicio di non precisate rivoluzioni culturali da parte dei maggiori esponenti del volontariato cattolico, le cui attuali possibilità operative sono commisurate ai mezzi finanziari prodotti dal sistema di mercato, nel contempo omettendo di individuare quello alternativo in grado di produrre la ricchezza necessaria alla sua distribuzione, obbiettivo questo che richiede una dimensione culturale che va oltre l'estemporanea invenzione di movimenti ( Sardine) o partiti (Insieme di Zamagni) -ora è la volta di DEMOS - da accendere e spegnere in funzione delle necessità strategiche di aprioristiche scelte di campo a sinistra.
Gabriele Cantelli
6 aprile 2022
IL MOMENTO DELLA VERITA'
L'Ucraina difende la nostra pace, la nostra libertà,la nostra democrazia per questo siamo al suo fianco. Questo sostanzialmente il senso della risposta di Draghi all'intervento di Zelensky, presidente di un popolo che si sta spendendo per difendere con la sua anche i valori che uniscono la Comunità europea presso la quale è avviato il percorso per l'ammissione dell'Ucraina voluta dall'Italia.
Testimonianza di valori autentici per la difesa dei quali il popolo ucraino sta pagando respingendo la pretesa di Putin di una soggezione che ha portato l'Europa a un periodo più pericoloso per la pace di quello vissuto nella guerra fredda con l'Unione Sovietica.
L'effetto di quanto sta accadendo nel cuore dell'Europa con le sanzioni decise in risposta all'aggressione dell'Ucraina comunque sta provocando un aggravamento della situazione economica mondiale già provata dalle misure adottate a prevenzione e contenimento covid sul movimento delle persone, delle materie prime necessarie alla produzione e delle merci.
La avventura militare russa in Ucraina, dalle chiare connotazioni imperiali, ha portato alla attenzione del mondo la volontà del despota Putin di ridiscutere la suddivisione delle aree di influenza e sicurezza militare delle grandi potenze conseguenti la dissoluzione dell'URSS evidenziando la diversità dei confini politici da quelli della espansione dei mercati segnati dalla tacita appropriazione dei porti di approdo e distribuzione delle produzioni dei diversi continenti; basti l'esempio dell'allargamento della Cina dietro la romantica definizione di mercato della seta .
Sono ritornati alla ribalta con gli interessi e il prestigio degli Stati Uniti che con l'abbandono del Afganistan sembravano fortemente compromessi dalla poco edificante vicenda della successione alla Casa Bianca che ha segnato la fine della una tradizione della continuità della politica estera nell'avvicendamento democratici-repubblicani alla guida degli Stati Uniti con un Trump che sta attribuendo al successore Biden la responsabilità della attuale tensione internazionale.
Come non ricordare il suo compiacimento per l'uscita della Gran Bretagna come inizio dello sgretolamento dell'Unione Europea considerata un pericoloso concorrente del primato economico americano, il suo slogan “America first” ?
Dal brusco risveglio dell'alleanza occidentale sono stati investiti particolarmente i sovranisti che si erano incanalati nella scia dei leader di successo per avere una benefica ricaduta al Paese natio. E' così che abbiamo visto comparire e sparire il cappellino con la didascalia Trump, comparire e sparire la maglietta con l'effigie di Putin vestito da ufficiale (KGB) dell'esercito russo o con la scritta NO sanzioni(Salvini),sparire i ricordi di una ricambiata amicizia di Berlusconi, documentata da inequivocabili servizi fotografici dietro l'offerta di una villa per l'accoglienza di famiglie di profughi ucraini , relegata agli atti di Fratelli d'Italia la notizia riportata dai giornali delle felicitazioni della Meloni per per la quarta elezione di Putin.
Se per colpa dell'aggressione di Putin all'Ucraina si sono interrotti rapporti di amicizia anche personali ,per una parte,pur minoritaria, del popolo aveva buttato il cuore oltre la siepe fino a considerare una Russia affidabile partner in un Europa oppressa da legami economici e militari , pesanti sono rimaste le conseguenze degli accordi delle diverse coalizioni di governo susseguitisi nel tempo che vedono l'Italia dipendente della Russia di Putin per il 45% delle principali fonti energetiche per la riduzione dello sfruttamento delle risorse del nazionali mentre la scelte della cessazione delle centrali nucleari stabilite dal referendum successivo al disastro di Cernobyl che ci vede tributari della produzione nucleare della Francia.
L'appuntamento con il rinnovo della Presidenza della Repubblica sul versante di centrodestra ha messo in evidenza lo scollamento per le concorrenze interne per la leadership e del versante della coalizione di centrosinistra tutte le problematiche del rapporto con un Movimento 5 Stelle che non riesce a superare la fase infantile della rappresentanza diretta(sulla quale ha fondato la sua novità nel panorama politico), per divenire un interlocutore politico affidabile ; bastino a dimostrarlo le numerose assenze alla seduta parlamentare per l'intervento telematico del presidente Zelenski, l'alternarsi delle votazioni a favore delle decisioni del governo Draghi ai ripensamenti sugli effetti delle sanzioni praticate alla Russia e sull'opportunità dell'incremento delle spese per il riarmo al 2% del pil deciso a livello Nato.
Questo panorama conferma la necessità di verifiche politiche interne ad entrambe le alleanza di governo per supportare l'attuale prestigio del governo Draghi a livello internazionale, in particolare nell'Unione Europea per perseguire perseguire la ripartizione del carico di accoglienza dei flussi migratori,non solo di quelli dei profughi ucraini, definire i dei criteri di attribuzione della cittadinanza (riconoscimento dello jus soli) , per una ripresa economica che consenta i livelli di occupazione necessari ad una effettiva integrazione sociale.
QUALE IL PANORAMA POLITICO LOCALE
-Il PD non ha resistito alla tentazione di esercitare una sua centralità presentando la candidatura di un sindaco la cui novità è rappresentata dalla identità di genere e della presentazione di DemoS nata come "Associazione" nel 2015, in seguito alla scissione della fazione di sinistra dei Popolari per l'Italia e costituita in partito il 6 ottobre 2018.
-Sul versante opposto, la lista del sindaco uscente la cui pretesa di definizione civica è contraddetta dalla sede politica attorno alla quale si rinnova il rituale che prevede , al primo turno , la presentazione di liste concorrenti per la verifica della spalmatura nel territorio degli indici di gradimento dei rispettivi leader nazionali per svolgere ,al secondo, un ruolo gregario della candidatura Mazzanti, sesto sindaco socialista. Le proposte programmatiche delle coalizioni concorrenti, successiva alla formazione delle diverse alleanze, corrisponde all'espletamento degli adempimenti formali richiesti per la presentazione delle liste.
-La decisione dell'assessore Gualtiero Via, di accettare la candidatura a sindaco con la lista Unione e Libertà in netta contrapposizione agli obblighi Greenpass e alle misure del governo Draghi a sostegno della Resistenza ucraina conferma le nostre riserve sulle modalità di presentazione e di sostegno della candidatura Mazzanti alle precedenti elezioni amministrative.
14 dicembre 2021
PERCHE' AVANTI COSI' SI VA A SBATTERE
Le mie sono solo le considerazioni di un vecchio democristiano maggiormente preoccupato delle prospettive del cristianesimo per il protagonismo politico del Magistero che intende gestire la crisi religiosa, economica e ambientale mantenendo la rapprtesentanza politica dei cattolici nella assoluta discontinuità della storia che sfide protagonista la Democrazia Cristiana.
Una posizione che non ci riconduce alle questioni giudiziarie che investirono solo la dirigenza democristiana e quella socialista, ma alla estremizzazione ideologica del movimento sessantottino del quale furono partecipi appartenenti dell'associazionismo cattolico dai quali ci pervenne “il fuoco amico”
E' l'autorevolezza della testimonianza di Andrea Riccardi col suo libro “ La Chiesa brucia? Crisi e futuro del cristianesimo” a richiamare alla memoria l'intervista di don Dossetti ad alberto Melloni con la quale il monaco di Monte Sole imputava al partito del quale era stato Vice Segretario Nazionale la responsabilità di aver fatto mancare al cattolicesimo italiano l'occasione dell'avvento di una repubblica cristiana, per individuare nella posizione del monaco di Monte Sole l'origine ideologica della svolta dell'attuale Magistero per la portata dell'esperienza democratica Cristiana nella storia dell'impegno politico dei cattolici non solo italiani.
Mentre non ci è dato sapere se e quali rappresentanze politiche oltre la nostra, riconosciuta con sentenza della Suprema corte di Cassazione illegittimamente sciolta si onorino del benevolo ricordo dell'attuale Magistero, per lo meno ci sia concesso di esprimere la nostra preoccupazione
1)per l'assunzione da parte della Chiesa di un ruolo politico che presuppone se non il cambiamento almeno l'ampliamento della motivazione associativa attualmete religiosa ;
2) per la pretesa degli appartenenti all'associazionismo cattolico di assumere tutti i ruoli politici facendo della conoscenza del messaggio evangelico le credenziali essenziali e sufficienti senza misurarsi col livello culturale dei predecessori dalle cui fila la Democrazia Cristiana attinse gruppo dirigente , sostegno organizzativo ed elettorale, consenso politico.
Come cattolici siamo infatti profondamente preoccupati delle condizioni nelle quali l'attuale Magistero, non solo si è collegato alla posizione sopraricordata di Don Dossetti , ma del capovolgimento della sua visione che presupponeva la riforma della Chiesa per riformare la società per individuare nella rivoluzione culturale rispetto all'attuale sistema economico il percorso per il superamento dell'attuale crisi del cattolicesimo.
Come abbiamo ripetutamente auspicato in altre occasioni, il Magistero al quale riconosciamo la capacità convocatoria del variegato mondo cattolico, a nostro modesto avviso,avrebbe dovuto affrontare la situazione attuale partendo da assemblee, le più ampie possibili per affrontare il contenuto dell' encicliche dell'attuale pontificato, che puntualmente denunciano le insopportabili conseguenze di un 'economia di mercato fuori controllo politico senza individuare, se non per differenza, il sistema politico ed economico alternativo a quello responsabile delle inammissibili disuguaglianze sociale e del dissesto che ci sta conducendo al disatro ambientale.
Quale invece il percorso seguito per giungere alle proposte << Costruire comunità energetiche, promuovere finanza e consumi responsabili, valorizzare l'impegno dei giovani e buone pratiche produttive>> contenute nei documenti conclusivi della 49/a Settimana sociale di Taranto? Con quale preparazioni culturale ,stando alle dichiarazioni di mons.Sorrentino: “Abbiamo convenuto che il cambiamento non avviene solo dall’alto ed è fondamentale il concorso della nostra conversione negli stili di vita come singoli cittadini e come comunità” per non trasformare gli incontri di comunità* in brutte e litigiose assemblee di condominio dei quali oltrettutto non è indicato il soggetto investito del potere di stabilire l'ordine del giorno e firmare l'avviso di convocazione ?
Quali le possibilità, nell'attuale ordinamento legislativo , di dar risposte al Manifesto dell'Alleanza", una rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano il principio di sussidiarietà per modificare l'attuale sistema di rapporti attivi e passivi con le pubbliche amministrazioni?
*Comunità“Si tratta di gruppi di cittadini o di imprese che possono diventare produttori di energia, che autoconsumano azzerando i costi in bolletta e vendendo poi in rete le eccedenze. "Sono una grande opportunità dal basso – spiega mons. Santoro - e rappresentano un’opportunità di rafforzamento dei legami comunitari condividendo scelte concrete in direzione del bene comune". Nell’ottica di una transizione giusta e socialmente sostenibile le comunità energetiche diventano anche uno strumento di creazione di reddito che può sostenere fedeli, parrocchie, case famiglia, comunità famiglia e comunità locali. "Sappiamo,dice mons.Santoro, che abbiamo bisogno di circa 7 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili all’anno se vogliamo raggiungere l’obiettivo di emissioni nette zero nel 2050. Se in ciascuna delle 25610 parrocchie italiane si costituisse almeno una comunità energetica che produce al livello massimo possibile di 200 chilowatt, o facesse nascere più comunità che arrivano complessivamente a quella produzione di energia, avremmo dato il nostro contributo con 5,2 gigawatt di nuova produzione da fonti rinnovabili"
Finanza responsabile Per il vescovo di Taranto, le diocesi e le parrocchie in Italia devono essere “carbon free” nelle loro scelte di gestione del risparmio utilizzando "il loro voto col portafoglio per premiare le aziende leader nella capacità di coniugare valore economico, dignità del lavoro e sostenibilità ambientale", coerentemente con le numerose prese di posizione nella dottrina sociale che evidenziano il ruolo fondamentale del consumo e del risparmio sostenibile come strumento di partecipazione di tutti alla costruzione del bene comune.
Consumo responsabile"Oggi - prosegue il presule . esistono molti lodevoli imprenditori sociali che hanno costruito filiere 'caporalato free' ed offrono prodotti agricoli liberi da sfruttamento e con elevati standard sociali ed ambientali e prezzi non dissimili da quelli dei prodotti corrispondenti. Oltre a chiedere che le amministrazioni locali ne tengano conto negli appalti e non mettano mai più nelle mense scolastiche dei nostri figli prodotti che non siano 'caporalato free', vogliamo essere per primi noi comunità ecclesiali a prendere l'iniziativa".
Manifesto dei giovaniI giovani di "Economy of Francesco", protagonisti della Settimana Sociale, indicano come concreto strumento di lavoro per la transizione ecologica e sociale il "Manifesto dell'Alleanza", una rete di organizzazioni della società civile e del terzo settore che incarnano il principio di sussidiarietà. Monsignor Santoro, al riguardo, cita la rete dei comuni civili e responsabili, la rete dei festival per la sostenibilità come ASVIS, festival dell’economia civile, giornate di Bertinoro, Symbola, festival della prossimità, salone della CSR, GreenandBlue: tutte realtà "che segnalano la forte domanda di cultura e di impegno civile peresente nel Paese".
"Ci siamo preparati a questo evento di ottobre - conclude il presidente del Comitato scientifico ed organizzativo delle Settimane Sociali - con incontri nazionali, compresa la Puglia: a Foggia, sul tema agricoltura e legalità, a Lecce sul tema giovani, lavoro e ambiente, a Bari su annuncio evangelico e transizione ecologica, per stilare un insieme di proposte che prevedono una transizione ecologica equa che non lasci indietro nessuno e che affronti con decisione l’emergenza climatica". "Si è trattato di un cammino di sinodalità: la Chiesa ha bisogno di rinnovarsi dando ascolto a tutti".
Questo manifesto è l’inizio di un cammino, partito alcuni mesi fa da un gruppo di giovani che hanno deciso di sognare e diventare insieme viandanti verso il pianeta sperato: ciascuno con la ricchezza della sua fede e delle sue convinzioni, ciascuno con la propria voce, ma all’unisono.
Siamo tutti parte di un’unica umanità, ci riscopriamo parte di un’alleanza oltre le barriere, che ci invita ad incontrarci in un “noi” più grande e più forte.
Il manifesto dell’Alleanza non è un documento statico, ma un esperimento politico di comunità che si costruisce giorno per giorno. L’alleanza è il frutto concreto della “conversione”. Il nostro punto di riferimento è l’alleanza del creato di
Noè, di Abramo e di Gesù; per questo ci sentiamo aperti a camminare con tutte le
persone di buona volontà.
Alla Settimana Sociale dei cattolici di Taranto abbiamo deciso di proporre un modello di condivisione,
di cooperazione e discernimento
collettivo che ci permetta insieme di rigenerare e
condividere i rischi della transizione.
Il manifesto è un messaggio di speranza che si basa su impegni concreti di alleanze per la transizione ecologica, economica e sociale integrale, speranza e impegni che ci fanno riscoprire fratelli e sorelle.
Questo cammino si costituisce di tappe rigenerative, di Agorà
digitali, di un Nuovo Vocabolario e di linee guida per alleanze concrete.
Si cammina a ritmi diversi, ognuno al proprio passo. Si può essere
aderente,
a livello sia elaborativo / fondativo che concreto,
sostenitore, accompagnando il processo con supporto tecnico o organizzativo,
custode,
vigilando sul processo e aiutandolo a rimanere vivo.
Il cammino continua anche dopo Taranto attraverso quattro “voci”,
verbi dell’alleanza, che all’unisono mantengono viva la chiamata all’alleanza:
– seminare e dare testimonianza, continuando a lavorare sulle alleanze create – progetti pilota,
– accompagnare e moltiplicare, promuovendo la nascita di nuove alleanze e svolgendo un ruolo di coordinamento e supporto,
– incontrare, accogliere ed ascoltare, continuando a mantenere viva la rete di giovani,
– annunciare, promuovendo la partecipazione di altri giovani tramite iniziative puntuali nel tempo capaci di coinvolgere ed entusiasmare, dando visibilità al lavoro dell’alleanza.
Come Giovani crediamo sia essenziale partire da sette punti cardine, lievito “impastato” con la realtà e la concretezza di ogni territorio per crescere cento volte tanto.
Far fiorire l’ambiente
Attraverso l’ambiente possiamo stringere nuove alleanze nei territori tra associazioni, amministrazioni, diocesi, aziende, centri di formazione e parrocchie. Facciamo “squadra” con
obiettivi concreti a sostegno di una conversione ecologica integrale per illuminare il futuro.
Riscopriamo la sostenibilità come nuovo orizzonte di
fraternità
2. Imparare e contribuire
insieme
Bambine e bambini, ragazze e ragazzi, giovani e adolescenti, sono cittadine e cittadini attivi, impegnati in prima persona nella costruzione del bene comune. Creiamo insieme comunità
educanti, capaci di attivare alleanze con il mondo della scuola e la società civile. I giovani siano protagonisti di processi rigenerativi immaginati da loro e con
loro.
Costruiamo insieme un vero sistema
educante
3. L’imprenditoria dinamica e
sostenibile
Favoriamo la proliferazione di iniziative imprenditoriali. Creiamo alleanze tra imprenditrici e imprenditori, riscoprendoci fratelli e
sorelle tramite la condivisione di esperienze e desideri.
Il sistema imprenditoriale crei una forte sostenibilità economica, sociale e ambientale con i lavoratori, il territorio e la pubblica amministrazione.
Creiamo un nuovo modo di fare
impresa
4. Tradizione e inclusione nelle Comunità
locali
Incrementiamo la partecipazione ai processi di valorizzazione delle comunità locali per il bene comune. Creiamo alleanze tra cittadine e cittadini per generare processi di
corresponsabilità. Riscopriamo la diversità come profonda ricchezza da custodire. I cittadini siano i primi alleati della pubblica amministrazione per rigenerare spazi verdi e donare
nuova vita agli immobili in disuso.
Puntiamo ad essere
Communitas, torniamo ad essere dono
5. Protagonismo e Coinvolgimento per continuare a
viaggiare
Riconosciamo le competenze di ogni singolo giovane, indipendentemente dalle organizzazioni di appartenenza, per rinsaldare l’alleanza e riconoscerci in un “noi” che cammini insieme verso
obiettivi comuni con strumenti condivisi. Manteniamo vivi i canali di ascolto ed i processi
partecipativi e lasciamo un’impronta ben visibile nel tragitto percorso dalla società.
Diventiamo “Noi”, per “Essere
Uno”
6. Corresponsabilità condivisa, per non pesare a
nessuno
Creiamo un’alleanza di corresponsabilità tra i giovani e le diocesi, perché queste ultime si riscoprano luoghi di incontro e di accoglienza. Diamo in questo modo concretezza ai progetti e
ai processi, con fiducia verso i giovani e il diritto all’errore.
Trasformiamo il nostro stile di vita in
testimonianza
7. Generare per Vivere
Ogni firmataria e ogni firmatario sia portatore sano di questo manifesto, organizzi momenti di restituzione e di confronto. Il cammino iniziato continui insieme, facendoci sentire parte
attiva di una stessa comunità, portatori del virus della generatività per contagiare con la nostra quotidianità le future generazioni.
Diveniamo simboli di
GENERATIVITÀ
Divertiamoci INSIEME nella condivisione e nella riscoperta di alleanze, con la gioia di chi spera, la fiducia attiva di chi si sente parte di un’alleanza, e l’impegno di chi si sente madre,
padre, fratello, sorella, figlia e figlio per le nuove generazioni e il proprio pianeta.
Che questo documento
sia davvero l’inizio e non la meta…e che sia una strada da percorrere tutti insieme!
14 dicembre 2021
I PUNTI D'INCONTRO DELLA CULTURA DELLA SINISTRA CATTOLICA CON QUELLA E MARXISTA PER IL CAMBIAMENTO DEL SISTEMA ECONOMICO
Capovolgimento di strategia : dalla riforma della Chiesa per riformare la società
alla riforma della società per superare la crisi attuale del cristianesimo?
Lo stesso giorno 14 novembre 2021 a Roma,sotto la presidenza di turno del nostro premier Draghi si è conclusa la Conferenza Mondiale sul clima Cop 26,e ad Assisi, l'assemblea dei rappresentanti delle aree del mondo che oltre l'ingiustizia della esclusione dallo sviluppo economico dei Paesi industrializzati stanno soffrendo le conseguenze ambientali di uno sviluppo mondiale al quale hanno contribuito senza la giusta remunerazione della estrazione e della esportazione delle materie prime, stanno subendo tutti i disagi di ingrossare i flussi migratori dei profughi.
E' quanto sta avvenendo un risorgente sovranismo e nazionalismo negli Stati economicamente più prograditi ne stanno strumentalizzando le preoccupazioni di una destabilizzazione dell'ordine costituito senza adottare le misure necessarie all'accoglienza, l'accompagnamento, la promozione e l' integrazione lasciando a carico della Chiesa cattolica con le encicliche di papa Francesco “Laudato sì “ e “Fratelli tutti” il richiamo ai sacrosanti doveri di solidarietà umana e un vero e proprio percorso politico che partendo dalla dettagliata analisi delle caratteristiche di uno sviluppo che nella mondializzazione del mercato esce da ogni effettivo controllo democratico, contrasta con ogni principio etico disseminando il suo percorso di sofferenze umane ed ambientali che vanno urgentemente recuperate a un diverso sistema economico e sociale per un altro tipo di progresso “più sano, più umano, più sociale e più integrale, per la liberazione dal paradigma tecnocratico imperante”.
In sostanza dalla lettura delle encicliche pontificie emerge l'ampiezza e la profondità di quella che ,nella sua predicazione, definisce dolce rivoluzione dell'amore in quanto ci richiama ai principi evangelici, alla patristica dei primi secoli della Chiesa e la visione del creato del Cantico delle creature, presuppone il cambiamento di sistemi produttivi,attualmente improntati al condizionamenti della civiltà dei consumi , presuppone un integrale cambiamento degli stili di vita senza però indicare con quali poteri politici e mezzi finanziari , a livello nazionale ed internazionale compiere una sostanziale regressione rispetto agli attuali modelli di vita.
Se sostanzialmente è ampiamente circostanziata, negli aspetti negativi, la denuncia del sistema che lungo lo sviluppo della scienza e della tecnica ci ha condotto alle attuali inaccettabili situazioni di squilibrio ambientale e sociale, la rivoluzione culturale invocata a più voci dal fronte dell'associazionismo cattolico più impegnato nel soccorso degli emarginati, si sintonizza la linea di quella sinistra cattolica che fu di Giuseppe Dossetti << mai stato democristiano>> pur avendo ricoperto la carica di vice segretario nazionale del nostro partito.
A richiamarne l'insegnamento è il libro di Andrea Riccardi “La Chiesa brucia-Crisi e futuro del cristianesimo” che , con la autorevolezza che gli è riconosciuta per l'impegno della Comunità di Sant'egidio da lui fondata a favore dei poveri e per il perseguimento di iniziative di pace in tutte le aree di conflitto , riporta un brano dell' intervista concessa nel 1994 dal monaco di Monte Sole ad Alberto Melloni nella quale l'illustre uomo politico, approdato alla vita religiosa, <<valutò il fallimento dell'utopia di uno Stato “cristiano” che la DC avrebbe potuto realizzare in Italia nel dopoguerra:si è potuto dire che quest'unica occasione dell'unico Stato in cui i cattolici erano al potere, e davvero sono stati effettivamente al potere,lo stato cattolico”realizzato” per così dire-in analogia col comunismo realizzato-è crollato all'impreparazione , nel disordine,nella disonestà.Ritornare alle sue origini a che serve?A mostrare un'utopia solo come utopia,e in quanto utopia.....Prerduta questa occasione non ce ne sarà una seconda.Non ci sarà una nuova generazione di cattolici al potere,una seconda generazione ,una seconda change non ci sarà.Sicuramente no (....).La democrazia cristiana reale non ha più senso.Una volta in tutto l'orizzontte sidereo, si è presentata in occasione che non si presenterà mai più>>....<<Tuttavia la globalizzazione sui è imposta inaspettata,prepotente,un po' misteriosa nelle conseguenze,sembrava non cambiasse nulla ed è cambiato tutto.....c'è bisogno di pensiero, riflessioni sulla vita e la realtà.Paolo VI fin dal 1967 aveva colto il problema :<<E se è vero che il mondo soffre per mancanza di pensiero,noi convochiamo gli uomini di riflessione e di pensiero>>.
Sull'esaurimento della cultura laica e cristiana don Dossetti concludeva il suo pensiero con una profetica speranza: <<siamo tutti immobili, fissi su un presente che cerchiamo di rabberciare in qualche maniera e non con il senso della profondità dei mutamenti.Non è catastrofica questa visione, è realistica:non è pessimistica, perché io so che le sorti di tutto sono in mano di Dio.La speranza non viene meno.La speranza che attraverso vie nuove e imprevedibili si faccia strada l'apertura a un mondo diverso, un pochino più vivibile>>...
Andrea Riccardi, della intervista coglie due aspetti,quello di credente che professa la speranza perchè le sorti di tutto sono in mano di Dio e che la speranza è il motore della Chiesa e che nelle povertà e nella fragilità non si brucia la speranza. La centralità della fede ,dice l'autore , si fa speranza anche nei tempi grigi o bui.Richiamare questa dimensione credente,prosegue Riccardi,è giusto per chi scrive ma-mi pare- è anche siusto provare a leggere la dinamica storica.
Il secondo aspetto del pensiero di Dossetti:<<lo sfilacciarsi e l'esaurirsi del pensiero.La Chiesa corre questo rischio,che è riempire il vuoto e il silenzio di significati con parole invecchiate, da tempo non verificte e ridiscusse ,non forgiate nel pensiero e nell'esperienza.Se c'è declino non basta rabberciare>>
Di fronte a quella da lui definita una epocale crisi di civiltà, stando alla cronaca del Convegno Civitas Umana , la corrente da lui costituita nel 1946, la Chiesa avrebbe dovuto << far corrispondere un adeguamento delle sue strutture e dei suoi metodi d’azione, una più approfondita coscienza di verità già implicite (che implicherebbero un nuovo tipo di rapporto tra Stato e Chiesa, la necessità di abbandono della mentalità di difesa propria ,dalla Riforma cattolica in poi, che investe anche difesa di principi e realtà che «ritenevamo intangibili ormai travolti», tra cui l’iniziativa privata così come è concepita in Occidente, una concezione della democrazia formale, individualistica e parlamentare, l’idea di interclassismo, il concetto individualistico di persona”. Dal ciclocilato che riporta la posizione emersa dalla storica riunione della sinistra cattolica leggiamo “ Si teme l’americanizzazione, anche a livello ecclesiale, mentre si hanno parole di ammirazione per i piani quinquennali sovietici, come pur criticando il PCI sul piano ideologico ne subisce il fascino del modello organizzativo e della tensione etica, accogliendone certi frammenti ideologici......Si comincia ad affermare che il problema italiano è rappresentato dal cattolicesimo italiano e da un clero e un laicato, rappresentato dall’Azione Cattolica non all’altezza della situazione”.
A confermare la impostazione ideologica dossettiana è Galloni dalla DC passato ai Cristiano- Sociali:VEDEVA I SOVIETICI COME «ERETICI CRISTIANI». “ Quello della politica DC è un universo nel quale Dossetti ha lasciato profonda traccia anche se fu presto sconfitto per colpa di un suo approccio assai poco adatto ai tempi: 70 anni fa chiedeva distribuzione in un periodo in cui non c’era molto da distribuire ed era anticonsumista, cosa fondamentale nel suo ascetico pensiero, quando c’era una gran voglia inappagata di consumare. L’anticonsumismo era bene esemplificato, scriveva la sua rivista Cronache sociali, dalla Russia sovietica, dedita a un grande progetto umanista con i comunisti visti come «eretici cristiani», ma dove – si deve aggiungeva – non c’era molto da consumare, e da lungo tempo peraltro”.
E' forse questa la prospettiva politica che adducendo le ragioni dell'emergenza del disastro ambientale, si vorrebbe realizzare a incuranti delle analogie con le fallimentari esperienze dei regimi comunisti?
Nel Magistero di papa Francesco si intersecano l'umanesimo dell'America latina,la teologia del popolo branca di quella della liberazione, con la cultura di una sinistra cattolica che ,con Dossetti, non si riconobbe nell'interclassismo e nella politica delle alleanze interne ed internazionali della Democrazia Cristiana che faceva riferimento alla Dottrina sociale dei suoi predecessori . E' questo il vero motivo dello strappo delle pagine riguardanti l'eserienza democratica cristiana dalla storia dell'imegno politico dei cattolici in Italia? Non certamente l'incontestabile malcostume politico di parte della dirigenza del nostro partito quando le inchieste giudiziarie successive a “mani pulite” hanno dimostrato la permanenza del sistema di malaffare (imputato solo alla DC e al PSI ) che ,partendo , dalle amministrazioni locali, alternativamente ancora vede partecipi esponenti di tutte le forze politiche ed economiche senza distinzione di religiosi e laici.
Se le rivoluzioni ,secondo i canoni marxisti ,delle sofferenze , della confusione e del vuoto di potere causati dalle guerre si avvalgono per la loro affermazione , dalla storia dovremmo oltre tutto aver compreso quanto esse abbiano costito l'occasione per molti di “ cambiare colore della casacca” sostanzialmente senza convertire l’anima.
A scanso di possibili equivoci , soprattutto interni al mondo cattolico, ritengo che questo sia il momento di avviare un sereno proficuo confronto sulla base dell'analisi e delle proposte dei documenti dell'attuale pontificato,partendo dal livello parrocchiale , per raggiungere la profondità delle ragioni della crisi della quale il libro di Riccardi delinea la dimensione soprattutto per ravvivare la lucentezza della sacralità delle dimensioni della Chiesa offuscata da scelte di campo sul piano politico ed economico e criteri sociologici che già stanno dividendo i fedeli senza affrontare le motivazioni culturali della crisi religiosa,politica, economica e sociale.
Gabriele Cantelli
Da “Comune” edito nel 2010 ,tre anni prima dell'avvento di papa Francesco al soglio pontificio leggiamo un pensiero di Antonio Negri(Toni) ,fra i più autorevoli rappresentanti della più aggiornata cultura marxista-fra i fondatori di Potere operaio.
<<L'intellettuale non è più alla testa dei movimenti della storia o al loro fianco, per criticarli,,ma si trova si trova completamente al loro interno. Oggi, nonostante le grandi differenze , la funzione dell'intellettuale ricorda per molti aspetti quella reltà dei Padri della Chiesa nei primi secoli del Cristianesimo. La patristica è stata per molti per molti versi un movimento rivoluzionario all'interno dell'Impero capace di mobilitare i poveri contro il potere, un potere che non solo rompeva con i saperi e i comportamenti tradizionali,ma fu oprattutto in grado di creare un nuovo pensiero e nu ove pratiche così come,anche oggi, ci occorre di trovare una via d'uscita dalla modernità capitalistica per inventare una nu ova cultura e nuovi modi di vita.Chiamiamo tutto ciò, non senza facezia una nuova patristica.In altre parole, l'intellettuale non ha solo il compito dui denunciare gli errori e di smascherare le illusioni, non dever limitarsi a incarnare nuove pratiche del pensiero, ma spoprattutto, deve produrre nuova verità costruita con altri in un processo di don-ricerca..........La critica dell'oggettività scientifica alleata con le pratiche della verità che hanno sostenuto il colonialismo, il capitalismo, le pratiche di dominio del maschilismo e dell'imperialismo è diventata talmente convenzionale da essere accettata come un'ortodossia negli esangui circoli accademici progressisti:quello che a questo riguardo ci interessa maggiormente è che in una pratica insurrezionsle interna possiamo vedere la formazione di un soggetto comune che non vuole avere più nulla a che fare con il trascendente....Occorre mettre in luce due aspetti della strategia di Wittgenstein. Con il radicamento della verità nel linguasggio e nei giochi linguistici,Wittgenstein sgancia la verità dalla rigidità del trascendentale e la iscrive nel mondo fluido e mutevole delle pratiche dislocando con ciò i termini della riflessione filosofica dalla conoscenza alla prassi.In secondo luogo, dopo aver destabilizzato ….Alcuni antropologi contemporanei che seguono un percorso simile al nostro sono giunti a conclusioni analoghe sull'incidenza del comune su una razionalità biopolitica al di là dell'opposizione tra natura e cultura,Eduardo Viveiros de Castro, ad esempio , ricorre all'ontologia degli amerindi brasiliani ell'Amazzonia come punto di vista per criticare l'epistomologia moderna.gli amerindi concepiscono gli nimali emgli altri enti non umani come<<persone>> come viventi sui generis, in modo che le inerazioni degli esseri umani con ciò che si rappresenta convenzionalmente con il termine<<natura>> divengono qualcosa di simile a delle <<interazioni sociali>>....Nel suo studio sulla cosmologia degli Araweté, Viveiros De Castro ci descrive un universo in cui il Divenire è prioritario rispetto all'Essere e in cui la relazione con l'alterità non è un modo per stabilire l'identità bensì un processo interminabile:divenire-giaguaro, divenire altro. Il nostro proposito- che è anche quello di Viveiros De Casro- non è quello di asppropriarci di un'ontologia come quella degli amerindi,. Ma di utilizzare la loro prospettiva per criticare l'epistemiologia moderna e per proseguire nella ricerca della razionalità altermoderna.....Ora siamo nelle condizioni di poter articolare tre caratteristiche che una razionalità biopolitica dovrebbere assumere:In primo luogo la razionalità in senso biopolitico deve essere al servizio della vita; ma lo sviluppo e la riproduzione di relazioni<<sociali>> come ha sottolineato Viveiros De Castro, tra esseri umani e esseri non umani la tecnica deve essere al servizio dei bisogni ecologici ove per bisogni ecologici non intendiamo solamente la conservazione della natura;l'accumulazione della ricchezza deve essere posta al servizio del comune.Se enumeriamo questi tre principi in ordine inverso risulterà chiaro che la valorizzazione economica è possibile sulla base dell'appropriazione sociale dei beni comuni;che la riproduzione del mondo della vita e dell'ambiente fisico è possibile solo a condizione che tecnologie siano sotto il diretto controllo del prgetto comune, che la razionalità opera come strumento della libertà comune della moltitudine, come un dispositivo per l'istituzione del comune.Tutto ciò rimane lettera morta finchè la razionalità biopolitica non è incorporata nelle pratiche collettive, finché la condizione dell'essere in comune non viene trasformata nel processo del produrre comune. La pratica collettiva della ragione biopolitica deve assumere la forma di una ricerca strategica e cioè di una determinata forma di militanza. Questo è necessario in primo luogo,perché,, come si sostiene in De Corpore 1, nel contesto biopolitico la verità nasce e muore in quanto evento dell'essere, prodotto da un'esperienza comune. Su questo punto Spinoza dice scherzosamente che se voglio qualcosa della verità dei sesterzi o dell'imperiale(due tipi di monete) che ho in mano e voglio conoscere il loro valore, devo riferirmi alla convenzione sociale che attribuisce un valore monetario alle monete. Nel De Homine abbiamo visto che la verità non va soltanto affermata ma anche agita. Spinoza dice questo con la formula experientia sine praxis,principio della verità costituita dall'attività di soggetti che desiderano vivere una vita comune....Detto in altri termini la verità è un'azione svolta in comune senza intermediari>>....
La Chiesa vuole forse superare la attuale crisi religiosa assumendo il ruolo di intermediario fra la cultura della sinistra cattolica e la cultura marxista abbandonando quella umanistica in grado di riconoscere le cause,non solo quelle economiche, della civiltà liquida che si sta mangiando,uno dopo l'altro,i principi cardine del cristianesimo?
11 ottobre 2021
Compete alla Magistratura non al Parlamento applicare la Legge
La politica condanni quanto avvenuto a Roma con la violazione della sede nazionale della CGIL e il tentativo di assalto al Parlamento e si esprima sull'adeguatezza del servizio d'ordine
Stranamente mi trovo in accordo con Salvini che nel prendere le distanze dai fatti esecrabili ha dichiarato che non spetta al Parlamento lo scioglimento di “forza nuova” perchè, aggiungo io, spetta alla Magistratura farlo in applicazione della legge Scelba, (formalmente legge 20 giugno 1952, n. 645), varata in attuazione della XII disposizione transitoria e finale della Costituzione italiana che, tra l'altro, introdusse il reato di apologia del fascismo e della successiva legge Mancino.
La Camera dei deputati ed il Senato della Repubblica hanno approvato; IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA PROMULGA la seguente legge: Art. 1. (Riorganizzazione del disciolto partito fascista) Ai fini della XII disposizione transitoria e finale (comma primo)della Costituzione, si ha riorganizzazione del disciolto partitofascista quando una associazione o un movimento persegue finalita'antidemocratiche proprie del partito fascista, esaltando, minacciando o usando la violenza quale metodo di lotta politico o propugnando la soppressione delle liberta' garantite dalla Costituzione o denigrandola democrazia, le sue istituzioni e i valori della Resistenza osvolgendo propaganda razzista, ovvero rivolge la sua attivita' alla esaltazione di esponenti, principii, fatti e metodi propri del predetto partito o compie manifestazioni esteriori di carattere fascista. La fattispecie, oltre che dalla Legge Scelba, è regolata anche dalla Legge Mancino del 1993, che all’articolo 2 punisce “chiunque, in pubbliche riunioni, compia manifestazioni esteriori od ostenti emblemi o simboli propri o usuali” di organizzazioni, associazioni o movimenti “aventi tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi”.
IL PROBLEMA DELLA NORMA
La Legge Scelba vieta la “riorganizzazione del disciolto partito fascista” e prevede multa e reclusione in caso di violazione della norma, la cui applicazione viene preferita a quella della Legge Mancino, considerata meno specifica. Entrambe le leggi, tuttavia, devono contemperare il diritto costituzionalmente garantito alla libertà di pensiero, che può essere compresso solo in nome di un’urgenza che la Corte costituzionale nella sentenza 74 del 1958 ha individuato nel “concreto pericolo per l’ordinamento democratico”.
Al giudice è dunque affidata la discrezionalità nello stabilire quanto il pericolo sia effettivamente concreto, una prerogativa che la Cassazione ha fin qui interpretato seguendo due orientamenti differenti. Il primo sottolinea il carattere pubblico della manifestazione tipica del disciolto partito fascista, sanzionando la volontà di raccogliere adesioni e consensi propedeutici alla sua ricostituzione, mentre il secondo – più restrittivo rispetto alla norma – assegna la priorità all’articolo 21 della Costituzione, scegliendo di non punire le manifestazioni, anche pubbliche, di carattere commemorativo.
Il deputato del Partito democratico Emanuele Fiano nel 2017 ha provato ad aggirare tale discrezionalità proponendo un disegno di legge che introducesse il reato di “propaganda del regime fascista e nazista”, ma il tentativo è naufragato con il termine della scorsa legislatura, anche in seguito alla dura opposizione del Movimento 5 stelle, che in commissione Affari costituzionali aveva definito il provvedimento “sostanzialmente liberticida”.
Quando il comunista Togliatti convinse i Costituenti a non esagerare sui reati di opinione fascista
Nell’assemblea Costituente, riunita quando la caduta di Mussolini era ancora recentissima, il segretario del Pci Palmiro Togliatti convinse gli altri leader democratici che andava vietata la riorganizzazione del partito fascista, ma facendo attenzione a circoscrivere i reati di opinione a casi gravissimi. Lo spirito di quella norma ha vissuto per quasi 70 anni, durante i quali sono state ammesse e mai perseguite nè il semplice elogio del regime ma neppure le manifestazioni più esteriori di nostalgia, proprio quelle che in queste ore sono invece in discussione in Parlamento.Il dibattito in corso in Parlamento e nel Paese ma anche la giurisprudenza di quasi 70 anni si basano tutte proprio sulla XII Disposizione transitoria e finale della Cositutuzione, secondo le quali «è vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista». Nel dibattito che precedette l’approvazione del dispositivo fu decisivo fu l’intervento del segretario del Pci Palmiro Togliatti, che convinse gli altri padri costituenti – personalità come Dossetti, Moro, Calamandrei, Basso e leader come De Gasperi e Nenni – a non esagerare nei divieti. Togliatti chiese di «non formulare un articolo che possa fornire pretesto a misure antidemocratiche, prestandosi ad interpretazioni diverse». Spiegando: «Se in Italia nascesse domani movimento nuovo, anarchico, lo si dovrebbe combattere sul terreno della competizione politica democratica, convincendo gli aderenti al movimento della falsità delle loro idee, ma non si potrà negargli il diritto di esistere e di svilupparsi, solo perché si rifiutano alcuni dei loro principî». E propose di circoscrivere il divieto ad una fattispecie molto precisa: la ricostituzione del partito fascista, ma quello che «prese corpo in Italia dal 1919 fino al 25 luglio 1943».Anche la successiva legge Scelba, del 1952, quella che istituì il reato di <apologia del fascismo> fu attenta a circoscrivere l’intervento della magistratura. Tanto è vero che la Corte Costituzionale, chiamata ad intervenire, segnalò che il reato si configura allorquando l’apologia non consista in una mera “difesa elogiativa”, bensì in una «esaltazione tale da potere condurre alla riorganizzazione del partito fascista», cioè in una «istigazione indiretta a commettere un fatto rivolto alla detta riorganizzazione e a tal fine idoneo ed efficiente». Il combinato disposto di norme costituzionali e ordinarie ben calibrate, l’“esempio” della democrazia, la configurazione solo episodicamente eversiva dei movimenti neofascisti per 70 anni hanno sconsigliato l’intervento legislativo che toccasse i reati di opinione relativi a quella ideologia. Ora la svolta?
Quali comportamenti rientreranno nella applicazione di un provvedimento di Legge che,anche in vista delle prossime manifestazioni di violenza a fini eversivi , stando alle stesse preoccupazioni del leader del PCI Togliatti, non può essere circoscritto a una sola matrice politica ?
ottobre 2021
Quale l'orientamento politico dei cattolici di centro ?
I risultati elettorali evidenziano problemi all'interno del centrodestra come nel centrosinistra.
Segnali ne sono il sorpasso di fratelli d'Italia sulla Lega e la disfatta di Cinque Stelle a favore del PD. Per quanto riguarda il versante di centrodestra che comunque ha raggiunto il ballottaggio a Roma, Torino e Trieste, sarebbe del tutto superficiale la adduzione di problemi esclusivamente tecnici quali la scelta di candidati a ridosso della campagna elettorale quando il problema è squisitamente politico.
Certamente ci sarà chi sostiene che che la Lega sia stata penalizzata dalla partecipazione al Governo che ne ha attenuato i toni sui problemi dell'accoglienza dei migranti e dell'obbligo vacinale cavalcati invece da Fratelli d'Italia unico partito di opposizione.
Il mio parere invece è che nello schieramento di centrodestra , con la progressiva perdita della capacità attrattiva di Berlusconi, è venuta a diminuire quell'area di centro che non si riconosce nelle note caratteristiche della fisionomia degli alleati.
Le mie non sono le considerazioni di chi dai risultati dei comuni vinti dal centrosinistra ne scarica le responsabilità sulle altre forze politiche della alleanza, ma sono le considerazioni di chi , lungo tutto il percorso segnato con le posizioni da sempre espresse nel suo sito sito internet non ha mancato l'occasione di evidenziare il tentativo della sinistra cattolica di occupare il vuoto lasciato dalla DC,e il fallimento della strategia dello stesso Magistero che lo vede svolgere direttamente quel ruolo politico in altri tempi prevalentemente riconosciuto a una formazione laica ispirata alla dottrina sociale cristiana.
Piaccia o non piaccia questa è la strategia con la quale il PD può vantare di essere la città più progressista d'Italia potendo contare sull'appoggio della sinistra cattolica e di tutti coloro che con essa fanno parte del sistema masso-tecnocratico di cui nessuno, anche in queste elezioni ha avuto l'ardire di visitare i meccanismi di potere. E' così che mentre il centrodestra contava sulla forza di attrazione dei suoi leader, le loro stesse caratteristiche siano state utilizzate per giustificare una propensione elettorale verso una sinistra , pronta all'accoglienza dei profughi e alle vaccinazioni antivirus che imperterrita, scavalcando quelli che un tempo venivano definiti valori non negoziabili , sul piano legislativo sta perseguendo tutti gli obbiettivi di un progressismo senza limiti.
Se non si avrà la volontà di risvegliare le coscienze di coloro che non hanno avvertito il dovere di andare a votare casomai credendo così di manifestare il proprio disgusto o dissenso verso l'intero panorama politico, dai risultati di Bologna ,in particolare dalle preferenze ai candidati, emerge la tacita delega del Magistero al PD , quella delega politica per la quale esso non vuole ammettere la necessità della presenza di una nuova formazione politica dei cattolici in grado di misurarsi con la dovuta attenzione con le analisi e le proposte contenute nei documenti dell'attuale pontificato.
5/10/1921
26 settembre 2021
I Cattolici fra riformismo liberaldemocratico e i rischi di nuove esperienze autoritarie .
L'AMORE NON BASTA
E' il titolo di un libro di don Luigi Ciotti sulla sua esperienza di prete di strada, la parrocchia cui, per sua espressa richiesta , venne assegnato da chi lo aveva ordinato sacerdote, Pellegrino il cardinale arcivescovo di Torino che lui chiama padre avendolo avuto come sostegno spirituale e protettore delle sue iniziative all'interno delle diverse manifestazioni di povertà che” la società civile” cataloga devianze e spesso conosce dalle notizie in cronaca che finiscono per far prevalere le ragioni di esclusioni su quelle della solidarietà umana.
Il libro particolarmente attraverso il ricordo di vicende significative della presenza del Gruppo Abele in soccorso degli ultimi e l'esperienza di Libera contro le mafie ci conduce nella realtà attuale che,dice l'autore, la classe politica non ha mai voluto o saputo affrontare all'origine a causa della capacità penetrativa della corruzione e delle colpevoli negligenze ,nell'indifferenza e bell'inerzia di una massa acritica e consumatrice , piegata agli idoli del mercato.
Pagine di cronaca nera senza accompagnare i crimini di cui si sono resi protagonisti gli autori, per non attenuare il significato delle conseguenze spesso irreparabili sulle vittime, senza ricostruzione dei percorsi che hanno condotto i responsabili a commetterli che pure li hanno resi vittime delle diversità presenti fin dalla la nascita: le insufficienze fisiche, psichiche, economiche e familiari , il più delle volte concorrenti nelle derive e fragilità umane .
Temi enormi, dice l'autore sui quali <<ti sembra di aver fatto la tua parte , ti senti nel giusto,in pace con te stesso, e in regoola col mondo come quello dell'eguaglianza dei diritti, della sostenibilità ambientale ,dell'immigrazione o del contrasto alla corruzione e alle mafie , che richiedono cambiamenti radicali nella mantalità e nello stile di vita delle persone ,...questioni cruciali sulle quali<<non abbiamo mai smesso di volerci entrare anche fisicamente, di scendere in strada guardandoci negli occhi, prendendoci per mano e “sporcandoci “le mani>>.
Così è nata questa storia di tante storie, di tanti incontri, di tante fatiche ma anche di tante speranze>>.
E' di questa storia di tante storie anche tragiche e tutte toccanti la sensibilità del lettore che io avverto il dovere di ringraziarne chi certamente ricordandole ha riprovato i sentimenti di un vissuto fatto anche di amarezze e delusioni ma soprattutto di quell'amore fraterno col quale le iniziative svolte dalle organizzazioni nessuna delle quali porta nella sigla un battesimo religoso. La stessa denominazione derl Gruppo Abele, che ha costituito il primo impegno di don Ciotti a favore dei tossicodipendenti , pur di derivazione evengelica, e da intendersi il più appropriata denominazione per un immediato richiamo alla fraternità che supera ogni distinzione di ceto, di fede, di ideologia.
Fraternità è il sentimento col quale i volontari si accompagnamo a tutte le manifestazioni della umana povertà per favorire una volontaria risalita dalle situazioni di degrado per il reinserimento nella comunità rispetto alla quale è avvenuta l'emarginazione sociale senza alcuna pretesa pedagogica.
La concezione di papa Francesco di interventi sociali improntati alla fraternità”erga omnes” pertanto è stata accolta come una benedizione di quanto già era nell'anima delle associazioni di volontariato opermti nelle molteplici manifestazioni della umana povertà , lo stesso spirito col quale vengono instaurati nei rapporti con la pluralità di organismi associativi che si occupano delle situazioni di disagio per svolgere soprattutto una funzione di prevenzione scevra da qualunque pregiudizio possa inficiare il rapporto di umana solidarietà.
Da questa impostazione nasce la distanza da quello che è divenuto<<un ideale cosiddetto “sovranista” che presuppone la superiorità della “nostra cultura”.<<L'odio verso lo straniero è diventato un nuovo collante sociale....Dinamiche che aimmè dovremmo conoscere bene, così come gli esiti cui portano.E che pure abbiamo lasciato montare, per anni, indisturbate senza avere la forza di contrappolrvi visioni totalmente altre>>.
<<“Le nostre tradizioni”,” la nostra libertà”, il nostro stile di vita” -Dietro queste espressioni si cela in realtà la difesa di qualcosa che è molto più materiale, un'evidente supremazia economica, un livello di benessere maturato non solo maturato grazie al celebratissimo spirito imprenditoriale degli europei, ma anche, negli ultimi decenni, calpestando i diritti e distruggendo le risorse naturali di altri popoli.....>>.
E' nel paragrafo<<Saldare il cielo e la terra>> che don Ciotti definisce la dimensione religiosa del problema e lo fa riportando il brano dell'Evangelii Gaudium in cui papa Francesco affermando che la religione non deve limitarsi all'ambito privato e che esiste solo per per preparare le anime per il cielo ha posto le basi del suo Pontificato.<<Una fede autentica implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo>>......<<La fede è un cammino arduo se viene vissuta come una ricerca e non come un rifugio, un fatto acquisito. Come un cercare Dio per andare incontro alle persone, accoglierle, sostenerle, denunciare le ingiustizie, di cui sono vittime :Come un guardare il cielo senza dimenticare le responsabilità a cui ci chiama la terra>>.........<<Ecco, la responsabilità è la risposta che ci chiede lo sguardo dell'altro, soprattutto quando è uno sguardo impaurito e disperato, una muta invocazione d'aiuto. Ma la responsabilità è anche la più alta declinazione della libertà perchè si è liberi con e per gli altri, non contro o a scapito loro, e privata di responsabilità la libertà si degrada ad arbitrio, sopraffazione e abuso, effetti evidenti del “liberismo” imperante. Lo stesso degrado rischia di subire in quest'epoca d'indifferenza” globalizzata” -come la definisce Francesco- la parola “amore”. Nella società dell'io l'amore rischia di diventare un idolo, tanto celebrato a parole quanto calpestato nei fatti........>>.
Quale la proposta politica di don Ciotti?
<<Occorre allora una rivoluzione culturale, una trasformazione profonda della società: Occorre una politica che che si impegni a risanare democrazie malate di ingiustizia e di disuguaglianza: Occorre una rieducazione collettiva alla corresponsabilità e alla condivisione: Ecco perché, anche come Libera, continuiamo a lavorare sul piano educativo soprattutto attraverso i progetti di formazione che fin dall'inizio hanno caratterizzato il nostro cammino>>.
Quanto sopra riportato , per mia scelta, del prezioso libro di don Ciotti, che per quanto mi riguarda ha soprattutto il merito di condurci all'interno delle tante povertà, conosciute come problemi da affrontare a livello istituzionale mentre lui e i volontari delle associazioni da lui fondate continuano ad occuparsene incessantemente dall'interno .
Questo è quanto mi conduce a un esame di coscienza sulla coerenza del mio impegno e della validità di una visione di molteplicità di vocazioni e di opzioni all'impegno sociale di fronte alle emergenze che il progresso delle telecomunicazione ci rendono “prossimo” quanti ,per il progressi delle telecomunicazioni non posso più dire che non sò dove e, come e perché si trovino nelle aree di guerra e di sottosviluppo dalle quali non hanno altre scelte dei una emigrazione lungo percorsi accidentati dalle vessazioni di organizzazioni malavitose con diramazioni internazionali in campi di raccolta trasformati in odierni lager.
Emergenze che viste nel loro complesso,per stessa ammissione dell'autore, richiedono innanzittutto una rivoluzione culturale necessaria a garantire condizioni di vita umanamente dignitose ai tanti esclusi da un sistema economico liberista esasperato dalla mondializzazione dei mercati , che della moltiplicazione dei bisogni di uno sfrenato consumismo ha fatto la condizione di uno sviluppo tecnico senza limiti..
Quanto esposto , che per stessa ammissione di don Ciotti non consente semplificazioni , a mio modesto avviso sconvolge le tradizionali distinzioni della politica in centro, destra e sinistra alla quale il mondo cattolico non solo si è abituato, ma si è distribuito particolarmente dopo la fine della esperienza democristiana giustificando la strategia dello schieramento politico dell'attuale Magistero che non ha più ritenuto di rilasciare deleghe politiche ai laici, strategia che ho già avuto modo di definire fallimentare.
Quale altrimenti il risultato dell'attuale schieramento a sinistra che ,partito dai tempi di Dossetti considerava peggiore il sistema economico capitalista produttore di disoccupazione e scarti sociali di quello socialista della piena occupazione di i cui distingueva la presenza delle sinistre nell'esperienza del governo del CLN dalle esperienze liberticide dei regimi di riferimento sovietico?
Quale il ruolo di lievito e di sale dei cattolici nell'impasto politico attuale lunghe le vie di un progressismo che dopo l'affermato diritto alla decisione dell'inizio della vita ora raccoglie le firme per una legge che riconosca quello di deciderne la fine , quello di una riforma del diritto di famiglia che si pone l'obbiettivo della equiparazione dell'unioni civili al matrimonio per l'adozione di figli commissionati a terzi rispetto alla coppia in trepida attesa di riconoscimento?
Le questioni in discussione sono di uno spessore che supera certamente i limiti della attuale topografia politica .
Come ho già avuto occasione di ricordare ,a un amico decisamente di destra che attribuiva ai democristiani il progressivo schieramento di gran parte della sinistra religiosa e laica , risposi, che essendo anche lui cattolico, parte della responsabilità era anche sua, il problema sempre più attuale dell'accoglienza dei flussi migratori ,è un problema che dovrebbe riguardare , senza distinzione di posizione politica almeno tutti coloro coi quali ci troviamo affiancati nelle funzioni e manifestazioni religiose.
Se da quegli amici dalle posizioni di una Lega passata dall'antimeridionalismo di Bossi al nazionalismo di Salvini per toccare in competizione con i “Fratelli d'Italia” tutte le corde dell'orgoglio risentimento alla violazione dei confini della Patria prescindendo da ogni valutazione dalle ragioni e condizioni dei richiedenti asilo, mai ho mancato l'occasione di dimostrare la mia dissociazione :
Ad esso si è sempre accompagnata una puntuale critica a una pastorale che prescinde dalla considerazioni economiche del Paese necessarie a un effettiva integrazione degli immigrati nel tessuto sociale avendo sempre presente che dietro gran parte delle facciate patrimonio immobiliare, in bella vista ,vi sono mutui ipotecari che impedirebbero la conversione in danaro liquido che semplicisticamente si vorrebbe distribuito ai poveri, impegni finanziari contratti da chi poteva contare sulla sicurezza di proventi di lavoro dipendente e autonomo che la crisi ha bruscamente interrotto.
Una realtà che finisce per fare della denuncia della ostentata insensibilità della Lega che accompagna Salvini l'alibi dell'incontro della sinistra cattolica con la sinistra storica impedito dall'interclassismo e dalla la politica delle alleanze democratiche nel sistema democratico occidentale che hanno contrassegnato l'esperienza dalla Democrazia Cristiana di De Gasperi.
Quale la rivoluzione culturale ritenuta necessaria da don Ciotti per non essere ideologica e superficiale per affrontare i temi della Evangelii Gaudium che ha tracciato il percorso dell'attuale pontificato , di cui la Laudato rappresenta l'analisi delle insostenibili condizioni escluse da un progresso tecnologico foriero di sconvolgimenti epocali e,per la piena occupazione, propone rimedi che rappresentano una regressione dagli attuali sistemi produttivi in campo agricolo e industriale?
La risposta che, come cattolico, ritengo più sbagliata, sarebbe quella di disperderci nelle contrapposizione di tifosi di questa o quell'altra squadra come avveniva nei bar, quando erano affollati,o sui mezzi di trasporto che, conducevano studenti e lavoratori alle loro quotidiana destinazione, quando lo sport vedeva in campo delle qualità dei giocatori che non avevano prezzo.
Le preoccupazioni elettorali della sinistra cattolica
Quello che dovrebbe preoccupare il Magistero non è una affermazione dello schieramento di centrodestra a guida Salvini o Meloni , ma il silenzio calato progressivamente dopo il clamore dell'uscita delle esortazioni apostoliche che consente a tutti gli schieramenti di giocare delle partite i cui arbitri risiedono fuori campo, in poteri in grado di condizionare il confronto e le procedure deliberative delle istituzioni democratiche.
A consentirlo è purtroppo quella ignoranza che rende egualmente colpevoli furbi e disattenti gli uni e gli altri impegnati nei loro grandi e piccoli interessi memtre-secondo autorevoli teologi latino-americani attualmente sono a confronto l'umanesimo classico della tradizione cattolica e quello latino-americano della teologia del popolo-branca della teologia della liberazione ,culture che a mio modesto avvisomnon possono essere sovrapposte l'una all'altra come quanto avvenuto per la Libia di Gheddafi e per l'Afghanistan dei talebani sta a dimostrare che il sistema democratico non è seportabile ma deve nascere dal basso, dalla volontà popolare.
Rivoluzione culturale significa l'avvio di un processo nel quale si inseriscono le diverse anime popolari come avvenuto nelle diverse esperienze rivoluzionarie del '900 europeo, in cui sul riformismo di quelle moderate finiscono per prevalere le forze “massimaliste” in grado di governarne le diverse fasi con “commissari del popolo” per i quali i fini giustificano i mezzi, perché sarà la storia a dichiarare vincitori e vinti.
Per avviare un tale processo non basta capacità di analisi delle conseguenze di un sistema economico ingiusto sul piano sociale sull'ambiente in cui vivrà chi verrà dopo di noi, ma occorre la capacità di coagulare attorno ad essa le volontà necessarie a scongiurare la catastrofe verso la quale l'umanità è incamminata senza aprioristiche scelte di campo.
A giorni si svolgeranno le elezioni amministrative anche a Bologna dove quella che ara stata presentata da Zamagni come una nuova formazione politica, INSIEME, per affermazione di uno dei più autorevoli promotori, aveva promesso di saldare il conto con Bonaccini colpevole di non aver inserito una rappresentanza cattolica nella giunta da lui presieduta, il cui successo era da ascriversi anche all'aperto sostegno dei cattolici( gerarchia cattolica regionale del CEER in testa).
Il fatto che questo non sia avvenuto é da interpretarsi come condivisione o accettazione acritica del sistema a guida PD -per la cooptazione dei ceti medio alti- che sconfisse Guazzaloca che lo aveva inteso migliorare senza disturbare i delicati meccanismi del potere masso-tecnocratico?
Purtroppo alla denuncia del profitto fine a se stesso, che secondo il Magistero caratterizza il sistema liberaldemocratico ( di cui il Centrodestra è considerato l'espressione) si finisce per sostituire quel sistema del baratto che vede la presenza nella lista di Lepore (a titolo personale) di un autorevole esponente delle “sardine” a conferma che il mondo cattolico politicamente c'è e non c'è.
Quando i cattolici ,non solo bolognesi, si renderanno liberi dalla strategia che attualmente li vuole massa di manovra o pesci in scatola?
Nell'attuale situazione il voto ragionato dei cattolici bolognesi per raggiungere il ballottaggio dovrebbe orientarsi su BATTISTINI .
SUL PARTITO UNICO DI CENTRODESTRA
La aperta adesione di Berlusconi alla iniziale proposta di Salvini di un partito unico di centrodestra riapre la questione della necessità di una ricostituzione di quell'area interclassista di centro di orientamento democratico cristiano, della quale la sinistra cattolica con Dossetti dichiarò di non aver fatto mai parte, che ha una concezione del bene comune che va oltre le attuali dimensioni culturali e politiche del Cavaliere e del leader della Lega.
La creazione di un partito di cattolici di centro , già in avanzato stadio costitutivo, poi scomparso dietro gli interessi elettorali più immediati del PD, dovrebbe rappresentare l'occasione per l'attuale Magistero di dimostrare di saper scegliere fra la continuità della dell'impegno cattolico che fu del PPI di Sturzo e della DC di De Gasperi e un partito confessionale di impronta pauperista per affrontare le questioni della riforma del sistema produttivo per un nuovo sviluppo economico volto al riequilibrio dei dissesti ambientali e alla garanzia di livelli occupazionali rispettosi della dignità della persona promuovendo una legislazione riguardante il sistema retributivo fiscale e di sicurezza sociale nell' intera area europea.
Settembre 2021
LA SCELTA RELIGIOSA DI FRANCESCO D'ASSISI
FRA L'ECONOMIA DEL PROFITTO E QUELLA DELLA FRATERNITA'
Fra le copertine delle innumerevoli pubblicazioni all'attenzione dei cattolici subissati dai richiami alla coerenza dell'attuale pontificato e dalla immediatezza delle immagini che rendono prossimo chiunque abbia bisogno di soccorso in qualunque parte del mondo si trovi, mi ha particolarmente colpito un saggio dal titolo ”Francesco di Assisi e l'economia della fraternità” che contiene anche cose non lette prima.
Il saggio di mons. Sorrentino ha inizio rifacendosi al momento della spogliazione del giovane davanti al vescovo Guido per consegnare al padre Bernardone i denari da lui riscossi per suo conto e le ricche vesti ,scena riprodotta da Giotto e da altri pittori. L'autore lo definisce gesto profetico carico di significato religioso ma anche familiare e persino economico quando, portandosi ancora dietro il ricordo degli occhi avidi e violenti del padre per il quale il denaro era diventato un idolo, nella Regola dettata ai suoi frati, Francesco esigerà che essi abbiano una sorta di orrore per il denaro, considerandolo non più dei sassi: Dice l'autore:<<La ricchezza è ormai per Francesco una risorsa per i poveri .Va distribuita>>.
Richiamandosi al dipinto della Spogliazione nella sala del vescovado di Assisi , monsignor Sorrentino ne evidenzia la raffigurazione della trascendenza verticale e quella orizzontale.:<<Bernardone è raffigurato nella sua ira mentre porta via il suo magro bottino con lo sguardo accigliato, quasi incredulo, rivolto a quel figlio che ha scelto la libertà ; Francesco è ritratto con la testa appoggiata sulle ginocchia del vescovo, in un abbandono tenero quasi di bambino mentre Guido,(il vescovo) protende le mani nell'accoglienza e nell'abbraccio paterno. Il giovane figlio di Bernardone ,diventato d'un tratto nullatenente, privo di un focolare domestico, ha ormai nella Chiesa la sua famiglia Un povero ha bisogno di essere guardato, ma ancor più di essere capito. Guardato negli occhi, come ama sottolineare Papa Francesco: Tanto più che i sono povertà che vanno ben oltre l'aspetto economico: le mille povertà che sono il frutto della solitudine, della disperazione, della fragilità della malattia psichica: Queste non si affrontano con una moneta, fosse anche quella di una una grande istituzione pur munifica ma priva di cuore......>>
L'autore conclude :<<Spogliandosi di tutto, Francesco decide di condividere la condizione di Cristo e, insieme la condizione dei poveri. Lo fa guardando il Bimbo di Betlemme e al Crocifisso del Golgota: Il presepe di Greggio e la croce della Verna, oltre il loro primo significato, quello mistico hanno anche un significato economico: sono un giudizio su quella grande struttura di peccato che pone i fratelli, membri della stessa famiglia umana, su due grandi fronti contrapposti: da un lato, gli accumulatori di ricchezze passeggere quanto micidiali, dall'altro, la marea di “spogliati” che vi volo una vita di inferno, se una conversione radicale dell'economia non ne riscatta la dignità e il destino. Con la spogliazione Francesco ha scelto da che parte stare>>.
<<Quelle mani di Francesco levate verso il cielo o giunte nel raccoglimento non rifiutano l'economia, ma piuttosto la rifondano, ponendola sul suo cardine etico e trascendente. In persone come lui, capaci di “scardinarsi” da sé per “incardinarsi” su Dio, tanti scartati della storia troveranno il sollievo di una economia della gratuità, della condivisione, del rispetto della loro dignità della condivisione, del rispetto della loro dignità, della custodia del creato e, tutto sommato, di un incremento della felicità non solo personale, ma collettiva. Lo sviluppo, ha scritto Benedetto XVI ha bisogno di cristiani con le braccia alzate verso Dio>>.
L'autore quindi ci riporta alla nostra epoca, quella del consumismo che<<ha il suo lato positivo. Il consumo è una condizione della produzione. Se tutti fossimo senza desideri saremmo più poveri, e i poveri sempre più poveri..: Il ritorno all'essenziale, quello che Francesco scelse nella sua spogliazione -non necessariamente è un fattore deprimente dell'economia: Esso può portare al risparmio produttivo posto al servizio di investimenti mirati.. In fondo il servizio bancario poggia sulla prassi di mettere insieme risparmi non soltanto da depositare e conservare, ma anche di generare percorsi di crescita e sviluppo. Se imparassimo a risparmiare, grazie a modelli di consumo ispirati a un'etica dell'essenziale, probabilmente riusciremmo a incanalare i nostri risparmi non verso speculazioni finanziarie e magari verso fabbriche di armi o prodotti non ecologicamente sostenibili, ma verso prodotti qualificati da una progettualità solidale ,in grado di garantire equità e giustizia a milioni e milioni di persone che si ritrovano invece totalmente al di fuori dei circuiti della ricchezza e spesso sono oggetto di uno sfruttamento del lavoro che rimane vergogna bruciante del nostro tempo. A che serve sbandierare grandi carte dei diritti umani, se non si riesce af assicurare il minimo rispetto della dignità umana di tanti lavoratori e dei tanti senza lavoro?Stare alla logica dell'essenziale e della sobrietà, è ricordarsi più facilmente dei poveri:......La nostra civiltà si sta coprendo di computer, smartphone e robot. Niente da dire sul progresso tecnologico, Ma bisogna impedire che diventi una tecnocrazia omni-pervasiva, in cui dell'uomo non rimanga che un ricordo o una maschera...Urge un'economia totalmente rispettosa dell'uomo e capace di farsi carico di tutti gli esseri umani ”spogliati” dall'indifferenza e dalla violenza, uomini e donne senza voto, senza voto e senza voce, ma tutti preziosi agli occhi di Dio>>.
Da quanto sopra riportato si coglie uno stile narrativo della esposizione dei concetti che ci richiamano alla fraternità .Il vero senso della fraternità è affidato al brano evangelico domanda di Dio a Caino di dove fosse suo fratello, per affermare il dovere che ognuno di noi ha di custodire il prossimo.
L'autore ,capitolo dopo capitolo mette a confronto la scelta di Francesco di dedicarsi completamente a Dio e quella del padre Bernardone del quale emerge la figura del padre padrone comune nell'economia del suo tempo in cui il primo si è fatto povero per condividerne il significato nell'ordine evengelico e il secondo è il prototipo chi ha fatto una scelta del danaro e del profitto che finisce per distruggere ogni altro tipo di rapporto umano fino al legame familiare più stretto di padre e figlio.
In sostanza l'opera di monsignor Sorrentino si inserisce nella prevalente pubblicistica cattolica attuale, in un pensiero economico incentrato sulla denuncia di un sistema del profitto che destina alla povertà gli emarginati al livello degli scarti di produzione consentendo la destinazione della maggior parte della ricchezza mondiale a una ristretta cerchia di privilegiati senza indicare il modello economico sostitutivo in grado di crearla prescindendo dalla differenza fra l'ammontare dei ricavi delle vendite dei beni e delle prestazioni di servizi e l'ammontare dei costi di gestione dei quali quello del lavoro è una componente essenziale purtroppo variabile a seconda delle aree geografiche.
Comunque dalla produzione della ricchezza, dalla prevalenza dei ricavi sui costi si creano le disponibilità finanziarie dalle quali dipendono anche tutte le benemerite ed essenziali iniziative ,dal banco alimentare alle mense popolari ,dalla raccolta dei medicinali ai presidi sanitari per i poveri , la devoluzione dell'otto per mille e la stessa presenza di organizzazioni quale la Comunità di Sant'Egidio e le opere caritative degli Ordini religiosi in Italia e all'estero.
Definito utile d'impresa ,il risultato della gestione è quel plusvalore che per Marx rappresentava un furto a danno dei lavoratori , senza il quale vi è quel risultato “in perdita” che mangiando il capitale (in regime privatistico) ne determina il fallimento , come la prevalenza delle spese di gestione su quello delle risorse fa saltare le economi dei regimi socialisti.
Un altro aspetto carente nella cultura cattolica , è quello del capitale di rischio, cioè della dotazione necessaria all'apertura di una attività economica . Nessuno più parla dell'azionariato popolare mentre assurge agli onori delle cronache come fatto straordinario, quello di lavoratori che mettono in gioco la loro liquidazione e i risparmi familiari per rilevare le imprese economicamente sane che altrimenti verrebbero delocalizzate. Evidentemente al livello politico e sindacale ha prevalso la cultura dei Consigli di fabbrica ispirate ai soviet lasciando il rischio a carico della proprietà e , possibilmente della collettivita, in caso di un futuro esproprio mentre nell'ambito religioso sembra sconosciuta ai più la nozione di bilancio la cui scoperta la si deve a frà' Luca Pacioli (1445-1517)inventore del sistema contabile della partita doppia.
Importante comunque è la centralità della povertà nell'attuale dottrina sociale della Chiesa cattolica riconosciuta come situazione involontaria in quanto trasmissibile in linea diretta dai genitori ai figli non più legata alla cultura dell'elemosina e della vendita della proprietà per la devoluzione del ricavato alla comunità ed ora considerata come inaccettabile sottoprodotto delle economie di mercato.
Questa consapevolezza deve pertanto portare alla conclusione della necessità di riforme sostanziali, cioè di struttura necessarie a superare le povertà come manifestazione di sofferenza sociale da superare con una economia della fraternità come lo come lo sono i flussi migratori dalle aree di guerra e di sottosviluppo.
Di fronte all'emergenza planetaria della salvaguardia dell'ambiente, dei flussi migratori dalle aree del sottosviluppo e e dei profughi da aree di guerra , della perdita di lavoro indipendente e subordinato per la pandemia in atto, la Dottrina sociale della Chiesa , arricchita delle encicliche di papa Francesco, particolarmente per i cattolici non può non costituire l'occasione per un chiarimento fondamentale innanzitutto dei ruoli della religione rispetto a quello dell'economia partendo dalla esperienza della convivenza nella famiglia, nel proprio condominio , nella propria parrocchia, nel proprio comune, nella propria Regione per individuare le forme di partecipazione alle scelte di programmazione del territorio da cui dipendono le linee di sviluppo che favoriscano la crescita culturale ed economica e individuare le istituzioni in grado di intervenire con tempestività nelle situazioni di sofferenza sociale.
Quali i ruoli, rispettivi, della religione e della politica? Monsignor Sorrentino , a mio modesto avviso, avrebbe fatto bene a porre al centro la bella esposizione della fraternità del cantico delle Creature senza indulgere alla tentazione dei monsignori a divenire economisti in un'epoca in cui gli economisti diventano monsignori partecipi della strategia cattolica dell'incontro a sinistra, finendo per esorbitare gli uni e gli altri delle rispettive competenze che vorrebbero la religione illuminante il percorso della politica e della economia non accorgendosi di perseguire scelte di classe che la sinistra storica sta tentando di superare lungo un faticoso processo revisionista per occupare lo spazio politico che fu dell'interclassismo democristiano e di condividere le responsabilità di un progressismo senza limiti che sta destabilizzando i valori fondamentali della vita e della famiglia.
Questa la strategia in atto della sinistra cattolica quando occorrerebbe un impegno consapevole che la prima disuguaglianza è determinata dalle qualità personali dell'individuo alla nascita, fisiche e mentali, e delle condizioni familiari e ambientali nelle quali esso deve essere aiutato a competere da una società cui spetta il compito di garantire l'uguaglianza dei punti di partenza con adeguate forme di intervento sussidiario a favore della prima cellula dell'organizzazione sociale che ,volenti o nolenti è la famiglia.. Non strategie elettorali locali e nazionali quindi, che finiscono per essere uniformate agli interessi di alleanze masso-tecnocratiche, ma un doveroso corale richiamo alla riforma dell'attuale sistema economico coinvolgendone le categorie sociali per affrontare problemi della salvaguardia del pianeta e l'inserimento economico degli esclusi alla luce della impotenza del potere politico e sindacale nelle vertenze della delocalizzazine delle imprese per ridefinire il ruolo del privato e del pubblico stabilito ai tempi del confronto dialettico di ideologie ormai dichiarate defunte.
Una riforma che deve tenere conto dei tempi di esecuzione e , delle risorse necessari a convertire l'attuale sistema produttivo e soprattutto delle maggioranze di governo rispettose della libera iniziativa e delle libertà individuali dei cittadini.
Chi dell'arresto temporaneo dell'sistema economico per la pandemia avrebbe voluto cogliere l'occasione del cambiamento radicale del modello di sviluppo non può non aver compreso, dalle reazioni alle direttive del governo sulle misure di sicurezza e sull'obbligo di vaccinazioni, pur suggerite dai vertici dell'apparato sanitario e legittimate dal parere della Corte Costituzionale, quanto sia difficile e complesso intervenire per il semplice ritorno ai livelli produttivi e occupazionali precedenti la sospensione.
L'opportunità di assistere ad una conferenza di iniziativa vicariale sulla Dottrina sociale alla luce delle encicliche dell'attuale pontificato mi ha portato ad esprimere ad uno dei parroci presenti il mio parere sulla necessità di passare dal livello teorico a quello pratico; un giudizio, il mio, fortemente condizionato dal fatto che ai lati dell'auditorium comunale sporgevano eleganti supporti pubblicitari della denominazione della banca di ispirazione cattolica che evidentemente aveva sponsorizzato la conferenza.
Il sistema del credito che costituisce uno dei pilastri dell'economia nazionale non potrà non essere oggetto di un profondo esame in occasione di una riforma del sistema economico caldeggiato dal Magistero della Chiesa cattolica .Quale la differenza delle banche di ispirazione religiosa , delle commissioni , dei tassi ,e delle condizioni di accesso al credito rispetto alle banche concorrenti di origine laica, se non quelle iniziali che distinsero le Casse Rurali ,dette ”banchine dei preti” dalle altre presenze bancarie Come stabilire criteri oggettivi di affidabilità della clientela e di accertamento della provenienza delle somme depositate? Quali le garanzie di una stabile occupazione dei dipendenti di ogni ordine e grado compromessa dallo sviluppo tecnologico e dal dissesto dovuto a responsabilità di gestione degli istituti bancari?
Budrio, luglio 2021
Il contributo di un vecchio democristiano
PER UNA PIU' COMPLETA CONOSCENZA DELLA REALTA' BUDRIESE NEL PERIODO FRA LE GUERRE 1918/1940 PRESENATA DA UN LIBRO CHE AVREMMO PREFERITO EDITO DAL CIRCOLO PERTINI DELLA CA'ED METUSCO E NON DALLA PRO LOCO
L'opera ,che invito a leggere, nella introduzione, nella presentazione dei diversi momenti del periodo trattato e nella biografia dei personaggi prescelti,copre un arco di tempo che va ben oltre quello fra le due guerre citato in copertina, è arricchita da una appendice documentale e fotografica che ,nella intenzione degli autori, vorrebbe consentire al lettore a farsi un idea della era fascista nella comunità budriese .
Una scelta ,quella di allegare una sorta di cronaca politica degli organi di informazione del Partito fascista e delle associazioni combattentistiche che ne fecero corollario , che oltre la sofferenza e il fastidio di proseguirne la lettura per linguaggio maleducato e gli attacchi personali in essi contenuti, accresce la curiosità di conoscere fatti e vicende di Budrio nella pubblicistica di quella che appare l'unica controparte , quella socialista, curiosità che purtroppo non viene appagata.
Dalla trattazione del periodo successivo alla prima guerra apprendiamo dello sconcerto dei reduci che videro deluse le loro aspettative di giustizia sociale e del dileggio ad essi riservato da parte di <<frange di estremisti che magari a quella guerra non hanno partecipato>>,che <<i due anni che seguono sono caratterizzati da fortissime tensioni sociali e scioperi”che nella pianura tra Bologna e Ferrara sono particolarmente numerosi e accesi e spesso accompagnati da scontri fisici e violenze che sfociano in fatti di sangue; c'è la paura nella proprietà agraria del pericolo rosso e degli espropri delle terre;c'è quindi la risposta dura , che diviene violenta quando bande di giovani e non- tra cui i reduci delusi delle diverse età hanno una larga presenza si propongono allo scopo con l'obbiettivo di chi li guida di assumere un ruolo centrale in un'Italia da costruire con lo'ordine e la disciplina e un fantastico nuovo prestigio della Nazione nel mondo.Questi gruppi trovano nel 1920 un punto di riferimento politico e organizzativo nazionale nel movimento fascista che deluso per il modestissimo risultato ottenuto alle elezioni politiche nazionali del novembrte 1919-le prime con suffragio universale maschile e il sistema proporzionale -in cui non aveva eletto alcun deputato, aveva scelto di abbandonare il terreno democratico del confronto per trasformarsi in un movimento eversivo basato sulla violenza e le intimidazioni degli avversari che aveva individuato innanzittutto nei socialisti>>.
Gli autori ci forniscono un quadro della situazione dalle pagine dell'Eccidio di Palazzo di Accursio -11 morti e sessanta feriti- le stesse che oltre la affermazione della strumentalizzazione fascista della morte dell' invalido pluridecorato Giulio Giordani come sua prima e più illustre vittima dell'aggressione dell'strtemismo di sinistra pur non essendo camicia nera , giudizio che appare inappropriato e fazioso se confrontato con la vicenda riportata dall'allegata stampa fascista del trattamento che precedentemente gli era stato rise rvato a Budrio dove era stato accompagtnato (in quanto grande cieco di guerra)per una riunione dell'associazione dei combattenti al Teatro Consorziale dove gli furono indirizzati fischi contumelie e sassate contro la automobile che lo avrebbe ricondotto a Bologna.
Troppo assordante l'assenza dalla trattazione del periodo storico da parte degli autori,di quel livore antinterventista del socialismo che con Turati aveva coniato il motto<<né un soldo,né un soldato per la guerra >> trasferito sugli ex combattenti ne determinò la adesione ai fasci di combattimento .
La scelta che dalla biografia di Dino Grandi apprendiamo questi fece dopo la aggressione subita mentre in bicicletta dallo studio di avvocato di Imola rientrava all'abitazione di Mordano.
Nello stesso capitolo titolato dell'eccidio ,a Pag.44 invece leggiamo <<La compagine socialista del tempo, appare schierata su posizioni di sinistra estrema.Siamo nel periodo segnato dalla rioluzione comunista russa ,dai frequenti tentativi di ribellione in Germania :una parte consistente dei militanti socialisti italiani si convince che le idee teorizzate da Marx sono praticabili in maniera concreta in qualsiasi situazione.Il 26 gemnnaio 1919 si svolge il congresso provinciale bolognese del PSI(Partito Socialista Italiano) il messaggio è chiaro e coincide con la formula” bisogna fare come in Russia” Gli scontri sociali si trasformano rapidamente in una autentica lotta di classe,a cui “i padroni” si oppongono facendo ricorso ai crumiri e alle serrate.Scioperi e manifestazioni politiche si susseguono senza sosta e diventano occasioni per misurarsi anche fisicamente: i soldati e le guardie del regno non si fanno pregare nell'utilizzo delle armi da fuoco:I lavoratori e gli organizzatori di sinistra sono difesi dalle” guardie rosse” l'atmosfera diventa incandescente.Leandro Arpinati si impegna nello strutturare militarmente i fasci di combattimento ,che dal 1919 condizionano la vita bolognese:La prima fisionomia dei fasci coincide con quella degli ex interventisti,ex nazionalisti,ex radicaliLe squadre fasciste si pongono a difesa degli agrari e degli indusriali,aggregatisi nell'Associazione della difesa civile.ecc
<<In questo contraddittorio scenario,continuiamo a leggere, si svolgono le elezioni amministrative bolognesi del 1920:i socialisti massimalisti minacciano di disertare le urne , scagliandosi contro i risultati-modesti a loro avviso-dell'amministrazione guidata da Zanardi .L'idea del boicottaggio al voto( notiamo che l'unica volta che si parla di boicottaggio da parte degli autori è quella del voto) lascia presto spazio alla stesura di un documento di ispirazione violentemente rivoluzionaria capace di propiziare la saldatura del cosiddetto “blocco della paura” che fa capo alla lista Pace,Libertà, lavoro, che vede la partecipazione di liberali,combattenti, nazionalisti,borghesi di varia provenienza,l'unico punto di contatto di questa eterogenea compagineè rappresentato dalla strenua opposizione alla sinistra”bolsevica”.I fascisti si pongono in difesa degli esponenti e delle sedi che fanno riferimento alla formazione politica antisocialista.
Il 31 ottobre 1920 hanno luogo le lezioni che vedono la vittoria dei socialisti ma il 4 novembre,secondo anniversario della Vittoria, vede le formazioni fasciste schierate davanti alla Camera del Lavoro Ercole Bucco , segretario della Camera del Lavoro , capace di usare parole molto dure, si fa trovare impreparato nonostante la presenza delle guardie rosse,<<schiama i Carabinieri perchè sotto assedio delle delle formazioni fasciste... le forze dell'ordine perquisiscono tutte le stanze non risparmiando l'appartamento adiacente in cui trovano fucili, pistole ed esplosivo:il risultato è l'arresto dgli assediati : novantasei socialisti sono arrestati,mentre i fascisti saccheggiano e incendiano la sede della Camera del Lavoro.La strategia socialista non ha retto l'urto fascista:nei giorni seguenti giungeranno le dimissioni di Bucco...>>...
Non so se gli autori redigendo questo capitolo si siano resi conto di aver fornito un quadro complessivo dal quale riultano pressocché tutti gli elementi giustificativi della costituzione di quel blocco d'ordine sul quale il fascismo potè contare fino alla dichiarazione di guerra.Forse questo è il motivo per il quale dalle fonti PSI, pur annoverando quel partito fra le sue fila personalità di notevoli capacità organizzative, letterarie e polemiche e il maggior numero di dirigenti delle organizzazioni operaie del periodo trattato, nulla viene riportato o riprodotto del volantinaggio, delle risoluzioni politiche ,del boicottaggio strumento di quella lotta di classe della quale quel partito è presentato unica espressione ; nessun elenco dei boicottati per non essersi assoggettati al taglieggiamento e a quant'altro per scongiurare la interruzione dei lavori agricoli e la conseguente pardita dei raccolti che portartono molti alla “sceltadel blocco d'ordine”. Nulla è prodotto della documentazione che lessi a casa di qualcuno che le aveva conservate in grado di rendere più chiara l'idea delle diverse responsabilità nell'arco delle forze democratiche dell'avventura fascista.
Assordante pure rimane il silenzio sulle conseguenze di quell'anticlericalismo del quale furono investiti sacerdoti e fedeli particolarmente nella nostra bassa bolognese per la efficacia della predicazione dei tribuni del popolo che ,a Vedrana, giunse ad impedire alle suore Visitandine di partecipare alla Messa mattutina nella chiesa parrocchiale, a breve distanza dala loro Casa madre, fino a quando il nipote di una di loro, venutone a conoscenza, non avvisò una “squadraccia fascista” che una maattina intervenne ...a stabilire l'ordine. L'opera che volendo passare la enunciazione di manifestazioni di estremismo del PSI e delle emanazioni operaie che ad esso facevano riferimento per contromisure alle azioni dello squadrismo e agli attacchi verbali del partito fascista , per la concezione del ruolo esclusivo rivendicato a quel partito da cultori della storia locale , finisce per ridurre le altre componenti sociali al ruolo di fugaci comparse.
Per quanto rtiguarda il limbo nel quale è relegata la componente cattolica(della quale pranno attinto. non si parla se non accennando alla sua partecipazione al primo governo Mussolini e alle liste dei blocchi d'ordine alternative a quelle del PSI a livello locale , dall'opera in esame emerge la continuità di quella tradizione anticlericale di riferimento marxistta e illuminista che senz'altro contribuì alle scelte di schieramento della maggioranza del mondo cattolico prevalenti del periodo in copertina e, nel dopo seconda guerra mondiale, alla organizzazione e al successo della Democrazia Cristiana; per quanto riguarda i comunisti, ad essi è riservato il solo contentino delle due biografie degli illustri compagni Canova e Reggiani in una scelta dalla quale traspare il risentimento mai sopito per la scissione di Livorno.
Il mio contributo critico alla ricostruzione di una più adeguata dimensione della comunità budriese del periodo altrimenti circoscritta alla presenza del PNF e del PSI si è spinto alla individuazione delle responsabilità politiche sulla nascita , sull'avvento e sulla tragica conclusione del fascismo che tgli autori danno per acquisite con la prima iniziativa del Circolo Pertini che di esse si occupò nel 2013 lasciando a quella attuale l'obbiettivo di “fare emergeredall'oblio fatti ed avvenimenti della comunità budriese e dei suoi abitanti che, che inevitabilmente , si collocano in questo contesto storico”.
Per una maggiore conoscenza sociologica del periodo ritengo opportuno rtiportare gli stralci del libro sulle LOTTE AGRARIE di Arturo Colombi,memro del Comitato Centrale del PCI a proposito della
NASCITA DEL FASCISMO
<<I saggi pontefici del riformismo non si rendevano conto di quanto fosse puerile pensare di poter manomettere il principio della proprietà borghese quando il potere statale è ancora in mano alla borghesia.
Se la borghesia si rende conto che le sue leggi non tutelano sufficientemente i supi privilegi le cambia;ma non cederà mai senza usare di tutta la sua forza statale nelle questioni di principio,del principio della proprietà...................
.Dice Colombi:-:<<Avvenne quello che doveva avvenire. La borghesia agraria minacciata nel profitto e nella proprietà dalla forza delle organizzazioni dei lavoratori,gli esercenti e i commercianti lesi nei loro interessi dallo sviluppo della cooperazione e dalla politica cieca dei cooperatori riformisti che erano partiti in guerra contro il piccolo commercio, i professionisti,gli impiegati, gli studenti e i professori,offesi nei loro sentimenti di ex combattenti e di patrioti da una politica che faceva apparire i socialisti quali negatori e dispregiatori del sentimento patriottico,i contadini che avevano subito vessazioni ingiuste,e quelli che avevano seguito il movimento di lotta ma non accettavano la socializzazione della terra,né la politica della bracciantizzazione,si univano in fascio e passavano alla riscossa. Sconfitta sul terreno legale la borghesia passava all’attacco sul terreno della violenza illegale,faceva ricorso allo squadrismo fascista protetto dalle forze dello stato cosiddetto democratico……….
-Agrari,borghesi e commercianti poco si preoccuparono di sapere se le organizzazioni sindacali del Bolognese erano evoluzionisti,che volevano operare entro il quadrodell’ordinamento giuridico legale dello stato liberale:essi avvertirono che la forza delle organizzazioni sindacali era tale da imporre il riconoscimento dei suoi diritti che colpivano il profitto capitalistico e perciò non esitarono a riconoscere alla violenza extra legale cercando e realizzando quella soluzione di forza che i riformisti negavano come “antiumana,incivile ,incapace di arrestare o far progredire la storia…………di fronte al fatto che il movimento operaio poteva essere presentato come negatore della patria, si univa alle forze della reazione e fece massa in nome della libertà e della patria. Nulla fu tentato per impedire e ostacolare la formazione di questo blocco nel quale vi erano forze che non avevano nulla da spartire con la reazione agraria.
………Le ragioni profonde dello sbandamento delle masse che avevano seguito il movimento nella lotta debbono essere ricercate non tanto nella violenza bestiale del fascismo,quanto negli errori di impostazione politica delle organizzazione dei lavoratori , in particolare negli errori commessi nella politica verso i contadini:con lo sciopero indiscriminato,con la parola d’ordine della socializzazione della terra,con la parola d’ordine della bracciantizzazione.
-A nessun contadino che lavora la terra in proprio o anche in qualsiasi forma di compartecipazione sorride la prospettiva di diventarebracciante:chi ha terra ha pane, anche se molto sudato e non sempre a volontà. Le condizioni di salariato avventizio sono troppo precarie perché non si pensi che a divenirlo significa decadere in una categoria sociale sottostante. E’ un fatto che il piccolo proprietario sogna di divenire autonomo arrotondando il suo possesso;che il mezzadro sogna di divenire affittuario o proprietario del fondo che lavora;che il fittavolo sogna di divenire proprietario:I dirigenti riformisti volendone fare dei braccianti e dei cooperatori non tenevano conto del fatto che se è vero che i braccianti,per la coscienza acquisita mediante l’organizzazione e la lotta di classe,aspiravano al possesso collettivo della terra,le altre categorie,invece,aspiravano e aspirano al possesso individuale.
D’altra parte le importanti conquiste contrattuali realizzate dalla grande lotta agraria rafforzavano nei mezzadri e nei fittavoli la speranza di divenire proprietari della “loro”terra.Il capitolato colonico era estremamente vantaggioso:la congiuntura economica ,con l’inflazione e i prezzi crescenti,lasciava credere ai contadini che avevano una produzione commerciale più o meno notevole ,che essi potevano realizzare il loro sogno in un avvenire non molto lontano.Si capisce come a nessuno di essi sorridesse la prospettiva avanzata dalla Federterra………………
-Nella Federterra gli elementi che si erano uniti nella corrente del momento in cui credevano che nulla potesse opporvisi,quando di fronte alla controffensiva delle forze fasciste si accorsero che le organizzazioni socialiste non erano così potenti come essi ,,che anzi si dimostravano incapaci di reagire alla violenza avversaria,perché paralizzate dall’orientamento riformista e dalle preoccupazioni di salvare il salvabile degli ingenti interessi corporativistici,abbandonarono il campo e passarono in quello avverso:I primi furono quelli che avevano subito qualche pressione e umiliazione………………….Lo squadrismo e la dittatura fascista dovevano servire e servirono in primo luogo a stroncare l’organizzazione operaia.
In quanto agli eccessi,se così si vogliono chiamare, i capi riformisti che avevano impostato e diretto l’agitazione agraria nel bolognese,ne avevano compiuti la loro parte.
Oggi i vecchi dirigenti del riformismo amano presentarsi quali campioni del ceto medio ma tutta la storia del riformismo italiano testimonia come questi uomini,che avevano stabilito relazioni di compromesso con alcuni gruppi del grande capitale industriale del nord,attraverso la politica dei premi e delle sovvenzioni governative,seguirono una linea che significava completo misconoscimento degli interessi del ceto medio campagnolo e cittadino :politica opportunistica nei confronti della classe operaia e nello stesso tempo politica miope,di incomprensione e ostilità verso i contadini ,i piccoli esercenti gli intellettuali e tutta la piccola gente che vive del proprio lavoro pur non essendo salariati.
La forza del movimento socialista consisteva nella fitta rete di solide leghe localizzate nella Valle Padana e nei centri industriali del nord, nelle Camere del Lavoro ,nelle cooperative , nelle amministrazioni comunali conquistate, ecc;la sua debolezza ,che nel momento decisivo rasentava l’impotenza,consisteva nell’opportunismo e nella limitatezza dell’orizzonte teorico e politico. Gli esponenti del riformismo ,senza alcun sostegno teorico ,senza una visione dei problemi nazionali e generali del moto proletario, furono travolti da avvenimenti che li superavano e che non comprendevano>>.
----------------------
Alla asprezza delle contrapposizioni politiche s sociali del periodo fra le due guerre è riconducibila parte della logica della compilazione delle liste di proscrizione della guerra civile parallela alla lotta di Resistenza ,come una resa dei conti a lungo attesa , logica che, per quanto stava avvenendo a Budrio, determinò l'uscita della rappresentanza democristiana dal locale Comitato di Liberazione-Decisione che Mezzetti,in un'intervista ad Avvenire così giustificò :<< per non renderci complici>>.
Quanto detto nella biografia di Giuseppe Reggiani,ispirato alla esperienza dello spagnolo Ferrer fucilato a Barcellona il 13 ottobre 1909 e di Marcello Canova , primo sindaco post Liberazione, presenti nel libro sembrano corrispondere al pudore di eliminare la presenza PCI per intero ,partito al quale il PSI nulla è detto del patto Patto di Unità d'Azione( PSI-PCI )sottoscritto nel 1934 a Parigi per la la comune lotta contro il fascismo, rinnovato nelle fasi iniziali della Resistenza, il 28 settembre 1943[ e poi nel dopoguerra, il 25 ottobre 1946. Rapporti che furono intensi al punto che in Emilia-Romagna i loro organi di stampa, l'Avanti! socialista e L'Unità comunista, furono pubblicati in versione congiunta Avanti – L'Unità..
Dei cattolici se ne parla descrivendoli partecipi alla l'esperienza amministrativa clerico moderata del periodo1904-1907 stretta fra quelle socialiste di Demetrio Monari (1900-1903) e di Ugo Lenzi(1908-1913) e ,di riflesso citando l'aggressione subita dal parroco di Dugliolo che,a lungo,conservò il mantello che aveva strappato ad uno degli aggressori da lui riconosciuti che nessuno andò mai a ritirare.
Il PPI locale viene citato per una iniziativa col PCI e col PSI per una manifestazione al Teatro Consorziale impedita da un ordine prefettizio mentre di quello nazionale se ne fa cenno della sua partecipazione al primo governo Mussolini e a gruppi d'ordine alle amministrative.
Nulla si dice dell'opera di sensibilizzazione all'impegno formativo dei cattolici svolto dall'Azione cattolica nelle varie realtà parrocchiali, e per Budrio, in particolare nella parrocchia San Lorenzo che a lungo ha usufruito dell' l'appassionato impegno del parroco padre Amadio Tinti, nell'insegnamento della Dottrina sociale della Chiesa. ,della formazione di quamti poi contribuirtono alla organizzazione della Dermocrazia Cristiana di Budrio e delle ACLI che, con Dorando Giuliani portarono alle iniziative della cooperazione bianca bell'intero territorio della provincia di Bologna ,alle iniziative della cooperazione bianca a Budrio e nell'intera provincia di Bologna .Nulla viene detto che dal difetto di una delle lettere della tastiera della macchina da scrivere dell'Ufficio parrocchiale , rilevata in un volantino o documentomdel CLN i tedeschi risalirono alla proprietà dell'attrezzatura d'ufficio, prelevarono il parroco p.Amadio per portarlo in piazza per l'impiccagione per poi ripiegare nel brillamento del campanile della sua Chiesa.
Dalla esclusione operata di importanti componenti sociali necessarie a rendere il senso della comunità budriese,una delle quali è la cattolica, pare emergere una sorta di continuità della cultura anticlericale di riferimeno massonico evocata come causa delle dimissioni dalla carica di Sindaco dell'avv.Ugo Lenzi del quale non si rivela il grado di Gran Maestro da lui raggiunto.
Venendo alle biografie contenute nel libro in esame ,non se me ne voglia se per informazioni molto attendibili correggo la versione dei fatti che portarono all'aggressione di Pescatori,attribuita ai contrasti, pure esistenti, fra l'aala Grandi cui apparteneva il podestà di Budrio e quella di Arpinati, quando il pesantissimo pestaggio dei fascisti al podestà è da collegarsi alla sua contrariertà all'indizione di un'asta di opere legate a precisi interesi particolari (in cui Arpinati non c'entrava niente). A confermarmelo fu anche un vecchio socialista che mi rivelò come l'increscioso avvenimento avesse superato le identità politiche dividendo l'opinione pubblica locale in onesti , fazione della lui mi disse di onorarsi di averne fatto far parte , e nei disonesti dai quali era evidentemente partito l'ordine dela spedizione punitiva.
Rimanendo all'importanza dello spazio riservato alla biografia dei budriesi illustri, che nel caso del Dott. Ballarini vede dedicati tre paragrafi del quinto capitolo, dicendo quasi tutto ciò che pochi oltre lui erano in condizione di poter sapere ,dei suoi successi e delle sue pubblicazioni in campo professinale , della sua prodigalità verso i meno abbienti attraverso una fondazione dedicata alla moglie,della sua partecipazione alla Lotta dei Liberazione dalla quale egli uscì con la medaglia d'argento al valor militare , della sua esperienza di Sindaco di Bracciano e candidato alle elezioni del 1968 nelle liste della Democrazia Cristana ( che appresi in comizi di avversari politici e mai per suo collegamento col partito locale del quale fui a lungo segretario), fra la enunciazione delle sue iniziative in campo economico, non sia citata quella CIGAR, la socitetà di alberghi e ristonanti con la guale ha garantito l' occupazione anche a diversi cittadini budriesi nel dopo guerra.
Quella CIGAR la cui vittoria dell'appalto del bouffet della stazione strappato alla CAMST di Bologna determinò il scivolone del PCI di Budrio ,il cui capo gruppo di allora,fra l'imbarazzo dei colleghi di partito,in un'aula consiliare per l'occasione traboccante di pubblico nonostante la durata della seduta fosse giunta alle prime ore del mattino , dovette leggere, sotto ninaccia di querela,l'intera lunga motivazione della medaglia d'argento al valor militare della quale l'illustre concittadino era stato insignito nei cui confronti (e del partito che lo aveva messo in lista)lui ,”evidentemente male informato”,in un pubblico comizio aveva rivolte accuse non rispondenti al vero.
Mi chiedo allora come contribuire ad una completa conoscenza storica del periodo trattato da parte delle nuove generazioni senza ricordare che nel duro confronto(scontro) fra massimalisti e riformisti , socialdemocratico sia stato non l'aggettivo ma l'epiteto col quale si apostrofavano i traditori degli interessi di classe “ fino al crollo dell'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche; URSS ,giusta denominazione al cui rispetto fui invitato dal capogruppo comunista in Consiglio comunale avendo, in un mio intervento in Consiglio comunale,usato quella di Russia ,per lui offensiva di quella esperienza cui facevano riferimento i lavoratori di tutto il momdo.
Ma quelli erano gli anni in cui il capogruppo socialista in Consiglio Comunale,alleato della DC a livello nazionale e del PCI a quello locale poteva tranquillamente affermare che il suo Partito guardava”con particolare interesse all'esperienza socialista jugoslava”sapendo che il PSI, particolarmente attraverso la carica del sindaco e l'utilizzo dell'organizzazione comunale era in grado di influire su ogni scelta politica individuale ,ogni forma associativa , ogni realtà istituzionale fino agli attuali eccessi di vera e propria colonizzazione culturale.
Le mie considerazioni vogliono costituire un richiamo particolarmente rivolto ai giovani cattolici così sicuri che basti la cultura religiosa ad accompagnare un impegno politico e amministrativo quando è la conoscenza della propria e dell'altrui storia a consentire una partecipazione in grado di riconoscere le finalità delle dimensionui culturali a confronto.Perchè chi non conosce la propria storia finisce in balia di quella degli altri perchè non sa da dove viene,dove si trova, dove sta andando.Una massima questa che vale per i religiodi e i laici ai quali pertinente un importante passo del pensiero di Dossetti sulle conseguenze del disimpegno politico in ossequio alle disposizioni del”non expedit” cioè dopo il divieto di papa Pio IX in seguito alla annessione dello romagne al Regno d'Italia(abrogato nel 1919 da Benrdetto XV).Conseguenza di incalcolabile gravità è stata la separazione dei cattolici dalla vita nazionale(altrettanto grave di quella attuata da ploretariato) che ha finito per lasiare provvisoriamente l'Italia in mano alla massoneria”.
Il mio riferimento al pensiero di uno di leader indiscussi della sinistra cattolica è rivolto a coloro che per la dichiarata discontinuità dall'esperienza democratica cristiana senza comprendere le conseguenze di inserirsi nel processo storico di forze politiche che, senza risolvere il poblema delle distanze sociali, dei valori invalicabili per il mondo cattolico fanno le pietre miliari di un progressismo senza limiti etici.
Per non confondere l'apostolato laico laico di Massarenti e Zanardi
con quello religioso dei nostri parroci di campagna
Dal libro di Arturo Colombi (membro del Comitato Centrale del P.C.I)leggiamo
<<I rivoluzionari nostrani si abbandonarono ad un anticlericalismo che impediva lo svolgimento delle manifestazioni del culto –in taluni casi anche quelle intramurarie diremmo oggi. Per esempio nella vicina Molinella si impedì al Vescovo ed al Parroco dientrare al cimitero per le celebrazioni del 2 novembre , di fare processioni il giorno del Corpus Domini e cortei di accompagnamento dei defunti .Colombi cita pure il caso di un sacerdote obbligato a sfilare ,non dice in quale località, sul un somaro in segno di scherno>>.
Nel Bollettino della Comunità parrocchiale di Molinella n.4/2004 leggiamo;
Esattamente cent’ anni fa, il 2 dicembre 1904, “vigilia giubilare della proclamazione del dogma dell’Immacolata” , moriva don Luigi Caselli, parroco di Molinella dal 1869. Aveva 78 anni e al momento del trapasso, “avvenuto alle ore 6 antimeridiane” , accanto al suo letto c’ erano “il cappellano della chiesina ferrarese, don Angelo Galassi, la perpetua Claudina Mattarelli e altri due preti della zona” . Mentre già andavano profilandosi le prime avvisaglie di quella che lo stesso don Caselli, pur non cogliendone del tutto la portata, aveva definito “la terribile bufera della miscredenza che tutto travolge e distrugge” , la morte dell’ anziano parroco, “ancora amato e rispettato dalla popolazione, per le sue virtù e per il suo modesto tenore di vita” , non è, come scrive don Gardini, un fatto di secondaria importanza, nella prospettiva degli anni che verranno. Da questo momento in poi, vedremo infatti diffondersi in paese un anticlericalismo di massa, che darà luogo a veri e propri atti di ostilità nei confronti della religione cattolica. Gli incidenti del cimitero del 19 maggio e del 9 novembre 1908, quando, prima al vescovo di Ravenna e poi all’ arciprete di Molinella, fu impedito con la forza di accedervi per benedire le tombe; le sassate contro l’ immagine della Madonna, al rientro dalla processione della Malvezza, il 17 maggio 1914, sono soltanto alcuni degli episodi più clamorosi di quel periodo, segnato peraltro dal crollo vertiginoso dei battesimi, dei matrimoni e dei funerali religiosi, dalle sanzioni e dal boicottaggio di quei pochi che, nostante tutto, “osavano ancora frequentare la chiesa” . Certo, non si può pensare che, con don Caselli, gli avvenimenti molinellesi di quel tempo avrebbero preso un’ altra piega……..
Don Caselli fu testimone del Vangelo in tempi difficili, “ quando - come scrive ancora don Gardini - rintuzzare gli attacchi contro la religione sembrava combattere le giuste rivendicazioni operaie” . L’ arciprete che durante il grande sciopero del ’ 97 fu lieto di accogliere a Molinella il cardinale Svampa, che si era precipitato qui per testimoniare “ la sollecitudine del padre verso i figli che invocano il pane” , è lo stesso che, per contrastare la propaganda socialista e l’ ateismo dilagante nelle campagne, ave- va sostenuto e promosso l’ Unione Braccianti e l’ Opera dei Congressi, che nel molinellese ebbero come principale fautore don Spisani, parroco di San Pietro Capofiume. Insieme a don Angelo Galassi, cappellano-curato della Chiesina, e ad altri tredici soci, don Caselli fu anche tra coloro che, il 26 ottobre 1899, in una saletta della canonica di Molinella, fondarono la Cassa Rurale ed Artigiana di Molinella e Marmorta, la cosiddetta”banchina dei preti”.
….............................................
La mia contrapposizione alla massoneria dalle più diverse appartenenze riguarda non tanto la strategtia antireligiosa che le unisce nella pretesa superirità culturale dell'illuminismo cui fanno riferimento ma la sua capacità di penetrtazione in tutte le forme associative laiche e,si dice, anche religiose , in tutte le istituzioni e in tutti gli ambienti più o meno consapevoli del loro contributo determinante a un sistema decadente nel quale essa comunque riesce a condizionare l'assegnazione di cattedre universitarie, primariati ospedalieri, posti direttivi nella pubblica amministrazione e quant'altro anteponga l'interesse personale e di gruppo a quello generale.
Le mie dimissioni da consigliere agli Istituti Rizzoli furono infatti determinate dal mio dissenso alla partecipazione di un collega ,massone,appartenente al mio stesso partito , ad un concorso ,per lui predisposto, nell'Ente nel quale entrambi eravamo consiglieri. I consiglieri degli altri partiti, in una logica spartitoria, invece votarono tutti la graduatoria della sua nomina.
Il silenzio che circonda quello che costituisce un vero e proprio sistema di potere finisce per accreditare la appartenenza ad esso anche di chi si proponga come alternativa alla maggioranza di sinistra in grado di succedere a sé stessa . In quest'ottica l'esperienza di Guazzaloca , che si presentò al motto<<migliorare il sistema>>,assume il significato di una parentesi nella sua continuità.
Socialismo e Massoneria: note di un Socialista Massone
Da qualche tempo nei periodici e nelle assemblee del partito socialista è stata ripresa con vigore e con assiduità la campagna contro la Massoneria: e la questione, dibattuta su giornali e riviste, in seno a non poche Sezioni ed in qualche Congresso Regionale, sarà discussa anche nel Congresso Nazionale del prossimo Ottobre………Se davvero fossero sinceri i denigratori abituali della Massoneria dovrebbero avere il coraggio di combattere come disonesti tutti i più eminenti massoni, invece di portarli sugli scudi finché son vivi e potenti e di inchinarsi ai loro feretri quando come quest'anno, intorno a quelli di Andrea Costa, di Pilade Mazza e di Ettore Zanardi, un popolo intero si raccoglie reverente e commosso..................Quanti credono che diffondere la cultura e l'istruzione, combattere il dogmatismo spirituale e politico, propugnare un regime della maggior possibile giustizia sociale, difendere sotto ogni aspetto, il libero e sicuro svolgimento della personalità umana, combattere accanitamente gli sforzi della reazione, i mali della superstizione, possano essere compito comune di tutti gli animi onesti e liberi e non programma esclusivo di un Partito o di una Scuola, trovano nella Massoneria il loro posto di combattimento per buone e feconde battaglie...................
Budrio, 25 giugno 2021
IL FALLIMENTO DELLE STRATEGIE DELLA SINISTRA CATTOLICA
Chi mi conosce ,se non per la mia militanza democratica cristiana mai venuta meno, da quanto da me pubblicato nel sito:www.gabrielecantelli.it non può certamente annoverarmi fra i sostenitori dell'estremismo di destra e del sovranismo e populismo della Lega, quando i miei interventi sono sempre a quei cattolici, sempre in tutt'altre faccende affacendati, incapaci di riconoscere le responsabilità politiche condotto alla situazione attuale dove la Chiesa, rivendica il ruolo dell'ospedale da campo.
Cattolici incapaci di riconoscere nell'ostentato populismo sovranismo “targato Salvini prima della conversione europeista” l'alibi per quella scelta di campo a sinistra perseguita dalla sinistra cattolica presente nella D.C fin dai tempi della guida dossettiana, divenuta in questi ultimi anni l' orientamento prevalente del Magistero della Chiesa cattolica per una traduzione classista della attenzione alle povertà ai primi posti nella gerarchica dei valori evangelici.
Quello che diviene difficile sorvolare è l'assordante silenzio del professor Zamagni designato da Papa Bergoglio a guidare la Pontificia Accademia delle Scienze sociali fra i più autorevoli promotori di <<INSIEME>>, che ,dopo aver constatato la mancata presenza di una rappresentanza cattolica nella nuova Giunta emiliano romagnola, aveva dichiarato : <<abbiamo contribuito anche noi vittoria di Bonaccini, ma non ci ha riconosciuto nulla >>:<< ….Nel 2021 correremo con una nostra lista», per le amministrative bolognesi>>.
Lo spegnimento non tanto della reazione del professor Zamagni e di ogni segno di vita di <<INSIEME>> nella attuale fase preparatoria delle elezioni amministrative di Bologna ci autorizza a rilevare di quale considerazione godano i cattolici richiamati all'impegno politico ,particolarmente nel centenario dell'appello ai Liberi e Forti del PPI di Don Sturzo, se non quella di una sorta di massa di manovra da mobilitare in funzione della strategia del Magistero ed in particolare della Conferenza Episcopale Italiana.
Quella Organizzazione episcopale che dalla presidenza Ruini in poi è giunta a fare della diaspora democristiana una sorta di avvenimento liberatorio per l'assunzione diretta da parte del Magistero della rappresentanza politica dei cattolici per le questioni riguardanti i valori non negoziabili e, nel contempo la possibilità di quell'incontro della sinistra cattolica con quella marxista del quale la DC di De Gasperi aveva rappresentato un ostacolo a una più chiara g interpretazione della conclusione conciliare chiave pauperista.
Ii vento in poppa e la benedizione al varo, erano propizi alla navigazione dei cattolici verso il PD che avrebbe segnato, con il trionfo di Renzi alle primarie , il raggiungimento della meta agognata di quei cattolici che, avendo preteso l'iscrizione alla DC a condizione della discontinuità dalla sua storia, erano portatori della stessa pretesa nelle sedi colme di ricordi di una origine marxista che della continuità fa una elemento fondamentale al percorso progressista.
E' pertanto nelle sedi delle sezioni PD(ex P.C.I),pagate principalmente col sudore degli attivisti alle feste de L'unità , che la strategia della sinistra cattolica ha segnato il suo naufragio , l'esito scontato di una unificazione impossibile per la diversità di riferimenti ideali di correnti che giocano allo scavalco per acquisire la maggioranza nel partito.
Un annunciato fallimento di di cui l'assunzione della segreteria da parte di Letta, nella lunga tradizione dei partiti di sinistra, costituisce l'ennesimo tentativo cambiare fisionomia e progetto politico attribuendo alle responsabilità ai predecessori dell'inconciliabilità delle concezioni a partire da quella della natura umana e del matrimonio. La dichiarazione del segretario che il PD voterà il testo della Zan così come basta a dimostrare quale sia il ruolo dei “cattolici adulti” all'interno di quel partito.
Pure quel Magistero che aveva salutato la fine dell'esperienza democratica cristiana come fatto liberatorio da una presenza cattolica indipendente sul piano organizzativo e programmatico, tanto da opporsi alla “operazione Sturzo che la avrebbe voluta alleata del MSI , dopo la nota Vaticana che propone la riformulazione della proposta di legge Zan, che nella stesura attuale metterebbe in discussione la stessa libertà di pensiero dei cattolici e delle loro stesse realtà associative, dietro l'accusa di ingerenza nella libera espressione del Parlamento italiano vede naufragare la strategia che la avrebbe voluta consigliera ascoltata da un governo amico.
Quale il futuro del professor Zamagni ritornato al ruolo di studioso di fiducia di un processo di cambiamento che renda l’economia di oggi e di domani più giusta, fraterna, inclusiva e sostenibile, e della creatura INSIEME, attualmente riposta con le sardine in un congelatore, quale la risposta di religiosi e laici appaiono assuefatti a un sistema di potere in grado di disperdere, attraverso la stessa programmazione del territorio, le ragioni di un pluralismo fondamentale alla crescita della dignità personale per la costituzione di comunità vive frutto di una partecipazione consapevole ?
Gabriele Cantelli
25/06/2021
Marzo 2021
E' la città ad aver bisogno dei politici o sono i politici ad aver bisogno della città?
UNA POLITICA ORMAI SENZA LIMITI
Da “la Repubblica”:
.
CASINI LASCIA GALLETTI:LUI ANDRA' CON LA DESTRA?<<E' GRANDE E VACCINATO>>.
Il fatto che Galletti per la prima volta dalla nascita segua un'altra strada politica rispetto a quella percorsa da Casini al quale ha sempre riconosciuto il merito dei suoi stati di avanzamento in politica,a livello locale e nazionale, merita ben altro di concludersi con la sufficiente risposta del leader:<<non è un mio problema. Lui è un amico fraterno, tutti lo sanno, ma è grande e vaccinato: la mia posizione è nota e Gian Luca la conosce>>.
Per chi voglia comprendere la vera portata dei fatti che hanno portato all'apparente divorzio politico dei due inseparabili occorre risalire alla candidatura di Casini al Collegio unico del Senato di Bologna che il decisionismo di Renzi, allora segretario nazionale del PD impose al suo partito probabilmente e fu ,se non la causa, un motivo forte della scissione di Leu e della candidatura alternativa di Errani.
Con la candidatura rossoblu di Casini era infatti prevedibile che si chiudesse per i malpancisti del PD l'ipotesi di una ulteriore candidatura civica di Galletti considerato in pole position alle precedenti amministrative per la sua esperienza nella giunta Guazzaloca, avendo detto partito già pesantemente pagato il prezzo per lo sdoganamento anche del suo seguito in occasione delle elezione politiche .
Se la questione Galletti era data per scontata fin dal momento della candidatura Casini alle ultime politiche, non altrettanto prevedibile la disponibilità della Lega ad accogliere degnamente quello considerato il contributo elettorale di Tonelli,(dalla segreteria del parlamentare bolognese approdato alla direzione ASCOM al momento della assunzione della carica di Capo di Gabinetto del sindaco Guazzaloca del direttore Biscaglia) per provvedere alla sistemazione di Galletti rimasto politicamente disoccupato.
Se il passaggio da uno schieramento politico all'altro è ormai è assimilabile al calciomercato in tutto il territorio nazionale senza esclusione di squadra, il problema che comunque si pone è quello del sistema politico bolognese che ,stando allo stesso motto elettorale del grande Guazzaloca fu<<migliorare il sistema>> volenti o nolenti esiste. Il cambiamento di area di autorevoli professionisti(della politica)dal centrosinistra al centrodestra non corrisponde all'indifferenza del sistema Bologna sia che vinca l'uno o l'altro schieramento ?
marzo 2021
Le Sardine presidiano il Nazzareno per sollecitare una proposta politica
A LETTA LA FIDUCIA DELLE CORRENTI INTERNE PER LA NUOVA IDENTITA' PD
Quale il destino di “INSIEME” , il nuovo partito nato in ambienti cattolici?
La condizione alla quale l'esponente cattolico ha sciolto la riserva , il corale impegno delle attuali correnti interne alla costruzione della identità necessaria a togliere il PD dalla situazione per le quali il suo predecessore ha rassegnato le dimissionia,a mio modesto avviso, può costituire uno stimolo per tutti i partiti a verificare le condizioni in cui si trovano per un laderismo che n ha annullato l'identitàdi per superare le ragioni del potere dell privilegiando quelle del bene comune.
Il quotidiano della Cei “Avvenire” fin dal momento della proposizione della candidatura di Enrico Letta alla segreteria nazionale del PD ha i ntravvisto la soluzione in grado di operare la ricucitura della sinistra cattolica con quella di riferimento marxista per intervenire in profondità sulla crisi del sistema ,un problema di visione culturale prima che politica..
Addentrandosi in detta profondità il quotidiano della Cei alla autorevfolezza del nuovo segretario attribuisce il ruolo di supporto del Presidente Draghi per affrontare e risolvere i problemi della crisi aperta dalla pandemia ,quello sanitario e quello economico con la costituzione di un partito compiutamente europeo in grado di parlare al Paese e del Paese esprimendo nel contempo il più sincero augurio di un benefico assestamento di quel partito persistendo forti dubbi che questo possa accadere.
A mantenerli ben vivi infatti sono le problematiche della convivenza all'interno di quel partito di espressioni culturali che attribuiscono diversi significati al comune obbiettivo progressista che non si superano semplicemente dichiarando la discontinuità dei rispettivi processi storici distinti e distanti.
Motivo di preoccupazione per i cattolici che della politica hanno fatto una delle opzioni del volontariato disperdendosi nei diversi partiti successivamente alla diaspora democristiana è la aperta posizioen di qualificati settori dell'attuale Magistero dell'essenzialità delle l'unità delle sinistre laiche e cattoliche al raggiungimento di livelli di giustizia sociale,non altrimenti garantiti dall'attuale sistema liberal democratico, che si identifica con quel movimentismo postconciliare secondo il quale la esperienza democratica cristiana doveva essere considerata un incidente di percorso rispetto ad altri del populismo e della teologia della liberazione dell'America Latina.
La riduzione alla fera privata dei cattolici adulti di tutto quanto delll'insegnamento evengelico possa impedire collaaborazioni programmatiche altrimenti problematiche oltre a costituire un espediente destinato a fallire di fronte alle ricorrenti proposte di elevare al livello di diritti le aspirazioni in aperto contrasto con la dottrina cristiana, vedi la individuazione dei limiti invalicabili dell'inizio e della fine vita o la equiparazione delle unioni civili alla istituzione matrimoniale ai fini dell'adozione.
Oltre la relativizzazione degli stessi valori posti in in discussione ,risultato del ridimensionamento del senso dell'impegno politico cattolico è stato il progressivo assestamento della Chiesa nel ruolo di istituzione caritativa ,custode museale dei beni culturali di gran parte del patrimonio culturale del territorio, con L'Istituto per il sostentamento del Clero dei ingenti partecipazioni societarie e proprietà immobiliari, credenziali necessarie e sufficienti ad essere parte integrante del civile consorzio.
L'annuncio dato da altra parte del quotidiano Cei di un incontro di vari spezzoni della diaspora cattolica, partecipe il professor Zamagni fra i promotori di INSIEME(la forza politica di recente costituzione in ambiente cattolico) , per esaminare la possibilità di una messa in Rete delle diverse formazioni politiche cattoliche pone il Magistero di fronte a una realtà dell'impegno cattolico ben più complessa di quella che parrebbe la sua inequivocabile scelta di campo dopo la affermazione della chiusura della esperienza storica della Denocrazia Cristiana nonostante la recente sentenza di Cassazione della illegittimità del suo scioglimento nel PPI di Martinazzoli.
Quale la posizione della Conferenza episcopale emiliano romagnala che sostenne la candidatura di Bonaccini di fronte alla promessa del professor Zamagni di presentare una lista alternativa a quella del PD alle prossime amministrative di Bologna in risposta alla esclusione di una rappresentanza cattolica nella giunta regionale?
Come pure c'è da chiedersi di quale mandato fossero investiti i rappresentanti delle Sardine approdati con sacchi a pelo e tende al Nazzareno con sede nella parrocchia di San Mamolo a Bologna che hanno rilasciato alla stampa la seguente dichiarazione:
“Noi ci mettiamo il corpo e la faccia. Noi facciamo parte di un campo progressista e chiediamo che si apra una fase Costituente, non per il Pd o per le sardine, ma per migliaia di persone che da anni aspettano. Noi tutti in 15 anni, i partiti, le associazioni, i cittadini, non siamo riusciti a costruire una alternativa, e questo perché siamo tutti innamorati delle nostre etichette e delle nostre sigle. L'alternativa ci sarà comunque, spetta al Pd decidere se esserci o no. Serve una proposta politica credibile, e non spetta a noi farla, ma spetta ai partiti politici. Abbiamo con noi i sacchi a pelo perché non ci basta essere ascoltati, chiediamo una iniziativa politica e siamo disposti ad accamparsi finché non la avremo"
A un amico di famiglia che, nell'era della accesa contestazione giovanile mi disse<<voi democristiani avete quei preti!>>io prontamente risposi:<< anche lei è cattolico quindi i preti sono anche i suoi!>>.Per quanto invece riguarda i frati Servi di Maria ,a padre Santucci , amico dichiaratamente di estrema destra recentemente scomparso,che a Bologna scese di bicicletta per onorarmi dei suoi commenti sul progressivo spostamento a sinistra della Democrazia Cristiana, risposi che ,invece di preoccuparsi della D.C meglio avrebbe fatto se avesse affrontato i problemi che aveva nel suo Ordine religioso e nel suo stesso convento dove suoi confratelli avevano superato i confini dell'area parlamentare.
Lungi da me qualsiasi volontà di svolgere un ruolo nei confronti del Magistero che vada oltre quello assunto col battesimo ma non vorrei che a pagare il prezzo della confusione del relativismo imperante della teologia popolare e della filosofia della prassi a soffrirne fosse la credibilità della dimensione spirituale della nostra Chiesa.
A mio modesto avviso più consono alla dimensione spirituale della Chiesa cattolica che la Cei,anzicchè esercitare la sua capacità convocatoria nei confronti dell'intero movimentismo della sinistra dalle più diverse espressioni , indicesse una settimana sociale aperta all'associazionismo che affonda le radici nella dottrina sociale per individuare soluzioni adeguate alla gravità della crisi economica che aumentando la distanza delle condizioni di vita dei cittadini, esaspera la contrapposizione all'accoglienza dei flussi migratori invece di vederne l'integrazione in un progetto di ricostruzione del Paese su più giuste condizioni di sicurezza ambientale e sociale.. Questo, se non altro potrebbe essere il percorso modo per obbligare i cattolici a misurarsi con le analisi e le proposte delle encicliche dell'attuale pontificato ,anche quanti, religiosi e laici, non avessero ancora avvertito il dovere di leggerle per abbandonare la facile via di uno schieramento di parte che finisce per dividere ulteriormente i fedeli senza accrescerne il numero per attrazione.
Gabriele Cantelli
Marzo 2021
LO IUS SOLI
Il fatto che Letta abbia inserito lo<< ius soli >>fra gli impegni della sua segreteria non cambia la mia posizione da sempre favorevoli a detto riconoscimento per gli stranieri nati in Italia e di formazione scolastica italiana.
Salvini è immediatamente insorto contro la proposta del neo segretario PD definita irrispettosa degli italiani nell'attuale situazione di crisi pandemica ed economica dichiarando motivo di rottura dell'attuale coalizione di sostegno ove l'argomento divenisse una proposta di governo.
Per quanto mi riguarda ci sono motivazioni di contrapposizione del centrodestra al centrosinistra ben più profonde e nobili della cultura “sovranista “di Salvini.
Questa mia presa di posizione ha sollevato l'indignazione anche di alcuni amici cattolici che non hanno ancora compreso che il populismo di Salvini costituisce l'alibi per la aprioristica scelta di campo a sinistra dell 'attuale Magistero della Chiesa.
Gennaio 2021
NEL CAMBIAMENTO D'EPOCA
NUOVO CORSO RELIGIOSO E POLITICO
Quale il sistema economico in grado di limitare la automazione i procedimenti produttivi industriali e la meccanizzazione agricola quali individuati fra le principali cause della crescente disoccupazione e il consumismo ritenuto responsabili uno sviluppo fondato sulla competizione di capacità e interessi personali prevalenti sul perseguimento del bene comune quando l'improvviso arresto del sistema economico provocato dalla pandemia in atto vede unite le organizzazioni rappresentative dei lavoratori e dei datori di lavoro nella speranza di un ritorno almeno ai livelli occupazionali precedenti senza andare oltre le conversioni necessarie alla produzione di presidi tecno-medicali?.
Quanto sia difficile un cambiamento radicale quale quello proposto attualmente della Chiesa lo stanno particolarmente vivendo i sindacati dei lavoratori dipendenti impegnati in vertenze nelle quali, per la mondializzazione di mercati e la la delocalizzazione delle imprese, loro sfugge ogni potere contrattuale;lo hanno compreso i partiti che in continuo aumento di numero,hanno finito, chi più chi meno, per contendersi il centro solidarista e internazionalista lasciato scoperto dalla politica delle alleanze democratiche della DC .
Se i primi responsabili della dispersione di tanto patrimonio ideale sono state le componenti della diaspora democristiana per la loro incapacità di privilegiare le ragioni della unità politica sugli interessi di leader di partiti creati a misura delle loro ambizioni personali corresponsabile è stata la scelta dei partiti ideologicamente motivati, di nascondere dietro il rinnovamento generazionale e la scoperta del leaderismo all'americana, il fallimento a destra come a sinistra di dottrine condannate dalla storia e loro implicazioni nelle degenerazioni del sistema politico ed economico.
Lo stesso Magistero della Chiesa non si trova univoco nella definire una ideologia la sua Dottrina sociale considerata tale dal suo più autorevole studioso padre Sorge,gesuita recentemente scomparso, depositaria dell'unica sopravvissuta alla de-ideologizzazione generale che comunque non sfugge a dilemma della scelta di essere riformista del sistema economico attuale o massimalista fino alla regressione dai parametri dell'attuale benessere. Dilemma di fronte al quale si arrestano le encicliche di papa Francesco.
Alla domanda Santo Padre, quale discernimento può venirci dalla spiritualità ignaziana per aiutarci a mantenere vivo il rapporto tra la fede in Gesù Cristo e la responsabilità ad agire sempre per la costruzione di una società più giusta e solidale?
Papa Francesco: <<Credo che questa domanda che tu hai fatto la risponderebbe molto meglio di me padre Bartolomeo Sorge – non so se è qui: no, non l’ho visto … Lui è stato uno bravo, eh? Lui è un gesuita che ha aperto la strada in questo campo della politica. Ma, si sente: “Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!”: quella non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. “No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici”: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato. “Ma, un cattolico può fare politica?” – “Deve!” – “Ma un cattolico può immischiarsi in politica?” – “Deve!”. Il Beato Paolo VI, se non sbaglio, ha detto che la politica è una delle forme più alte della carità, perché cerca il bene comune. “Ma, Padre, fare politica non è facile, perché in questo mondo corrotto … e alla fine tu non puoi andare avanti …”: Papa Bergoglio che non ha mai nascosto la sua predilezione per i movimenti rispetto alle altre forme partitiche .Ricevendo popolari provenienti da tutto il modo partecipanti al Social Forum. ha testualmente dichiarato «Diciamo insieme con il cuore: nessuna famiglia senza tetto, nessun contadino senza terra, nessun lavoratore senza diritti, nessuna persona senza la dignità del lavoro!». Papa Bergoglio ha preso la parola davanti ai principali movimenti popolari di tutto il mondo, invitati ad un incontro. Li ha esortati a «continuare la lotta, ci fa bene a tutti».
Riportandone il testo il quotidiano “Il messaggero “prosegue <<La battaglia resta quella di dare «Terra, lavoro, casa» a chi non ha nulla, una battaglia tesa ad azzerare le differenze sociali, il divario tra Nord e Sud. Bergoglio si fa portavoce di chi non ha voce. Ad un tratto si mette a parlare di sé, aggiungendo: «E’ strano, ma se parlo di questi temi per alcuni il Papa è comunista».
A definire cosa ha rappresentato il comunismo per chi ne ha condiviso la dottrina dall'alto della sua autorevolezza è lo stesso presidente Napolitano:<<:Ci fu un tempo che anche nelle nostre case si venerava l’immagine di Giuseppe Stalin, simbolo di un mondo nuovo che portava libertà e ricchezza al popolo. La storia ci ha poi rivelato che Stalin fu un tiranno da 100 milioni di morti, al servizio di un’ideologia fallita miseramente.
Mentre dalle parole del presidente Napolitano inappellabile è la condanna del esperienza comunista come dottrina con indubbie connotazioni fideistiche, a livello religioso stiamo assistendo alla identificazione della fede con una cultura del riscatto dalla povertà che se non chiaramente definita nei suoi fondamentali finisce per configurare una esperienza catto-comunista più liberticida di quella del socialismo reale di stampo sovietico che l'attuale pontefice,richiamandosi ai valori evangelici definiti dalle beatitudine respinge decisamente
“INSIEME” UN NUOVO PARTITO DI CENTRO NON CATTOLICO MA CLERICALE
Come motivare la nostra esclusione dal comune impegno dalla costituzione di un partito di centro denominato<<INSIEME>> del quale ,dice Zamagni«una democrazia liberale non può fare a meno >> perché «la politica non deve limitarsi a dare delle risposte, deve anche saper giocare d’anticipo sui problemi, suscitando domande, perché altrimenti si rischia solo di inseguire i problemi che non si è stati in grado di prevenire» ?
Lungi da noi il timore della concorrenza da parte di un nuovo soggetto politico che propone le stesse motivazioni e le stesse caratteristiche della DC della quale con Sentenza n.18746 depositata in data 12 luglio 2019 la Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo lo scioglimento .
Quello che non può non preoccuparci è che il professor Zamagni dichiari l'esaurimento della esperienza democratica cristiana per la affermazione di una nuova iniziativa che ne ripropone le stesse caratteristiche di partito di centro ,europeista e solidarista , decisivo per lo sviluppo economico e democratico del Paese. Come spiegarci la contraddizione di occupate lo stesso spazio politico della DC dopo averne dichiarato l'esaurimento della esperienza storica? Per motivare,noi riteniamo, la esclusione del il nostro partito da un comune impegno costitutivo di un nuovo soggetto politico ,avvalendosi ,i suoi promotori di quelle leve religiose in possesso di quella capacità convocatoria che, secondo papa Francesco difficilmente i diversi settori della diaspora democristiana avrebbero avuto.
Una esclusione , la nostra, resa più ingiustificata dai ripetuti richiami dell'attuale pontefice all'impegno politico dei cattolici da parte dell'attuale pontefice del quale De Gasperi e Schumann sono additati ad esempio quando, nello stesso libro del quale il vescovo di Bologna ha redatto la autorevole prefazione <<Roma>>, l'autore Veltroni ,di tutt'altra esperienza politica , ha citato il”nostro” De Gasperi per evocarne lo spirito europeista del quale tanto si avverte oggi la mancanza.
Per quanto mi riguarda in tempi non sospetti, riconoscendo il Magistero unico detentore del potere convocatorio che come democratici cristiani abbiamo perso, mi rivolsi al vertice della Cei proponendo la convocazione di una sorta di settimana sociale di tutte le rappresentanze dell'associazionismo religioso, politico ed economico orientate alla Dottrina Sociale della Chiesa per definire soluzioni sulla base delle analisi contenute nelle encicliche dell'attuale pontefice .La scelta degli ammessi al comune impegno evidentemente è stata diversa da quella da me auspicata .
Quale la politica dalla P maiuscola i che non sia quella di un partito non cattolico ma clericale in cui i dirigenti siano designati come lo sono i dirigenti delle diverse forme di associazionismo religioso e che la linea politica venga stabilita nella prospettiva mai accantonata dell'incontro delle sinistre, quella storica e quella cattolica in un'epoca nella quale i comportamenti del cattolico in politica emessi dal Magistero precedente sembrano superati dalle priorità a indirizzo sociologico di quello attuale.
Un partito clericale al posto di un partito di laici orientato alla Dottrina sociale con quella autonomia di indirizzo mai perdonata alla DC che con De Gasperi che si oppose alla alleanza elettorale della DC col MSI ,voluta dal Vaticano,per il rinnovo del Consiglio Comunale di Roma, passata come operazione Sturzo?.
Quali le prospettive politiche riservate al nuovo soggetto politico a misura del nuovo corso politico e religioso del Magistero?
Dalla NOTA DOTTRINALE a firma del cardinale Ratzinger e di papa Giovanni Paolo II circa alcune questioni riguardanti l'impegno e il comportamento dei cattolici nella vita politica
<< È avvenuto in recenti circostanze che anche all’interno di alcune associazioni o organizzazioni di ispirazione cattolica, siano emersi orientamenti a sostegno di forze e movimenti politici che su questioni etiche fondamentali hanno espresso posizioni contrarie all’insegnamento morale e sociale della Chiesa. Tali scelte e condivisioni, essendo in contraddizione con principi basilari della coscienza cristiana, non sono compatibili con l’appartenenza ad associazioni o organizzazioni che si definiscono cattoliche. Analogamente, è da rilevare che alcune Riviste e Periodici cattolici in certi Paesi hanno orientato i lettori in occasione di scelte politiche in maniera ambigua e incoerente, equivocando sul senso dell’autonomia dei cattolici in politica e senza tenere in considerazione i principi a cui si è fatto riferimento.>><<Sul piano della militanza politica concreta, occorre notare che il carattere contingente di alcune scelte in materia sociale, il fatto che spesso siano moralmente possibili diverse strategie per realizzare o garantire uno stesso valore sostanziale di fondo, la possibilità di interpretare in maniera diversa alcuni principi basilari della teoria politica, nonché la complessità tecnica di buona parte dei problemi politici, spiegano il fatto che generalmente vi possa essere una pluralità di partiti all’interno dei quali i cattolici possono scegliere di militare per esercitare — particolarmente attraverso la rappresentanza parlamentare — il loro diritto-dovere nella costruzione della vita civile del loro Paese. Questa ovvia constatazione non può essere confusa però con un indistinto pluralismo nella scelta dei principi morali e dei valori sostanziali a cui si fa riferimento. La legittima pluralità di opzioni temporali mantiene integra la matrice da cui proviene l’impegno dei cattolici nella politica e questa si richiama direttamente alla dottrina morale e sociale cristiana. È su questo insegnamento che i laici cattolici sono tenuti a confrontarsi sempre per poter avere certezza che la propria partecipazione alla vita politica sia segnata da una coerente responsabilità per le realtà temporali.
Dalle encicliche dell'attuale pontificato
Le priorità di governo che portano al bene comune:
1) La superiorità del tutto sulle parti (essendo più della mera somma delle parti) nella visione poliedrica degli apporti culturali
2) La superiorità della realtà sull’idea- perché la seconda è in funzione della prima senza essere superata da essa-Bisogna passare dal nominalismo formale all’oggettività armoniosa-
3) La superiorità dell’unità sopra il conflitto-accettare di sopportare il conflitto, risolverlo e trasformarlo in un anello di collegamento con un nuovo processo
4) La superiorità del tempo sopra lo spazio-(il tempo propizio per la retta decisione, sia questa esistenziale, interpersonale, pastorale, sociale e politica).
Trattasi evidentemente di principi teorici in campo sociologico e non certamente delle coordinate di percorso necessarie a privilegiare i valori autentici nel l'attraversamento di un'epoca segnata dalle conseguenze di un generale relativismo,
Il problema che si pone,non solo nell'emergenza del coronavirus , è quello di una partecipazione che ridia un senso al pluralismo di sigle dietro il quale esso si è stranamente disperso nella identificazione degli interessi particolari dei singoli con quelli della collettività
Con la concentrazione di forze per la elezione al ballottaggio dei sindaci e dei governatori regionali sono passate in second'ordine le ragioni programmatiche distintive delle forze politiche in campagna elettorale al primo turno mentre su dette figure si sono concentrati i poteri la di nomina e la revoca degli assessori, dei dirigenti dei diversi settori dell'apparato amministrativo fino alla nomina dei segretari generali che un tempo dipendeva dai Prefetti . Aggiungendo a tutto questo il fatto che i candidati a cariche di ogni ordine e grado spesso vengono scelti “ dalla società civile” per conoscenza diretta di pochi privilegiati ad averla , avviene che non sia rara la loro appartenenza a quelle associazioni masso-tecnocratiche in grado di collocare i propri aderenti in tutti i centri nevralgici della società civile .
Dalla citata nota della Congregazione per la Dottrina della Fede leggiamo:
“Nelle società democratiche tutte le proposte sono discusse e vagliate liberamente. Coloro che in nome del rispetto della coscienza individuale volessero vedere nel dovere morale dei cristiani di essere coerenti con la propria coscienza un segno per squalificarli politicamente, negando loro la legittimità di agire in politica coerentemente alle proprie convinzioni riguardanti il bene comune, incorrerebbero in una forma di intollerante laicismo. In questa prospettiva, infatti, si vuole negare non solo ogni rilevanza politica e culturale della fede cristiana, ma perfino la stessa possibilità di un’etica naturale. Se così fosse, si aprirebbe la strada ad un’anarchia morale che non potrebbe mai identificarsi con nessuna forma di legittimo pluralismo. La sopraffazione del più forte sul debole sarebbe la conseguenza ovvia di questa impostazione. La marginalizzazione del Cristianesimo, d’altronde, non potrebbe giovare al futuro progettuale di una società e alla concordia tra i popoli, ed anzi insidierebbe gli stessi fondamenti spirituali e culturali della civiltà”
Quale il ruolo dei cattolici in politica in un un'epoca che vede privilegiata la consistenza numerica sulla qualità dell'apporto culturale delle singole componenti sociali nel perseguimento del bene comune?
Gennaio 2021
WALTER VELTRONI : L'ESPERIENZA DI SINDACO DI ROMA
PER IL NUOVO CORSO POLITICO
Debbo al risalto dato da Avvenire all'avvenimento rappresentato dal libro di Veltroni :Nuovo libro di Veltroni. Zuppi: «La politica ha bisogno di artigiani del bene comune» la decisione di acquistare “ ROMA Storie per ritrovare la mia città”-
Di autorità religiose che abbiano trattato direttamente materie di interesse politico o sociologico è ricca la pubblicistica italiana forse più per avvalorare la presenza di diverse anime nella complessa presenza dei cattolici italiani che per sostenere le ragioni della loro unità politica nella esperienza della Democrazia Cristiana.
Mai mi era capitato prima,di possedere nella mia consistente biblioteca una sorta di pregevole diario dell'importante esperienza di una personalità politica alla guida di una città ineguagliabile per il significato storico politico e religioso quale è Roma Capitale d'Italia, arricchito della prefazione di un vescovo di santa Romana Chiesa. Non mi risulta che questo sia avvenuto nemmeno per il sindaco santo di Firenze, per lo meno lui ancora vivente, per il significato di imprimatur che avrebbe assunto la sottoscrizione di scelte frutto di confronti dialettici dentro e fuori dalle aule consiliari .
Se certamente condivisibile è la sintesi che Sua Eminenza coglie del libro attraverso il contenuto dei suoi capitoli “ che ci aiutano a ripercorrere un pezzo importante della storia recente della capitale...... capire la complessità dei problemi ,delle sfide che ha dovuto affrontare e fatto sue, è quella priorità della città di Roma per <<voglia di dedicarmi alla mia città, di occuparmi delle cose concrete , della vita delle persone in carne ed ossa dei loro problemi >> che l'arcivescovo afferma nella prefazione , quei ripetuti riferimenti agli insegnamenti dell'attuale pontefice e del predecessore tutt'ora vivente a dare alla sua prefazione il senso dell'imprimatur sollevando l'esperienza di Veltroni al di sopra delle sue dimensioni politiche mettendo i competitori politici in quella sottostante dove “tutto viene usato per schierarsi, mentre ci si scontra brandendo semplificazioni e imponendo immagini più che soluzioni, e soluzioni ridotte a immagini”. che danno identità.
Dice mons.Zuppi:”Leggiamo queste pagine per comprendere un uomo, la sua città, il suo sforzo per renderla migliore, la tanta umanità e le persone descritte. L’attore principale del libro non è tanto Veltroni, le sue scelte e come le ha realizzate, ma la città. Roma. Veltroni volle fin dall’inizio non essere di parte, mosso dalla «voglia di dedicarmi alla mia città, di occuparmi di cose concrete, della vita delle persone in carne e ossa, dei loro problemi». E volle far festa non al Campidoglio («Non è un luogo di cui si possa appropriare, anche se solo per una notte, una singola parte») ma a piazza Santi Apostoli”.
Dice ancora: <<Per aiutare una città che sia davvero luogo di relazioni e non somma di individui, per
impedire che diventi un pericoloso serbatoio di rancori che rendono tutti più elettrici e aggressivi, e per far sì che diventi un posto dove si impara e si vive l’arte di incontrarsi c’è bisogno
di visione, di gestione e anche di tanta, indispensabile umanità.Non si può fare il sindaco di Roma come se fosse una città qualunque: c’è bisogno di una grande capacità umana che interpreti le
caratteristiche della Capitale”
La città ha bisogno di artigiani del bene comune, capaci di affrontare situazioni diverse con umanità e intelligenza.
Direi che Veltroni cerca di essere uno di questi. Come tante persone che incontriamo nel suo libro>> :
Certamente per origini di Veltroni appartiene ad una fascia sociale che gli ha consentito, nonostante la prematura scomparsa del padre alto funzionario RAI una dimensione culturale di altissimo livello di cui Gigi Proietti , Ettore Scola e Alberto Sordi hanno rappresentato amicizie familiari, dimensione che ha supportato il suo impegno alla elevazione culturale della città.
In sostanza,leggendo libro riscontriamo quel modo di concepire l'impegno politico e sociale che ci conduce al rapporto fra pubblico amministratore e cittadino attraverso la programmazione urbanistica del territorio col piano regolatore generale ci conduce al piano regolatore sociale,cioè a rapporti politici fra cittadini che attraverso il perdono reciproco degli eccessi sfociati nel terrorismo non confondono chi è stato dalla parte giusta e chi dalla parte sbagliata.
Il significato di discrimine ,ai giorni d'oggi,è assunto dallo spirito col quale la politica dove misurarsi col problema dei flussi migratori evidenziando da una parte il prevalente senso di umanità e dall'altra il rispetto ad ogni costo dei confini del nostro Paese .
E' in occasione di una aggressione a scopo sessuale culminato nella uccisione di donna per mano di un immigrato rumeno, quando Veltroni, parlando dei funerali ci dice :i famigliari vivono il loro dolore in modo composto e dignitoso,commovente. Da loro vendono parole che chiedono giustizia e mai vendetta, fermezza e mai intolleranza,rigore e mai odio:E' la posizione giusta,guai a cominciare con una caccia indistinta e con i rumeni, perché non tutti sono uguali. Così come gli italiani, del resto. Ma non ci si può girare intorno:la sicurezza è una grande questione nazionale ,che riguarda in particolare le grandi città. I sindaci, da soli, non ce la possono fare a fronteggiare gli arrivi di massa , con migliaia di persone che si adattano a vivere dove capita , spesso in condizioni inaccettabili;se vengono sgombrate dal greto del fiume si trasferiscono da un'altra parte, e fin qui non ci si è potuto far niente perché la legge non lo ha consentito.......Più in generale, lo scorso 18 maggio abbiamo sottoscritto col ministro degli Interni Amato il Patto di Roma Sicura che prevede più uomini e più risorse per la Capitale e individua quattro priorità su cui continuare ad agire:insediamenti abusivi,prostituzione, abusivismo commerciale, decoro urbano.....La legalità e i diritti fondano la democrazia :Il rispetto della legge e delle norme che regolano le attività e i comportamenti è alla base di ogni convivenza civile. Vogliamo che Roma sia una città accogliente e ferma ...Insomma l'idea è quella di tenere insieme repressione e prevenzione .
L'una senza l'altra non può bastare a costruire una città migliore , più sicura .Puntare solo alla prima significherebbe pensare più da <<sceriffi>> che da amministratori e ignorare che i crimini hanno cause di fondo, sulle quali occorre intervenire>>.\
Quale lo spirito la cui mancanza abbiamo avvertito particolarmente quando abbiamo chiesto un intervento dell'Europa per una soluzione condivisa del problema della pressione sui nostri confini?
Dice Veltroni:<<..il sogno dei padri fondatori potrà rimanere vivo solo se le istituzioni europee non si chiuderanno in se stesse fino ad apparire una entità burocratica , attente esclusivamente alle grandi questioni economiche e finanziarie, lontane dalla vita quotidiana delle persone e dei loro problemi. Uno dei padri fondatori, il nostro Alcide De Gasperi, sapeva che l''Europa Unita , al di là della sua architettura istituzionale, avrebbe avuto bisogno di mantenere innanzitutto <<un anima>>.<<La costruzione degli strumenti e dei mezzi tecnici,le soluzioni amministrative .scriveva De Gasperi<<sono senza dubbio necessarie:Queste cose formano l'armatura :rappresentano ciò che lo scheletro rappresenta per il corpo umano>>ma, aggiungeva , si sarebbe corso il rischio di una loro decomposizione , se non vi fosse penetrato un<<soffio vitale>>. <<Di questo c'è veramente bisogno: di un'Europa ricca delle sue diversità culturali e forte della sua unità politica.Ne hanno bisogno le nostre comunità, perché in un'Europa debole e divisa nessuno Stato nazionale,grande o piccolo che sia, può riuscire ad assicurare ai suoi cittadini sicurezza e prosperità. La nuova Europa avrà un'anima se saprà rispondere a tutte quelle domande poste in forme e lingue differenti,ma figlie delle stesse sensazioni,delle stesse ansie,.........
Leggere un libro in cui, Roma è il luogo di incontro dei migliori sentimenti laici e religiosi ai massimi livelli del primo cittadino e dei vescovi papi di prima, durante e dopo la sua esaltante esperienza di amministratore pubblico di cui dal libro traspare tutta la consapevolezza del ruolo di Sindaco ricoperto una città unica per tradizione e storia,un male informato potrebbe imprecare contro la legge che ha introdotto il limite dei due mandati a prescindere dalle qualità dimostrate in entrambi.
Ma è l'autore stesso a dirci il perché ha privato la collettività nazionale ed internazionale del suo prezioso contributo fornendoci la cronistoria delle sue sofferte dimissioni per cause di forza maggiore che comunque per il livello di quanto fatto, detto e scritto rende l'idea di una caduta se non nelle dimensioni delle proprie ambizioni personali,nella convinzioni di poterci meglio gratificare delle sue qualità in ruoli superiori a quello di sindaco della Capitale :
<<il 14 ottobre si sono svolte le primarie che hanno dato vita al PD sogno e obbiettivo della mia carriera politica e dopo essermi candidato il 27 giugno con un discorso al Lingotto a Torino ne sono stato eletto segretario.
Nelle mie intenzioni non sarebbe cambiato nulla, se non il fatto di organizzare l'attività di ogni giorno in modo tale da riuscire a portare avanti entrambi i compiti.Le continue e crescenti difficoltà del governo dell'Unione , però, si sono via via acuite con il passar dei mesi e il 24 gennaio , dopo il voto negativo del Senato sulla fiducia Romano Prodi è stato costretto a dimettersi ….Il 6 febbraio, lo scioglimento delle Camere , preludio a nuove elezioni. Con il segretario del Partito democratico, come da Statuto, candidato premier.........Tutti rivolgono lo sguardo a me,indicandomi come uno dei pochi in grado di essere punto di riferimento di identità diverse.....Farò tutto quello che posso per insediare nella società italiana la più grande forza di sinistra riformista che il Paese abbia mai avuto. Piantare le sue radici è il dovere che sento. Aveva vaticinato che questo sarebbe accaduto,un giorno a casa sua Vittorio Foa. Non posso tirarmi indietro.
Il14 febbraio febbraio primo saluto in Campidoglio...poi vado al Palladium a incontrare la stampa, i cronisti. Consegniamo loro una cartellina con l'elenco delle >>Cento cose>> più importanti fatte per Roma e un'altra lista , con quelle iniziate e da accompagnare al riguardo, rispettando i tempi già stabiliti. Racconto anche il mio sogno:mi piacerebbe che nella nostra città nascesse un palazzo delle <<United Religions>>simile a quello di vetro delle Nazioni Unite a New York,un luogo nel quale possano ritrovarsi i rappresentanti di tutte le religioni del mondo , per dialogare e comprendersi:Ne ho già parlato col segretario generale dell'ONU e con il papa Benedetto XVI e l'idea è piaciuta molto, chissà che il mio successore non possa portarla avanti.....
Quindi è colpa del popolo italiano se il suo sogno è rimasto incompiuto e pertanto spetta a noi fornirgli l'occasione per continuarlo perché con quel <<Farò tutto quello che posso per insediare nella società italiana la più grande forza di sinistra riformista che il Paese abbia mai avuto. Piantare le sue radici è il dovere che sento>> il suo e nostro destino è nelle mani dell'elettorato cui spettano le decisioni democratiche.
A dimostrarci di aver compreso il senso dell'impegno politico-amministrativo dell'autore è la prefazione del vescovo Zuppi che ci richiama a quanto detto da papa Francesco in visita al Campidoglio alla fine di marzo 2019 di Roma <<maestra di accoglienza>>.<<Roma città ospitale , è chiamata …..a adoperare le sue energie per accogliere e integrare , per trasformare i problemi e le tensioni in opportunità di' incontro e di crescita>>
Dice mons.Zuppi:Il libro di Valter ci restituisce la serena convinzione che tutto ciò è possibile .<<Roma perciò,ancora nelle parole di Papa Francesco,<<in un certo senso obbliga il potere temporale e quello spirituale a dialogare costantemente e a collaborare stabilmente nel reciproco rispetto;e richiede anche di essere creativi, tanto nella tessitura quotidiana di buone relazioni, come nell'affrontare i numerosi problemi che la gestione di una eredità così immensa porta con sè>>.Conclude mons.Zuppi <<con la passione di questo libro con tanta e cara umanità>>.
Dalla lettura di <<Roma>> emerge una invidiabile gestione politico-amministrativa della città capitale in cui si incrociano le dimensioni amministrative con quelle quelle spirituali tanto che che c'è da chiedersi come in quella realtà abbia potuto trovare spazio il potere mafioso dei Casamonica in grado di determinare la assegnazione delle case popolari di interi quartieri,di gestire lidi ad Ostia, di insediare pseudo reggie nel territorio , fino a quando la televisione non ha trasmesso,ai nostri giorni, gli spettacolari eccessi del funerale del boss al suono de “Il padrino” mentre dal cielo piovevano i petali di rosa lanciati da un elicottero;c'è da chiedersi come un boss della della banda della Magliana abbia potuto trovare onorata sepoltura nella basilica di Sant'Apollinare fino a quando il suo nome non sia incappato nelle indagini per la scomparsa di Manuela Orlandi-
Quali le nuove possibilità “veltroniane” di<< insediare nella società italiana il progetto alla base della sua decisione di dimettersi da sindaco di Roma è naufragato alla prova elettorale come è naufragato l'incontro della sinistra cattolica con la sinistra di riferimento marxista nelle sedi del PD lungo l'accidentato percorso segnato dalle scissioni di Articolo 1.Movimento Democratico Progressista, Leu e di Italia viva?
Quelle di candidato alla elezione della presidenza della Repubblica per usufruire delle qualità di un ex sindaco di Roma come la Chiesa si avvale di quelle del suo vescovo per il ruolo di Papa ? Di candidato alla Presidenza del Consiglio o alla segreteria di “Insieme” per scongiurare il rischio di una presidenza Salvini?
Walter Veltroni: 27 ottobre 2007 - 21 febbraio 2009
si dimette dopo le sconfitte alle elezioni politiche dell'aprile 2008 e a quelle regionali del 2009 in Sardegna.
si candida alle primarie del 25 ottobre 2009he portano alla nascita del Gruppo de Socialisti e Democratici Europei. , ma viene sconfitto da Pier Luigi Bersani.
Anche Epifani, come Bersani, lascia il Pd nel 2017 a causa di divergenze con Renzi e aderisce ad “Articolo 1 - Movimento Democratico e Progressista”.
Nelle primarie dell’8 dicembre 2013 diventa segretario del Pd
Il 4 dicembre 2016 il fallimento del referendum costituzionale indetto dal segretari dem decreta prima le sue dimissioni da presidente del Consiglio (formalizzate il 7 dicembre) e poi da segretario del Pd (19 febbraio).
I Il 30 aprile 2017 le primarie rieleggono Renzi segretario e il 7 maggio Orfini viene riconfermato presidente del partito dall'Assemblea nazionale.
I suoi sfidanti sono il ministro della Giustizia Andrea Orlando e il presidente della Puglia Michele Emiliano, ma l’ex sindaco di Firenze vince con il 69,2% dei voti . Le dimissioni arrivano di nuovo meno di un anno dopo,in seguito alla debacle del PD alle elezioni politiche del 4 marzo.
Il 7 luglio 2018 l'Assemblea nazionale del PD lo elegge segrtario del partito , ruolo che ricopre fino alle sue dimissioni, ufficializzate il 17 novembre dello stesso anno. Cinque giorni dopo, il 22 novembre, annuncia la sua candidatura alle primarie del 3 marzo 2019
Le primarie del 3 marzo 2019 sono vinte dal presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti , che ottiene il 66% dei voti sconfiggendo gli sfidanti Maurizio Martina e Roberto Giachetti. Viene ufficialmente proclamato segretario del partito il 17 marzo con il voto dell'Assemblea nazionale a Roma. "Dobbiamo cambiare, serve un partito aperto", il suo primo messaggio da leader. Il 30 marzo presenta il nuovo logo scelto per correre alle elezioni europee: il classico simbolo del Pd, insieme alla scritta “Siamo Europei" su sfondo blu e quella "Socialisti e democratici" (Pse) su sfondo rosso.
Dicembre 2020
Dalla ideologia dell'on.Togliatti a quella di papa Francesco
PER NON CONFONDERE NELLA COMUNE PREOCCUPAZIONE PER GLI EMARGINATI DAL SISTEMA ECONOMICO I PERCORSI STORICI DEL CRISTIANESIMO CON QUELLI DEL MARXISMO
Con un recente documentario della RAI è stata ritrasmessa la introduzione del Segretario Nazionale del PCI on.Togliatti alla tribuna politica del 25 aprile 1963 in occasione delle elezioni politiche che si sarebbero svolte il 28 dello stesso mese e nella denuncia dell'esclusivo perseguimento del profitto quale responsabile delle ingiustizie sociali per la costruzione di una società fondata sulla solidarietà e la fraternità fraternità di tutti gli uomini ho rilevato la assonanza con i punti cardine della pastorale dell'attuale pontefice orientata, oltre che alla dottrina sociale delle Chiesa , alla teologia popolare dell'America Latina.
Diceva Togliatti:<< Il vero problema è che lo sviluppo economico è stato fino ad ora regolato dalla dura legge del profitto,dall'interesse del grande capitale e dei ceti privilegiati .Il popolo ha lavorato forte-il ritmo del lavoro nelle officine è divenuto così intenso che esaurisce un uomo nel corso di non molti anni. Ma è accaduto come per le api nell'amaro verso col quale Virgilio accusava i profittatori dell'opera sua-Ricordate?Voi fate il miele o api,ma sono altri che lo godono. I profitti dei grandi capitalisti alle stelle. Il socialismo è la nostra partita, noi non lo nascondiamo. Vogliamo una società nuova fondata sulla fine dello sfruttamento, sulla solidarietà e la fraternità di tutti gli uomini, sulla loro uguaglianza sociale, sulla accessione di tutti al benessere,alla cultura, alla gestione economica e politica del potere e sulla pace. Per questo lavoriamo e combattiamo. Ed oggi per la nostra Patria vogliamo una svolta a sinistra per una avanzata democratica secondo le linee poste dalla nostra Costituzione con i principi che essa sancisce e che aprono al popoli italiano la speranza ove siano applicate su una luminosa ascesa di progresso, di libertà e di pace.>>
Se l'accostamento delle lettere encicliche dell'attuale pontefice,ultima in ordine di tempo <<Fratelli tutti>> con i richiami all giustizia sociale di un comunista autentico che sul campo si era guadagnato il titolo di “migliore” potrebbe portare i critici di papa Francesco a qualificarlo catto-comunista,è certamente inconfutabile che il comunismo di ispirazione sovietica e liberalismo dell'economia di mercato non hanno raggiunto quegli obbiettivi di benessere generale garantiti dalle rispettive dottrine economiche mentre, alla luce della crisi generata dalla pandemia, emergono ancor più macroscopiche le differenze fra chi è partecipe degli utili di impresa del sistema economico attuale e chi ne è escluso.
Se coerente con la predicazione della fratellanza degli uomini giunge da una dimensione religiosa la denuncia di un sistema economico che finisce per considerare il lavoro solo come una delle componenti il costo di produzione, la denuncia di un sistema produttivo improntato alla incentivazione dei consumi,preoccupante diviene il silenzio sul modello economico sostitutivo della concezione interclassista cui si è ispirata la maggioranza dei cattolici di orientamento democratico cristiano della quale la sinistra cattolica ne ha proclamato la conclusione della esperienza storica ,
Leggendo la ampia pubblicistica sulla esperienza politica dei cattolici nell'America latina ed in particolare in Argentina, pesante risulta la cappa di silenzio che circonda quella italiana a favore di una originale modello populista culminato nel culto peronista.
Dalla scissione della DC inequivocabilmente è emerso che la comune professione religiosa non sia sufficiente ad impedire nel mondo cattolico gli stessi dolorosi effetti delle numerose scissioni nella sinistra di orientamento marxista , frattura che rischia di divaricarsi ulteriormente ove la evoluzione della dottrina sociale della Chiesa in senso pauperista dovesse rendere impercepibile la sua distinzione dal classismo che ha visto la principale propensione della sinistra cattolica dal solidarismo sociale del quale la DC aveva rappresentato l’alternativa.
Silenzio preoccupante quello del Magistero quando i diritti inalienabili della persona vanno ben oltre quello della piena occupazione di regimi socialisti risultati comunque perdenti nel confronto delle libertà politiche economiche e sociali garantite dal liberalismo economico.
Per quanto mi riguarda prendo spunto dal richiamo del on, Togliatti alla preoccupazione di Virgilio alle api che lavorano per lasciare il beneficio del loro miele per esserne spossessate esprimendo il timore di non finire in un formicaio in cui ognuno esaurisce nel lavoro il motivo stesso della propria vita.
Il cattolico Maritain sui principi dell’azione politica del cristiano affermava<<Una cosa assolutamente essenziale al cristianesimo è la soprannaturalità della grazia. Togliete questa soprannaturalità e il cristianesimo si corrompe. Che cosa troviamo all’origine del disordine moderno? Una naturalizzazione del cristianesimo. E’ chiaro che il Vangelo reso puramente naturale( e quindi assolutamente corrotto) diviene un fermento di rivoluzione di straordinaria virulenza>>.
Vedi : ottobre 2020 UNA VOCE AUTOREVOLE DEL PENSIERO CATTOLICO
ottobre 2020
Con quale strumento politico ?
UN RINNOVATO IMPEGNO POLITICO UNITARIO DEI CATTOLICI
POLITICA INSIEME
La dottrina sociale cattolica arricchita della recente Enciclica di Papa Francesco “FRATELLI TUTTI” secondo uno dei suoi maggiori cultori,padre Sorge gesuita come l'attuale pontefice, costituisce l'ideologia della Chiesa che, una raccolta di documenti che ,partendo dalla Rerum Novarum di Leone X giunge ai giorni nostri, naturalmente riferendosi al Vangelo e ai suoi autorevoli interpreti della patristica.
Per la completezza del pensiero nel quale si affrontano problematiche sociali essa inevitabilmente ci pone di fronte alla questione dello strumento necessario ad attuarla ,se occorra un partito dichiaratamente cattolico per tradurlo in pratica, o se per svolgere il ruolo evangelico del lievito e del sale basti l'inserimento nelle diverse formazioni politiche del variopinto panorama politico italiano nelle quale sono confluiti anche i reduci dell'esperienza democratica cristiana..
Risalendo alla più autorevole rappresentante del mondo cattolico, il Papa, particolarmente chiara fu la sua risposta ad una precisa domanda in tal senso rivoltagli nel lontano 2015:<<quale discernimento può venirci dalla spiritualità ignaziana(gesuita) per aiutarci a mantenere vivo il rapporto tra la fede in Gesù Cristo e la responsabilità ad agire sempre per la costruzione di una società più giusta e solidale?
: “Noi dobbiamo fondare un partito cattolico!”: quella non è la strada. La Chiesa è la comunità dei cristiani che adora il Padre, va sulla strada del Figlio e riceve il dono dello Spirito Santo. Non è un partito politico. “No, non diciamo partito, ma … un partito solo dei cattolici”: non serve e non avrà capacità convocatorie, perché farà quello per cui non è stato chiamato. “Ma, un cattolico può fare politica?” – “Deve!”
Con l' intervista rilasciata il 5 settembre 2020 dal professor Stefano Zamagni , nominato presidente della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali da papa Francesco ,l'illustre economista bolognese rifacendosi alla scelta della molteplicità delle opzioni partitiche successiva allo scioglimento della Dc decisamente afferma i cattolici in politica si sono frazionati finendo per non contare più nulla....... ”per giustificare la nuova iniziativa “Politica nsieme”,un nuovo partito “di centro, moderato; autonomo rispetto alla destra e alla sinistra; laico, non confessionale e aperto a credenti e non credenti, che si riconoscono e aggregano sulla base della piattaforma programmatica”.
Dopo averne tracciato il percorso formativo attuato attraverso l'impegno di molteplici commissioni l'autorevole l' intervistato sottolinea che ” a confronto di quello che non c’è negli altri partiti, in ‘Politica Insieme’ c’è una prospettiva, un respiro, una visione, di medio e lungo termine per immettere una con una”forza nuova e con una ispirazione cattolica, senza le quali “ nessuno può scommettere sul futuro del Paese”.
….. Oggi vivono due modelli: neoliberista e neostatalista di mercato. Questa nuova forza propone un modello che affonda le sue radici nel Settecento italiano e dentro il mondo cattolico, con la specifica caratteristica di mirare alla prosperità inclusiva.
Cinque i temi forti. “Lavoro, famiglia, scuola, pace ed Europa, nella convinzione che gli attuali poli sono inadeguati a incarnare le istanze dei cattolici”, dice Stefano Zamagni che aggiunge: “lo sanno anche i sassi che ormai in Italia abbiamo bisogno di dare vita a un soggetto politico di centro, moderato, autonomo sia dalla destra sia dalla sinistra. Questa storia del centrodestra e del centrosinistra ha letteralmente rovinato la nostra democrazia. Tutti ci lamentiamo ma nessuno ha il coraggio di indicare la causa generatrice di questo malfunzionamento: il bipolarismo che uccide la democrazia. Il Bipolarismo va bene solo negli ambienti anglosassoni, lì c’è una unitarietà di fondo tra gli elettori e la differenza è solo di programmi spiccioli. Quindi va bene che ci sia una formazione di destra e anche di sinistra. Ma perché non ci deve essere una formazione di centro che si ispiri ai principi del cristianesimo?”.
Alla domanda se s’intenda rifare la DC la risposta di Stefano Zamagni è netta:“Assolutamente no. Un anno e mezzo fa ho scritto un saggio in cui dicevo che la Dc ha avuto una grande funzione ma ha esaurito il suo corso storico. Nessuno ha in mente di ricostruire la Democrazia cristiana: chi dichiara il contrario o è stupido o in malafede.
FC FAMIGLIA CRISTIANA
21/02/2020di Antonio Sanfrancesco
ZAMAGNI: «IN EMILIA DOPO IL VOTO BONACCINI HA TRADITO I CATTOLICI»
L'economista scelto da Bergoglio per guidare la Pontificia Accademia di Scienze Sociali: «Prima ci ha chiesto di sostenerlo e poi ci ha lasciati con un pugno di mosche in mano. Un partito cattolico? Il primo a dire no è stato il Papa. Serve un movimento ispirato dal cristianesimo per far tornare al voto gli italiani stufi della polarizzazione destra-sinistra»
Professore Stefano Zamagni, Bonaccini l’ ha delusa?«Il punto è semplice. Prima delle elezioni regionali in Emilia Romagna Bonaccini aveva detto, apertis verbis, che era necessario aprire il Pd ai corpi intermedi e all’ associazionismo chiedendo il sostegno di mondi trasversali, tra cui quello cattolico, alla sua lista civica».
E dopo la vittoria?«Nessuno di questi mondi, ai quali è stato chiesto di collaborare e che hanno contribuito alla vittoria, è rappresentato in giunta regionale. Non c’ è stata nessuna corrispondenza tra le promesse fatte in campagna elettorale e i fatti successivi. Siamo rimasti con un pugno di mosche in mano».
Per quale motivo?«Non lo so se sia stata fatta per ingenuità o calcolo, resta comunque una scivolata grave e che lascerà il segno».......
Per contare di più ed evitare “delusioni” come quella in Emilia Romagna?«Anche. Le elezioni regionali emiliane confermano la necessità di dare vita a una forza politica ispirata ai principi del cristianesimo. Ispirarsi non significa farsi dettare l’ agenda da questo o quello ma trarre indicazioni, spiegando agli elettori il programma che si vuole portare avanti e poi, se eletti, agire. Solo così in futuro potrà essere evitato quello che è successo con Bonaccini».......
Ma è una questione di posti?«Ma va. La vicenda dell’ Emilia Romagna è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Non è che non abbiamo avuto niente e facciamo le bizze, scherziamo? Mica ne faccio un problema di rivendicazionismo. È una questione politica»....
Spieghi.«Bisogna riempire quel vuoto che è stato lasciato sguarnito al centro dalla polarizzazione tra destra e sinistra. Anche perché, un po’ ipocritamente, si dice centrosinistra ma chi guida le danze è la sinistra, si dice centrodestra e chi guida le danze è la destra. E il centro resta solo una parola vuota»......
Ma i cattolici sono sparsi un po’ ovunque, adesso.«Ci sono dei cattolici che si riconoscono nelle tesi della Lega, del Pd, di Leu o di Fratelli d’ Italia. Va benissimo, non bisogna mai demonizzare nessuno. Io sono per il pluralismo e quindi mi chiedo perché non debba esserci un luogo che accolga tutti quei cattolici, e non solo, che non si riconoscono né nella destra né nella sinistra. Faccio un discorso laico, non integralista, a differenza di altri».
Chi?«Non mi va di fare polemiche. Il metodo è quello che papa Roncalli aveva insegnato tanti anni fa: se incontri qualcuno sulla sua strada non chiedergli da dove viene ma dove va e se andate nella stessa direzione fate un tratto di strada insieme».Io preferisco un processo più lento ma in grado di dare maggiori garanzie»......
Il mondo cattolico come si regolerà in Emilia con le prossime scadenze elettorali?«L’ anno prossimo si vota a Bologna per le comunali. Chiunque si candida a sindaco non potrà farcela senza il sostegno dei corpi intermedi e dell’ associazionismo cattolico, il Pd per quanti sforzi possa fare non potrà andare oltre il 22-23%».Quindi vi organizzate per conto vostro?«Vedremo. È chiaro che questa vicenda ha lasciato un segno enorme»...
DEMOCRAZIA CRISTIANA
Per quanto mi riguarda saluto con favore la notizia della costituzione di “INSIEME” pur essendo sostenitore dell'azione legale che lungo i diversi gradi di giudizio ha condotto al pronunciamento della Suprema Corte di Cassazione che con sentenza ha dichiarato illegittimo lo scioglimento della DC, e la conseguente bocciatura delle pretese di utilizzarne il
simbolo scudo crociato chi ne rivendicava la disponibilità in quanto facente parte patrimonio del partito che immediatamente ha diffidato chiunque intenda utilizzarlo senza specifica autorizzazione degli organi preposti.
Lo faccio anche senza ritenere per lo meno ingeneroso quell'<<assolutamente No>> col quale il professor Zamagni ha risposto alla domanda se intendesse rifare la DC quando dai punti programmatici da lui enunciati risulta che il nuovo soggetto politico verrebbe ad occupare esattamente la stessa area politica di centro rivendicata dalla Democrazia Cristiana.
Dalle notizie degli ambienti nei quali ha preso corpo POLITICA INSIEME non posso non prendere atto dell'esercizio da parte degli stessi , dei quella capacità”convocatoria”esercitata negli stessi ambienti che promossero la costituzione della D.C in cui Zamagni proclama l'esaurimento, Difficoltà di comunicazione cambiamento di rotta dello stesso Magistero?
Personalmente leggendo i principi contenuti nella nuova Enciclica di papa Francesco mi sento ripagato delle amarezze provate quando , particolarmente dagli stessi ambienti nei quali è maturata l'iniziativa di “POLITICA INSIEME” dall'associazionismo dei giovani cattolici, particolarmente dall'Azione Cattolica e da Comunione e Liberazione pervenne la pretesa di aderire alla Democrazsia Cristiana nella discontinuità dalla sua storia. La stessa identica condizione con la quale dagli stessi ambienti si è inteso entrare nelle sedi del PD:
11)<<Ogni generazione deve far proprie le lotte e le conquiste delle generazioni precedenti e condurle a mete ancora più alte. .....
13)Si avverte la penetrazione culturale di una sorta di “decostruzionismo” …..,
14)<<Sono le nuove forme di colonizzazione culturale …. .
15)Il modo migliore per dominare e avanzare senza limiti è seminare la mancanza di speranza e seminare sfiducia costante, benché mascherata con la difesa di alcuni valori......
Ove con l'iniziativa rappresentata dal prof.Zamagni si volesse escludere la Democrazia Cristiana da un necessario confronto con tutte le componenti del processo storico dell'impegno politico dei cattolici quella che partecipò alla esperienza democratica cristiana di riferimento degasperiano , ci troveremmo di fronte a quella aprioristica scelta di campo dell'unità delle sinistre laiche e cattoliche del quale,nell'immediato dopoguerra fu espressione il Governo del Comitato di Liberazione Nazionale . Solo in tal caso troverebbero giustificazione due partiti di ispirazione cattolica ,di cui uno a denominazione Democrazia Cristiana per rappresentare quella linea politica mai condivisa da Giuseppe Dossetti che dichiarò di non essere mai stato democristiano pur avendone ricoperto il ruolo di vice segretario nazionale.
Ma chi, lungo la storia dell'impegno cattolico bolognese, con me ha visto prevalere nella sinistra storica, dal PCI in poi la , identificazione della rappresentanza cattolica nei Pastori pro tempore delle diocesi per non ammettere il ruolo subordinato e minoritario dei cattolici aderenti alle sue fila,conosce quanto culturalmente più ampie siano le motivazioni di uno schieramento di classe rispetto alle condizioni economiche degli appartenenti a un vero e proprio sistema,come ebbe a sintetizzare il cardinale Biffi con la definizione <<Bologna sazia e disperata>>.
( Gabriele Cantelli)
Ottobre 2020
TEOLOGIA DEL POPOLO -SVILUPPO DEL CONCILIO
Esiste una nuova ideologia cattolica?
Avvenire, fra i commenti di autorevoli personalità del mondo accademico riporta quello di Maurizio Gronchi, docente di dogmatica dell'Urbaniana e Consultore della Segreteria generale del Sinodo dei Vescovi è l'unico a collegare strettamente la lettera enciclica di papa Francesco “FRATELLI TUTTI” al Vaticano II nel percorso della teologia del popolo di origine argentina.: “Popolo e popolarismo per sconfiggere il populismo:Sbagliato pensare che questa rinnovata teologia del popolo sia uno sviluppo del Vaticano II? Il papa prende netta distanza sia dalle forme populistiche sia da quelle liberali:<<in entrambi i casi riscontra la difficoltà a pensare in modo aperto che ci sia posto per tutti, che comprenda in sé i più+ deboli e rispetti le diverse culture>>ecc.ecc.
AVVENIRE, a pagina 5-Vangelo e società- sotto il titolo “Il Papa:ci si può salvare solo insieme <<Fratelli tutti>> per un mondo più giusto-riporta una sintesi dell'intero documento pontificio la cui versione integrale è contenuta in undici pagine in numeri romani da I a XI aperta dalla considerazione dell'autrice “ Un manifesto per i nostri tempi. Con l'intento di far rinascere una ispirazione mondiale alla fraternità che si rivolge <<a tutti i fratelli e sorelle>>, a tutte le persone di buona volontà, al di là delle loro convinzioni religiose>> è <<uno spazio di riflessione sulla fraternità universale>>.Necessaria nel solco della dottrina sociale della Chiesa, per un futuro <<modellato dall'interdipendenza e dalla corresponsabilità nell'intera famiglia umana>>:Per <<agire insieme, e guarire dalla chiusura del consumismo, l'individualismo radicale l'auto protezione egoistica>>.Per superare le ombre del mondo chiuso>> e conflittuale<<rendere possibile lo sviluppo in una comunità mondiale che viva l'amicizia sociale>>, Per la crescita di società eque e senza frontiere. Perché l'economia e la politica siano poste << al servizio del vero bene comune>>.Perché quanto stiamo attraversando con la pandemia non sia l'ennesimo grave evento storico da cui non siamo stati capaci di imparare>>.Perché le religioni possano offrire<<un prezioso apporto per la costruzione della fraternità e per la difesa della giustizia nella società>>.
Lungi da me contestare il contenuto di un enciclica papale che nei fondamentali corrisponde all'impianto della “GAUDIUM ET SPES” una delle quattro Costituzioni del Concilio Vaticano II che ha contribuito alla stesura attuale del Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa oltre che nella nella Evangeli Gaudium e la Laudato sempre dell'attuale pontefice.
Mi sconcerta quel senso di novità data capisaldi della dottrina sociale che rischia di tradursi in culto della personalità dell'autore di un ampio e profondo trattato sulla fraternità e carità cristiana volto a riaffermare i principi evangelici della centralità della persona umana per richiamare tutti ad una solidarietà a favore dei poveri ed emarginati maggiormente esposti alle sofferenze dell'attuale pandemia che, alla luce di una fraternità nella creazione , non può trovare confini politici di nazioni e limiti di diritti di proprietà dei beni .
Quale allora lo scopo dell'attuale documento pontificio se, sul piano dottrinario nella non sussistono elementi di sostanziale novità ?
A mio modesto avviso, scopo dell'enciclica è quello di dirci che i popoli e le categorie escluse dalla situazioni di benessere di una minoranza privilegiata sono stanchi da un sistema di libero scambio che non ha programmi e progetti di intervento che rendano credibile un loro rapido e sostanziale cambiamento di condizione sociale per costituire una reale alternativa al percorso di incontrollati e incontrollabili flussi migratori.
Il problema ben più profondo dello scontro fra popolarismo e populismo , oltre i rischi di un facile incasso di consensi elettorali da parte della Lega e dei movimenti populisti assurti alla ribalta della politica italiana , è determinato dalle condizioni di ricettività da parte dei Paesi destinatari di detti flussi ora aggravate da una pandemia che non ne consentono la integrazione se non attuando strutture che,per non essere dei lager, dovrebbero garantire condizioni di vita che gli Stati non sono in grado di garantire a chi ne ha la cittadinanza .
Il documento di Papa Francesco pertanto suona come campanello di allarme di una situazione che richiede interventi strutturali per uno sviluppo sostenibile che sollevi i più deboli dei quali le religioni non possono e non vogliono svolgere il ruolo di seminatori di speranze ma di principi di giustizia.
La corposità dell'Enciclica per la molteplicità e la profondità dei contenuti è quello della volontà di studiarlo da parte di un mondo cattolico che dallo stupore della novità emerso dalle recensioni della stampa dimostra di non aver letto il Compendio della Dottrina sociale che ne contiene i contenuti .
Ecco allora che si pone la necessità di cattolici partecipi della vita sociale di promuovere occasioni di studio e di approfondimento dei contenuti dell'enciclica per individuare insieme le modifiche del sistema economico attuale del quale vengono indicate le aberrazioni della povertà senza speranza, della dipendenza di bisogni indotti da indirizzi produttivi in funzione della appartenenza alle diverse categorie sociali, vengono riaffermati i limiti della proprietà privata per una maggior giustizia distributiva, volendo non ricadere in nuove forme di socialismo reale casomai lungo un percorso educativo diverso da quello marxista..
Occorre in sostanza un risveglio cattolico sul piano culturale per non essere massa di manovra, per non trasformare le giovani speranze assurte agli onori della cronaca nelle recenti elezioni regionali come “sardine” in un prodotto confezionato da contrapporre alla suggestione di nuovi populismi , avendo individuato l'accoglienza dei migranti come la ragione chiave della convergenza delle sinistre laiche con le sinistre cattoliche per una nuova alleanza di governo.
Enciclopedia Treccani
ideologia :Il complesso di credenze, opinioni, rappresentazioni, valori che orientano un determinato gruppo sociale.
UNA VOCE AUTOREVOLE DEL PENSIERO CATTOLICO
Padre Bartolomeo Sorge,considerato dallo stesso Papa Francesco come il più esperto studioso delle dottrine sociali all'interno della Compagnia di Gesù cui appartiene lo stesso pontefice, nella sua “Introduzione alla Dottrina sociale della Chiesa,al capitolo II afferma:<<Così di fronte al materialismo filosofico del liberalismo e del marxismo, la chiesa rompe ogni indugio e riafferma il primato della filosofia spiritualistica cristiana.Una vera e propria ideologia cattolica viene a contrastare il passo all’ideologia del capitalismo e del socialismo>>…..
Questi i principi della ideologia cattolica enunciati da p.Sorge:
I ) la dignità della persona umana;
II)l’economia ha una sua dimensione etica, proprio in quanto essa è essenzialmente orientata al servizio dell’uomo;
III) Lo Stato intervenga nella questione sociale ed economica aiutando i più bisognosi.E’ compito dello Stato perseguire il bene comune.
Ritornando pertanto alla definizione di ideologia del vocabolario Treccani sarebbe assurdo che l’azzeramento delle ideologie costituisse la condizione sine qua non della evangelizzazione e del dialogo quando esse, volenti o nolenti rappresentano le finalità e i programmi di ogni forma associativa ,le realtà culturali con le quali ci si deve confrontare senza estromettere alcun argomento programmatico ove ritenuto essenziale al perseguimento del bene comune.
Stranamente anche all'interno della Chiesa si è fatto della fine delle ideologie una sorta di dogma, cioè di verità indiscutibile, dal crollo del comunismo coincidente con fine dell'Unione Sovietica, lo stato guida del comunismo internazionale, e dei regimi dei Paesi satelliti, tanto che l'attuale pontefice ha relegato comunismo e nazismo fra le esperienze del secolo scorso.
Ma alla fine delle ideologie non ha trovato giustificazione quel pensiero unico che lo stesso papa giudica responsabile del progressismo senza confini cui imputare le degenerazioni dell’epoca attuale? Non è forse la diffusa ignoranza della nostra storia a consentire il culto dell'uomo forte a rendere possibili nuove esperienze autoritarie ?”
Gabriele Cantelli
Agosto 2020
L'IMPEGNO POLITICO DEI CATTOLICI
DOPO LA DIASPORA DEMOCRATICA CRISTIANA
Con Sentenza n.18746 depositata in data 12 luglio 2019 a Suprema Corte di Cassazione ha dichiarato illegittimo lo scioglimento della DC, che fu il partito della maggioranza dell'elettorato del mondo cattolico di conseguenza i beni del partito e fra questi il simbolo scudo crociato che ne è parte integrante,con la bocciatura delle pretese di chi ne ha esercitato la disponibilità sono rientrati nel patrimonio del partito che immediatamente ha diffidato chiunque intenda utilizzarlo senza specifica autorizzazione degli organi preposti..
La sopra riportata decisione ha concluso una annosa vertenza giudiziaria aperta per fra quanti rivendicavano detta disponibilità per vantare una discendenza politica diretta dalla Democrazia Cristiana che purtroppo nel tempo si è rivelata strumentale alle ambizioni personali dei leader e non ai valori della Dottrina Cristiana cattolica ai quali il nostro partito alla quale il nostro partito permane orientato nella consapevolezza di non essere riuscito a raggiungere gli obbiettivi di di una maggiore giustizia sociale perseguibili con uno sviluppo economico dipendente dalle condizioni del mercato internazionale.
La scissione della DC oltre a collocare le propensioni politiche degli elettori cattolici nell'area di centro,quelli di orientamento degasperiano ,la sinistra di riferimento dossettiano nel centrosinistra inequivocabilmente ha evidenziato quanto la comune professione religiosa non sia sufficiente ad impedire nel mondo cattolico gli stessi dolorosi effetti di disconoscimento e contrapposizione che hanno contrassegnato le numerose scissioni nella sinistra di orientamento marxista ; fratture che rischiano di divaricarsi ulteriormente ove la evoluzione della dottrina sociale della Chiesa corrisponda alla sovrapposizione della teologia del popolo di origine latino-americana sul processo storico della Democrazia Cristiana europea con una sorta conflitto di pù o meno latente di culture dei diversi livelli economici all'interno del mondo cattolico.
Pertanto il ricorrente richiamo all'impegno politico di cattolici in occasione del centenario dalla pubblicazione dell'Appello ai Liberi e Forti di don Sturzo per la costituzione del Partito Popolare con la indicazione dell'esempio di De Gasperi, Dossetti, La Pira,sul piano politico , e di don Milani e don Mazzolari ove il Magistero non affronti la questione irrisolta della alternativa a un capitalismo che del riferimento liberal- democratico ha fatto un alibi per catalogare le povertà fra gli scarti di lavorazione del processo produttivo senza risalire alle corresponsabilità di un pluralismo associativo che ha finito per svolgere un ruolo assicurativo degli interessi di cordate trasversali ai diversi contrapposti schieramenti.
L'accreditamento del pauperismo di giusto di riferimento evangelico quale alternativa a uno sviluppo economico che del consumismo ha fatto una delle leve del sistema produttivo finisce per assestare l'intera Chiesa sulla posizione di chi,con Dossetti, riteneva le conseguenze del capitalismo più ingiustificabili degli effetti liberticidi dei socialismo reale, eliminando dall'intera analisi la esperienza del solidarismo interclassista della Democrazia Cristiana, per ipotizzare percorribile una soluzione autoritaria di impronta catto-comunista.
Se è vero come è vero che proprio a Bologna , capitale del comunismo occidentale, il PCI è stato sepolto sotto le macerie del muro di Berlino, non è detto che proprio nel capoluogo emiliano sopravvivano quegli aspetti dirigistici che hanno caratterizzato l'esperienza di potere delle sinistre, che hanno trasformato non solo gli interventi urbanistici in affari maggiormente garantiti dall'allargamento del numero delle presenze ai tavoli di concertazione.
Esempio non certamente edificante ne sia quello convocato per la delocalizzazione delle Officine Rizzoli che invece di garantire i livelli occupazionali ha garantito la conversione dell'area in cui esse insistevano ai piedi della collina di San Michele in Bosco in area residenziale.
Trattasi della sopravvivenza di un vero e proprio sistema,quello consociativo emiliano-romagnolo, che pur riuscendo a digerire tutto, perfino chi sulle ragioni dell'opposizione ha fondato fortune politiche proprie e quelle della cerchia di fedelissimi, probabilmente avrebbe messo in imbarazzo lo stesso Dossetti che se non altro della riforma della Chiesa avrebbe fatto la condizione necessaria a riformare la società ;trattasi di quel sistema che alle elezioni successive sconfisse Guazzaloca che solo si era proposto di migliorare,che la Borgonzoni non si è nemmeno provata a scalfire nonostante la pioggia di sanzioni milionarie cadute su una cooperazione considerata il suo architrave.
Una serie di iniziative dell'associazionismo cattolico che vedono presenti i soli qualificati esponenti della sinistra per diffondere la convinzione della maggiore fertilità del terreno sul quale cade il seme del seminatore evangelico ci parlano della necessità di una politica con la P maiuscola guardandosi bene di toccare la questione della presenza di poteri masso-tecnocratici in grado di determinare le scelte urbanistiche e le cariche direttive negli Enti pubblici e privati ad indirizzo finanziario , di affrontare le questioni di genere che intaccano la solidità dell'istituto familiare, quelle dell'inizio e del fine vita in quanto valori non negoziabili lasciati in balia alle maggioranze parlamentari che si andranno a comporre nei dibattiti parlamentare, perché ben altro è il terreno del decisivo confronto fra le principali coalizioni politiche nel quale i giovani virgulti cattolici fino ad ora non hanno fatto altro di costituire con la trovata delle sardine una autentica massa di manovra dei centri decisionali di riferimento.
E' da detti centri che ,secondo la stampa locale vedrebbero la presenza di autorevoli economisti è stato stabilito che il confronto elettorale decisivo fra gli schieramenti debba avvenire sui flussi migratori e non sulle linee di sviluppo economico del Paese che ne sono la premessa di un effettiva integrazione nella realtà nazionale perché sul problema migratorio l'alleanza di sinistra si può presentare fedele interprete delle povertà evangeliche richiamate da papa Francesco ,e a destra i cattivi di Lega e Fratelli d'Italia gli artefici della esasperazione del problema di una immigrazione fuori controllo dopo le dimissioni di Salvini da Ministro degli Interni.
Nella ricorrenza del settimo anniversario dalla sua visita a Lampedusa,il Santo Padre ha messo tutti di fronte alla realtà dell'esistenza in Libia di veri e propri “lager",usando la ormai usuale definizione dei luoghi di spersonalizzazione per fame e torture che da quelli nazisti in poi caratterizzano ancora realtà analoghe in tutti i regimi liberticidi, non solo in tempi di guerra,quello libico compreso al quale i governi ai quali ha partecipato la Lega hanno fatto a gara a chi avrebbe offerto i mezzi navali ed economici necessari a impedire la partenza degli internati da autentici campi di concentramento.
Per contrastare questo brutto gioco delle parti che finisce per ricadere sulle vittime occorre rafforzare la presenza dei partiti internazionalisti che furono gli artefici della Unità Europea per rappresentare a livello sovranazionale,ONU compresa , l'esigenza di affrontare la cruda realtà dei paesi del sottosviluppo con la sensibilità che certamente non appartiene al nazionalismo e al sovranismo che stanno caratterizzando i movimenti populisti europei e l'attuale isolazionismo americano
L’insegnamento che possiamo cogliere dagli eventi legati alla attuale pandemia è quello di quanto sia velleitario intervenire sul sistema produttivo anche se fermo e quanto sia insufficiente una programmazione basata sull’andamento statistico dei tempi normali che,nel caso del sistema sanitario, ha visto anche le strutture più qualificate impreparate ad affrontare l’imprevisto mentre nessuna categoria operativa , medici, infermieri ,personale ausiliario , volontari e sacerdoti si è dimostrata immune alla aggressione del virus. Questo , a maggior ragione ci induce a ritenere nessuna componente sociale possa ritenersi estranea alle conseguenze di errate scelte strategiche
Consapevoli delle responsabilità delle conseguenze di una mancata alternanza democratica al governo del Paese che hanno finito per penalizzare solo alcune delle forze politiche implicate nel sistema di potere rivendichiamo i meriti dei risultati ottenuti alla guida del Paese per ripresentare la lista della Democrazia Cristiana al fine di garantire quegli ulteriori livelli di sviluppo che non possono essere raggiunti da una classe politica che dell'impreparazione e improvvisazione ha fatto i principali requisiti della suggestione populista.
Questo lo spirito col quale dichiariamo la nostra disponibilità a partecipare a una di Settimana sociale di tutte le componenti associative che si dichiarano orientate alla dottrina sociale cattolica della quale solo il Magistero è in grado di esercitare la capacità “convocatoria” ,per esercitare la sua indipendenza dai poteri in grado di condizionare istituzioni pubbliche e private senza indulgere a un protagonismo funzionale ad aprioristiche scelte di campo.
Agosto 2020
UN PARTITO DI ZAMAGNI ?
Non chiamatelo partito cattolico. Zamagni racconta la sfida di Politica Insieme
Intervistato sul progetto di Politica Insieme, che si ì presentato con un manifesto programmatico per la costruzione di una forza politica “d’ispirazione cristiana e popolare” che al contrario di quanto affermato dall'intervistatore , nell'immediato e alla di tempo non ci sembra abbia i innescato quel “vivace dibattito, non solo nella Chiesa,” “ non sarà un partito, e tanto meno un partito cattolico”. Comunque che a dirlo sia un economista vicino a papa Francesco, tra i primi firmatari del documento, secondo Formiche.net rappresenterebbe un chiaro messaggio per “porre fine alla diaspora degli elettori cattolici”.
Voi giornalisti distorcete sempre le cose (ride, ndr). Non c’è ancora nessun partito, tantomeno cattolico. Politica Insieme è un’associazione di formazione sociale nata un anno e mezzo fa a Roma con la partecipazione di persone da ogni parte d’Italia. Dopo una lunga preparazione ha pubblicato il suo manifesto, che auspica la nascita di una forza politica che si qualifichi di centro e si ispiri a principi e valori della civiltà cristiana.
Alla domanda : partito ci sarà o no? Il prof.Zamagni risponde
<<Arriverà, in caso, alla fine. Al momento i firmatari del manifesto sono 500, per gran parte associazioni. Quando avremo chiuso le sottoscrizioni convocheremo un’assemblea che deciderà se far nascere una nuova forza politica.
Ritorna la vecchia Dc?
R:Niente affatto. La storia della Dc ha fatto il suo corso e non è più proponibile. Questo manifesto è semplicemente ispirato ai principi del personalismo cristiano, al pensiero di figure come Maritain, Ricoeur, Sturzo. In Italia se un politico dice di ispirarsi al liberalismo o al socialismo nessuno ha da ridire. Se invece vengono citati i principi fondanti del cristianesimo tutti si stracciano le vesti.
Alla domanda se si tratti di un progetto alternativo alla sinistra e alla Lega l'intervistato risponde :
<<Anche. La politica, che papa Giovanni Paolo II definiva la più alta forma di carità, non può ridursi a questioni come immigrazione, tasse, autonomia regionale. Un progetto politico di medio-lungo termine deve avere alle spalle un pensiero forte, altrimenti si riduce a un mero calcolo di interessi>>.
E su quale sia il pensiero alla base del progetto l'illustre professore risponde:
<<Moderatismo, inteso non come puro istinto all’autoconservazione ma come <<preservamento equilibrato dei propri valori. Transumanesimo, sussidiarietà circolare, riforma del vecchio welfare state, ritorno della famiglia al centro della società sono altri punti fondanti del nostro programma......Noi aborriamo la cosiddetta negative politics. Cioè un’idea di politica che si basa sugli errori degli altri.
È il momento di passare a una positive politics. Difendi una tua identità, presenti obiettivi concreti da raggiungere e il cittadino sceglie da che parte stare>>. Ecc
D:<< a distanza di anni che l’opzione Ruini non ha funzionato? Ovvero che la dispersione in tanti partiti ha creato spaesamento fra i cattolici?
Il prof.Zamagni risponde Ruini prese quella decisione in un contesto particolare, credo non avesse altra scelta. Oggi la tesi della diaspora non ha più fondamento. In un regime democratico vale il principio di maggioranza. Se i cattolici si spargono in tante formazioni politiche che non superano il 5% rimarranno sempre minoranza. In politica bisogna rimboccarsi le maniche, non basta fare rete. I pescatori usano le reti per pescare.
C’è il bollino della Cei?
R:Si tratta di un’iniziativa aconfessionale, che parte dal basso. È normale che la Cei segua attentamente, ma non avrà alcun ruolo diretto.Ovviamente si interessa, perché è fatto di persone in carne ed ossa che vanno a votare. Non interverrà, perché riconosce la piena autonomia del laicato e non ha alcuna intenzione di indirizzare il consenso.
LE NOSTRE CONSIDERAZIONI SULL' INTERVISTA A ZAMAGNI
Quanto riportato dell'intervista basta per esprimere il nostro giudizio critico, senza proseguire con una parafrasi dell'intero documento, per commentarne gli aspetti più interessanti , innanzi tutto la liquidazione della Democrazia Cristiana come esperienza storica senza possibilità di appello come partito, in una sorta di identificazione con le responsabilità di carattere penale coi chiamati in giudizio,per non distinguerne la originalità del progetto alternativo a un capitalismo liberista e a un socialismo reale di prevalente riferimento alla esperienza sovietica.
Senza dare al partito il carattere di partito cattolico che nessuno mai volle rivendicare andando oltre lo scudo crociato del suo simbolo,certamente non possiamo dimenticare in proposito sia le prevalenti ricadute elettorali positive dello schieramento dell'associazionismo cattolico e delle strutture parrocchiali per la formazione dei quadri politici della DC del dopo guerra, ma neanche gli aspetti negativi delle vicende che videro implicate di strutture di chiaro riferimento cattolico nei maggiori scandali finanziari del sistema di potere.
Quello che ci sconcerta constatare che a decretare l'esaurimento della esperienza democratica cristiana sia lo stesso associazionismo dal quale provennero i giovani che entrarono nella fase terminale del partito per rilevarne l'insegna affermando nel contempo la discontinuità dalla sua storia. Cioè senza riconoscere l'architrave del sistema democratico italiano nella DC per un lungo tratto del percorso politico dei cattolici italiani ed ora, ancor paggio, che a condividere il pensiero di autentici sprovveduti siano personalità del mondo accademico dovrebbero possedere tutti i requisiti necessari per risalire alle origini del processo storico dei cattolici democratici e riconoscere a una certa sinistra cattolica la responsabilità di considerare la DC di orientamento degasperiano un incidente al percorso verso l'incontro con la sinistra di riferimento marxista.
Alla luce di una tale doverosa ricostruzione storica , l'ispirazione nel manifesto della nuova iniziativa politica ai principi del personalismo cristiano di Maritain, Ricoeur e Sturzo senza citare per lo meno De Gasperi come alternativa al liberalismo o al socialismo rivendicando la libertà di pensiero che in Italia non è riconosciuta ai cattolici, potrà costituire una frase ad effetto ,ma certamente non giustifica la pietra tombale posta sul grande statista trentino e al partito che ,se ispirato al livello e alla sobrietà del suo esempio e non alle sole ragioni del potere, non avrebbe concorso, pro quota con tutti gli altri dentro e fuori dall'arco costituzionale ,alla diffusa decadenza dei costumi personali e delle istituzioni.
Lungi da noi volontà di far risorgere la DC come la Fenice dalle sue ceneri senza aver fatto tesoro delle cause della interruzione del suo percorso , con il riconoscimento della sua iniziativa in “quell'area moderatismo, inteso non come puro istinto all’autoconservazione ma come custode equilibrato dei propri valori. Transumanesimo, sussidiarietà circolare, riforma del vecchio welfare state, ritorno della famiglia al centro della società sono altri punti fondanti del nostro programma” il professor Zamagni la ha collocata nell'alveo di quell'area culturalea della Dottrina Sociale Cattolica che costituì il riferimento ideale della Democrazia Cristiana di centro alla quale il chierico Dossetti dichiarò di non aver mai appartenuto pur avendone ricoperto la carica di vicesegretario nazionale.
Zamagni per riferirsi alla originalità della politica di quella che vorrebbe essere una nuova formazione politicarichiama il pensiero di Giovanni Paolo II che la definì<<la più alta forma di carità, non può ridursi a questioni come immigrazione,tasse, autonomia regionale.Un progetto politico di medio e lungo termine deve avere alle spalle un pensiero forte,altrimenti si riduce a un mero calcolo di interessi>>.
Quale fosse il pensiero forte cui si riferiva , a dirlo fu lo stesso pontefice che nel Convegno ecclesiale italiano di Loreto, ricordò come, pur mantenendo distinto l'impegno di apostolato da quello politico e pur accettando cordialmente la struttura democratica dello Stato,tra i cattolici avesse sempre prevalso la tendenza verso un impegno unitario soprattutto nei momenti lo richiedeva il bene supremo della nazione.<<Questo insegnamento della storia , concluse il pontefice,non andava dimenticato:al contrario esso doveva essere tenuto ancora ben presente <<nei momenti delle responsabili e coerenti scelte>> che il cittadino cristiano era chiamato a compiere in quel periodo della Storia d'Italia>>.
La questione che si pone alla luce di tale ragguardevole pensiero é quella della sussistenza nella situazione italiana delle condizioni che dovrebbero indurre i cattolici a ritenere l' unità elettorale come valore quando, nelle ultime elezioni politiche, le liste che richiamavano alla coerenza in difesa dei valori sensibili hanno raggiunto percentuali di molto al di sotto al quorum del 5% fissato per ottenere una rappresentanza in Parlamento.
Il problema dei cattolici distribuiti in tutte le formazioni politiche ,uscito dalla finestra della Cei sotto la presidenza Ruini eccolo rientrare dal porte del Magistero,specialmente con la affermazioni dei papa Francesco di non interessarsi delle vicende nazionali e che nessuna delle formazioni della diaspora avrebbe la capacità “convocatoria “ delle altre per promuovere un nuovo soggetto politico unitario.
Ci sembrerebbe assolutamente insufficiente affrontare le prossime scadenze elettorali senza sciogliere i nodi politici del fallimento della coesistenza delle sinistra cattolica con quella di orientamento marxistra nel PD ,del populismo di Salvini e del nazionalismo della Meloni, dell'affollamento al centro per appropriarsi dello spazio lasciato libero dalla DC e da Forza Italia con Berlusconi , da terzo incomodo nel centrodestra.
Per quanto ci riguarda non possiamo non prendere atto che Bologna ,dopo essere stata l'officina dell'Ulivo, con le importanti importanti iniziative dell' Azione Cattolica e della comunità di Santì'Egidio,per l'impulso di Zamagni e Prodi sta forse divenendo la palestra per il superamento della concezione dossettiana della riforma della a Chiesa per la riforma della società per la piena integrazione cattolica nel sistema bolognese.
D'altra parte , con la presentazione della candidatura al Collegiio unico del Senato previa sconfessione delle ragioni della contrapposizione consiliare di un giovane proteso ad ulteriori lusinghieri traguardi dietro le esecrabili ragioni ideologiche di una sorta di gioco delle parti, sembrerebbero non esserci altri spazi della integrazione nel sistema consociativo e masso-tecnocratico dopo che l'esperienza di Guazzaloca che voleva migliorare è servita per intitolare a lui ,su proposta di Casini, il premio che l'Amministrazione comunale di Bologna riserva ai cittadini meritevoli.
Gabriele Cantelli
AGOSTO 2020
Il libro di Emilce Cuda
LEGGERE FRANCESCO
Teologia, etica e politica
Chiunque legga Francesco viene subito colto da alcuni dubbi: a quale corpus categoriale si ispira la teologia che è alla base del suo discorso?Si tratta della teologia della liberazione o è un discorso anacronistico degli anni settanta? Oggi la teoria della liberazione è l'unica corrente teologica del continente latino americano? Esistono una o più correnti all'interno della teologia della liberazione?La versione argentina chiamata teologia del popolo è parte della teologia della liberazione?
Da un punto di vista ideologico, la teologia della liberazione è marxista? E' possibile una teologia della liberazione nazional-popolare? Da un movimento politico nazional-popolare,al di là del marxismo,può la componente popolare fornire le categorie teoriche per l'analisi della realtà tramite uno sguardo teologico e politico?
La risposta, dice l'autore, spetterà ad ogni lettore e questo libro cerca di fornire elementi utili a tale riflessione.
Io, mi limiterò ad aggiungere agli interrogativi posti dell'autore, questo<<può la teologia scaturita, a posteriori di una esperienza nazional-popolare possedere tutte le coordinate necessarie a divenire la teologia dell'intero mondo cattolico?
Per comprendere il punto di partenza teologico della teologia del popolo,dice l'autore dell'importante trattato , bisogna conoscere il mistero intratrinitario di Dio,e sapere che il dogma cristiano, la piena volontà di Gesù rispetto alla volontà del padre, e la sua razionalità completa totale con lui è una dialettica di obbedienza -libertà, di comunione -distinzione.....
Per comprendere tale fondamento teologico, dell'essere in senso relazionale , proposto quale fondamento teologico-politico per la cultura della vita -predicato dal papa in continuità col magistero episcopale latino americano, e in contrapposizione all'individualismo che uccide -,bisogna prima sapere che il Dio del cristianesimo è Uno e Trino. Ignorarlo equivale a non conoscere né la teologia cristiana, né il cristianesimo stesso e quindi rischiare di distorcere ogni intento di comprensione ermeneutica. Se lo si ignora, prosegue l'autore , non si potrà capire nemmeno il discorso di Francesco come pastorale teologica , e in lui si leggerà unicamente una denuncia politica senza alcuna relazione col mistero escatologico della rivelazione. Se non si conosce nemmeno il fondamento cristologico del suo discorso, quello del logos incarnato in un'unione non “confusiva” , le sue parole potranno sembrare un mero esercizio di liberazione-mentre a mio giudizio sono proprio questo....... tra il Padre e il Figlio c'è una relazione tra Persone, relazione che è originaria , nella quale è possibile distinguere ognuna delle Persone in un'unità che non le confonde......
LE MIE CONSIDERAZIONI
La quanto mai faticosa lettura dell'importante trattato sulla teologia popolare del quale ho riportato le parti necessarie ad un confronto di posizioni non preconcette doverosamente mi induce ad invitare i miei lettori a procurarselo per migliorare le coordinate culturali di un loro autonomo percorso di giudizio.
Ad indurmi ad esprimere le mie considerazioni particolarmente a quanti sopravvissuti per longevità alla parabola democratica cristiana per richiamarne l'attenzione sulla marginalizzazione della presenza dei cattolici, ovunque si siano accasati dopo la forzata illegittima sospensione della attività dl partito, sono le inesorabili scadenze elettorali regionali fissate al prossimo settembre nelle quali gli elettori sostanzialmente si sentiranno convocati per a pronunciarsi sull'efficienza ed efficacia delle misure economiche faticosamente approvate dalla attuale coalizione di governo per limitare i danni della pandemia ancora in atto , o per quella alternativa al semplice motto<<io ti darò di più>> prescindendo dalle condizioni disastrose del bilancio nazionale,
Se le iniziative dell'Azione cattolica e della Comunità di Sant'Egidio di interesse certamente superiore alla dimensioni della città dove si sono attuate avevano avuto il chiaro significato di un invito al risveglio della presenza cattolica senza metterne in discussione le attuali diverse collocazioni , non possiamo non prendere atto di una mobilitazione giovanile che,partita da piazza Maggiore si è rinnovata in altre occasioni dentro fuori città per dimostrare il dissenso nei confronti del populismo della Lega di Salvini e concludesi nel sostegno alla candidatura di Bonaccini nella decisiva sfida delle ultime regionali .
L' indignazione del prof.Zamagni per l'insensibilità dimostrata del beneficiario con la esclusione dalla compagine di giunta di una qualificata rappresentanza cattolica rende la precisa idea della scelta di campo sua e del patrocinatore della su nomina alla presidenza della Pontificia Accademia delle Scienze Sociali
Quanto dianzi detto , a mio modesto avviso, non può non promuovere la apertura di un serio confronto interno a mondo cattolico che complessivamente non sembra avere particolare consapevolezza della gravità del momento soprattutto per comprendere la direzionalità degli appelli rivolti dal Magistero in occasione delle manifestazioni rievocative del centenario dell'appello sturziano ai giovani e forti sia rivolto anche ai cattolici italiani che della Democrazia Cristiana democratica fecero la espressione della continuità del popolarismo del prete di Caltagirone o se prevalga una sensibilità per i movimenti populisti di cui la teologia del popolo che sta accompagnando la pastorale dell'attuale pontefice è l'espressione .
Una teologia che otre il segnale di vicinanza ai poveri, appare più vicina alla filosofia della prassi di Gramsci che all'esperienza politica della maggioranza dei cattolici italiani che , con l'appoggio essenziale del Magistero individuarono nella Democrazia Cristiana e nella sua politica delle alleanze democratiche l'architrave del progresso economico e sociale dell'Italia..
Dall'intero compendio in quanto ricco di riferimenti storici ed ideologici infatti non esce una citazione della esperienza democratica cristiana in Italia, tanto meno di quelle personalità delle quali sono in corso processi di beatificazione che hanno lasciato un segno indelebile nelle scelte di una libertà e di un internazionalismo che hanno assicurato uno sviluppo economico che l'America Latina certamente non ha;la costruzione di un progetto di Europa che non è pienamente decollato non per colpa dei nostri padri della patria, ma di quei successori che hanno curato maggiormente l'interesse delle cordate di affari trasversali agli schieramenti della maggioranza e dell'opposizione parlamentare e regionale di quella politica del bene comune .
Stando alle affermazioni e ai riferimenti del pensiero di qualificati teologi del popolo latino-Americano parrebbe che il progresso sociale sia maggiormente assicurato dai movimenti populistiche piuttosto che dai partiti. Quello peronista in primis.
Lungi da me la velleitaria pretesa di colmare tali distanze , impegno che merita certamente ben altre espressioni dei cultura personale,la prima considerazione che mi giunge spontanea dalla attenta lettura del testo di riferimento che fa risalire la autenticità della teologia del popolo alla distinzione trinitaria è che solo lo Spirito Santo possa dare al popolo la capacità di comprendere quanto i teologi latino-americani hanno scritto su di lui.
La seconda considerazione deriva dalle analogie di tale cultura con la cultura della prassi gramsciana , la individuazione della cultura liberal-democratica se non altro come comune avversario dalla quale ,anche per il marxismo, nasce la legittimazione di quella lotta di liberazione che i n Che Guevara ebbe il principale riferimento ideale del continente latino-americano.
Chiarita la appartenenza della teologia popolare argentina ,quale branca, alla teologia della liberazione, dalla ampia letteratura sulla lotta brigatista leggiamo degli incontri di casa Corghi a Reggio Emilia ai quali oltre ad esponenti dell'associazionismo cattolico e del Movimento giovanile DC parteciparono giovani iscritti alla FGCI, in cui l'ospitante,dirigente della della Democrazia Cristiana,(successivamente segretario regionale del partito) vissuto per circa due anni nel continente latino americano,diede le sue informazioni ai presenti particolarmente interessati alla causa dei movimenti di liberazione. Fu da detti incontri che in alcuni fra loro scaturì la decisione di passare ,fra i primi,alla lotta armata in Italia
Altrettanto interessante sarebbe pure conoscere il percorso dei rapporti dei piduisti Gelli e Ortolani le cui fortune economiche vennero attribuite dagli stessi ai rapporti col regime Argentino La differenza fra popolare e populista la leggiamo in “Le politiche del popolo” del gesuita Francesco Occhetta:<< il termine populismo nasce dando al popolo il suffisso “ismo” in senso spregiativo..Dire”populismo”significa riconoscer un vulnus nella dignità stessa del popolo e affermare la sua potenziale manipolazione...... Il primo elemento comune della cultura dei populismi, prosegue il dotto sacerdote, autore del libro,è quello di confondere volutamente le categorie di destra e di sinistra politica. La dialettica politica si sposta sulla contrapposizione<<alto>> e <<basso>>, come per esempio riguardo alla costruzione dell'Europa o al potenziamento dello Stato-nazione. Il populismo infatti, quando nasce di destra è ancora di
mostrarsi vicino alla sinistra. Lo dimostra la parabola politica dell'argentino Juan Domingo Peròn,uno dei più famosi leader populisti di destra<<Plebeo, antioligarchico, rivoluzionario (soprattutto ai tempi dell'esilio del suo leader),repressivo mediante gli squadroni della morte illegali, una volta al ritorno al governo, e poi neoliberista ,per diventare in seguito statalista in un quadro democratico>>.
Pur constatando che il libro di Cuda sulla dimensione religiosa dell'esperienza populista argentina non ne propone la esportazione del modello , è da quel” Leggere Francesco” ad accreditarlo quando l'attuale pontefice ,affermando che ai cattolici italiani non occorre un partito,non ha mai nascosto la predilezione per tutti i movimenti popolari ai quali si è sempre rivolto senza alcuna discriminante , quali strumenti più idoneo dei partiti politici ad affrontare il problemi dei diseredati ed eliminare le disuguaglianze riducendo gli stili di vita dell'occidente economico.
Gli effetti dell'arresto del sistema produttivo al fine di contrastare la diffusione della pandemia dovrebbe indurci tutti a un confronto con la vasta letteratura dei tempi precedenti dedicata all'arretramento del nostro sistema produttivo in funzione consumistica, contrassegnata dalla denuncia di una automazione e meccanizzazione industriale e agricola indicate quali maggiori responsabili dell'incremento degli attuali livelli disoccupazione .
Preso atto che tutte le parti sociali interessate alla conversione(sul piano teorico) dell'intero sistema economico si sono dimostrate preoccupate di favorire la ripresa delle attività produttive e commerciali senza alcun altra velleità di garantirne almeno i livelli occupazionali precedenti la loro la chiusura affrontando la crisi del mercato mondiale, mi sembrerebbe assolutamente insufficiente giungere alle prossime scadenze elettorali senza sciogliere i nodi politici del fallimento della coesistenza delle sinistra cattolica con la sinistra marxista nel PD ,del populismo di Salvini e del nazionalismo della Meloni in cui Forza Italia con Berlusconi fa da terzo incomodo senza voler affrontare i problemi dl vuoto politico lasciato dalla fine della centralità democratica cristiana.
Il corposo trattato sull'esperienza populista latino americana a confronto con la cultura popolare della quale mons.Occhtta ci gratifica col suo ultimo impegno letterario non possono non indurci al confronto di modelli di società che non possono essere sovrapposti , dei quali la realtà bolognese non rappresenta certamente una soluzione per coloro che hanno mantenuto l'indipendenza culturale ed economica necessaria a comprenderne i meccanismi del sistema di potere. Quale il livello di autonomia delle “sardine”per rappresentare una alternativa nel confronto fra populismi?
Gabriele Cantelli